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Narrazione

Narrazione. Nella retorica classica: informare = docere Esposizione dei fatti; per essere efficace deve piacere ( delectare ), farsi ascoltare volentieri Tre qualità della narratio : essere breve essere chiara essere verosimile. De Inventione di Cicerone.

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Presentation Transcript


  1. Narrazione • Nella retorica classica: informare = docere Esposizione dei fatti; per essere efficace deve piacere (delectare), farsi ascoltare volentieri Tre qualità della narratio: essere breve essere chiara essere verosimile

  2. De Inventione di Cicerone • Elenco di elementi e fattori della narrazione detti circostanze, condizioni necessarie alla compiutezza della esposizione: • Persona: chi? • Factum: cosa? • Causa: perchè? • Locus: dove? • Tempus: quando? • Modus: in che modo? • Facultas? Con quali mezzi?

  3. La questione dell’espressività Due accezioni: • Ricorso a forme oralizzanti: • Mimesi del parlato • Spazio del DD e dell’intervista • Stile colloquiale “spinto o finto-conversazionale” (Dardano) • Componente letteraria • Figure di parola • Traslati e metafore • Dardano e Trifone (1997) contrappongono testi pragmatici e testi letterari (stile referenziale e stile espressivo) • Tuttavia oggi non è più possible una rigida separazione, non solo sul fronte della scrittura giornalistica ma anche su quello della scrittura letteraria • Vedi il caso di Roberto Saviano, Gomorra, 2006

  4. Ibridità • Diffusa presenza della componente espressiva nei testi giornalistici • Mescolanza di testi e stili diversi (informazione e commento) • Dardano parla di “testi misti”, testi nei quali avviene una mescolanza • A) di forme proprie del parlato (parlato-scritto proprio dei giornali) • (nella struttura delle frasi: paratassi, dislocazione a sinistra, sospensioni, autocorrezioni, ridondanza e ripetizioni, uso di particolari connettivi e formule allocutive ecc.) • Sul piano lessicale: gergalismi e regionalismi • B) di tecniche discorsive: citazioni, discorso riportato • C) di campi di conoscenze e relativi modelli di azione: tipi testuali tendono a fondersi in tipi ibridi

  5. Vivacizzazione Dardano, La lingua dei media, in Castronovo e Tranfaglia, La stampa italiana nell’età della Tv, 1994: • Indicazione di personaggi famosi con il semplice nome o con varie qualifiche • (Giulio, Silvio, l’Avvocato, il Cavaliere) • Congiunzione giornalistica iniziale (E, Ma, Poiché) • Traslati e metafore sportive. • Dopo le elezioni, palla al centro; un dribbling con la vita; processo Parmalat ai calci di rigore • Titoli obliqui-ironici vs titoli sostanziali-referenziali

  6. Scelte espressive nel lessico • Incremento dello stile nominale • Anafore e catafore (riprese e rinvii in avanti) • Ampio spazio concesso al discorso diretto • Ripetizioni, sul piano sintagmatico (epifora, anafora, simplochè) e sul piano paradigmatico (citazioni) • Messa in scena • Dislocazioni

  7. Immagini vs pensiero verbale • Percezione sensibile vs elaborazione razionale • Pathos vs logos • Osservazione di casi concreti vs esercizio dell’astrazione • Riconoscere (sulla base di schemi posseduti) vs capire (trovare nuovi schemi) • Forma dell’indicare/mostrare vs spiegare/argomentare

  8. Semplicità e leggibilità • Testa, Lo stile semplice, Einaudi, 1997 “La semplicità espressiva, intesa come adozione di una lingua narrativa media e per quanto possibile uniforme, è a sua volta riconducibile al principio, retorico e stilistico, della leggibilità” • Al centro dell’orbita descritta dallo stile semplice, assunto come figura del verosimile del romanzo e come forma testuale dell’opzione per una lingua media e comunicativa, sta come polo d’attrazione, il parlato-scritto, ovvero la mimesi letteraria del registro orale della lingua. • L’influsso del parlato, che privilegia l’accostamento, la giustapposizione, rispetto alla concatenazione porta a privilegiare la modalità paratattica, con coordinazione sindetica (congiuntiva o avversativa) oppure asindetica (con virgola).

