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Competenza comunicativa e competenza testuale

Ipotesi di partenza. L'esecuzione di intenzioni all'interno di una societ

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Competenza comunicativa e competenza testuale

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Presentation Transcript


    1. Competenza comunicativa e competenza testuale La competenza testuale č parte integrante della competenza comunicativa e nella situazione attuale, in cui le varietŕ diatopiche risultano indebolite rispetto al passato, la competenza testuale diviene una dimensione centrale della sociolinguistica: vi si intersecano la variazione diastratica (la capacitŕ di produzione testuale si correla al livello di istruzione e ai riferimenti culturali del parlante), la variazione diafasica (diversi argomenti e aree disciplinari richiedono diverse tipologie testuali) e diamesica (il testo č sensibile alla variazione diamesica, sebbene la nozione stessa vada intesa indipendentemente dal tipo di canale utilizzato).

    2. Ipotesi di partenza L’esecuzione di intenzioni all’interno di una societŕ č per il singolo giŕ in larga misura preformata strutturalmente sotto forma di tipi di interazione. Cfr. Wittgenstein: per avere l’intenzione di giocare a scacchi devo conoscere il gioco degli scacchi.

    3. Il problema del riferimento

    4. Due concezioni fondamentali del linguaggio Linguaggio come mezzo di rappresentazione Senso: rapporto tra soggetto e oggetto Tradizione grammaticale Oggetto: segno e proposizione Problema del riferimento e della veritŕ, del rapporto tra pensiero e linguaggio (dimensione cognitiva) Problematica del segno Linguaggio come mezzo di comunicazione Senso: rapporto tra soggetti Tradizione retorica Oggetto: testi e discorsi nella loro produzione e interpretazione Problema delle condizioni storiche e degli effetti individuali e sociali della comunicazione Problematica del discorso e del testo

    5. Linguistica testuale La linguistica testuale non individua propriamente un nuovo oggetto dell’indagine linguistica ma inaugura un diverso modo di fare linguistica (Conte 1977) il testo č il segno linguistico originario i testi sono la forma specifica di esistenza del linguaggio l’oggetto della linguistica non č l’enunciato ma il testo (unitŕ comunicativa)

    6. Scopi della teoria del testo Specificazione di cosa fa di un testo un testo Definizione del concetto di competenza testuale Differenziazione dei tipi testuali

    7. Cos’č il testo? Schmidt 1982: “Un insieme di enunciazioni tematicamente coerente e dotato di una riconoscibile funzione comunicativa”. Bertinetto (1981:9): “un insieme di frasi (al limite una sola frase) tematicamente coerente, dotato di funzione comunicativa riconoscibile in rapporto a un preciso potenziale illocutivo, situato all’interno di un’azione comunicativa concreta (ossia individuabile nel tempo e nello spazio)”. Rastier (2003: 39) “una sequenza linguistica empirica attestata, prodotta nell’ambito di una pratica sociale determinata e fissata su un supporto qualsiasi”

    8. Testo come azione socio-comunicativa I testi sono sempre testi-in-funzione collocati entro giochi d’azione comunicativi. In quanto tali essi sono sempre determinati e definiti dal punto di vista sia sociale che linguistico (Schmidt 1982) (parlanti differenti e mestieri differenti si correlano con diverse realizzazioni della testualitŕ).

    9. I tre livelli della linguistica testuale Testualitŕ (Schmidt 1982) = tratto strutturale delle azioni sociocomunicative, forma normativa e Grammatica testuale (Halliday 1970) = insieme di opzioni virtualmente disponibili all’utente per esprimere determinate funzioni ideazionali, interpersonali, testuali. Discorso = processo comunicativo Testo = realizzazione concreta della struttura testualitŕ in un determinato mezzo di comunicazione

