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Giovanna Marotta. Analisi semantica distribuzionale. Nodi tematici e questioni. Sinestesia >> embodied cognition >> percezione, concettualizzazione e linguaggio Sinestesia/ pseudo-sinestesia Valenza semantica, sintassi e grammatica 3. Direzionalità>>concettuale o linguistica?
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Giovanna Marotta Analisi semantica distribuzionale
Nodi tematici e questioni • Sinestesia >>embodiedcognition >>percezione, concettualizzazione e linguaggio • Sinestesia/pseudo-sinestesia • Valenza semantica, sintassi e grammatica 3. Direzionalità>>concettuale o linguistica? 4. Produttività e frequenza dei fenomeni sinestetici nella lingua quotidiana
1. Sinestesia/pseudo-sinestesia Ess.: persona acida (o fredda o calda o dura o dolce), animo cupo, cuore caldo (o freddo o duro), testa calda, mente lucida PROPOSTA: Matrice binaria di alcuni tratti semantici applicabili alla percezione sensoriale estesa>> tutti sensi e la sfera psicologica sono comparabili secondo una dimensione binaria
2. Semantica, sintassi e grammatica • Modello prevalente: Nome e Aggettivo >>perché normalmente non si ha sinestesia in Sintagmi Verbali? (Ess: Vb [percezione x] + Ogg. [percezione y]; *ascoltare colori; *vedere odori; *toccare un suono; *annusare il giallo; *vedere suoni Diverso il caso di Gustare e Sentire; Sogg. [percezione x] + Vb [percezione y]; per es. *il puzzo brilla vs. il colore brilla; *il colore vibra vs. il suono vibra; *lo sguardo rimbomba vs. la musica rimbomba • Relazione predicativa vs una attributiva (uno sguardo che tocca, uno sguardo che spoglia; i colori sono squillanti , ma non squillano) • No Agente ma Esperiente • il suo sguardo mi ha spogliato è perfettamente accettabile, grazie alla presenza dell’aggettivo possessivo del soggetto e del pronome personale oggetto, che evocano i due attanti, attivo e passivo, nell’atto del guardare
3. Direzionalità >> tatto-gusto-olfatto-udito-vista(= sia per filogenesi per ontogenesi) • Non attestato da uditoa gusto (*un sapore assordante) • una luce fredda versus un freddo luminoso; • un silenzio dolce versus una dolcezza silenziosa; • un colore caldo versus un calore colorato; • una dolce fragranza versus una fragrante dolcezza • . a cold light vs. a lightedcoldness; • a sweetsilence vs. asilentsweetness • da una fonte (source) più saliente a un bersaglio (target) meno saliente • Schema Williams Neurofisiologia>>molti fattori genetici, esperenziali, culturali>> struttura neuro-cognitiva è almeno in parte indipendente dalla modalità sensoriale
2.Gerarchia in base alla ricchezza lessicale>>i sensi più sono ricchi e definiti più spesso sono sorgente? • Udito- Vista+ >> ma la vista non è solo source ma anche target • E’ vero, però, che entrambi sono quelli più ricchi e più utilizzati come sorgente • Analisi dei corpora: • Type (forme tipo) token (occorrenze)
Voci esaminate in Sketch Engine 1 miliardo e 900.000 tokens per ItWaC (ora ItTenTen) vs. circa 331 milioni tokens per la Repubblica
conclusione • Scarsa frequenza in generale dei processi sinestesici • Ma anche 11% di ruvido >> suono 17 % per morbido >>vista; Gusto dolce amaro 8-17% >>Vista ; 3-7% udito • Più raro l’impiego di aggettivi denomiali con suffisso di tipo participiale (saporito o squillante) • Prevalenze sinestesie di tipo psicologico-morale • I casi più frequenti, quindi, >> Desemantizzazione (scolorimento o semantic bleaching ‘candeggiare’) • Le differenze sembrano essere, almeno in parte, di tipo lessicale, cioè relative al singolo attributo, e non dipendere dal senso coinvolto • Dimostrazione della la nota legge di Zipf: la frequenza f di una parola in un testo è inversamente proporzionale al suo rango (n), lì dove il rango è la posizione che la parola occupa all’interno di un ordinamento decrescente P (costante) 1 di 4992 fn =----------- 2 che 4232 n 3 e 3412 rango >> essere comuni (50% della parola di un testo sono comuni) Predicibilità/leggibilità>>stilometria
Legge di Zipf F r e q F r e q altezza rango
Emanuele Banfi Opacità dell’italiano >> erosione confini 2. trascrizione alfabetica vs trasparenze del cinese
Cinese: lingua e scrittura • Lingua tipologicamente isolante, fondata sul valore distintivo del componente sillabico, ogni sillaba è dotata di significato (Yip, 2000: 31-34). • ogni sillaba può prevedere, in base alle altezze tonali che ne definiscono il contorno sovra-segmentale, molti e diversi significati; • i frequentissimi i casi di omofonia tra sillabe omotoniche sono risolti grazie al contesto e al cotesto (Packard, 2000: 305) • Scrittura • il componente (macro-)semantico rappresentato dai ‘radicali’ o ‘chiavi’, indicatori di precise macro-categorie semantiche; • gli eventuali indicatori fonologici che permettono di formulare ipotesi (per lo più corrette) su quale possa essere la resa fonologica del carattere e, quindi, la sua lettura; • il numero degli elementi (i ‘tratti’) costituenti il carattere; • infine, tutti gli altri ‘componenti’ presenti nella forma del carattere: un carattere complesso è formato sempre dalla somma di più caratteri semplici.