  9. Stile sincopato • Periodare monoproposizionale, giustapposizione di periodi brevissimi (andamento brachilogico e serrato). Mortara Garavelli parla di “triturazione sintattica”. È causato: • dalla ricerca di chiarezza e incisività tipica della scrittura giornalistica (finalità denotativa), cioè da esigenze di focalizzazione dell’informazione e di valorizzazione di contenuti informativi • Da finalità espressive, connotative

  10. Stile nominale • Il linguaggio giornalistico fa ampio uso di frasi nominali, cioè senza verbo in posizione di predicato, che consentono brevità, incisività, pregnanza semantico-informativa. • Più diffuse nei titoli, ma anche in apertura di un articolo, soprattutto di cronaca e di sport. Meno presenti nei brani argomentativi. Sciopero degli universitari contro il ministro Gelmini Colpite le postazioni italiane a Bassora Rientrano nello stile nominale le nominalizzazioni, cioè la preferenza per sostantivi astratti al posto di frasi verbali (frequente negli articoli di economia)

  11. Categorie di analisi testuale Coesione e coerenza

  12. Coesione • Unità sintattica e grammaticale del testo • Legami e rimandi tra le parti del testo sono istituiti da • Mezzi grammaticali (pronomi, congiunzioni, accordi) • Mezzi semantici (ripetizioni di lessemi, sinonimi) • Gli elementi coesivi costituiscono la base formale che permette al ricevente di cogliere la coerenza (l’unità di senso) del testo. • La dimensione formale non è però mai separabile da quella semantica e pragmatica

  13. Elementi linguistici di coesione • Riprese anaforiche (<anafora: forma di ripetizione; la ripetizione è costituzionalmente un coesivo del testo) • Sintattiche (pro-forme: pronomi, dimostrativi), anafore e catafore, ellissi, cancellazioni, accordo sul verbo • Semantiche: ripetizioni, sostituzioni sinonimiche e non sinonimiche, incapsulatori • Pragmatiche: descrizioni definite • Connettivi (funzione: esplicitare rapporti tra parti del testo; inserire una interpretazione degli avvenimenti) • congiunzioni • Disgiunzioni • Controgiunzioni • Subordinanti: se/allora, sebbene, comunque • Segnali discorsivi (dominanti nel parlato; segnalano la strutturazione del discorso, connettono elementi frasali): beh, dunque, cioè

  14. Figure di ripetizione e soppressione

  15. Elementi forici • Stabiliscono l’identità tra due referenti testuali e permettono di riferirsi a ciò di cui si è parlato (anafora) o di cui si parlerà (catafora) • L’anafora è il fenomeno linguistico che mostra con la maggiore evidenza le interdipendenze possibili di sintassi, semantica e pragmatica

  16. Anafora • Forma generale e tipica della ripetizione come ripresa di elementi già presenti nel testo. Funzione di enfasi e di chiarificazione. Manifestazione più evidente del parallelismo. Tipica delle preghiere, delle invocazioni, degli scongiuri, di cantilene e filastrocche. • La storia non si snoda / come una catena / di anelli ininterrotta /../ la storia non contiene il prima e il dopo /../ La storia non è prodotta / da chi la pensa e neppure / da chi l’ignora. La storia / non si fa strada, si ostina… (Montale)

  17. La sua funzione è il mantenimento della referenza e dunque della continuità del topic testuale. • R. Simone parla di effetto copia, quando la coesione si realizza mediante la pura e semplice ripetizione (copia) di un sintagma pieno già menzionato che opera come punto di attacco della ripresa anaforica. Quando la ripresa non è identica alla precedente ma ne costituisce una parziale rielaborazione, si ha l’effetto quasi-copia. • Modalità tipica del parlato e dello stile formulaico, nello scritto le copie tendono a essere sostituite dai sinonimi, dai pronomi o cancellate (anafora zero). • Di solito i meccanismi iterativi crescono parallelamente al coinvolgimento emotivo.

