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Economia Industriale, 2014-2015 (3° anno Corso di Laurea in Economia Aziendale)

Economia Industriale, 2014-2015 (3° anno Corso di Laurea in Economia Aziendale). Augusto Ninni Lez 5 Monopolio. MONOPOLIO. Un monopolio è una forma di mercato in cui opera una sola impresa (venditore). Il monopolio esiste se e solo se non può esservi entrata di altre imprese

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Economia Industriale, 2014-2015 (3° anno Corso di Laurea in Economia Aziendale)

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Presentation Transcript


  1. Economia Industriale, 2014-2015(3° anno Corso di Laurea in Economia Aziendale) Augusto Ninni Lez 5 Monopolio

  2. MONOPOLIO • Un monopolio è una forma di mercato in cui opera una sola impresa (venditore). • Il monopolio esiste se e solo se non può esservi entrata di altre imprese • Quindi la caratteristica fondamentale del monopolio è quella di operare in un mercato in cui esistono elevate e durature barriere all’entrata

  3. Come si crea un monopolio: 1) L’impresa è innovatrice assoluta: • è in possesso di conoscenze particolari che le consentono di produrre un prodotto nuovo o migliore, non imitabile innovazione di prodotto • è in possesso di conoscenze particolari che le consentono di produrre un prodotto meno costoso, non imitabile  innovazione di processo • 2) Le sue conoscenze sono imitabili, ma ottiene un brevetto (attività rentseeking ?)

  4. 3) Fruisce di barriere istituzionali all’entrata (attività rentseeking ?) • 4) Ha costruito barriere strategiche • 5) è in situazione di monopolio naturale

  5. In realtà l’assenza di concorrenza è raramente assoluta: • diciamo allora che il consumatore non trova altri produttori che offrono lo stesso bene o servizio, • ma può trovare altri produttori che soddisfano lo stesso bisogno. • Deve però affrontare rilevanti costi aggiuntivi (del tipo “searchcost”)

  6. il monopolista deve praticare prezzi più bassi per convincere gli acquirenti ad acquistare ulteriori suoi prodotti • Quindi a differenza dell’impresa concorrenziale l’impresa monopolista affronta una curva di domanda inclinata verso il basso (domanda residuale = domanda di mercato) • Inoltre l’elasticità della domanda è relativamente piccola per il monopolista (Vs. infinita per l’impresa in CP)

  7. P=? D P D Q Q Monopolio: meno la domanda è elastica, maggiore il grado di monopolio Concorrenza perfetta: domanda infinitamente elastica

  8. Il monopolista è l’unico fornitore di prodotti per i quali non esistono sostituti stretti Il monopolista non deve temere, quando alza i prezzi, di cedere quote di mercato ai concorrenti, perché non ne ha: l’unico suo vincolo è la pendenza negativa della curva di domanda

  9. Come operatore razionale, l’obiettivo del monopolista è la massimizzazione del profitto. • Come già nelle imprese di concorrenza, questo significa estendere la produzione e le vendite sino al punto in cui l’incremento decrescente nei ricavi che ne deriva (ricavi marginali) è uguale all’incremento dei costi (costi marginali) Quindi ricavi marginali = costi marginali come condizione di massimizzazione del profitto (nel monopolio come in concorrenza, ma in CP: MRP dato)

  10. l’impresa monopolista sa di doversi confrontare con una curva di domanda decrescente • Può vendere maggiori quantità di prima solo a prezzi più bassi, • ma non è affatto sicura che alla riduzione dei prezzi corrisponda un aumento della domanda q più che proporzionaleaumento dei ricavi conseguiti: dipende dall’elasticità della domanda al prezzo che deve essere >1 in valore assoluto

  11. A causa della pendenza negativa della curva di domanda, il monopolista può vendere di più solo abbassando il prezzo. Ma se abbassa il prezzo, lo abbassa per tutte le quantità vendute, non solo per l’ultima (legge dell’unico prezzo). • Se riuscisse a ridurre il prezzo solo per i consumatori con prezzo di riserva più basso, aumenterebbe ulteriormente il suo benessere appropriandosi del surplus dei consumatori •  discriminazione di prezzo (ulteriore riduzione o • annullamento del benessere dei consumatori)

  12. In un determinato momento il monopolista vende a un prezzo A la quantità C: il suo ricavo totale è quindi pari all’area ABCO (data la curva di domanda) p A B O C q

  13. Per vendere di più, il monopolista deve abbassare il prezzo: da A a D. Spostandosi da B a E sulla curva di domanda a questo prezzo corrisponde la quantità OF. p B A D E G F O C q

