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L’inflazione. Cos’è l’inflazione Come può essere misurata Quali sono gli effetti Quali sono le cause I rimedi per contrastare l’inflazione. Cos’è l’inflazione. Con il termine inflazione si intende l’aumento progressivo del livello generale dei prezzi di un insieme di prodotti (paniere)
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L’inflazione • Cos’è l’inflazione • Come può essere misurata • Quali sono gli effetti • Quali sono le cause • I rimedi per contrastare l’inflazione
Con il termine inflazione si intende l’aumento progressivo del livello generale dei prezzi di un insieme di prodotti (paniere) e la conseguente diminuzione del potere d’acquisto della moneta
Anche se, dal punto di vista strettamente macroeconomico, per inflazione si indica l’aumento della quantità di moneta in circolazione (dal latino inflatio-onis = gonfiore)
Cos’è il potere d’acquisto della moneta? la quantità di beni e servizi che si può acquistare, in un dato momento storico, con una determinata quantità di moneta.
Per esprime l’inflazione di un Paese si fa ricorso ad un termine specifico TASSO D’ INFLAZIONE che non è altro che il livello d’inflazione espresso in termini percentuali a marzo 2009 il tasso d’inflazione del Paese Italia è stato pari a 1,2%
Per determinare il tasso d’inflazione si ricorre a metodi statistici chiamati NUMERI INDICE i numeri indice più conosciuti sono NIC l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività FOI l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati
L’istituto preposto al calcolo dell’inflazione è l’Istituto Nazionale di Statistica più conosciuto con l’acronimo ISTAT le cui attività comprendono i censimenti generali e le indagini economiche Fu istituito come Istituto Centrale di Statistica nel 1926 durante il Fascismo, per raccogliere, in forma organizzata, alcuni dati essenziali riguardanti lo Stato. È stato in seguito riorganizzato, nel 1989 che ha istituito il Sistema Statistico Nazionale e ha dettato norme sui compiti e l'organizzazione dell'ISTAT, cambiandone tra l'altro la denominazione in Istituto Nazionale di Statistica. L'attuale presidente è l'economista Luigi Biggeri.
l’indice NIC si riferisce ai prezzi di un paniere di beni richiesti dalla generalità delle famiglie italiane l’indice FOI si riferisce ai prezzi di un paniere di beni richiesti da una famiglia la cui persona di riferimento è un lavoratore dipendente (operai ed impiegati). È quindi più specifico del NIC. È l'indice che viene utilizzato come base per l'adeguamento degli affitti o degli assegni di mantenimento (dovuti al coniuge separato).
Nel 2009 il paniere per il calcolo dell’inflazione è composto da 1.143 prodotti (erano 1.099 nel 2008). Entrano, ad esempio, nel paniere 2009 : Pasta base per pizze, Mais in confezione, Chiave USB, Film in DVD. Il NIC e FOI si basano sullo stesso paniere, ma il peso attribuito a ogni bene o servizio è diverso, a seconda dell'importanza che questi rivestono nei consumi della popolazione di riferimento. Per il NIC la popolazione di riferimento è l'intera popolazione italiana, ovvero la grande famiglia di oltre 59 milioni di persone; per il FOI è l'insieme di famiglie che fanno capo a un operaio o un impiegato.
Con il termine DEFLAZIONE si intende, invece, la condizione opposta di una diminuzione del livello dei prezzi in un dato periodo di tempo. I fenomeni di diminuzione dei prezzi si verificano di rado e coincidono generalmente con fasi di profonda recessione.
A seconda dell’intensità dell’inflazione possiamo distinguere tra Inflazione strisciante quando l’aumento è relativamente modesto ad una sola cifra (inferiore al 10% su base annua) Inflazione galoppante nel caso di forti aumenti arrivando a tassi a due o tre cifre Iperinflazione quando gli aumenti diventano incontrollabili e la moneta può arrivare a perdere completamente il suo valore!