  18. Es. Marco d’Eramo, Voltare pagina, MA, 3.5.2011 Speriamo. Speriamo che la festa dell’altra notte a New York e in tante altre città americane celebrasse la fine di una guerra e non una vittoria sportiva […]. Speriamo che quei ragazzi salutassero l’emancipazione dal terrore […]. Speriamo che la loro festa esprima il desiderio di voltare pagina […]. Speriamo cioè che l’ufficiale uscita di scena del fondatore di Al Qaeda segni il definitivo tramonto di quell’aberrante categoria che è “la guerra al terrore” […]. Speriamo perciò che la morte di Osama sia considerata da Obama una ragion sufficiente per chiuderla con la guerra afghana […]. Speriamo soprattutto che le nostre speranze non siano ingenue e non si rivelino illusioni […]. Una speranza deve averla nutrita anche Barack Obama […]. La speranza è di essere infine preso sul serio come “comandante in capo” […].

  19. Catene anaforiche Riprese anaforiche (dalla meno alla più esplicita) • Anafora zero: • 0Aveva addosso un vestito a fiorellini blu. 0Era distesa a pancia in giù sul tappeto del soggiorno… • Accordo sul verbo • Imbavagliata con un foulard • Pronomi atoni • Non le ha dato retta • Pronomi tonici (personali, dimostrativi, numerali, indefiniti, relativi) • Non c’è cibo a sufficienza per umani e bestie. E le seconde finiscono per servire da cibo ai primi • Incapsulatori (sintagmi nominali) • Due anziani coniugi hanno tentato di togliersi la vita con i barbiturici e con il gas. All’origine del gesto, la disperazione dell’uomo per le condizioni di salute della moglie

  20. Anafore, Incapsulatori anaforici, Parallelismi Ferrara, FO, 3.5.2011 Quello di Obama in morte del nemico è stato un grandioso discorso della bandiera, quellabandiera che sta per la Repubblica […]. Quelpaese fataleha vinto tre guerre in Europa nel Novecento […]; ha costruito un modello controverso di società aperta […] ha incantato ed eccitato il mondo moderno e postmoderno […]; ha inaugurato questo secolo con una reazione calma e orgogliosa […] Bin Laden, ucciso a 54 anni come un criminale irriducibile, non era un nemico qualsiasi, era anche lui, come sono i presidenti americani, un leader politico e religioso pieno di fascino […]. Ha combattuto contro l’Unione sovietica […]. La sua è una grandiosa leggenda nera di proporzioni mitiche. Le sue parole, la sua epica nazionale islamica, erano e restano […]

  21. Anafora empatica Ho letto a questo proposito delle affermazioni francamente stravaganti. Mi sono sentito chiedere perentoriamente per quale ragione ci occupiamo dei paesi arabi ed abbiamo una così grande attenzione nei loro confronti. Cosa abbiamo da dirci? Ha chiesto questo illustre intellettuale dei miei stivali. Il dimostrativo “questo”, oltre a rendere anaforico l’intero sintagma marcandolo come definito, è un indicatore di empatia (negativa). L’anafora empatica è un dispositivo retorico per la sua costitutiva marcatezza semantica e pragmatica.

  22. Concita De Gregorio, Condanna e Perdono, U, 8.5.2011 Potrebbe anche darsi, in questo nostro sciagurato Paese, che il tizio milanese, autore dei manifesti “Via le BR dalle Procure”, tal Lassini, risultasse votatissimo.

  23. Epifora Figura speculare all’anafora: ripetizione di una o più parole alla fine di enunciati o segmenti di enunciati successivi: • Assenza di senso: distruzione del senso, perdita del senso, constatazione che in nessun momento vi è stata traccia, indizio, sintomo di senso (Manganelli, RV 91) • La civiltà è una questione di piedi al caldo. Dove i piedi sono trattati bene, il resto va bene. (Flaiano, FE 39) • Anafore ed epifore instaurano parallelismi tipici della prosa oratoriamente sostenuta. • Epifore sono anche le esclamazioni (Alleluja!), le invocazioni (ora pro nobis), le formule conclusive (Amen)

