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ASSENZA di vegetazione, acqua, lavoro umano. Prima che Dio creasse non c’era NULLA. FRAGILITÀ, POVERTÀ della condizione umana. POLVERE del SUOLO (in ebraico adamah). DIGNITÀ e GRANDEZZA della condizione umana. ALITO di VITA di DIO. GIARDINO. PROSPERITÀ, ABBONDANZA.
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ASSENZA di vegetazione, acqua, lavoro umano Prima che Dio creasse non c’era NULLA FRAGILITÀ, POVERTÀ della condizione umana POLVERE del SUOLO (in ebraico adamah) DIGNITÀ e GRANDEZZA della condizione umana ALITO di VITA di DIO
GIARDINO PROSPERITÀ, ABBONDANZA POSSIBILITÀ di GIOIRE della vita ALBERO della VITA ALBERO della CONOSCENZA del BENE e del MALE POSSIBILITÀ di DECIDERE cosa è BENE e cosa è male Esercitare un DOMINIO Imporre NOMI L’azione di Dio è un MISTERO TORPORE (sonno) COSTOLA CENTRO VITALE dell’uomo TRASPARENZA, SINCERITÀ nei rapporti NUDITÀ
SERPENTE Peccato di IDOLATRIA ROTTURA del rapporto di ARMONIA NUDITÀ GESTO di CURA e BENEVOLENZA da parte di Dio TUNICHE di PELLI
Il secondo racconto di creazione, non vuole descrivere COME sia avvenuta l’origine del mondo, ma PERCHÉ esiste la realtà anziché il nulla. La risposta è che esiste un PROGETTO POSITIVO di Dio sull’universo, in particolare sull’uomo e la donna. Dio ha creato l’uomo LIBERO, cioè capace di scegliere se riconoscere o meno questo progetto. La vita presenta REALTÀ AMBIVALENTI: sta all’uomo decidere se FIDARSI che, oltre la sofferenza e la morte, esista una POSSIBILITÀ DI SALVEZZA, secondo il piano originario di Dio.
Schema del primo racconto di creazione Prologo “In principio Dio creò il cielo e la terra” “Queste le origini del cielo e della terra quando vennero creati” Epilogo
I numeri: 6: imperfezione (mondo dell’uomo) l’uomo e la donna sono creati il sesto giorno 7: compimento, completezza (mondo di Dio) “shabbat”= cessare, portare a termine l’opera di Dio è armoniosa, ordinata e completa 10: perfezione “Dio disse”: la creazione attraverso la parola, indica la potenza di Dio
Azioni ordinate di Dio: 3 azioni di SEPARAZIONE (luce/tenebre; acque/acque; terra/acque) 2 azioni di RIVESTIMENTO (germogli sulla terra; astri nel cielo) 2 azioni di ANIMAZIONE (animali nell’acqua; animali sulla terra e uomo) 1 azione di ORDINAMENTO (l’uomo incaricato di dominare il mondo)
I due racconti di creazione che si leggono nelle prime pagine della Bibbia, utilizzano un genere letterario di tipo mitico che richiede precisi criteri di interpretazione. Essi non presentano la cronaca di fatti storici, bensì utilizzano dei simboli per esprimere una verità di senso, un messaggio di tipo sapienziale. Nonrispondono, infatti, ad interrogativi scientifici, bensì alle domande esistenziali che l’uomo si pone da sempre: Perché esiste la realtà anziché il nulla? C’è una speranza possibile, al di là della sofferenza e della morte?
Il primo racconto mostra la creazione come un’opera grandiosa, solenne e ordinata di Dio, dove nulla è lasciato al caso e dove prevale l’idea di un progetto positivo e armonico. L’uomo e la donna sono il capolavoro di Dio, creati a sua immagine e chiamati ad amministrare la terra
Il secondo racconto • ruota attorno al problema • della libertà • e della felicità di vita. • L’uomo e la donna sono posti • di fronte a realtà ambigue: • l’amore • la maternità/paternità • il lavoro • Si tratta di esperienze • che sono fonte di sofferenza e fatica, ma sono anche occasione di gioia e felicità. • Si può sempre credere che, al di là delle sofferenze e della morte, ci sia un progetto di vita e felicità
George Smith Archeologo Nel 1872 tradusse le tavolette contenenti il poema di Gilgamesh Tavoletta XI del Poema di Gilgamesh (VII secolo a.C. – Londra – British Museum) proveniente dalla biblioteca del re Assurbanipal di Ninive capitale dell’Impero Assiro (20.000 tavolette di argilla ritrovate verso il 1850 in Mesopotamia)
L’epopea di Gilgamesh è uno dei più antichi poemi conosciuti, scritto in caratteri cuneiformi su tavolette d'argilla e narra le gesta di un antichissimo e leggendario re sumerico, Gilgamesh, alle prese con il problema che da sempre ha assillato l'umanità: la morte e il suo impossibile superamento.Le prime redazioni sumeriche del poema sono fatte risalire ad oltre il 2000 a.C. La narrazione prende nome dal protagonista, Gilgamesh, il re sumero di Uruk, l'eroe che con il compagno Enkidu affronta avventure di ogni genere, alla ricerca del segreto dell'immortalità. Per conoscere tale segreto, Gilgamesh si rivolge al saggio Utnapishtim, scampato al diluvio universale; questi gli narra la storia del diluvio e infine gli rivela che in fondo al mare esiste la pianta della vita. Gilgamesh riesce a raggiungerla, ma la perde per colpa di un serpente; torna allora a Uruk dove terminerà i suoi giorni, avendo ormai compreso che l'immortalità appartiene solo agli dei e non spetta agli uomini. Rilievo monumentale raffigurante Gilgamesh mentre doma un leone VIII sec. a.C.Parigi, Louvre.
Allora gli dèi si rivolsero ad Aruru, la signora della creazione, e le dissero: Fosti tu, Aruru, a plasmare Gilgameš. Adesso crea un eroe che gli stia alla pari, simile a lui quanto il suo riflesso, un altro lui, cuore tempestoso per cuore tempestoso. Che essi lottino tra loro e lascino Uruk in pace! Così la dea immerse le mani nell'acqua e con l'argilla plasmò il nobile Enkidu Gilgamesh e Enkidu VII sec. a.C. Louvre - Parigi
Per sei giorni e sei notti il paese di Sumer venne travolto dalla furia delle acque. Quando venne l'alba del settimo giorno, la tempesta diminuì, divenne calmo il mare, la piena si acquietò. Utanapištim si affacciò dall'arca e guardò la faccia del mondo. Silenzio. Dovunque si stendeva il mare. E tutta l'umanità era stata trasformata in argilla. Allora Utanapištim s'inchinò e pianse. A lungo l'arca cercò la terra, finché comparve una montagna, e lì l'arca s'incagliò e non si mosse.