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N. Molteni - docente specializzato

LA DIDATTICA INTEGRATA E IL DOCENTE INCLUSIVO: dall’osservazione alla didattica. Cadorago, 23 ottobre 2012 - Insegnante Nicola Molteni - Docente specializzato scuola primaria. N. Molteni - docente specializzato. 1. 2. N. Molteni - docente specializzato.

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  1. LA DIDATTICA INTEGRATA E IL DOCENTE INCLUSIVO: dall’osservazione alla didattica Cadorago, 23 ottobre 2012 - Insegnante Nicola Molteni - Docente specializzato scuola primaria N. Molteni - docente specializzato 1

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  3. IL CONCETTO DI “BISOGNO EDUCATIVO SPECIALE” QUALSIASI DIFFICOLTA’, TRANSITORIA O PERMANENTE, DI TIPO PSICOLOGICA, MOTORIA, COMPORTAMENTALE, RELAZIONALE, RELATIVA ALL’APPRENDIMENTO O DERIVANTE DA SVANTAGGIO SOCIO-ECONOMICO O CULTURALE Un bambino ha un BES quando il suo funzionamento nell’apprendimento, nello sviluppo e nell’educazione incontra qualche problema. Pertanto necessita di un intervento specifico e mirato all’inclusione. Le difficoltà di apprendimento comportano una difficoltà nell’insegnamento N. Molteni - docente specializzato 3

  4. BES APPRENDIMENTO SVILUPPO EDUCAZIONE INTERVENTI SPECIFICI MIRATI N. Molteni - docente specializzato 4

  5. COMPLESSITA’ DELL’INCLUSIONE INCLUSIONE: modificare l’ambiente in funzione delle diversità al fine di consentire la piena espressione delle caratteristiche individuali di ciascuno. TENER CONTO DI ALCUNE CRITICITA’: A. Complessità ambientale interna:  SCUOLA B. Complessità ambientale esterna:  FAMIGLIA, EXTRASCUOLA C. Complessità funzionale dovuta alla disabilità  INDIVIDUALE (Non sempre GRAVITA’ = COMPLESSITA’) Necessità di NUOVI STILI DIDATTICI N. Molteni - docente specializzato 5

  6. IL CONTESTO • Inteso come COMPLESSITA’ relativa alla situazione di DISABILITA’ • (caratteristiche individuali, affettive, relazionali, ambientali) • Il team docenti deve ARMONIZZARE la lettura del contesto secondo uno • schema condiviso di strumenti concettuali • Ottica attenta al BISOGNO EDUCATIVO SPECIALE (BES) Riferimento al modello ICF (Classificazione internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute) N. Molteni - docente specializzato 6

  7. IL MODELLO ICF • Partenza dallo STATO DI SALUTE, e non di malattia, del soggetto • Valutazione delle: • CONDIZIONI FISICHE • CONDIZIONI DI CONTESTO FACILITANO O LIMITANO il funzionamento della persona Tutti possiamo incontrare difficoltà di varia natura Si possono evidenziare BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI N. Molteni - docente specializzato 7

  8. PUNTI DI FORZA ICF 1. Fornisce una visione più completa della persona 2. Usa un linguaggio che prevede una visione ECOLOGICA 3. Considera lo stato di salute e il funzionamento di una persona = INTERAZIONE di molteplici fattori: - riferiti alla persona medesima - riferiti al contesto in cui vive 4. Fornisce una prospettiva che consente di costruire un PEI relativo a un possibile PROGETTO DI VITA 5. Coinvolge una MOLTEPLICITA’ DI “ATTORI” : famiglia, scuola, servizi sanitari, risorse del territorio N. Molteni - docente specializzato 8

  9. Condizioni fisiche (disturbo o malattia) Funzioni corporee Strutture corporee Attività personali Partecipazione sociale Fattori contestuali Fattori ambientali Fattori personali Modello di funzionamento della persona proposto dall’OMS N. Molteni - docente specializzato 9

