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INFEZIONI OSPEDALIERE Esperienze a confronto delle aziende sanitarie regionali Torino 31 maggio 2005. Utilizzo dei presidi di sicurezza negli operatori sanitari A.S.L. 5 - Rivoli A.S.L. 9 - Ivrea A.S.O. C.T.O./C.R.F./MARIA ADELAIDE. ART . 3 Misure generali di tutela
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INFEZIONI OSPEDALIERE Esperienze a confronto delle aziende sanitarie regionali Torino 31 maggio 2005
Utilizzo dei presidi di sicurezza negli operatori sanitari A.S.L. 5 - Rivoli A.S.L. 9 - Ivrea A.S.O. C.T.O./C.R.F./MARIA ADELAIDE
ART. 3 Misure generali di tutela 1. Le misure generali per la protezione della salute per la sicurezza dei lavoratori sono: … b) eliminazione dei rischi in relazione alle conoscenze acquisite in base alprogresso tecnico e, ove ciò non è possibile, la loro riduzione al minimo
ART. 4 Obblighi del datore di lavoro, del dirigente e del preposto … 5. il datore di lavoro, il dirigente e il preposto che esercitano, dirigono o sovraintendono le attività indicate all’art. 1, nell’ambito delle rispettive attribuzioni e competenze, adottano le misure necessarie per la sicurezza e la salute dei lavoratori ed in particolare: … b) aggiornano le misure di prevenzione in relazione ai mutamenti organizzativi e produttivi che hanno rilevanza ai fini della salute e della sicurezza del lavoro, ovveroin relazione al grado di evoluzione della tecnica, della prevenzione e della protezione
Azienda di Rilievo Nazionale e di Alta Specializzazione (D.P.C.M. 23.04.1993) Centro di riferimento per l’ortopedia, la traumatologia, la neurochirurgia, la chirurgia vertebrale, i grandi ustionati, il trattamento acuto e riabilitativo dei politraumatismi e delle lesioni del midollo spinale Sede del Coordinamento Regionale di Elisoccorsoe della Centrale Operativa 118 - Città e Provincia di Torino “Ospedale Olimpico” nell’ambito dell’Organizzazione dei XX Giochi Olimpici Invernali - Torino 2006 Azienda Sanitaria Ospedaliera C.T.O./C.R.F./Maria Adelaide
L’Azienda è costituita da tre Presidi: C.T.O. (Centro Traumatologico Ortopedico) C.R.F. (Centro di Rieducazione Funzionale) I.C.O.R.M.A. (Istituto Chirurgico Ortopedico Regina Maria Adelaide) • Trattamento paziente politraumatizzato e mielo-leso • Chirurgia della colonna vertebrale • Trattamento grandi ustionati – banca della cute • Chirurgia maxillo-facciale • Chirurgia e riabilitazione dell’artrite reumatoide • Ricostruzione protesica post-mastectomia • Trattamento patologie oncologiche dell’apparato locomotore – banca dell’osso • Servizio attivo di reimpianto (amputazione, sub-amputazione arti) e trattamento di lesioni nervose e/o vascolari con tecnica di microchirurgia ricostruttiva
Gestione dell’evento infortunistico a rischio biologico Procedura operativa CTO/CRF/Maria Adelaide Sensibilizzazione capillare scritta degli operatori sulla necessità di notificare tempestivamente l’infortunio tramite lettera informativa a firma del Direttore Sanitario allegata al foglio stipendiale (ottobre 2000) Sensibilizzazione verbale della figura del Caposala e del Medico durante le riunioni periodiche dipartimentali Formazione affidata allo specialista infettivologo rivolta ai medici di guardia attiva addetti alla somministrazione della chemioprofilassi (entro 4 ore dall’infortunio) Effettuazione da parte del Laboratorio analisi del test HIV in urgenza (30 – 60’) Raccolta dati per il monitoraggio previsto dalle schede del Sistema di sorveglianza SIROH-EPINet