  24. Epanalessi Forma della ripetizione (funzione della coesione del discorso). Raddoppiamento (geminazione) di un’espressione all’inizio, al centro o alla fine di un segmento testuale. La coazione a ripetere è stata considerata una costante del discorso poetico: la attuano rime, assonanze, cadenze ritmiche e ogni altra manifestazione del parallelismo su tutti i livelli di organizzazione del testo. La ripetizione si oppone alla variatio. Motivazione puramente emotiva (vedi anche serie ripetitive delle cantilene e dei racconti popolari: E cammina, cammina) • In verità, in verità vi dico…. • Attenzione! Attenzione! • La ratio, il logos, non hanno buona stampa, lo so, lo so, nel nostro mondo patetico, strillante, teatrale: e gratuitamente astratto, o distratto. (Gadda) • Vola, colomba bianca, vola • Umano, troppo umano • Domenica, Benedetta Domenica (T: FO, 3.5.2011)

  25. Anadiplosi • Dal greco anadìplosis (raddoppiamento): ripetizione all’inizio di una frase di una o più parole presenti nella parte terminale della frase precedente. • Incremento evidente nel parlato televisivo e radiofonico, stigmatizzato da Manacorda (Il linguaggio televisivo, ovvero la folle anadiplosi, Armando, 1980) come conformismo espressivo. • Secondo Berretta sembrerebbe una strategia per prendere tempo. • Sintomo di un parlato in marcia verso lo scritto (Mortara Garavelli 1999:391). • Dimensione riflessiva. Agisce come rinforzo tematico e ritmico. Accentua la solennità, la suggestione evocativa; scandisce gli intervalli e la durata delle unità ritmiche • Focalizzazione sull’elemento ripetuto. L’incremento delle focalizzazioni si avvia a diventare un carattere costante in vari tipi compositivi (espositivo, narrativo, descrittivo). Nello scritto è all’origine dello stile franto, con frequenti punti fermi, che istituiscono pause forti là dove normalmente ci aspetteremmo pause deboli, segnate dalla punteggiatura propria delle articolazioni sintattiche di enunciati non marcati.

  26. Allora nella nostra Costituzione c’è un articolo che è il più importante, il più importante di tutta la Costituzione, il più impegnativo, impegnativo per noi che siamo al declinare, ma soprattutto per voi, giovani, che avete l’avvenire davanti a voi. (Calamandrei, Discorso sulla Costituzione, 1955) • (la satira) non esclude…una forte parte di ambivalenza, cioè la mescolanza di attrazione e ripulsione che anima ogni vero satirico verso l’oggetto della sua satira. Ambivalenza che se contribuisce a dare alla satira uno spessore psicologico più ricco, non ne fa per questo uno strumento di conoscenza poetica o più duttile. (Calvino, Una pietra sopra 157)

  27. Epanadiplosi • Ricorrenza di una o più parole all’inizio e alla fine di un segmento testuale. È figura della ripetizione a distanza; le parti di enunciato che vengono interposte ai termini ricorrenti amalgamano le procedure di questo tipo di ripetizione a quelle della simploché. • Tutta la strada è piena del loro silenzio: e il loro sonno è simile alla morte, ma a una morte, a sua volta, dolce come il sonno (Pasolini, OI 13-14) • Y 10: piace alla gente che piace

  28. Climax Struttura di una anadiplosi continuata, si procede per scalini fermandosi su ognuno prima di salire il successivo. Anche connexio e catena • Se questo è delirio, bisognerà pur dire che il delirio è ciò che segue al destarsi, e il destarsi è ciò che segue al sonno, e il sonno è il luogo in cui la malattia ha la sua forma polimorfa nei sogni (Manganelli, RV 9699 • La serva spaventa il cane, il cane spaventa il gatto, il gatto spaventa il topo, il topo spaventa la serva. • Sul piano argomentativo la gradazione mira a provocare consenso garantendosi l’accordo punto per punto • Precisa strategia dell’informazione: il filo del discorso sembra avanzare in modo elicoidale (cfr. Cardona, Introduzione all’etnolinguistica, 1976)

  29. Climax ascendente: • Veloce? È un razzo, una scheggia, un fulmine • Climax discendente: • Insondabile miscela…di men che sillabe, men che lettere, men che fiati, silenzi puri, glottal stops (Manganelli, RV 142)