  10. Diagnosi Conoscenza alunno Condizioni fisiche Storia clinica Funzioni corporee Attività personali Partecipazione sociale Ambientali Fattori contestuali Personali Attenzione Funzioni mentali Memoria Ragionamento e calcolo PEI Attività personali Autonomia Linguaggio e comunicazione Relazioni interpersonali Partecipazione sociale Apprendimento scolastico (discipline) Ruoli extrascolastici Fattori contestuali personali Autostima / Autoefficacia N. Molteni - docente specializzato 10

  11. Funzioni mentali Funzioni mentali globali: orientamento spaziale, temporali, intellettive Funzioni mentali specifiche: attenzione, memoria, funzioni psicomotorie, emozionali, percettive (uditiva, visiva…), del pensiero (componente ideativa della mente: ritmo,forma, contenuto, controllo del pensiero) Funzioni cognitive di livello superiore: astrazione, gestione del tempo, organizzazione e pianificazione ( materiale scolastico e compiti ) flessibilità cognitiva, capacità di giudizio, problem solving (o soluzione di problemi) Funzioni mentali del linguaggio: recezione e produzione orale e scritta, non verbale Funzioni di calcolo: semplice e complesso N. Molteni - docente specializzato 11

  12. Indicatori educativi e didattici delle discipline • Discipline espressive: recezione, produzione, competenza metalinguistica, abilità • (ITALIANO, L2, L3, ARTE, MUSICA) • Discipline legate a contesti concreti e manipolabili: conoscenze di base, abilità, • competenza lessicale, generalizzazione • (STORIA, GEOGRAFIA, SCIENZE, TECNOLOGIA - applicazione delle conoscenze – • ED. MOTORIA - gestione della forma fisica ed esperienza del sé -) calcolo semplice e complesso (soprattutto sc. secondaria) • Matematica: geometria: calcolo semplice e complesso, discriminazione e generalizzazione • Accanto ad ogni OBIETTIVO, indicare attività FORMATIVE • Indicare forme di VERIFICA E VALUTAZIONE N. Molteni - docente specializzato 12

  13. Esemplificazione: alunno con R.M. medio-lieve • Funzioni mentali globali: • - orientamento spaziale: nella norma • orientamento temporale: difficoltà riferita, in particolare,, a sequenze logico-temporali anche semplici. • funzioni intellettive: presenza di un ritardo mentale medio-lieve, con caduta delle performance in ambito linguistico • Funzioni mentali specifiche: • attenzione: focale, in riferimento ad uno stimolo iconico e di breve durata. • Livello di concentrazione migliorato, anche se non sempre adeguato alla prestazione richiesta. • memoria: compromessa quella a lungo termine, se riferita ad apprendimenti scolastici, • mentre le performance migliorano se legate ad un contesto affettivo. Migliore la memoria a breve termine. • funzioni psicomotorie: permane qualche difficoltà a livello di prassia, soprattutto in riferimento a quelle complesse; • equilibrio precario, non sempre riesce a dosare la forza fisica in funzione di uno scopo (ipertonia). • funzioni emozionali: spesso non è in grado di controllare la propria impulsività; tende ad essere dipendente • dall’adulto e, talvolta, assume atteggiamenti oppositivi. • - funzioni percettive: difficoltà nella selezione dello stimolo in presenza di distrattori interni od esterni. • funzioni del pensiero (componente ideativa, controllo del pensiero): risultano notevolmente deficitarie. • Funzioni cognitive di livello superiore: • - astrazione: non possiede competenze di astrazione. • gestione del tempo:. più il compito è semplice e suddiviso in operazioni sequenziali, maggiore è la sua • capacità di rispettare i tempi assegnati. • Spesso, a causa della sua difficoltà nell’autocontrollo emotivo, esegue le consegne date con eccessiva fretta. • - flessibilità cognitiva: deficitaria. • giudizio: emette un giudizio di merito in relazione alle proprie competenze o difficoltà o ai propri vissuti, • spesso ancorato alla realtà della situazione, con manifestazioni eccessive di euforia. • - soluzione di problemi: buone competenze di problem solving. N. Molteni - docente specializzato 13

