650 likes | 2.03k Views
Ergonomia. Definizione Campo di applicazione Ergonomia nella scuola. Definizione di ergonomia. E’ una disciplina che analizza il rapporto tra l'uomo e l'ambiente lavorativo per migliorare la produttività e rendere più confortevole il lavoro. Deriva dalle parole greche: - nòmos = regola
E N D
Ergonomia • Definizione • Campo di applicazione • Ergonomia nella scuola
Definizione di ergonomia E’ una disciplina che analizza il rapporto tra l'uomo e l'ambiente lavorativo per migliorare la produttività e rendere più confortevole il lavoro.Deriva dalle parole greche: - nòmos = regola - èrgon = lavoro.
Ergonomia e normativa sul lavoro • All’ art. 15, comma 1, lettera d, D.Lgs. 81/08, riguardo i principi generali di tutela, è scritto: il rispetto dei principi ergonomici nell’organizzazione del lavoro, nella concezione dei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e produzione, in particolare al fine di ridurre gli effetti sulla salute del lavoro monotono e di quello ripetitivo.
Campo di applicazione • Il rispetto dei principi ergonomici è quindi un preciso obbligo citato nei metodi generali di tutela ma presente anche in quasi tutti gli altri titoli: • Attrezzature da lavoro • Dispositivi di protezione individuale • Movimentazione manuale dei carichi • videoterminali
L’art. 15 indica come il rispetto dei principi ergonomici abbia lo scopo di: • Prevenire i disturbi fisici collegati a un cattivo disegno del sistema organizzato del lavoro • “attenuare” i compiti contraddistinti da maggiore monotonia e ripetitività che possono contribuire a determinare sull’individuo un sovraccarico di stress
Da cosa nasce il nuovo obbligo di organizzare il lavoro secondo principi ergonomici? • declino delle malattie da lavoro un tempo più frequenti (silicosi, asbestosi, saturnismo) • costante aumento delle malattie occupazionali che colpiscono il sistema neuro-muscolare e scheletrico (sindrome del tunnel carpale, tendiniti, cervico-brachialgie, mal di schiena)
Nuova tabella delle malattie professionaliG.U. 169 del 21.07.2008 • Arto superiore, spalla • Tendinite del sovraspinoso • Tendinite del capo lungo del bicipite • Tendinite calcifica (Morbo di Duplay) • Borsite • Arto superiore, braccio-avambraccio-mano • Epicondilite • Epitrocleite • Borsite olecranica • Tendiniti e peritendiniti flessori/estensori (polso e dita) • Sindrome di De Quervain • Sindrome del Tunnel Carpale
Nuova tabella delle malattie professionaliG.U. 169 del 21.07.2008 • Ginocchio • Borsite • Tendinopatia del quadricipite femorale • Meniscopatia degenerativa
Il rispetto dei principi ergonomici si può attuare intervenendo su tre livelli: • concezione (progettazione) dei posti di lavoro • scelta delle attrezzature • definizione dei metodi di lavoro e produzione
Norme Tecniche • UNI ENV 26385 che si applica al progetto di 1) spazio e attrezzature di lavoro, 2) ambiente di lavoro, 3) processo di lavoro • UNI 10120: definizione e metodologia di rilevazione delle variabili antropometriche essenziali per una progettazione ergonomica • UNI 7367, 7368, 7498, 9095, 9716: mobili per uffici (vedi anche VDT)
Norme Tecniche • ISO 7730 confort termico • ISO 10075: carico di lavoro mentale • ISO/CD 11226: valutazione delle posture di lavoro • ISO/CD 11228: movimentazione manuale dei carichi • ISO 5970: sedie e tavoli per scuole
Un esempio dell’importanza dell’ergonomia: il lavoro al videoterminale • Il lavoro al VDT è regolato dal D.Lgs 81/08 art. 172-179 • I requisiti minimi di una postazione munita di VDT è l’allegato XXXIV
Riferimenti normativi Ricordiamo che….. viene considerato videoterminalista il lavoratore addetto al VDT per oltre 20 ore settimanali. Tale riconoscimento implica mettere a norma: - postazione lavorativa - illuminazione - pause e organizzazione del lavoro - sorveglianza sanitaria.