Sperimentazione preliminare Adozione dei dispositivi di sicurezza presso la sezione Piccoli Traumi del DEA del Presidio Ospedaliero CTO Ottobre 2000 – Dicembre 2000 Protocollo di valutazione • Impatto sulla protezione e la sicurezza dell’operatore • Impatto sulla qualità/sicurezza dell’assistenza al paziente • Caratteristiche strutturali dei dispositivi • Impatto sulla compatibilità operativa ed ambientale In collaborazione con Caposala ed Operatori Sanitari opportunamente addestrati da personale dell’Azienda fornitrice Parere favorevole
Concretizzazione del progetto Sostituzione contemporanea su tutti i tre Presidi Ospedalieri dei dispositivi convenzionali con i dispositivi di sicurezza 29 Maggio 2001 Addestramento a “cascata” Corso di presentazione dei nuovi dispositivi e aggiornamento sul rischio biologico, della durata di 4 ore, con la partecipazione di: Direzione Sanitaria, Medici Competenti, RSPP, Assistenti Sanitarie, ICI Caposala – Capi tecnici Trasmissione della formazione ricevuta con supporto di documentazione cartacea e dispositivi campione Collaboratori
Nella prima settimana è stato effettuato un affiancamentocapillare sui tre presidi da parte di tecnici dell’Azienda fornitrice Monitoraggio e valutazione di “Efficacia ed efficienza in uso”attraverso la compilazione di scheda dettagliata riguardante: • protezione dell’operatore • qualità e sicurezza del paziente • interazione tra dispositivi di sicurezza e operatore • compatibilità operativa e ambientale Il programma di monitoraggio prevede 4 fasi della durata di 30 gg ciascuna: • “tempo zero” • 6 mesi • 12 mesi • 24 mesi
Infortuni a rischio biologico denunciati nel periodo 01.01.1999 - 31.12.2001
Infortuni a rischio biologico denunciati nell’anno 2001 avvenuti con aghi a farfalla o con aghi per prelievi venosi sottovuoto 29/05/2001 ADOZIONE DISPOSITIVI DI SICUREZZA PER PRELIEVO VENOSO *a Infortunio occorso a I.G. non sottoposta ad addestramento b Il dispositivo di sicurezza scivola dalla mano dell’I.P. (mancina) pungendol’avambracciocontrolaterale
Infortuni a rischio biologico denunciati nel periodo 01.01.2002 - 15.05.2005 * Il guanto si è adeso alle alette del butterfly ° -La paziente è svenuta durante il prelievo -Dopo la rimozione dell’ago agitava la provetta tentando di azionareil dispositivo con l’altra mano
A quarantotto mesi dall’adozione dei dispositivi di sicurezza CONCLUSIONI gli eventi infortunistici provocati dall’utilizzo di aghi butterfly e aghi per prelievo si sono azzerati; gli infortuni occorsi dopo il 29/05/2001 sono legati al mancato addestramento e ad una fatalità imprevedibile L’adozione di questo tipo di dispositivi può indurre negli operatori un “erroneo e pericoloso senso di sicurezza”, tale da giustificare ai loro occhi il mancato utilizzo di alcuni D.P.I. E’ quindi emersa la necessità di ribadire, in occasione della formazione svolta, la necessità dell’applicazione continua e corretta delle Precauzioni Standard
L’approccio multidisciplinaresi è rivelato vincente nel ricercare un linguaggio comune volto a trasmettere agli operatori sanitari coinvolti un messaggio univoco e condiviso da figure professionali diverse CONCLUSIONI La formazione e l’addestramento rivestono, ancora una volta, un ruolo fondamentale nella riuscita di un programma di prevenzione dell’esposizione al rischio biologico