  14. Funzioni mentali del linguaggio: • - recezione del linguaggio verbale orale, verbale scritto, non verbale: comprende i messaggi orali. • Le capacità di ascolto sono migliorate, anche se ancora influenzate dal basso livello di attenzione e • concentrazione prestato e anche dalla difficoltà di comprensione del significato di parole. • Il linguaggio verbale scritto è limitato alla scrittura di alcune parole bisillabe e trisillabe piane conosciute. • espressione del linguaggio verbale orale: presenta difficoltà fonologiche di vario genere ed è in grado • di formulare semplici frasi di uso quotidiano. • Spesso non vi è concordanza tra genere e numero e tra soggetto e predicato. • Decisamente migliore l’uso del linguaggio in funzione comunicativa: le informazioni sono sempre • più precise e numerose. • Funzioni di calcolo: • calcolo semplice: opera sulle dita entro il 10 con sicurezza, entro il 20 sulla linea dei numeri. • Conosce i numeri entro il 20. • calcolo complesso: opera con sottrazioni e addizioni entro il 20 sulla linea dei numeri. • Funzioni dell’esperienza di sé e del tempo: • - esperienza di sé: non adeguata. • - immagine corporea: abbastanza adeguata. • esperienza del tempo: maggiormente consapevole, soprattutto in relazione alla successione delle • attività didattiche quotidiane N. Molteni - docente specializzato 14

  15. MOMENTI DELL’ OSSERVAZIONE Osservazione Attenzione al soggetto disabile Rilevazione docente alunno Comunicazione Riflessione N. Molteni - docente specializzato 15

  16. “Elementi da considerare nell’analisi della situazione di partenza (anche per la stesura di prove di ingresso) di alunni in situazione di handicap o di difficoltà di apprendimento” QUADRO GENERALE ELEMENTI SPECIFICI • Aspetto cognitivo: • funzioni mentali superiori (attenzione e mem.) • stile di apprendimento • strategie di problem solving • organizzazione spazio-temporale • sviluppo psicomotorio • b. Aspetto comunicazione: • competenze linguistiche • uso pragmatico della comunicazione • curiosità cognitiva • c. Aspetto autonomia: • personale • sociale • d. Area apprendimenti: • strumentalità di base • generalizzazione apprendimenti • Sociale/relazionale: • nel gruppo • In situazioni di lavoro individuale • In situazioni informali • b. Ambientale: • rispetto dei tempi • adattamento alle attività (impegno) • curiosità cognitiva N. Molteni - docente specializzato 16

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  18. STRUMENTI OGGETTIVI N. Molteni - docente specializzato 18

  19. IL COMPORTAMENTO PROBLEMA Si considera il comportamento problema come una risposta ad un certo stimolo (es. situazione rumorosa), finalizzata all’ottenimento di un risultato considerato positivo (es. allontanarsi dalla situazione rumorosa). Identificata la funzione comunicativa di un certo comportamento problema, si può orientare l’intervento educativo verso l’apprendimento di una forma più adeguata di comunicazione(ad esempio chiedere: Posso uscire? = Indicare la porta o carte di comunicazione). STIMOLO REAZIONE ALUNNO RISPOSTA AMBIENTE N. Molteni - docente specializzato 19

  20. Scheda per la raccolta dei dati con diagramma Studente______________. Data inizio___________.Comportamento target_________. Data fine__________.Es. battere la testa sul pavimento N. Molteni - docente specializzato 20

  21. Esecuzione azioni/comunicazione • Vengono definiti: • il contesto in cui avviene il processo di comunicazione/esecuzione • la modalità di comunicazione • le funzioni (scopi) per le quali viene messa in atto la comunicazione N. Molteni - docente specializzato 21

  22. ELENCO COMPORTAMENTI PROBLEMA 1. NON E’ ABBASTANZA CONCENTRATO 2. E’ DISTRATTO PER QUASI TUTTO IL TEMPO 3. SI ALLONTANA DAL PROPRIO POSTO 4. PARLA A VOCE ALTA/FISCHIETTA/ RIDE 5. INTERROMPE I COMPAGNI NEL LORO LAVORO 6. NON PORTA A TERMINE IL LAVORO 7. INTERROMPE LA LEZIONE 8. SI OPPONE/RIFIUTA CONSEGNE DI LAVORO O REGOLE 9. AGGREDISCE I COMPAGNI/LE LORO COSE 10. ALTRO Legenda relativa al setting: Cl = in classe In = nel rapporto individualizzato D = presenza del solo docente di classe S = presenza del solo o anche del docente di sostegno N. Molteni - docente specializzato 22