E’ stato possibile evidenziare, nei numerosi studi effettuati, che l’esposizione al VDT può determinare: - affaticamento visivo - disturbi muscolo-scheletrici - stress psicologico Tra gli obblighi del datore di lavoro (art. 174 del Testo Unico), c’è la valutazione del rischio VDT con particolare riferimento ai rischi per la vista e per gli occhi, ai problemi legati alla postura e all’affaticamento visivo e mentale, alle condizioni ergonomiche e di igiene ambientale
Riferimenti normativi Allegato XXXIVPrescrizioni minime per posti di lavoro muniti di videoterminale
Prescrizioni strumentali Lo schermo I caratteri sullo schermo devono avere una buona definizione e una forma chiara, una grandezza sufficiente e vi deve essere uno spazio adeguato tra i caratteri e le linee.L’immagine deve essere stabile, senza sfarfallamento o altre forme di instabilità.La brillantezza e il contrasto tra i caratteri e lo sfondo dello schermo devono essere facilmente regolabili da parte dell’utilizzatore.Lo schermo deve essere orientabile ed inclinabile.
Prescrizioni strumentali La tastiera La tastiera deve essere inclinabile e dissociata dallo schermo per consentire all’utilizzatore di assumere una posizione confortevole e tale da non provocare l’affaticamento delle braccia o delle mani.Lo spazio davanti alla tastiera deve essere sufficiente onde consentire un appoggio per le mani e le braccia (almeno 10 cm), deve essere opaca ed i suoi caratteri devono essere leggibili.
Prescrizioni strumentali Il sedile di lavoro deve essere stabile, permettere una certa libertà di movimento ed una posizione comoda.Deve avere altezza regolabile .Lo schienale dovrebbe essere regolabile in altezza e in inclinazione.
Prescrizioni ambientali Il posto di lavoro deve essere ben dimensionato e allestito in modo che vi sia spazio sufficiente per permettere cambiamenti di posizione e di movimento operativi.Evitare che cavi di alimentazione o di collegamento intralcino il movimento delle gambe.
Prescrizioni ambientali L’illuminazione naturale o artificiale deve garantire un sufficiente contrasto tra lo schermo e l’ambiente, tenuto conto delle caratteristiche del lavoro e delle esigenze visive dell’utilizzatore.Fastidiosi abbagliamenti e riflessi sullo schermo devono essere evitati strutturando l’arredamento del locale e del posto di lavoro in funzione delle fonti di luce artificiale e delle loro caratteristiche tecniche.
Ergonomia nella scuola La rachialgia è un'evenienza frequente nei ragazzi, e trova molto più spesso una causa nelle posture incongrue prolungate piuttosto che nello zaino o nella cartella.
Ergonomia nella scuola La posizione assisa: da un'analisi di una giornata tipo di un bambino tra i 6 e 7 anni, risulta che in media dedica 10 ore circa al riposo e 8/10 ore resta seduto (scuola, pasti, computer, televisione, studio). La posizione assisa, oltre a essere la più frequente, è la più statica e quella che più rischia di influenzare nel tempo la struttura della colonna
Ergonomia nella scuola A livello Internazionale, le regole che stabiliscono come debba essere la "postazione di lavoro" sono contenute nella normativa ISO 5970. L'Italia ha recepito con la UNI 7713 la norma internazionale ISO 5970. Tale norma stabilisce le misure funzionali fondamentali per sedie e tavoli negli istituti d'istruzione. L'altezza del banco e quella della sedia dovrebbero essere proporzionali alla statura dello scolaro, per questo motivo la norma ISO ha individuato sette dimensioni diverse delle sedie e dei banchi.
UNI 7713 Schema riassuntivo della UNI 7713, con le sette diverse classi di rapporto tra dati auxologici dello studente e dimensioni dei banchi scolastici
UNI 7713 A) I piedi devono poggiare completamente sul pavimento. B) Tra il femore e la parte inferiore del tavolo deve esserci spazio sufficiente ed un movimento non impedito. C) Nella parte anteriore del sedile non deve esserci pressione tra la superficie di seduta ed il femore. D) L'altezza del tavolo deve essere scelta in maniera tale che il gomito sia all'incirca sullo stesso livello del bordo anteriore del piano del tavolo, allorché gli omeri pendano verticalmente. E) Lo schienale deve sostenere in maniera stabile la schiena nella zona dei fianchi e sotto le scapole F) Tra la parte posteriore delle gambe ed il bordo anteriore del sedile deve esserci uno spazio libero. G) Tra il sostegno dei lombi ed il sedile deve esserci uno spazio libero adeguato per assicurare il libero movimento in posizione seduta.
Salvador Dalì “L’utlima cena”