  30. Chiasmo • Permutazione dell’ordine delle parole che produce un capovolgimento di senso. L’incrocio può essere semantico: con parallelismo sintattico e delle classi di parole e specularità delle corrispondenze di significato: • Chi ha pane non ha denti e chi ha denti non ha pane • Più vita ai nostri anni, non più anni alla nostra vita • Lingua libera e libertà linguistica (Terracini) • Mangiar per vivere, non vivere per mangiare Renzo Guolo, RE, 3.5.2011, p. 13 Si è passati dagli Stati sponsor del terrorismo a un gruppo terrorista che sponsorizza uno Stato […]

  31. Le formule • La formula è una frase breve, efficace, facile da ricordare, la cui funzione è condensare un pensiero complesso dandogli maggiore forza a partire da tale condensazione. Figura della chiusura • La parola non serve a fornire serie valutazioni dei fatti ma a riproporre proverbi e detti popolari (forza conservatrice, punto di vista dell’uomo qualunque) • Tirare per la giacchetta (RE 10.5.2011: […] E non si tiri per la giacca nello scontro tra i partiti […] il presidente) • Mettere le mani nelle tasche del consumatore • Anche le formiche nel loro piccolo.. • La prima gallina a cantare ha fatto l’uovo • Cantar vittoria

  32. Variatio • Fenomeno opposto a quello della repetitio • La tendenza alla variazione mediante sinonimi e perifrasi persiste nel parlato radiofonico e televisivo e nelle cronache giornalistiche.

  33. Figure della soppressioneEllissi L’ellissi è tratto caratterizzante di generi testuali (il telegramma e i titoli) e di stili: lo stile telegrafico e le varie manifestazioni della brachilogia, proprie dello stile nominale, definito comunemente come ellissi del verbo. Espediente per snellire il discorso, eliminando le ripetizioni, mezzo per suscitare attese, proiettando in avanti l’attenzione di chi ascolta. I procedimenti ellittici marcano fortemente la sintassi giornalistica: gli elementi di coesione tendono a contrarsi, pur mantenendosi l’unità di senso: lo stile telegrafico mostra la rilevanza della coerenza rispetto alla coesione.

  34. Ellissi del pronome personale • Questo fenomeno acquista rilevanza nella formazione di catene anaforiche. Sfruttando la possibilità di marcare grammaticalmente la persona con la sola desinenza verbale, si riduce il tasso di ridondanza della lingua, il che comporta una riduzione della marcatezza (o esplicitezza) formale e un potenziamento dell’implicito.

  35. Ellissi cataforica del nome Frequente nella trasmissione brillante di notizie. Lui che fa il professore s’è ritrovato nella parte dell’alunno. Naturalmente un alunno speciale, sempre attento e preparato: esposizioni chiare e convicenti. La manovra economica sarà equa, i poveri pagheranno assai meno dei ricchi, ecco le misure a sostegno dell’occupazione[...] . L’esame a Giuliano Amato s’è concluso a tarda ora nel gruppo parlamentare socialista a Montecitorio. (“La Repubblica” 24.2.93) Una follia. Una scelta assurda sotto ogni punto di vista, sia economico che ambientale. Anche se i manager dell’Enel non lo scrivono così brutalmente, è questo il giudizio che emerge con prepotenza dalle 101 pagine del loro rapporto..(Panorama 31.1.1988)

  36. Vittorio Zucconi, RE, 3.5.2011 Era stato accusato di essere un americano finto, un presidente clandestino. Ha conquistato la vittoria più americana che potesse sognare, contro il nemico numero uno degli Stati Uniti. È la vendetta di Barack Obama contro i suoi calunniatori.

  37. Gennaro Sangiuliano, Il Giornale, 8.5.2011 Lo si può definire senza alcuna esagerazione come un vero e proprio ribaltone storico, sia su un piano giuridico costituzionale, sia su quello politico. È quello che da qualche anno vede protagonista la sinistra italiana che sembra essere diventata presidenzialista [….] e quello che avviene negli ultimi tempi è davvero sorprendente per chi ha un po’ di pratica con la storia costituzionale italiana. Cfr. strategie di focalizzazione