  23. Osservazione strutturata settimanale Modalità compilazione: Indicare il numero del comportamento problema / setting di lavoro Settimana dal __________ al _______________ Docente/e rilevatore/i: _________________________________ N. Molteni - docente specializzato 23

  24. Osservazione tipologia comportamento problema Tipo di comportamento : ____________________________________________________ Data: ____________ Contesto: ___________________ Docente: ________________ N. Molteni - docente specializzato 24

  25. Griglia di rilevazione comportamento problema Comportamento problema: _________________________________________________ F R E Q U E N Z A S E T T I M A N A L E NUMERO DI SETTIMANE N. Molteni - docente specializzato 25

  26. INTERVENTI • Avvertimento • Richiamo verbale • Ipercorrezione • Blocco fisico • Punizione • Time-out • Allontanamento • Indifferenza • E’ importante evitare qualsiasi giudizio od intervento che incida sull’immagine di sé e • sull’autostima. • La esemplificazione, da parte del docente, di un COMPORTAMENTO POSITIVO • SOSTITUTIVO, invece, è estremamente funzionale. • Ancor più funzionale pare essere la definizione di un contratto educativo tra • l’adulto e l’alunno. N. Molteni - docente specializzato 26

  27. IO SOTTOSCRITTO ____________________________ , ALUNNO DELLA CLASSE _________________, • CERCHERO ’ • DI RISPETTARE I SEGUENTI IMPEGNI PER LE PROSSIME ____ SETTIMANE: • 1. ALZARE LA MANO PER AVERE IL PERMESSO DI PARLARE • . RESTARE SEDUTO AL BANCO PER ALMENO 5 MINUTI • SE RISPETTERO’ QUESTI DUE IMPEGNI PER OGNI ORA DI LEZIONE, AVRO’ LA POSSIBILITA’ DI : • FARE UN DISEGNO 5 MINUTI PRIMA DEL TERMINE DELLE LEZIONI • SE NON RIUSCIRO’ A RISPETTARE GLI IMPEGNI NON POTRO’ SVOLGERE L’ATTIVITA’ CHE HO SCELTO. • L’alunno Gli insegnanti • ___________________ _____________________ • Data e luogo, __________________ N. Molteni - docente specializzato 27

  28. Modalità di stesura del CONTRATTO 1. Definire con l’alunno i comportamenti problema su cui agire. 2. Trasformare il comportamento problema in modalità positiva di azione. Es: “ ALZA LA MANO PER AVERE IL PERMESSO DI PARLARE” Invece di “ NON PARLARE SENZA AVERE IL PERMESSO DA ME”. Es: “RESTA SEDUTO AL BANCO PER ALMENO 5 MINUTI” Invece di “NON CONTINUARE AD ALZARTI DAL BANCO” N. Molteni - docente specializzato 28

  29. 3. All’inizio definire 2 max 3 comportamenti su cui agire 4. Individuare una gratificazione da realizzare e che non sia di disturbo alla classe 5. Procedere ad una costante valutazione 6. Favorire l’autovalutazione 7. Restituire gli esiti attraverso un feed-back ragionato e costruttivo 8. Rendicontare anche alla famiglia e proporre strumenti simili 9. Individuare forme diverse di rilevazione dei risultati 10 Non rendere complessa la stesura del contratto e la rilevazione N. Molteni - docente specializzato 29

  30. Controllo del contratto Settimana dal ______ al ___________ • Restare seduto per almeno 10 minuti consecutivi per ogni ora di lezione • Alzare la mano per chiedere di bere • Alzare la mano prima di intervenire e aspettare il permesso • Condizione minima: 2 faccine per ogni ora • Premio: 5 minuti di disegno o aiuto insegnante ogni 4 faccine N. Molteni - docente specializzato 30

