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GLI EFFETTI DELL’ALLOCAZIONE TEMPORANEA NELLE SOC DI ORTOPEDIA SUI PAZIENTI INTERNISTICI 17 ottobre 2013. Dott.ssa Patrizia Magrin. FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA Corso di Laurea Specialistica Interateneo in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche Tesi di Laurea. BACKGROUND (1).
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GLI EFFETTI DELL’ALLOCAZIONE TEMPORANEA NELLE SOC DI ORTOPEDIA SUI PAZIENTI INTERNISTICI 17 ottobre 2013 Dott.ssa Patrizia Magrin FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA Corso di Laurea Specialistica Interateneo in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche Tesi di Laurea
BACKGROUND (1) La razionalizzazione delle risorse destinate al SSN in seguito alla riforma sanitaria ha portato alla riduzione dei posti letto ed al fenomeno del sovraffollamento ospedaliero (Vilke et al 2004, Nardi et al 2009, Lo Scalzo et al 2009). Caratteristiche della popolazione ospedalizzata (dati ISTAT).
Il sovraffollamento risulta essere un problema internazionale (Fatovich et al 2003, Forero & Hillman 2009, OECD 2009).
BACKGROUND (2) Dalla letteratura risultano esserci importanti collegamenti tra il sovraffollamento ed outcomes negativi sui pazienti (Foster et al 2003, Sprivulis et al 2006, Richardson 2006). Nel nostro paese il sovraffollamento riguarda maggiormente i reparti di Medicina Interna ed i Pronto Soccorso, conseguentemente, i pazienti vengono allocati temporaneamente presso altre unità operative(Padovan et al 2006, Arienti et al 2008, Nardi 2009).
Cause che precedono il ricovero( invecchiamento della pop.,commorbidità, mancata previsione ricoveri ripetuti, scadente continuità delle cure,mancanza di comunicazione e coordinamento tra MMG e i med. Ospedalieri). • Cause dovute a disfunzioni durante il ricovero(insuff. Filtro ai ric. innapropriati,mancanza di strutture per l’osservazione temporanea, difficoltà nelle dimissioni e nei rapporti con i servizi sociali e del territorio). • Cause relative alla fase post ricovero(mancanza di pianificazione dei followup, difficoltà nell’ottenere posti nelle RSA ecc.).
Strategie per la gestione del sovraffollamento ospedaliero • In Europa: creazione nursing homes, potenziato le cure infermieristiche domiciliari, rete di ambulatori territoriali per la soluzione dei codici bianchi, osservazione temporanea, collegare la rete sociale e sanitaria). • In Italia: La difficoltà maggiore sembra essere la dimissione. Importanza della dimissione pianificata,analisi accurata dei bisogni della popolazione,sviluppo territoriale…………(presidio ambulatoriale aperto sulle 24 ore-integrazione sociosanitaria-punti di primo intervento -formazione-fast track-centri diurni-ADI-riab. Domiciliare-percorsi diagnostico terapeutici-RSA-Hospice…….).
Esiti Infermieristici • Gli esiti infermieristici si definiscono come una condizione, un comportamento o una percezione misurabile e largamente influenzata da o sensibile alle cure infermieristiche (IOWA 2000). • Non riguardano solo gli aspetti classici dell’assistenza, ma attengono anche all’insieme degli effetti prodotti dagli infermieri, sia di natura sanitaria che organizzativa (Stone 2002) • Cure infermieristiche che possono essere di natura tecnica,relazionale e/o educativa. • L’ individuazione dell’esito che si desidera analizzare e lo strumento adatto alla sua misurazione risulta fondamentale per una ricerca affidabile. • Esiti positivi/negativi.
