1 / 27

La comunicazione è un’attività complessa

La comunicazione è un’attività complessa. non solo “non si può non comunicare” ma esistono tante tipologie di comunicazione (interna/esterna – a due/di gruppo – diretta/mediata ecc.) tante competenze poca legittimità (ruolo, risorse, strumenti, professionalità)

karan
Download Presentation

La comunicazione è un’attività complessa

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. La comunicazione è un’attività complessa • non solo “non si può non comunicare” ma esistono tante tipologie di comunicazione (interna/esterna – a due/di gruppo – diretta/mediata ecc.) • tante competenze • poca legittimità (ruolo, risorse, strumenti, professionalità) • processo di costruzione dell’identità

  2. Se la comunicazione è complessa allora bisogna coordinare • essere registi (di ruoli, competenze, attori, contenuti, culture diverse) • non avere una specifica professionalità ma avere una intelligenza programmatrice • il piano di comunicazione serve a governare (programmare) e coordinare (fare la regia) i messaggi di una organizzazione

  3. e bisogna saper gestire i messaggi • per ottenere una interazione efficace tra emittente e ricevente occorre stabilire procedure in grado di trasmettere un significato • un piano di comunicazione è una sequenza di azioni e comportamenti finalizzati al raggiungimento di un obiettivo comunicativo: il senso

  4. Il senso che si costruisce con il Piano di comunicazione • Il senso del Pdc è la correlazione logica di elementi distinti: • obiettivi • contesti • attori • azioni/prodotti/strumenti • risorse • tempi

  5. Fasi del piano • fase della redazione: occorre scrivere cosa si vuole fare e perchè • fase della gestione: si realizza ciò che si è pianificato nel piano • fase della valutazione: si verifica se si sono raggiunti gli obiettivi del piano ogni fase ha la sua specificità

  6. Vero e falso • Un piano di comunicazione è una proposta metodologica per personalizzare la comunicazione in modo efficace: • metodo: sempre vero • contenuti: validi di volta in volta

  7. Rigidità e flessibilità • Un piano di comunicazione: • può contenere proposte di massima, rimandando a piani/programmi successivi e di dettaglio • non può gestire emergenze non programmabili

  8. Possibile e impossibile • Un piano di comunicazione: • può controllare la comunicazione consapevole autoprodotta • non può controllare: • la comunicazione non programmabile • il passaparola • la comunicazione eteroprodotta

  9. A cosa serve • a definire una strategia di comunicazione • darsi degli obiettivi • a individuare un interlocutore • dotare il messaggio di senso • a pianificare le azioni • agire sulla base di una logica • a coordinare gli attori • rendere la comunicazione coerente e integrata • ad ascoltare • costruire relazioni stabili e finalizzate

  10. I sette passi • A partire dall’obiettivo strategico dell’organizzazione: • analisi dello scenario • individuazione degli obtv di comunicazione • individuazione dei pubblici di riferimento • scelta della strategia • scelta dei contenuti • azioni e strumenti • misurazione dei risultati

  11. Ovvero • conoscere • analisi dello scenario • individuazione degli obtv di comunicazione • individuazione dei pubblici di riferimento • progettare • scelta della strategia • scelta dei contenuti • realizzare • azioni e strumenti • monitorare • misurazione dei risultati

  12. Analisi dello scenario La domanda è: dove sono? Tre dimensioni possibili: • contesto generale di riferimento (territoriale, demografico, socio-economico, partnership generali ecc.) • contesto di settore (caratteristiche del segmento di mercato,regole, investimenti, competenze, partnership di settore, progetti in corso o realizzati, costi ecc.) • contesto organizzativo (caratteristiche distintive di un’organizzazione, mission e vision, modalità organizzative interne, progetti in corso analisi della comunicazione

  13. Contesto esterno: media professionisti, consulenti, studi ecc. altre PPAA realtà associative competitors ….. Contesto interno politici dirigenti e funzionari professionalità specifiche operatori dei servizi front line consulenti …... Individuazione dei pubblici (stakeholder)

  14. Definizione degli obiettivi • A partire dall’obiettivo/problema dell’organizzazione e dalle caratteristiche dei contesti analizzati devono essere definiti gli obiettivi di comunicazione la domanda è: perché comunico? ad esempio: • per promuovere una politica • per risolvere un problema o raggiungere uno scopo generale • per migliorare i servizi distinguere tra obiettivi strategici e obiettivi operativi

  15. Individuazione dei destinatari • Gli obiettivi di comunicazione vanno ora messi in relazione con i destinatari della comunicazione. La domanda è: a chi comunichiamo? L’individuazione dei destinatari deve essere fatta a partire dal principio di segmentazione ovvero della definizione di gruppi di destinatari connotati da caratteristiche distintive

  16. Criteri di segmentazione • differenzialità • ogni segmento è concettualmente separato dagli altri • misurabilità • ogni segmento deve essere potenzialmente misurabile • significatività • ogni segmento deve raggiungere una soglia minima • accessibilità • ogni segmento deve poter essere raggiunto • esaustività • ogni potenziale utente deve essere idealmente incluso in un qualche segmento

