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Le procedure per l’attuazione del Programma comunitario 2007-2013 tra centro e periferia. Maurizio Di Palma. La politica regionale di coesione. È stata istituita nel 1975 con la creazione del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR)
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Le procedure per l’attuazione del Programma comunitario 2007-2013tra centro e periferia Maurizio Di Palma
La politica regionale di coesione • È stata istituita nel 1975 con la creazione del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) • Nasce principalmente come uno strumento finalizzato a “correggere i principali squilibri regionali della Comunità” (Regolamento CEE 724/75) • Essa consiste nel trasferimento di risorse dalle regioni più ricche a quelle più povere allo scopo di modernizzare le aree meno prospere ed aiutarle a raggiungere, nel medio-lungo periodo, il livello di benessere (in termini economici, sociali ed ambientali) delle altre dell’Unione. (risorse esogene aggiuntive per lo sviluppo) • La politica di coesione significa innanzi tutto solidarietà fra gli Stati membri al fine di promuovere uno sviluppo equilibrato, armonioso e sostenibile, nonché fare delle regioni luoghi più attraenti, innovativi e competitivi in cui vivere e lavorare. • Ha l’obiettivo di rendere più coeso il sistema socio-economico e di allentare le tensioni relative ai trasferimenti finanziari e di persone tra le varie Regioni e tra i Paesi Comunitari.
Coesione economica e sociale • “Per promuovere uno sviluppo armonioso dell'insieme della Comunità, questa sviluppa e prosegue la propria azione intesa a realizzare il rafforzamento della sua coesione economica e sociale. In particolare la Comunità mira a ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni ed il ritardo delle regioni meno favorite o insulari, comprese le zone rurali.” (Art. 158 Trattato CE) • “Gli Stati membri conducono la loro politica economica e la coordinano anche al fine di raggiungere gli obiettivi dell'articolo 158. L'elaborazione e l'attuazione delle politiche e azioni comunitarie, nonché l'attuazione del mercato interno tengono conto degli obiettivi dell'articolo 158 e concorrono alla loro realizzazione. La Comunità appoggia questa realizzazione anche con l'azione che essa svolge attraverso fondi a finalità strutturale (Fondo europeo agricolo di orientamento e di garanzia, sezione orientamento, Fondo sociale europeo, Fondo europeo di sviluppo regionale), la Banca europea per gli investimenti e gli altri strumenti finanziari esistenti.” (Art.159 Trattato CE) • “Il Fondo europeo di sviluppo regionale è destinato a contribuire alla correzione dei principali squilibri regionali esistenti nella Comunità, partecipando allo sviluppo e all'adeguamento strutturale delle regioni in ritardo di sviluppo nonché alla riconversione delle regioni industriali in declino.” (Art. 160 Trattato CE)
Principi dei FondiStrutturali #1 • Complementarità, coerenza, coordinamento e conformità: gli interventi sono complementari alle priorità nazionali, regionali, locali, coerenti con le priorità strategiche comunitarie e conformi al Trattato. La Commissione europea e gli stati membri assicurano il coordinamento tra i fondi e altri strumenti finanziari dell’UE con quelli degli stessi Paesi membri. • Pluriannualità della programmazione: garantisce la continuità e la certezza dell’azione con risorse finanziarie anch’esse certe. • Addizionalità: i Fondi Strutturali non si sostituiscono, ma si sommano alla spesa pubblica (nazionale, regionale) cofinanziando gli interventi finalizzati allo sviluppo. • Partenariato: implica la partecipazione delle autorità regionali e degli Enti Locali, nonché delle parti economiche e sociali, della società civile, delle organizzazioni per la tutela dell’ambiente e delle pari opportunità, sia nel processo di programmazione, sia in quello di attuazione.
Principi dei Fondi Strutturali #2 • Gestione concorrente: la responsabilità del controllo finanziario è ripartita tra gli stati membri e la Commissione europea. • Sussidiarietà e proporzionalità: gli interventi sono condotti dagli Stati Membri al livello territoriale più adeguato. (centro e periferie) • Pari opportunità per donne e uomini: priorità trasversale a tutte le fasi della gestione dei Fondi. • Concentrazione: impostazione strategica per il perseguimento degli obiettivi dell’Agenda rinnovata di Lisbona.