Valutazione Adozione e Monitoraggio dei Dispositivi di Sicurezza per il Prelievo Venoso Analisi dei Risultati
Necessità di Valutare e Considerare la possibile adozione di Dispositivi di Sicurezza(D.Lgs.626/94) • “Il datore di lavoro attua misure tecniche, organizzative e procedurali, per evitare ogni esposizione dei lavoratori ad agenti biologici” (Titolo VIII, art.79, comma 1); “Sostituzione di ciò che è pericoloso con ciò che non lo è o lo è meno” (Capo I, art.3, comma 1, lettera ‘e’); • “Il datore di lavoro mette a disposizione dei lavoratori attrezzature adeguate al lavoro da svolgere ovvero adatte a tali scopi e idonee ai fini della sicurezza e della salute” (Titolo III, art.35, comma 1); • “Eliminazione dei rischi in relazione alle conoscenze acquisite in base al progresso tecnologico e, ove ciò non sia possibile, loro riduzione al minimo” (Capo I, art.3, comma 1, lettera ‘b’); • “Il datore di lavoro elabora idonee procedure per prelevare, manipolare e trattare campioni di origine umana” (Titolo VIII, art.79, comma 2, lettera ‘g’);
S.I.R.O.H • 77% Delle esposizioni sono Percutanee • 66% Sono punture accidentali • 22% Durante prelievo venoso • 82% Infermieri • Reparti più a rischio : Chirurgia (48% delle esposizioni) Medicina (37% delle esposizioni)
Gli Aghi del Prelievo Venoso • Nella gerarchia del rischio di infezione a seguito di puntura accidentale il primato spetta alle ferite profonde causate da agopieno disangue (Ippolito G, Puro V, Petrosillo N, Pugliese G, Wispelwey B, Tereskerz PM, Bentley M, jagger J. Esposizioni professionali ad HIV nelle strutture sanitarie. Prevenzione, gestione e chemioprofilassi. Il Pensiero Scientifico Editore, 1998) • Il 75% delle esposizioni ad alto rischio di infezione èassociato al prelievo venoso (US EPINet – 1995, 63 ospedali, 3003 esposizioni) • Gli aghiepicranici (molto utilizzati nel prelievo venoso) sono responsabili del 55% delle punture accidentali con aghi cavi pienidi sangue (Ippolito G, Puro V, Petrosillo N, Pugliese G, Wispelwey B, Tereskerz PM, Bentley M, jagger J. Esposizioniprofessionali ad HIV nelle strutture sanitarie. Prevenzione, gestione e chemioprofilassi. Il Pensiero Scientifico Editore, 1998)
Tassi annuali per principali taglienti in alcuni Ospedali del Piemonte (SIOP – SIROH 2001)
VALUTAZIONE Cosa abbiamo fatto: • Valutato 2 Dispositivi di Sicurezza: Ago di sicurezza per prelievo sottovuoto Set con Ago a farfalla di Sicurezza per prelievo sottovuoto • Periodo di Valutazione : Luglio 2002 • Reparti coinvolti: Reparto di Medicina - Presidio Ospedaliero di Rivoli Laboratorio Analisi - Presidio Ospedaliero di Rivoli • Persone coinvolte: 8
VALUTAZIONE Cosa abbiamo fatto: • Periodo di Valutazione: Un mese (Luglio 2002) • La Direzione Sanitaria ed un funzionario dell’Azienda fornitrice hanno collaborato per lo svolgimento dei seguenti compiti: • Corso di addestramento e formazione il giorno precedente l’inizio della valutazione(non esistono presidi di sicurezza, per quanto evoluti, che siano in grado di operare un’efficace riduzione delle esposizioni se non correttamente utilizzati). • Presenza nei reparti,durante l’orario prelievi,il primo giorno di utilizzo dei dispositivi di sicurezza • Presenza settimanale nei reparti per tutto il periodo di valutazione dei dispositivi di sicurezza Durante tutto il periodo della valutazione sono stati eliminati gli aghi convenzionali,sono stati utilizzati solo Dispositivi di Sicurezza