  31. DALL’INTEGRAZIONE ALL’INCLUSIONE • INTEGRAZIONE: • - considera gli alunni disabili • considera prima l’individuo e poi l’ambiente • favorisce una risposta specialistica • ha una finalità compensatoria (AGISCE SUI “RESIDUI”) • INCLUSIONE: • considera tutti gli alunni • considera prima l’ambiente (contesto) e poi l’individuo • favorisce una risposta ordinaria (non speciale) • ha una finalità sociale: interazione tra tutti gli “ATTORI” Nell’inclusione, l’approccio è MULTIDIMESIONALE e le risposte didattiche sono POLIDIMESIONALI. N. Molteni - docente specializzato 31

  32. LE 3 D: DISABILITA’ – DIFFICOLTA’- DIFFERENZA ABILITA’: “Mettere in atto una serie di azioni in modo rapido ed efficiente per raggiungere uno scopo con un minimo dispendio di risorse” (Stella) DISABILITA’: incapacità ad eseguire azioni in modo veloce • Ciò che si manifesta della • DISABILITA’. • Sono difficoltà di vario genere: • personali • sociali • scolastiche “Tutti i bambini possono imparare e tutti i bambini sono tra loro diversi” (UNESCO). DIVERSITA’ come elemento non discriminante. STILI DI APPRENDIMENTO diversi MODELLO SOCIALE DELLE DIFFERENZE INDIVIDUALI N. Molteni - docente specializzato 32

  33. LA NEURODIVERSITA’ LE PERSONE POSSONO COMPORTARSI E PENSARE IN MODO DIVERSO LE UNE DALLE ALTRE. TALI DIFFERENZE NON SONO NECESSARIAMENTE DISFUNZIONALI. DIFFICOLTA’ DI APPRENDIMENTO = DIFFICOLTA’ DI INSEGNAMENTO DIFFERENZE DI APPRENDIMENTO = DIFFERENZE DI INSEGNAMENTO LE NEURODIVERSITA’ PORTANO I DOCENTI A UTILIZZARE NUOVI STILI DI INSEGNAMENTO N. Molteni - docente specializzato 33

  34. STILI DI APPRENDIMENTO STILE VISIVO - VERBALE I mammiferi (Mammalia, Linnaeus1758) sono una classe di vertebrati appartenente al phylum dei Cordati, a diffusione cosmopolita. La classe dei Mammiferi conta circa 5.400 specie (5420)[1] attualmente viventi, variabili in forma e dimensioni dai pochi centimetrI… Usa quasi esclusivamente il CODICE SCRITTO. L’alunno impara leggendo. N. Molteni - docente specializzato 34

  35. STILE VISIVO – NON VERBALE Usa MAPPE, DISEGNI, PAROLE-CHIAVE, GRAFICI, COLORI… Fa riferimento al VISUAL LEARNING: comprensione e memorizzazione di un concetto attraverso IMMAGINI MENTALI (statiche o dinamiche). N. Molteni - docente specializzato 35

  36. UDITIVO Si basa molto sull’ASCOLTO: assistere alla spiegazione, partecipare a discussioni, registrare le lezioni, ascoltare le lezioni, cd, libri digitali, usare libri digitali … CINESTETICO Fa svolgere ATTIVITA’ CONCRETE per comprendere gli argomenti. N. Molteni - docente specializzato 36

  37. STILI DI INSEGNAMENTO VERBALE ANALITICO VISUALE SISTEMATICO GLOBALE INTUITIVO N. Molteni - docente specializzato 37

  38. APPRENDIMENTO SIGNIFICATIVO SCOPO INSEGNAMENTO: rendere l’apprendimento SIGNIFICATIVO (Ausubel e Novak). N. Molteni - docente specializzato 38

  39. Modello di STELLA - GRANDI N. Molteni - docente specializzato 39

  40. Tipologie didattica DIDATTICA INDIVIDUALIZZATA DIDATTICA PERSONALIZZATA DIDATTICA INTEGRATA • Obiettivi comuni o simili • Obiettivi, contenuti e attività come fine dell’insegnamento • Semplificazione percorso apprendimento • Obiettivi simili o differenti • Obiettivi, contenuti, attività diversi e fine dell’insegnamento • Riduzione e differenziazione apprendimento • Obiettivi comuni, simili e differenti • Obiettivi, contenuti come mezzo e non fine • Attenzione al processo di integrazione N. Molteni - docente specializzato 40