A proposito di iperinflazione……. I casi più incredibili furono l’iperinflazione tedesca degli anni 1922-1924, il tasso d’inflazione superò il 300% con un picco nell’ottobre del 1923 pari al 29.000%. Per fortuna, oggi, casi di iperinflazione così spaventosa sono rari, anche se tassi molto elevati sono stati registrati in molti paesi dell’America Latina nel corso dell’ultimo decennio. Nel 1990 Argentina e Brasile avevano un tasso annuo di inflazione superiore al 2.000%, mentre quello del Perù era pari a circa il 7.000%.
chi ha contratto un debito trae vantaggio dal rialzo improvviso dei prezzi, poiché alla scadenza, dovrà restituire una somma di denaro che dal punto di vista nominale ha sempre lo stesso valore ma dal punto di vista reale ha perso potere d’acquisto. Proprio per evitare questi effetti, molte forme di debito (soprattutto a lunga scadenza come i mutui) hanno tassi d’interesse variabili che si adeguano cioè all’inflazione (all’andamento dei prezzi).
Per questa ragione gli investitori sono interessati al TASSO REALE e non al tasso nominale Il tasso d’interesse reale non è altro che il tasso d’interesse nominale depurato dall’inflazione esempio inflazione del 3% intesse nominale del 5% interesse reale del 2% !
In una fase ad inflazione in ascesa induce, infatti, i consumatori a ridurre il proprio risparmio sotto forma di investimenti in strumenti finanziari e ad investire, invece, in beni meno soggetti a perdite di valore come appartamenti, terreni e metalli preziosi
Un secondo grave effetto dell’inflazione è l’alterazione nella distribuzione dei redditi. L’aumento dei prezzi colpisce, infatti, coloro che percepiscono un reddito fisso (impiegati, dipendenti, pensionati ecc.). Tali soggetti dovranno cioè provvedere ai propri fabbisogni con un reddito che, in termini reali, è uguale a quello percepito antecedentemente all’aumento dei prezzi
se esistesse un’unica causa dell’inflazione sarebbe anche relativamente facile trovare una soluzione al problema Per semplificare la questione studieremo solo due cause dell’inflazione inflazione da domanda inflazione da costi
inflazione da domanda si verifica quando la domanda di beni e servizi è in eccesso rispetto alle risorse del sistema economico (offerta). La domanda globale è quindi in eccesso rispetto alle capacità produttive del sistema. Se per esempio i cittadini ottengono un incremento di reddito, domanderanno una quantità maggiore di beni e servizi. Se non è possibile aumentare l'offerta in uguale quantità, i prezzi tenderanno ad aumentare. I consumatori faranno a gara tra di loro per accaparrarsi i pochi beni in circolazione e causeranno così un aumento dei prezzi.
inflazione da domanda l’inflazione da domanda si verifica quando la domanda globale supera le capacità produttive del sistema. In un sistema di piena occupazione delle risorse disponibili ogni incremento della domanda determina uno scarto inflazionistico fra domanda ed offerta, cosicché la crescita della domanda si tramuta semplicemente in un aumento dei prezzi che colma tale divario. in sintesi l’inflazione da domanda è causata da un eccesso della domanda sull’offerta
lo stesso concetto detto in un altro modo………. se la domanda cresce oltre il potenziale di produzione di un paese le imprese non sono in grado di adeguare la loro offerta e pertanto si viene a creare un eccesso di domanda. Per riportare in equilibrio domanda e offerta i prezzi saliranno determinando in questo modo l’inflazione.
inflazione da costi non è altro che l’aumento dei prezzi dei fattori produttivi e delle materie prime FATTORI PRODUTTIVI MATERIE PRIME es. costo del lavoro (stipendi) es. energia Un aumento degli stipendi, non compensato da un incremento della produzione, induce gli imprenditori ad aumentare i prezzi di vendita dei beni, in modo da lasciare inalterato il loro margine di profitto. e i lavoratori? Se ad esempio l’Italia importa una grande quantità di petrolio, l’aumento del suo prezzo comporterà una crescita dei costi di produzione e, quindi, dei prezzi dei beni prodotti.