VALUTAZIONE Criteri di Valutazione: • Protezione per L’Operatore • Qualità e Sicurezza per il Paziente • Interazione tra NPD (Dispositivo di Protezione) ed Utilizzatore • Compatibilità Operativa ed Ambientale
VALUTAZIONE Questionario di Rilevazione Dati
VALUTAZIONE ELABORAZIONE DATI
VALUTAZIONE ELABORAZIONE DATI
ADOZIONE Introduzione NDP in ASL 5 Ago di sicurezza per prelievo sottovuoto Set con ago a farfalla di sicurezza per prelievo sottovuoto In tutti i reparti e servizi dei 4 Ospedali In tutti i punti prelievo ospedalieri e territoriali FORMAZIONE A TUTTI GLI OPERATORI
ADOZIONE Obiettivi attesi L’eliminazione o la drastica riduzione dell’esposizione occupazionale al rischio biologico La riduzione dei costi relativi alla gestione post – esposizione degli eventi accidentali La realizzazione di economie di scala Le diffusione della “cultura della sicurezza”
ADOZIONE Fase Formativa Novembre - Dicembre 2004 • La Direzione sanitaria e l’Azienda fornitrice hanno collaborato a: • Sviluppo e realizzazione programma di formazione di una giornata rivolto a tutti i responsabili infermieristici e al personale dei laboratori analisi, a rotazione sui 4 Ospedali • Addestramento dedicato a tutto il personale infermieristico (reparti, pronto soccorso, laboratori analisi ospedalieri e territoriali), con meccanismo “ a cascata” .
ADOZIONE Fase Operativa Gennaio 2005 Introduzione progressiva – a partire dall’Ospedale più grande – con contestuale ritiro degli aghi convenzionali Supporto da parte di istruttori esperti, durante i primi giorni dell’utilizzo, con possibilità, attraverso costante monitoraggio della Direzione sanitaria, di tempestivo intervento per dubbi o malfunzionamenti.
MONITORAGGIO Prima fase • Ad un mese dall’utilizzo in ogni reparto o servizio, vengono somministrati, due questionari (gli stessi della fase sperimentale) per valutare: • L’ago di sicurezza per prelievo sottovuoto • Il set con ago a farfalla di sicurezza per prelievo sottovuoto • ad almeno due tra gli operatori che maggiormente hanno avuto modo di utilizzarli.
MONITORAGGIO ELABORAZIONE DATI
MONITORAGGIO ELABORAZIONE DATI
MONITORAGGIO Sistema di Gestione Programma di sorveglianza continua attivo e collaudato sui rischi da esposizione Monitoraggio sull’utilizzo degli NDP a tappeto con sviluppo del protocollo (a 6 mesi e ad 1 anno dall’introduzione) Formazione continua e informazione ai nuovi assunti
CONCLUSIONI I PRESIDI DI SICUREZZA PER LA RIDUZIONE DELLE PUNTURE ACCIDENTALI: • Sono configurabili quali strumenti di protezione collettiva ed, in ottemperanza al D.Lgs.626/94,essi andrebbero resi disponibili prima ancora dei dispositivi di protezione individuale (Capo I, art.3, comma 1, lettera ‘g’); • La loro mancata adozione si configura come inadempienza rispetto agli obblighi previsti al Capo II, art.79 del già citato decreto.
CONCLUSIONI I PRESIDI DI SICUREZZA PER LA RIDUZIONE DELLE PUNTURE ACCIDENTALI: • Hanno un buon impatto sugli operatori e sui pazienti; • Non hanno dato origine ad alcun tipo di incidente o malfunzionamento; • Non hanno indotto un aumento dei costi di gestione (approvvigionamento, smaltimento…); • Hanno ancora un costo aggiuntivo , rispetto ai dispositivi convenzionali.