  14. L’area DEFO rappresenta il nuovo ricavo totale, al prezzo D e data la curva di domanda. p B A D E F F O C q

  15. L’area DEFO rappresenta il nuovo ricavo totale, al prezzo D e data la curva di domanda. L’area DGCO è comune alle due situazioni (prima e dopo il ribasso di prezzo) e quindi non ci interessa. p B A D E G G O C F q

  16. Occorre confrontare il quadrangolo ABGD, perso perché il produttore non pratica più il prezzo A, con il nuovo quadrangolo GEFC, che rappresenta l’aumento delle vendite dovuto al nuovo prezzo D p B A D E G C F O q

  17. Se l’area GEFC, il ricavo aggiuntivo, è maggiore dell’area ABGD, il ricavo perso, vendere un’unità addizionale fa aumentare i ricavi (il ricavo marginale è positivo). p B A D E G F O C q

  18. Ma se siamo a livelli di prezzo più bassi – A’ < A - la stessa riduzione di prezzo in livello assoluto (AD=A’D’) che riduce della stessa quantità in assoluto il bene acquistato (CF = C’F’) porta a un ricavo marginale negativo, perché A’B’G’D’ > G’E’F’C’ p B A D E G A’ B’ E’ D’ G’ F O C C’ F’ q

  19. Come in concorrenza, obiettivo dell’impresa è max П = profitti П = p·q – C (q) Per massimizzare questa funzione deriviamola rispetto a q e poniamola uguale a 0: Max П  Max R – C  Max p q – C  Max p dq/dq + q dp/dq – d C (q) / d q = 0 qui q dp/dq ≠ 0 (come invece era in concorrenza ! ) Perché ora esiste p(q)  domanda inversa p dq/dq + q dp/dq - d C (q) / d q = 0 ma dq/dq=1, quindi: p + q dp/dq = d C (q) / d q MR = MC • MR = p + q dp/dq = p + p q/p dp/dq • Raccogliendo p: • = p (1 + q/p dp/dq) • = p (1 + q/p Δp/Δq) • (approssimazione della variazione nel discreto) • ma ε = (Δq / Δp) p/q (elasticità della domanda) • MR = p (1 + 1/ ε) = p + p/e

  20. MR=p+p/  (1) • MR=MC (2) Sostituiamo la (1) nella (2): • p + p/  = MC p – MC = - p/  divido tutto per p • (p-MC)/p= -1/  • (p-MC)/p = margine prezzo-costo (indice del grado di monopolio di Lerner)  (indice del potere di mercato)

  21. Quando l’elasticità della domanda è molto alta (cioè se il prezzo aumenta i consumatori passano ai sostituti), il prezzo di monopolio è molto vicino al costo marginale (quindi non è molto costoso per la collettività) • Quando l’elasticità della domanda è molto bassa (cioè se il prezzo aumenta i consumatori non riescono a passare ai sostituti),il prezzo di monopolio è di gran lunga superiore al costo marginale (quindi è costoso per la collettività) • Quindi il monopolio è tanto più inefficiente quanto meno esistono sostituti del bene oggetto di monopolioelasticità bassa

  22. Tornando alle variazioni di produzione, • il ricavo marginale è positivo se la curva di domanda è elastica (|ε | > 1) (ilricavototaleaumentaall’aumentaredelleproduzioni)

  23. il ricavo marginale è negativo se la curvadidomanda è anelastica (rigida) (|ε | < 1) (ilricavototalediminuisceall’aumentaredelleproduzioni)

  24. L’elasticitàdelladomandadipendesiadallaparticolarecurvadidomanda

  25. p2 rigida elastica p1 P1’ P2’ q1 q1 Il ricavo marginale nel secondo grafico è sicuramente positivo e maggiore del primo grafico (a domanda rigida)

  26. sia dal particolare punto sulla stessa curva di domanda a b elastica c a elasticità unitaria d rigida e f

  27. La curva del ricavo marginale • Sia la curva di domanda lineare p = a – b q (curva di domanda inversa, dove il prezzo è funzione della quantità) RT = p · q = (a-bq) q = aq – bq2 (differenziamo rispetto a q) MR  p = a – 2 b q

  28. Domanda inversa La curva p=a-bq interseca l’asse delle ascisse (p=0) in q=a/b Infatti per p = 0  0 = a – bq a = b q  a/b = q p q=a/b

  29. La curva MR p = a-2bq interseca l’asse delle ascisse (P=0) in q/2=a/2b Infatti per p = 0  0 = a – 2bq a = 2b q  a/2b = q P MR q q/2

  30. La massimizzazione del profitto può aversi solo in questo segmento elastico della funzione di domanda perché altrove il ricavo marginale è negativo (domanda anelastica) P, MR q q/2