    10. Criteri della testualitŕ Il testo č una unitŕ comunicativa che soddisfa sette criteri di testualitŕ: a) coesione, b) coerenza, c) intenzionalitŕ, d) accettabilitŕ, e) informativitŕ, f) situazionalitŕ, g) intertestualitŕ. Tali condizioni possono essere distinte in due categorie: quelle pertinenti al materiale testuale, per le quali il testo č dunque un’elaborazione di elementi strettamente linguistici (a, b), e quelle che riguardano invece la modalitŕ in cui gli utenti partecipano all’attivitŕ del prodotto testuale (in particolare c, d) (De Beaugrande-Dressler) L’assenza di uno dei sette criteri determina testi anomali, malformati, mentre in assenza di coerenza č la stessa qualifica di testo che viene a cadere. La condizione veramente necessaria per poter assegnare lo status di testo a una sequenza di frasi č la coerenza in quanto globale unitŕ di senso (Conte 1977)

    11. Criteri della testualitŕ

    12. Tipi testuali Ogni enunciazione testuale č il compimento di un tipo di comunicazione ricorrente nella societŕ e normalizzato nella sua struttura Ogni tipo testuale assolve una funzione specifica cioč trasmette informazioni di tipo peculiare (distinzione backgroud/foreground): Nella retorica classica: Narrativi, descrittivi, argomentativi, espositivi Secondo Werlich (1976): Narrativi, descrittivi, argomentativi, informativi, regolativi Secondo Beaugrande-Dressler (1981): Narrativi, descrittivi, argomentativi

    13. Tipo narrativo Funzione: raccontare un fatto, una storia Foreground: azioni, eventi, relativi a persone, oggetti, relazioni, concetti colti nel contesto temporale Matrice cognitiva: capacitŕ di cogliere le differenze e interrelazioni tra le percezioni relative al tempo (schemi) Strumenti sintattici: subordinazione Struttura: tipo predicativo Generi e forme finzionali: racconti, romanzi, novelle, poesia epica, barzelletta Generi e forme non finzionali: biografie, articoli di cronaca, relazioni di viaggio, corrispondenze di inviati speciali Risponde alla domanda: Chi ha fatto cosa quando?

    14. Tipo descrittivo Funzione: delineare le caratteristiche di una persona, un paesaggio, un oggetto Foreground: fenomeni (persone, cose, stati di cose, relazioni) colti nel contesto spaziale Matrice cognitiva: Capacitŕ di cogliere le differenze e interrelazioni delle percezioni relative allo spazio. Schemi di rappresentazione mentale di oggetti o ambienti tipici colti nella loro staticitŕ (frames e schemata). Generi e forme non finzionali: descrizione interna a testi che narrano eventi reali; descrizione interna a testi espositivi (enciclopedie, dizionari, ecc.); descrizione tecnico-scientifica, carta di identitŕ Generi e forme finzionali: descrizione interna a testi narrativi finzionali, poesia lirica. Risponde alla domanda: che cosa č dove rispetto a cosa?

    15. Tipo argomentativo Funzione: sostenere una tesi su basi logiche Foreground: relazione tra concetti (similaritŕ, contrasti ecc.), argomento, valutazione Matrice cognitiva: giudizio, capacitŕ di giudicare e di scegliere tra i concetti esaminati quelli piů convincenti e probanti (Plans) Strumenti testuali: parallelismo, parafrasi Generi e forme non finzionali: arringa giudiziaria, saggi scientifici, discorsi politici e dibattiti in generale, articoli di fondo, recensioni Generi e forme finzionali: poesia celebrativa, dialogo filosofico. Risponde alla domanda: perché?

    16. Tipo informativo Funzione: fornire notizie utili su personaggi, argomenti o fatti Foreground: analisi (scomposizione) e sintesi (composizione) degli elementi costitutivi dei concetti Matrice cognitiva: comprensione (capacitŕ di capire) (schemata) Generi e forme non finzionali: lezione, manuale scolastico, saggio divulgativo, recensione informativa, abstract, orari dei treni, avvisi Generi e forme finzionali: poesia didascalica

    17. Tipo regolativo Funzione: indicare norme da rispettare. Foreground: comportamento futuro altrui (e/o proprio) Matrice cognitiva: capacitŕ di pianificare il comportamento e di smembrarlo in una successione di azioni (Plans) Generi e forme non finzionali: enunciazione di norme da rispettare, obblighi e divieti, istruzioni, regole di giochi, ricette di cucina, regolamenti, statuti, leggi, testi pubblicitari (perň anche argomentativi e informativi) Generi e forme finzionali: poesia (o canzone di lotta), di incitazione all’azione, di propaganda politica Tono perlocutivo, frequenza di forme imperative