Iconicità cinese • lingua tipologicamente isolante, fondata sul valore distintivo del componente sillabico, ogni sillaba è dotata di significato • ogni sillaba può prevedere, in base alle altezze tonali che ne definiscono il contorno sovra-segmentale, molti e diversi significati; • i frequentissimi i casi di omofonia tra sillabe omotoniche sono risolti grazie al contesto e al cotesto • il processo di ‘percezione’ della parola cinese avviene attrverso il sistema logo-/ideo-grafico mediante il quale risultano grafematicamente codificate le singole unità morfologiche e in base al quale vengono decodificati, a livello neuro-cognitivo, i singoli valori semantici attraverso la loro ‘processazione’ durante la lettura Tale caratteristica distingue nettamente il cinese, lingua isolante, rispetto ai sistemi agglutinanti o flessivi o incorporanti, nei quali l’unità minima dotata di significato è il morfo, spesso plurisillabico, rinviante a un morfema.
3 forme di iconismo 1. In senso stretto: semantizzazione esplicita>>>>la nozione dell’uno è rappresentata da una linea (yī 一 “uno”), quella del due è rappresentata da due linee sovrapposte (ér二 “due”), quella del tre è rappresentata da tre linee sovrapposte (sān三 “tre”); le nozioni di “sopra” e “sotto” (e i successivi valori verbali: “salire” vs. “scendere”) sono rappresentate dall’immagine di una linea indicante un piano rispetto al quale un piede si alza o si abbassa (shàng 上 “sopra”, “salire” vs. xià下 “sotto”, “scendere”);
3 forme di iconismo • In senso più lato, il termine si riferisce al fatto che in buona parte dei caratteri cinesi è possibile comunque riconoscere le strategie semantiche sottese alla loro forma. Molti caratteri mantengono salda la loro natura originariamente pittografica: >> processo di stilizzazione propria di caratteri quali shān 山 “montagna”, āo凹 “concavo” (rappresentazione di un contenitore incavato), tū凸 “convesso” (rappresentazione di un contenitore caratterizzato da un elemento protruso); ma, anche, del processo di rappresentazione propria di caratteri quali huǒ火 “fuoco” (stilizzazione di una fiamma)
3 forme di iconismo • In senso ancora più esteso:scomponibilità in elementi >> míng明 “luminoso”, la nozione della luminosità è richiamata dalla giustapposizione dei due caratteri indicanti i due astri maggiori (rì 日 “sole” e yuè 月 “luna”) • kū哭 “piangere”, “pianto”. Al radicale kǒu 口 ripetuto due volte e indicante quindi enfasi è sotteso il carattere quǎn犬 “cane”: l’azione del piangere e il risultato di tale azione sono espressi in forza di una similitudine che paragona il piangere e il pianto all’ululare intenso di un cane
Radicale kou + onomatopee • Il radicale radicale kǒu 口 (‘marcato’) • cui seguono caratteri che richiamano in qualche modo suoni onomatopeici evocanti le attività ‘locutorie’ proprie di diversi animali: così il “miagolare” (mīmī咪咪) dei felini domestici è reso mediante la duplicazione del carattere mī咪 composto, oltre che dal radicale kǒu 口, dal carattere mǐ米 “riso (cereale)” avente funzione di mero indicatore fonologico; • il “tubare” (gūgū咕咕, detto dei colombi) è reso ugualmente mediante la duplicazione del carattere, gū 咕, (formato dal radicale kǒu 口 e dal carattere gǔ古 “antico”, avente qui funzione di semplice indicatore fonologico)
Diverso il caso evocativo di qua qua • “qua qua delle anitre” = gāgā 嘎嘎: anche in questo caso si ha la duplicazione del carattere gā 嘎, formato dal consueto radicale kǒu 口 al quale sono giustapposti due ulteriori caratteri: uno, bǎi 百, indicante il numerale “cento”, l’altro, indicante un’alabarda (manufatto normalmente tratto dal legno del bambù). L’immagine mentale che ne deriva è il paragone tra il verso delle anatre e il fragore causato dal secco cozzare di cento alabarde di bambù.
Funzione evocativa • Il carattere kǎ卡 significa “bloccare”, “ostruire” = unione dei due caratteri shàng上 e xià下 indicanti rispettivamente “sopra” e “sotto” (e, in quanto verbi, “salire” e “scendere”). La nozione del bloccare, dell’ostruire è evocata mediante un’immagine fortemente ossimorica • Il carattere hōng 轟/轰 ha valore onomatopeico indica un “grande fracasso” o il “rumore del tuono” o, per traslato, il “tumulto”. Interessante è osservare come nella forma del carattere tradizionale <轟> ricorre, ripetuto per tre volte, il carattere chē <車> “carro”: un rumore intenso e molesto viene evocato mediante la metafora del fracasso prodotto da tre carri passanti per strada.