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UN ORATORIO PER LE STRADE DELLA CITTA’. I NOSTRI SERVIZI. Educativa di strada Aggregazione genitori e bimbi Centro di accoglienza minori stranieri Centro diurno aggregativo Sportello lavoro Centro aggregativo Scuola di italiano, doposcuola e formazione Peer education.
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I NOSTRI SERVIZI • Educativa di strada • Aggregazione genitori e bimbi • Centro di accoglienza minori stranieri • Centro diurno aggregativo • Sportello lavoro • Centro aggregativo • Scuola di italiano, doposcuola e formazione • Peer education
COME FUNZIONA IL SISTEMA... • Nonostante la molteplicità delle azioni attivate, l’orientamento metodologico sviluppato negli anni è unitario e centrato sulla persona, sui suoi problemi e sulle risorse di cui dispone; • In quest’ottica gli interventi di educativa di strada vanno visti profondamente integrati e in rete con le risorse di cui dispone la “struttura oratorio” (centro diurno aggregativo, comunità minori, sportello lavoro, ecc.); • Dall’oratorio e dalla comunità nascono e vengono formati giovani, volontari, animatori, peer educators, impiegati nelle diverse attività, progetti e sulla strada, divenendo risorsa per l’oratorio stesso, i giovani che lo frequentano e quelli incontrati sulla strada, la comunità territoriale tutta.
LA RETE... SERVIZI SOCIALI E SANITARI UMS; CIRC.1 e 8; SERT; ONDA 1; ISI. SERVIZI DI GIUSTIZIA MINORILE CGM; CPA FERRANTE APORTI; ASGI. SERVIZI PER IL SOSTEGNO PSICOLOGICO FRANTZ FANON; MAMRE. ORATORIO SAN LUIGI ASS. E ORG. SUL TERRITORIO GRUPPO ABELE; ALOUAN; AGENZIA SVILUPPO SAN SALVARIO; LIBERA; TERRA DEL FUOCO; DOCUME’; ORATORI... FORZE DELL’ORDINE SERVIZI PER L’INSERIMENTO LAVORATIVO TENDA SERVIZI; PROGETTO LOGOS.
PERCHE’ FARE RETE... • Per una profonda conoscenza delle risorse e servizi sul territorio • Per far circolare idee, metodi e buone prassi • Per facilitare lo scambio di informazioni sui giovani seguiti dagli operatori nelle diverse organizzazioni • Per evitare di sovrapporre interventi • Per condividere risorse • Per co - progettare
QUALE ORIENTAMENTO... “DOBBIAMO RENDERCI CONTO DEL DOVERE SOCIALE DI AIUTARE LO SVILUPPO SEMPRE CON QUESTO CRITERIO TIPICAMENTE SALESIANO: DARE DI PIU’ A QUELLI A CUI LA VITA HA DATO MENO, DARE IL MASSIMO A CHI LA VITA HA DATO IL MINIMO …” Rettor Maggiore 2003
DARE DI PIU’ A CHI LA VITA HA DATO DI MENO • Esprimere maggiore affetto • Esserci • Ascoltare, apprendere e imparare prima di parlare e agire • Mettere in discussione le nostre convinzioni • Provare, riprovare e riprovare ancora • Creare possibilità di autodeterminazione • Creare spazi per la significazione di chi ci è accanto • Fare CULTURA
ESPRIMERE MAGGIORE AFFETTO • Per chi ha vissuto un’esperienza di abbandono • Per chi è a causa di ciò è diffidente, si sente tradito non crede più negli adulti • Per chi è stato sfruttato • Per chi ha bisogno di orientamento e di credere... • Per chi in ultimo necessita di una relazione che sia prima di tutto affettiva
L’EDUCATORE C’E’ SE... • Crea consapevolezza nei destinatari dell’intervento della sua figura che rimane costantemente presente nell’accompagnarli per un tratto della loro vita. • La sua presenza è finalizzata in un primo tempo alla conoscenza reciproca e poi allo stare insieme che assume le caratteristiche dello spendere tempo in modo costruttivo e creativo, implementando conoscenze e capacità dei e nei giovani incontrati.