  38. Il Foglio, 3.5.2011, Andrea’s Version Avranno anche restituito un po’ di orgoglio all’America, ridato ossigeno all’amor proprio, sollevato entusiasmi, avranno pure messo la parola fine a quello che dopo l’11 settembre sembrava un incubo inafferabile. Avranno forse dimostrato che le barbe finte della Cia sanno ancora combinare qualcosa e saranno riusciti, probabilmente, a convincere i più scettici che doveva pur esistere qualche motivo, se nemmeno Obama aveva accettato di chiudere Guantanamo. Potrà avere talune ragioni anche Hillary Clinton, a dire che Bin Laden era altresì un mortale nemico dell’Islam, e a sostenere che la storia dovrà ricordarsi di come il principale tra i terroristi sia stato tolto dalla scena “mentre nel mondo arabo avanzavano le richieste di libertà e di democrazia”. Sarà tutto vero, tutto giusto, tutto soddisfacente e sarà quindi inevitabile che, da sinistra a destra, tutti, ma proprio tutti, applaudano. Noi vorremmo semplicemente far notare, dopo l’animata discussione cui abbiamo assistito, che quei crumiri dei Navy Seal hanno lavorato il 1° maggio.

  39. Ellissi cataforica del tema Non è una Canossa, non è nello stile inglese. Ma è una proposta di pace a un presidente che ha mosso al suo paese una mezza guerra fredda. E che non rifugge dalle provocazioni, come indica l’annuncio che Clinton invierà nell’Irlanda del Nord uno dei suoi predecessori […] a mediare nella guerra fratricida. 0 Arrivato ieri sera da Londra, John Major si recherà oggi alla Casa Bianca con la mano tesa (Repubblica, 24.2.93) Gli enunciati iniziali (Non è..ma è..) funzionano come predicati rematici rispetto a un soggetto tematico sottinteso, interpretabile come “il fatto di cui parleremo”, “l’atteggiamento del premier inglese”, che rimanendo implicito rinvia cataforicamente all’argomento del discorso Vedi anche strutture di focalizzazione

  40. Alle radici di tale procedura stanno le tecniche narrative della suspense. Prevedibile il loro impatto su un modo di presentare le notizie che insegue con accanimento modelli narrativi sempre più lontani dall’anonimato dei dispacci di agenzia e dal compromesso burocratismo della ‘scrittura di regime’. (Mortara Garavelli, Strutture testuali e retoriche, in Sobrero (a cura di), Introduzione all’italiano contenporaneo. Le strutture, Roma-Bari, Laterza, 1993:384)

  41. Asindeto • Assenza di congiunzioni tra frasi o loro membri, che risultano collegati o disgiunti per semplice accostamento: • Veni, vidi, vici • Le donne, i cavalier l’arme, gli amori, / le cortesie, l’audaci imprese io canto (Orlando furioso, I, 1-2) Per asindeto si possono esprimere anche rapporti di subordinazione: Non vengo: non ho tempo Mi piace: lo prendo Lo vuoi? Prendilo Modo di accumulazione

  42. Nei titoli - U (8.5.2011): Silvio Berlusconi “I pm cancro da togliere” Sulle nomine Bossi ci ripensa Giorgio Napolitano “Giudici uccisi. Baluardi di democrazia. Basta offese”

  43. Sul piano della microstruttura • Il rinvio in avanti caratterizza la configurazione sintattica (marcata) della dislocazione a destra, dove il tema dell’enunciato viene anticipato da un pronome clitico: Li vedremo tra poco i principali fattori di cui si è tenuto conto nelle ricerche sull’apprendimento delle lingue in contesto naturale

  44. Informatività • L’informatività di un testo è relativa alla misura in cui gli elementi testuali sono attesi o inattesi, noti o ignoti (concetto di probabilità contestuale) • Elementi linguistici portatori di informatività: morfemi lessicali (sintagmi pieni, parole portatrici di significato). • Meno informativi sono i morfemi funzionali (articoli, preposizioni, congiunzioni) che segnalano relazioni più che concetti (più scontati, sollecitano meno l’attenzione)

  45. Fonti di attese • Cornici, schemi con cui organizziamo le nostre conoscenze • Lingua: certe sequenze lessicali e foniche, certe strutture sintattiche sono possibili e dunque prevedibili e altre no; alcune sono molto prevedibili (formule) e perciò hanno un grado molto basso di informatività • Tipi testuali • Contesto immediato del testo: lo stile è la tendenza di scelte caratteristiche in un testo singolo o in un insieme di testi, che determina un certo tipo di attese nei riceventi. L’informatività può essere ulteriormente accresciuta quando lo scrittore rompe gli schemi tipici del suo stile (e dunque le attese).