  17. Metodologie di segmentazione • segmentazione geografica • zona geografica, densità, dimensione del centro ecc • segmentazione socio-demografica • età, sesso, famiglie, reddito, occupazione, istruzione ecc • segmentazione psicografica • stile di vita, status, caratteristiche della personalità • segmentazione in base al criterio di fruizione • frequenza di utilizzo, grado di fedeltà, consapevolezza e atteggiamento verso il servizio • segmentazione in base ai benefici ricercati • vantaggi ricercati nell’utilizzo del servizio

  18. La macro-segmentazione • beneficiari • utenti di un servizio/procedura • le istituzioni • parlamento, governo, enti pubblici, enti locali ecc • media • quotidiani, periodici, radio, tv, agenzie, internet • influenti (stakeholders) • coloro che hanno influenza o interesse diretto • stakeholders: soggetti consapevoli e interessati alla relazione (es. i fornitori, i consulenti, i dirigenti ecc.) • influenti: soggetti che l’organizzazione ritiene “importanti” ( es. editorialista del giornale, il dirigente di partito o associazione, ecc.)

  19. Le strategie La domanda è: come voglio comunicare? • rispetto ai pubblici • indifferenziata, differenziata, concentrata • rispetto alla relazione • propaganda, persuasione, agevolazione • rispetto alle modalità • diretto/indiretto, vasta scala/piccola scala • rispetto allo stile • educativo, informativo, intrattenimento/divertimento, composizione delle precedenti categorie

  20. I contenuti La domanda è: cosa comunico? Quali sono i valori e/o le informazioni che si intende veicolare nella costruzione dei messaggi in modo coerente rispetto agli obtv, ai pubblici e alle strategie: • chiari, espliciti e veritieri (firma istituzionale), esaustivi, pertinenti, aggiornati, efficaci • non necessariamente asettici (sfera emotiva) • adattati ai singoli canali e linguaggi (verbali, non verbali, prossemici, architettonici ecc.)

  21. Le azioni e gli strumenti La domanda è: cosa faccio? Quali sono le azioni e/o gli strumenti che si intende realizzare nella veicolazione dei contenuti in modo coerente rispetto alle precedenti variabili. Sono potenzialmente infiniti, ad esempio: • azioni a contatto diretto (ad esempio sportello) • azioni a contatto mediato (organi di informazione) • pubblicità • eventi • fiere e saloni • prodotti editoriali (house organ, newsletter, manifesti, opuscoli, volantini, brochure, cartelloni, ecc.) • prodotti audiovisivi • internet

  22. Tempi, risorse, attori Occorre pianificare, parallelamente, i tempi, gli attori e i costi delle azioni: • quando devono essere realizzate le singole azioni/strumenti (GANTT) • quali sono gli attori coinvolti nelle singole azioni/strumenti • quanto costano le singole azioni/strumenti

  23. La valutazione dei risultati La domanda è: cosa ho fatto e come? La valutazione può riguardare: • il piano come strumento di pianificazione della comunicazione: coerenza metodologica • l’efficacia della comunicazione prodotta nell’ambito del piano: raggiungimento degli obiettivi di comunicazione indicati nel piano • attività complessa • grado di scientificità? La comunicazione è un’azione sociale complessa che chiama al confronto interessi e valori nel tentativo di facilitare il loro processo di negoziazione

  24. Gli strumenti della valutazione Gli strumenti della valutazione: • utilizzo di dati (utilizzo di dati statistici pre e post): immediato ed economico ma poco conoscitivo • ascolto della gente (indagine sociologiche): menoimmediato ed economico ma molto conoscitivo • ascolto degli esperti (i testimoni professionali particolari che sono esperti non per il loro sapere ma per il loro ruolo): menoimmediato ed economico ma molto conoscitivo

  25. I contenuti della valutazione I contenuti della valutazione: • le informazioni: sono tutti i contenuti qualitativi ricavabili (opinioni, suggerimenti, valutazioni espresse e raccolte dal valutatore intorno a un oggetto della comunicazione) • i dati: sono tutti i contenuti quantitativi misurabili (indice di soddisfazione, frequenze, distribuzione, percentuali, totali ecc.) • i testi: analisi della letteratura di e su quella organizzazione (delibere, verbali, relazioni, articoli e servizi sui mass media, dichiarazioni politiche, saggi scientifici)

  26. I metodi della valutazione I metodi della valutazione: • quantitativi: attinente alla statistica (costruzione di serie storiche, grafici di andamento di una variabile, correlazioni, ricerche campionarie, calcoli della probabilità ecc.) • qualitativi: attinenti alla sociologia (interviste individuali e di gruppo, questionari, sondaggi, osservazione diretta, focus group, brainstorming ecc.) • combinazione di metodi quantitativi e qualitativi

  27. Gli ambiti della valutazione I ambiti della valutazione: • out put: di impatto quantitativo si intende l’efficacia del percorso dei prodotti di comunicazione, in particolare se essi hanno raggiunto il pubblico desiderato ecc. • out take: di impatto qualitativo entrano nel merito della comprensibilità del messaggio e se esso ha raggiunto in forma più o meno integra il destinatario • out come: di impatto di processo si intende l’ambito di modificazione della percezione, delle opinioni, delle aspettative del destinatario

More Related