Composizione dello staff ed esiti sui paz. • Molti autori hanno evidenziato l’associazione tra l’aumento di Inf. nello staff e quote inferiori di mortalità ospedaliera ed eventi avversi nei paz. (Cho 2003, Kane 2007,Aiken2009). L’inadeguatezza dello staff e gli eccessivi carichi di lavoro contribuiscono a creare un ambiente di lavoro difficile( mancanza di tempo, inadeguata supervisione, inadeguata comunicazione, confusione e stress, burnout). Rapid response team ed evidenza di efficacia. (Winters 2006).
MATERIALI E METODI (1) Disegno dello studio Retrospettivo comparativo. Ipotesi ed obiettivo dello studio a. verificare se alcuni esiti, su gruppi omogenei di pazienti internistici, possono modificarsi in relazione alla composizione quali-quantitativa del personale di assistenza in due diversi setting assistenziali; b. verificare se esiste una differente occorrenza di esiti negativi tra i pazienti internistici allocati temporaneamente nelle SOC di Ortopedia e quelli che rimangono per tutta la durata della degenza nella SOC di Medicina.
MATERIALI E METODI (2) Setting Lo studio è stato condotto nelle SOC di Medicina ed Ortopedia del Presidio Ospedaliero di Gorizia e Monfalcone, presso la ASS n°2 Isontina. Campione La popolazione studiata è stata suddivisa in : esposti, dai pazienti che sono stati ricoverati nelle SOC di Medicina dei P.O. di Gorizia e Monfalcone dal 01-01-2010 al 31-12-2010 e che sono stati allocati temporaneamente nelle SOC di Ortopedia dello stesso presidio ospedaliero, a causa della mancanza di posti letto; controlli, dai pazienti ricoverati nelle SOC di Medicina dei P.O. di Gorizia e Monfalcone dal 01-01-2010 al 31-12-2010 che sono rimasti per tutto il periodo del ricovero nel reparto internistico di appartenenza.
MATERIALI E METODI (3) Criteri di inclusione: Età ≥ 65 anni; Diagnosi di ammissione: di interesse internistico; Presenza o meno di comorbidità. Variabili considerate riferite a: Outcomes dei pazienti; Composizione del personale; Attività di SOC.
MATERIALI E METODI (4) Analisi dei dati: Programma SPSS versione 18, Indici di posizione centrale, Frequenze e percentuali, Chi Quadrato, Confronto appaiato di medie (IC 95%), Livello di significatività P < 0,05.
DISCUSSIONE(1) La popolazione presa in esame risultava essere omogenea riguardo le caratteristiche demografiche, epidemiologiche e di complessità clinica; La durata della degenza media era di 12.7 giorni, superiore alla media nazionale (6.74) e regionale (7.47) (dati SDO 2009); Needleman et al (2002) e Cho et al (2003) nei loro studi rilevavano una possibile connessione tra scarsi livelli di staff infermieristico e aumento della degenza media.
DISCUSSIONE(2) • Non sono emerse differenze statisticamente significative tra gli esposti ed i controlli per quanto riguarda: mortalità intraospedaliera, trasferimento in area critica e riammissione entro 30 giorni; • Tra gli esiti assistenziali si rilevava un valore statisticamente significativo (p=0.00) nel parametro febbre ≥ 38 e antibioticoterapia a favore dei pazienti esposti; • Yang (2003) e Cho et al (2003) hanno osservato, nei loro studi, che all’aumentare del numero di infermieri che si occupavano dell’assistenza, diminuivano le infezioni urinarie, le polmoniti, le LDD e le cadute dei pazienti.
LIMITI DELLO STUDIO • Lo studio riflette una realtà locale; • Si tratta di uno studio retrospettivo; • Letteratura internazionale specifica insufficiente; • Lo studio non tiene conto della variabile assistenziale.
CONCLUSIONI • Lo studio non ha messo in evidenza delle differenze statisticamente significative tra i due gruppi di pazienti esaminati; • Questo risultato all’apparenza può suggerire che i pazienti esposti siano al riparo dagli esiti negativi descritti in letteratura; • Vi è la necessità di monitorare ulteriormente gli esiti sui pazienti; • Anche altri aspetti andrebbero considerati e studiati.