    18. Informativitŕ L’informativitŕ di un testo č relativa alla misura in cui gli elementi testuali sono attesi o inattesi, noti o ignoti (concetto di probabilitŕ contestuale) Elementi linguistici portatori di informativitŕ: morfemi lessicali (sintagmi pieni, parole portatrici di significato). Meno informativi sono i morfemi funzionali (articoli, preposizioni, congiunzioni) che segnalano relazioni piů che concetti (piů scontati, sollecitano meno l’attenzione)

    19. Livelli di significato di un enunciato Contenuto proposizionale rappresentazione concettuale di ciň cui l’enunciato si riferisce. Rappresentazione autonoma e indipendente dal contesto discorsivo in cui l’enunciato č inserito Valore informativo relativo al contributo che l’enunciato dŕ al discorso in cui č inserito; dipendente dallo stato di conoscenze degli interlocutori (attese)

    20. Fonti di attese Schemi cognitivi (Kant 1789, Bartlett 1932, Minski 1975) di natura corporea, sociale e culturale (frames, schemata, plans, scripts) Lingua: certe sequenze foniche e certe strutture sintattiche sono possibili e dunque prevedibili in una lingua, altre no Tecniche con cui si ordinano gli elementi in considerazione della loro informativitŕ: prospettiva funzionale e intonazione indicano cosa č nuovo, importante o inatteso Tipi testuali: configurazioni globali che controllano il repertorio delle fonti utilizzabili Contesto immediato e stile

    21. Allofrasi Varianti della stessa frase (dal punto di vista del contenuto proposizionale), ma con specifico valore informativo (espresso dalla specifica organizzazione dell’enunciato) (dimensione diafasica) Il concetto di allofrase presuppone un ordine sintattico di base, non marcato, costituito dalla sequenza soggetto-verbo-oggetto (SVO), relativo al contenuto proposizionale.

    22. Categorie sintattiche e categorie pragmatiche Soggetto Predicato Topic Comment

    23. Ordine sintattico non marcato Tema / rema (Halliday, Brown-Yule) Topic / comment (Dik, 1980) dato / nuovo presupposto / focus

    24. Focus Punto di maggiore interesse in un enunciato nel parlato si manifesta attraverso sottolineature enfatiche di accento e intensitŕ; nello scritto attraverso frasi scisse, dislocazioni e avverbi di focalizzazione (proprio, appunto, ecco, dunque, mica). Spesso, ma non obbligatoriamente, coincide con il nuovo (comment/rema) perché l’informazione nuova č al centro dell’interesse. Ma spesso l’accento č messo non sul nuovo ma su ciň che č importante: il focus realizza il massimo grado di “dinamismo comunicativo”

    25. Topic e Focus Il topic č individuabile solo su base contestuale. Tende a correlare con proprietŕ semantiche e pragmatiche dei referenti: il topic č spesso un elemento saliente, accessibile e dato Non puň essere un referente del tutto indeterminato Tende a correlare con proprietŕ formali specifiche, come la prima posizione di frase o il soggetto sintattico Il focus č individuabile solo su base contestuale Tende a correlare con proprietŕ pragmatiche, come l’essere un elemento nuovo e non inferibile Tende a correlare con proprietŕ formali specifiche, come la posizione finale di frase o l’accento prosodico.