... • Il suo “stare” diventa finalizzato all’accompagnamento del giovane nel suo percorso di vita, diventa funzionale alla definizione di un progetto disegnato insieme ed alla messa in atto di azioni funzionali alla costruzione ed alla realizzazione del progetto stesso. • L’educatore c’è se stimola consapevolezza ed autocritica nei giovani, aiuta a rielaborare esperienze significative e fallimentari di vita;
L’educatore c’è se la sua presenza si caratterizza dalla viva e sincera curiosità rispetto alla vita del giovane. Se non porta con sé pregiudizio o interessi strumentali che non siano quelli relativi alla crescita ed al raggiungimento di uno stato di benessere o di diminuzione del malessere nella persona che incontra. • Diviene uno strumento per la persona che, porta attraverso la relazione alla luce bisogni e risorse, tenta percorsi che mettono in primo piano le capacità insite nella persona incontrata atte a fornire risposte ad eventi critici e di crescita.
ASCOLTARE, OSSERVARE, APPRENDERE PRIMA DI AGIRE... • Bion ci parla di capacità negativa, ovvero: • Essere in grado di rimanere nelle incertezze, nei misteri, nei dubbi; • Sapere di non sapere; • Saper attendere prima di agire; • Non farsi prendere dall’ansia del fare ma ascoltare, osservare apprendere prima di agire.
PROVARE E RIPROVARE... • Avere speranza nel cambiamento • Essere consapevoli che chi ci è accanto non è inerte materiale da modellare a nostro piacimento ma... • La strada è la sua strada, il suo viaggio... • Noi possiamo essere dei buoni accompagnatori, delle buone guide... • Che credono che ci siano molte vie percorribili e che credono... • Che durante il viaggio ci si può perdere ma... • La consapevolezza di essersi persi crea l’opportunità per la ricerca di nuove strade percorribili...
CREARE POSSIBILITA’ DI AUTODETERMINAZIONE • Attraverso l’attribuzione di nuovi significati ad esperienze di vita marginali e devianti • Attraverso il dare la possibilità di mettere a servizio tali esperienze • Attraverso uno sguardo attento alle risorse di cui dispone chi ci è accanto più che alle sue problematiche • Attraverso la convinzione che chi ci è accanto può fare, magari un poco meno bene di come faremmo noi ma... può fare
LA SIGNIFICAZIONE DI CHI CI E’ ACCANTO... • Frantz Fanon migrante in Francia rivela: “volevo essere semplicemente un uomo tra gli altri uomini”... • Invece se ne andò lontano, lontanissimo, costituendosi oggetto... • Oggetto di significati a Lui attribuiti dall’esterno che non includevano il suo essere uomo • Extracomunitari, immigrati, clandestini ecc. quali significati? Ci sono spazi per l’autosignificazione di chi ci è accanto?
FARE CULTURA • Creare spazi per la costruzione di nuovi significati • Mettere in crisi i significati della cultura dominante e di senso comune • Dare visibilità alle nuove esperienze... • Sul territorio, nella comunità anche attraverso l’utilizzo di mezzi di comunicazione istituzionali
CI PIACE CONSODERARE SPAZIO ANCH’IO COME... • un laboratorio di intercultura dove “l’attenzione viene rivolta agli aspetti dinamici e alle possibilità positive di intervento e di trasformazione sociale in una realtà culturalmente composita” A. Marazzi 1999 • luogo dove le persone che si incontrano si arricchiscono in conoscenze, vissuti e culturalmente attraverso gli scambi che quotidianamente avvengono • luogo di creazione di fatti e significati altri, luogo dove è possibile vedere ragazzi insegnare l’italiano ad altri ragazzi • luogo per entrare in contatto, conoscersi, mettersi in relazione che fa sì che diminuisca la paura, sintomo in primo luogo di non conoscenza e di attribuzioni che svaniscono appunto attraverso il riconoscere che chi mi sta di fronte è altro da come viene rappresentato