  46. Analisi della struttura informativa • Una descrizione adeguata degli enunciati dal punto di vista informativo si pone l’obiettivo di rendere conto dell’esistenza e di descrivere il valore e l’uso testuale di varianti della stessa frase (stessa dal punto di vista del contenuto proposizionale) richieste in diversi contesti discorsivi (allofrasi). • Per descrivere una frase dal punto di vista della struttura informativa occorrono unità descrittive diverse da quelle necessarie alla descrizione grammaticale e semantica. Per questo livello sono state proposte le categorie di topic-comment e focus (Halliday e Brown-Yule utilizzano i termini tema/rema). • Principio di rilevanza o di pertinenza (Sperber e Wilson, 1986): la presentazione di un referente come topic è il primo segnale di orientamento offerto all’ascoltatore dal parlante. Il tema guida il lettore/ascoltatore nella interpretazione della frase, è un segnale testuale che indirizza l’attenzione su un elemento indicandone la rilevanza a fini informativi. Questa caratteristica permette di sfruttare la posizione di tema per segnalare come “elemento su cui verte il discorso” un costituente diverso dal soggetto (elemento non marcato).

  47. Struttura grammaticale e struttura informativa • Interagiscono: in una frase passiva la posizione del tema è occupata dall’oggetto; si ha quindi una messa in evidenza di un partecipante all’evento e una scelta di descrivere i fatti mettendo in secondo piano o addirittura cancellando l’agente (Antelmi 2006): Manifestanti uccisi dalla polizia durante l’incontro dei capi ANC vs La polizia spara. 11 morti nella manifestazione

  48. Progressione dell’informazione • L’articolazione tema/rema serve a strutturare la progressione dell’informazione: un modo per mantenere la coerenza e la coesione del discorso è infatti presentare come tema un elemento rematico della frase precedente: Gli inquirenti (tema) cercano a Malta 250 milioni scomparsi nel 2001 dopo un passaggio in Brasile (rema). Un’operazione complessa (tema) nella quale ha giocato un ruolo determinante…. (RE, 3.1.2004 (in Antelmi, Il discorso dei media, Carocci 2006)) Il tema del secondo enunciato (anche detto incapsulatore anaforico) contiene una riformulazione anaforica, cioè riferita a un referente dato, dell’azione espressa nel rema della frase precedente, che aggiunge informazione ed elementi di giudizio sul fatto

  49. Posizione degli elementi informativi • La prospettiva funzionale dell’enunciato e l’intonazione sono mezzi per considerare cosa si debba considerare nuovo, importante o inatteso all’interno degli enunciati parziali o di gruppi tonici. • Ad esempio, gli elementi dotati di maggiore informatività sono situati piuttosto alla fine dell’enunciato parziale e caratterizzati da un grado tonico più alto. • Gli elementi che hanno minore informatività stanno invece all’inizio dell’enunciato parziale e hanno un grado tonico basso. • Queste tecniche assicurano un equilibrio fra due tendenze opposte: conservare un punto di orientamento evidente e mantenere ragionevolmente alta l’informatività.

  50. Nella raffigurazione lineare del tempo si associa alla sinistra il passato e alla destra il futuro. • Nelle tassonomie e negli insiemi strutturati a sinistra troviamo gli elementi generali e originari e a destra i particolari. • Sulla base di queste considerazioni, Kress e Leeuwen (1996) sostengono che ciò che si trova sul lato sinistro rispetto all’osservatore è presentato come dato, mentre ciò che si trova a destra è presentato come nuovo. E ciò che viene presentato come dato è meno soggetto a critica, è proposto come conoscenza condivisa. • Perciò posizionare la pubblicità sulla pagina di sinistra o sulla pagina di destra indica una precisa scelta editoriale (rispetto al rapporto informazione/consumo) e una specifica costruzione del lettore: il nuovo informativo deve essere letto, il nuovo pubblicitario può essere scorso con lo sguardo

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