    26. Ordini sintattici marcati in italiano L’ordine SVO č adatto alla tipologia di frase predicativa in cui il topic č il soggetto e il focus č la parte del predicato (frase funzionalmente meno marcata) Strategie topicalizzanti: di messa a topic di elementi diversi dal soggetto Strategie rematizzanti (di focalizzazione): messa a focus di elementi diversi da quello finale

    27. Strategie di topicalizzazione Costruzioni marcate a livello sintattico Dislocazioni alterazione dell’ordine non marcato (soggetto-verbo-oggetto SVO) attraverso lo spostamento di un componente in posizione iniziale (anche se non si tratta del soggetto) e la sua ripresa con un pronome atono: es. non marcato: Andrea ha le fotocopie Dislocazione a sinistra: Le fotocopie, ce le ha Andrea; anticipazione in prima posizione dell’oggetto (le fotocopie) che viene ribadito dal pronome atono (in funzione anaforica); E i figli miei, chi ha piů il coraggio di vederli e di baciarli? (Guardie e ladri) Le novitŕ, se e quando verranno, non sarŕ piů lui, lo schivo e tenace avversario del vecchio regime, a porgerle (articolo su quotidiano). A voi garantisti, i vostri avversari vi imputano di seguire solo gli argomenti inerenti alla Giustizia. .

    28. Topicalizzazione Es. Le fotocopie, mi č parso di capire che le abbia prese Andrea il sintagma iniziale č sintatticamente legato al verbo Blitz di Israele, caos e sangue a Gerico e Gaza Scontro tra treni, un morto a Milano Costrutti nominali Tema sospeso Es. Le fotocopie, mi č parso di capire che Andrea sia passato in copisteria L’argomento nominale č isolato sintatticamente dalla frase che segue Il tema dell’enunciato resta sospeso, funziona quasi come titolo, ma viene sottolineato dal punto di vista pragmatico. Difficilmente un costrutto di questo tipo puň essere considerato accettabile nella scrittura. Es. La corsa, mille lire me devi da’ (Guardie e ladri)

    29. Focalizzazione Dislocazione a destra: Es. Andrea ce le ha, le fotocopie l’oggetto pur restando al medesimo posto del costrutto non marcato viene anticipato dal pronome non marcato (con funzione cataforica) posizionato dopo il soggetto. Ne risulta una maggiore enfasi sull’oggetto, su cui viene veicolata l’attenzione del destinatario. Il focus č sulle fotocopie. Es.*L’avete stampato voi questo giornale? (I cento passi) *Ma siamo sicuri di non averlo meritato questo flagello? (Roma cittŕ aperta) C’č presentativo: seguito da un che pseudorelativo, con il quale si introduce nel discorso un elemento nuovo. Topic e focus coincidono Funzione: frammentare l’enunciato in due blocchi sintattico-informativi piů piccoli: il primo introduce nel discorso un referente testuale ponendolo immediatamente a topic, il secondo contiene la predicazione ES. * C’č Gianni che se ne va sempre mezz’ora prima *Guardi che c’č suo padre che la sta cercando (La cena) C’era una volta un re….

    30. Funzione contrastiva, oltre che di focalizzazione Frase scissa: due nuclei proposizionali, uno introdotto dal verbo essere e l’altro da un falso che relativo. Serve ad enfatizzare l’elemento nuovo, mentre il dato viene collocato nella relativa che assume cosě la funzione di sfondo. Es. *E’ il colpo piů grosso che tento (Riso amaro) *Sono mesi che cerco di farti capire quello che non vuoi capire (La signora senza camelie) *Ma non č in carcere che deve andare (Riso amaro) *E’ per altre ragioni che mi vuole mandare via…per altre ragioni (Umberto D) Frase pseudoscissa: *Quello che hanno scoperto č che questa storia č stata caratterizzata da repentini e violenti cambiamenti

    31. Focalizzazione contrastiva: elementi topicali diversi dal soggetto vengono collocati all’inizio della frase, non come tema-dato ma come elemento nuovo su cui si pone l’enfasi in contrasto con il contesto Es. *L’ultimo dribbling lo ha fatto alla vita, a una malattia che lo stava consumando quando era troppo presto (RE, 1°.3. 2001) * Salute, che Dio vi conservi la vista!..Quattr’ova ve magnate (Bellissima) Soggetto posposto: enfasi sul soggetto, che viene enfatizzato anche a livello intonativo Es. *Ho fatto il giro del mondo io, per trovarti *..Ho fatto tutta l’altra guerra io, quella vera del ‘18 (Paisŕ)

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