  31. Il monopolista massimizza il profitto uguagliando ricavo marginale e costo marginale (spingendo la produzione sino al punto in cui ricavo marginale e costo marginale sono uguali) P, MR MC q q/2

  32. Il monopolista massimizza il profitto uguagliando ricavo marginale e costo marginale (spingendo la produzione sino al punto in cui ricavo marginale e costo marginale sono uguali: fino a Qm) P, MR MC Pc Qm Qc q q/2

  33. Il monopolista massimizza il profitto uguagliando ricavo marginale e costo marginale (spingendo la produzione sino al punto in cui ricavo marginale e costo marginale sono uguali) Ma alla quantità domandata Qm corrisponde sulla curva di domanda il prezzo Pm (prezzo di monopolio), più alto del costo marginale. P, MR Pm MC Pc Qm Qc q q/2

  34. Implicazioni di Pm > Pc = MC: monopolio e perdita di benessere Pm Pc MC MR

  35. Monopolio e perdita di benessere A Concorrenza, benessere di consumatori: ACB Surplus dei produttori=0 Surplus collettivo = ABC Pm C Pc B MC MR

  36. Monopolio e perdita di benessere A Concorrenza, benessere di consumatori: ACB Monopolio, benessere di consumatori: ALK Monopolio, surplus dei produttori: KLDB Surplus collettivo = ALK + KLBD = ALDB Pm K L C Pc B D MC MR

  37. Monopolio e perdita di benessere A Concorrenza, surplus totale: ACB Monopolio, surplus totale: ALK + KLDB Differenza totale: LCD (perdita secca  DWL) Pm K L C Pc B MC D MR

  38. Gli svantaggi: la perdita secca A L’area LCD rappresenta la perdita secca (deadweight loss) del passaggio dalla concorrenza al monopolio: è una struttura inefficiente nel senso paretiano Pm K L C Pc B MC D MR

  39. A Più elastica è la domanda e più il monopolio si avvicina all’efficienza concorrenziale Pm D Pm’ MC qm O

  40. I vantaggi del monopolio • La condizione di monopolio è più favorevole per l’innovazione (ipotesi schumpeteriana)

  41. Secondo Schumpeter l’unico modo che le imprese hanno di uscire da una situazione di concorrenza con profitti nulli è quella di introdurre innovazioni (grazie al credito bancario) (1° Schumpeter) Tuttavia in una fase storica più evoluta (“capitalismo trustificato”) l’innovazione è il risultato dell’attività di R&S dentro le grandi imprese (2° Schumpeter) Esiste quindi una correlazione positiva tra dimensioni dell’impresa ed attività di R&S

  42. Lerner • L’indice di Lerner L ((p-MC)/p) è zero nel caso concorrenziale (impresa price taker) • L’indice è uguale al reciproco dell’elasticità diretta della domanda al prezzo: • eQ,p = dQ/dp . P/Q = 1/L • che, nel caso concorrenziale, è infinita: L=1/ eQx,px=1/∞=0

  43. Lerner • Quindi l’indice di Lerner è grande se l’elasticità della domanda è piccola (cioè se i consumatori non hanno a disposizione sostituti) • Un alto indice di Lerner allora significa che il mercato è limitato (ristretto) e quindi la posizione dominante dell’impresa è grande (insieme alla sua quota di mercato) grande distorsione della concorrenza

  44. Monopolio naturale P,C Motivazioni tecnologiche: funzione dei costi sempre decrescente AC q

  45. Monopolio naturale Motivazioni tecnologiche: funzione dei costi sempre decrescente: c’è tecnicamente posto per una sola impresa P,C D AC2 AC1 q

  46. P,C Massimizzazione del profitto D Pm Curva dei costi marginali MC AC Qm q

  47. P,C Massimizzazione del profitto della 1° impresa: in tutti i punti della domanda che resta (domanda residuale) l’impresa 2 produrrebbe in perdita (e quindi non entra) D Pm AC Qm q

  48. MONOPOLIO NATURALE In questo caso il permanere del monopolio è una soluzione più efficiente della concorrenza. Ciò accade in particolare nei servizi a rete (telefono, acqua, elettricità, trasporti ferroviari, ecc.). Costi fissi molto elevati (rispetto alla domanda)  la domanda interseca il costo medio in un punto in cui esso è ancora ampiamente decrescente Basso costo medio solo per alto Q

  49. come si fa a impedire all’incumbent di sfruttare il mercato da una posizione di monopolio ? P,C D Pm AC Qm q

  50. RIMEDI per il monopolio naturale Produzione pubblica (nazionalizzazioni) e regolamentazione delle tariffe Regolamentazione e controllo della produzione (privata) di servizi pubblici

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