  41. Didattica individualizzata Adeguare insegnamento alle caratteristiche individuali degli alunni: A. Valuta i prerequisiti cognitivi Obiettivi formativi comuni B. Stimola le capacità linguistiche C. Valorizza i ritmi di apprendimento N. Molteni - docente specializzato 41

  42. Didattica personalizzata Individuare obiettivi, contenuti e attività specifiche per ogni singolo allIevo • Le caratteristiche della personalizzazione della didattica potranno essere: • simili a quelle del gruppo classe; • completamente differenti da quelle del gruppo classe Compito del docente: cercare di integrare i due percorsi Individualizzazione e personalizzazione non si escludono N. Molteni - docente specializzato 42

  43. Didattica integrata “Integrazione è un processo in continuo divenire in cui sia il gruppo ricevente sia i nuovi soggetti tendono a cambiamenti atti a consentire loro occasioni di condivisione di comuni conoscenze, di aiuto reciproco…” (Gelati) Integrazione NON E’ far svolgere attività completamente diverse Integrazione NON E’ trascorrere la maggior parte del tempo fuori dalla classe • Passare a una DIDATTICA INTEGRATA • - eterogeneità come normalità • discipline come MEZZO e non come fine per promuovere la personalità N. Molteni - docente specializzato 43

  44. Il docente inclusivo • E’ capace di: • - creare un clima di classe inclusivo (accettazione e rispetto delle diversità) • adattare stile di insegnamento, strategie, materiali, tempi, tecnologie • sviluppare un approccio cooperativo • sviluppare una didattica metacognitiva • trovare punti di contatto tra la programmazione di classe e quella personalizzata/ • individualizzata • modificare strategie … durante il percorso di insegnamento/apprendimento • favorire la creazione di reti relazionali (famiglia, enti specialistici…) Passare a una DIDATTICA INCLUSIVA N. Molteni - docente specializzato 44

  45. PER INTEGRARE IL CURRICOLO (per alunni diversamente abili) • Programmare attentamente conoscenze e abilità che dovranno acquisire • (analisi programmazione di classe) 2. Considerare obiettivi presenti nel PEI in riferimento a: autonomia abilità sociali strategie di apprendimento Quali inserire nella didattica integrata? 3. Procedere ad osservazione e valutazione sistematiche per individuare altre abilità necessarie N. Molteni - docente specializzato 45

  46. N. Molteni - docente specializzato 46

  47. CONCLUSIONI • Nelle classi sono presenti ormai molti alunni con BES: • DSA • diversamente abili • ADHD • DSL • altre tipologie • Ciò comporta una MODIFICA della modalità ORGANIZZATIVA nella gestione • della classe e l’uso di una DIDATTICA FLESSIBILE al livello di: • STRATEGIE • METODOLOGIE • STRUMENTI • MEDIATORI • TEMPI • SPAZI N. Molteni - docente specializzato 47

  48. INCLUDERE nuove modalità operative = favorire INCLUSIONE dell’alunno. La qualità della scuola può essere giudicata solo in base alla capacità del corpo docenti di RINNOVARSI e di passare ad una DIDATTICA INCLUSIVA ! DOCENTE ALUNNO / DIFFICOLTA’ DIDATTICA FLESSIBILE PEI N. Molteni - docente specializzato 48

  49. TRA DOCENTE DI SOSTEGNO E DOCENTE CURRICOLARE Errate convinzioni L’ins. di sostegno come unico titolare dell’insegnamento all’alunno disabile L’ins. curricolare crede di non avere titolo o competenza per operare con l’alunno disabile Considerare l’ins. di sostegno come un docente predisposto alla “cura” e al controllo dell’alunno disabile N. Molteni - docente specializzato 49

  50. Perché un’interazione? La stesura e la realizzazione del PEI dev’essere opera di tutto il corpo docente L’ins. padroneggia meglio i contenuti disciplinari e, quindi, la selezione degli obiettivi didattici per la classe. L’ins. di sostegno conosce meglio le caratteristiche delle patologie e le relative metodologie e, quindi, è maggiormente in grado di selezionare obiettivi didattici individualizzati o personalizzati. N. Molteni - docente specializzato 50

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