Gli obiettivi della politica di coesione #1 Gli obiettivi assunti a base della programmazione comunitaria nel corso dei vari periodi sono stati più volte revisionati. Qui di seguito sono riportati gli obiettivi dei precedenti periodi di programmazione:
Obiettivi della programmazione 2007-2013 • Convergenza: volto ad accelerare la convergenza degli Stati membri e regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni per la crescita e l'occupazione tramite l'aumento e il miglioramento della qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, lo sviluppo dell'innovazione e della società della conoscenza, dell'adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, la tutela e il miglioramento della qualità dell'ambiente e l'efficienza amministrativa. Questo obiettivo costituisce la priorità dei Fondi. • Competitività regionale e occupazione: volto a rafforzare la competitività e le attrattive delle regioni e l'occupazione anticipando i cambiamenti economici e sociali, inclusi quelli connessi all'apertura degli scambi, mediante l'incremento e il miglioramento della qualità degli investimenti nel capitale umano, l'innovazione e la promozione della società della conoscenza, l'imprenditorialità, la tutela e il miglioramento dell'ambiente e il miglioramento dell'accessibilità, dell'adattabilità dei lavoratori e delle imprese e lo sviluppo di mercati del lavoro inclusivi; • Cooperazione territoriale europea: volto a rafforzare la cooperazione transfrontaliera mediante iniziative congiunte locali e regionali, a rafforzare la cooperazione transnazionale mediante azioni volte allo sviluppo territoriale integrato connesse alle priorità comunitarie e a rafforzare la cooperazione interregionale e lo scambio di esperienze al livello territoriale adeguato.
40% 35% 30% 25% 20% 15% 10% 5% 0% 1975 2000-2006 2007-2013 Risorse del bilancio comunitario destinate alla politica di coesione
Quadro finanziario generale N.D. - Non disponibile N.C. - Non calcolabile (1) Ricadono nel gruppo: Campania, Calabria, Puglia, Sicilia (2) Ricade nel gruppo la Basilicata (3) Ricadono nel gruppo tutte le altre regioni italiane, non considerate nelle altre fattispecie (di cui le note 1,2 e 4) (4) Ricade nel gruppo la Sardegna
Dotazione finanziaria 2007-2013 Italia N.D. - Non disponibile N.C. - Non calcolabile (1) Ricadono nel gruppo: Campania, Calabria, Puglia, Sicilia (2) Ricade nel gruppo la Basilicata (3) Ricadono nel gruppo tutte le altre regioni italiane, non considerate nelle altre fattispecie (di cui le note 1,2 e 4) (4) Ricade nel gruppo la Sardegna
Incidenza delle risorse destinate alla politica di coesione sul PIL italiano (1) Contributo Comunitario sommate al Cofinanziamento Nazionale (2) Fonte: ISTAT – Dati al 2007. Percentualiriportate per annualità (2) Fonte: ISTAT – Dati al 2006. Percentuali riportate per annualità N.C. - Non calcolabile
Approccio alla programmazione 2007-2013 • Unitarietà (i): la programmazione e la relativa attuazione riguardano l’insieme delle risorse aggiuntive per lo sviluppo. • Interistituzionalità e partenariato: una pluralità di istituzioni, dal centro alla periferia, partecipano al processo di programmazione e utilizzano le risorse attraverso modalità e strumenti caratteristici del partenariato. • Integrazione e concertazione (ii): le azioni e le iniziative, definite ai vari livelli istituzionali e territoriali, assumono la natura di progetti integrati, collocati in settori e territori nei quali è più facile conseguire una più elevata efficacia economica nell’utilizzo delle risorse disponibili.
Processo di programmazione 2007-2013: coinvolgimento degli Enti Locali In partenariato con gli Enti Locali In partenariato con gli Enti Locali
Processo di implementazione dei Programmi Comunitari della Politica regionale di coesione per il periodo 2007- 2013: il coinvolgimento degli Enti Locali nell’attuazione
Tendenza al Decentramento Gestione delle risorse 1975 100% affidata allo Stato Centrale 1994-1999 50% affidata alle Regioni e agli Enti Locali 2007-2013 2/3 affidata alle Regioni e agli Enti Locali
Ravvicinamento nei divari regionali di sviluppo - UE a 15(1) (1) Scarti nei livelli del Pil procapite rispetto alla media comunitaria (UE a 15) nelle 10 Regioni più “povere” e nelle 10 più “ricche”.
Ravvicinamento nei divari regionali di sviluppo in Italia(1) (1) Scarti nei livelli del Pil procapite rispetto alla media comunitaria (UE a 15) nelle 8/5 Regioni italiane in ritardo di sviluppo.