Le politiche anti-inflazionistiche i rimedi saranno diversi a seconda delle cause se l’inflazione è la conseguenza di un eccesso di domanda In questo caso il Governo di un Paese dovrà adottare interventi di politica economica che comprimano i consumi (ridurre la domanda). In che modo? ad esempio con un aumento del prelievo fiscale. se l’inflazione è la conseguenza del rialzo dei costi di produzione In questo caso il Governo di un Paese dovrà adottare la cosiddetta politica dei redditi: In che modo? ad esempio con il blocco dei salari (costo del lavoro)
La teoria di Arthur Phillips
La teoria di Arthur Phillips relazione inversa tra inflazione e disoccupazione
in sintesi….. più alto è il tasso d’inflazione, più basso sarà il tasso di disoccupazione
L’evoluzione storica dell’inflazione Nel XVI e XVII secolo l'inflazione fu strisciante. Durante la rivoluzione francese invece i prezzi aumentarono sensibilmente. In seguito inflazione e deflazione si alternarono per lunghi periodi legati ad eventi particolari. Durante la prima guerra mondiale e con le crisi economiche successive si ebbero dei rialzi dei prezzi molto elevati. Si verificarono casi di iperinflazione soprattutto in Germania. Durante la seconda guerra mondiale e dopo di essa il fenomeno inflazionistico si ripresentò in tutta la sua drammaticità colpendo sia i vinti che i vincitori. Dopo questi picchi all'insù, motivati da eventi specifici, il livello dei prezzi tendeva a stabilizzarsi. Dalla metà degli anni sessanta, però, l'inflazione divenne galoppante. Specialmente negli anni settanta, in seguito alla quadruplicazione dei prezzi del petrolio, i paesi industrializzati si trovarono di fronte ad una situazione insostenibile. In particolare Italia e Gran Bretagna adottarono delle drastiche misure restrittive.
Mentre in precedenza (anni cinquanta/sessanta) per ottenere dei prezzi stabili bastava accettare dei periodi di elevata disoccupazione (teoria di Phillips), negli anni settanta si verificò un nuovo fenomeno, chiamato stagflatione, caratterizzato da un'elevata inflazione accompagnata da un'elevata disoccupazione. Inflazione e stagnazione produttiva contemporaneamente elevate comportarono delle scelte di politica economica definite di "stop and go" (frena e vai). Era necessario far procedere lo sviluppo produttivo a corrente alterna. Per un certo periodo (stop) attraverso politiche restrittive per comprimere l'inflazione, in un secondo momento (go) adozione di politiche espansive per rilanciare la produzione e l'occupazione. Negli anni ottanta, in seguito a delle politiche restrittive particolarmente rigorose, l'inflazione ritornò a livelli modesti in diversi paesi. In Italia, bisognò attendere la metà degli anni novanta per ridimensionare il fenomeno inflazionisticodi speculazione dalla parte dell'offerta dei beni e servizi (fornitori, commercianti, professionisti, enti pubblici, ecc.) generando ripercussioni a catena in tutto il sistema. Mentre la politica dei redditi affliggeva i percettori di reddito fissi, i prezzi aumentavano nel settore agroalimentare e tariffario. Assicurazioni, trasporti, energia, ecc. sono diventate pesanti voci d'uscita che si sono andate a sommare alla spesa giornaliera di tipo alimentare.
Gli effetti non si sono fatti attendere. Il cittadino ha percepito l'inflazione in tutti i suoi drammatici aspetti. La guerra di cifre tra l'ISTAT, l'ente pubblico di rilevazione statistica, con il suo paniere di beni per famiglia tipo che poco corrisponde alla realtà di tanti cittadini, e le associazioni dei consumatori è storia recente. Qualsiasi ulteriore commento risulta superfluo... Probabilmente hanno ragione entrambi, tutto dipende dai punti di vista! Un dato di fatto è però certo: i prezzi sono aumentati in diversi settori (ben oltre del dato ufficiale) e l'ingiustizia sociale è aumentata. Qualcuno è diventato più ricco e qualche altro è decisamente più povero...