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Economia e gestione dell’impresa cooperativa. Prof. Alberto Guenzi. Economia e gestione dell’impresa cooperativa. Obiettivi: fornire agli studenti delle LM strumenti di analisi per comprendere l’importanza e i caratteri dell’impresa cooperativa nel sistema economico italiano.
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Economia e gestione dell’impresa cooperativa Prof. Alberto Guenzi
Economia e gestione dell’impresa cooperativa • Obiettivi: fornire agli studenti delle LM strumenti di analisi per comprendere l’importanza e i caratteri dell’impresa cooperativa nel sistema economico italiano. • Programma: decisamente interdisciplinare, svilupperà i seguenti contenuti: 1) Storia della cooperazione (docente e coordinatore: prof. Guenzi). 2) Finanza dell’impresa cooperativa, le banche cooperative (d&c: prof. Tagliavini).
Economia e gestione dell’impresa cooperativa 3) Finanza dell’impresa cooperativa, le assicurazioni cooperative (d&c: prof. Tagliavini). 4) Accounting dell’impresa cooperativa (d&c: prof. Azzali). 5) Bilancio sociale dell’impresa cooperativa (d&c: prof. Azzali). 6) Economia e Marketing della cooperazione di consumo (d&c: prof. Lugli). 7) Partecipazione dei soci alla gestione della cooperativa e governance (d&c: prof.ssa Luceri).
Economia e gestione dell’impresa cooperativa 8) Economia e gestione dell’impresa cooperativa nell’edilizia (d&c: prof. Sabbadin). 9) Economia e gestione dell’impresa cooperativa nei servizi (d&c: prof. Sabbadin). 10) Disciplina della cooperazione e del lavoro cooperativo (d&c: prof. Angiello). • Per ciascun nucleo tematico saranno somministrati materiali didattici relativi agli aspetti teorici.
Economia e gestione dell’impresa cooperativa Modalità didattiche e di accertamento • Il corso è organizzato in forma intensiva (10 giornate di lezione). • La giornata prevede 6 ore di lezione: nella mattinata (9-13) si svilupperanno gli aspetti teorici mentre nel pomeriggio (14-16) il testimone presenterà il caso di studio che poi sarà discusso con il docente. • Le 10 giornate di lezione saranno distribuite nei due periodi del primo semestre con frequenza settimanale.
Economia e gestione dell’impresa cooperativa Modalità didattiche e di accertamento • Per l’accertamento è prevista una prova scritta, che consiste in 30 domande semichiuse e relative a tre dei 10 moduli in cui si articola il contenuto del corso. • Il Corso prevede l’attribuzione di 10 CFU. • Il Corso offre, inoltre, ai migliori studenti la possibilità di effettuare stage nelle imprese cooperative, al fine di approfondire anche a livello operativo questa forma di organizzazione aziendale.
La cooperazione Profilo storico generale M. FORNASARI – V. ZAMAGNI, Il movimento cooperativo in Italia. Un profilo storico-economico (1854-1992), Firenze, Vallecchi, 1997.
Modelli europei - Inghilterra • La fine dell’età dell’oro. Le condizioni dei lavoratori. • I probi pionieri di Rochedale (coop. di consumo). • L’azienda modello di Owen: primo esempio applicativo • Il settore del consumo resta l’asse portante del caso inglese.
Modelli europei - Francia • Saint-Simon promotore della cooperazione tra produttori. • Fourier e il Falansterio. • Blanc e gli ateliers nationaux. • Il movimento delle Coop operaie cresce a dismisura dal 1893 e si dota di: (a) Coop di consumo; (b) Coop agricole.
Modelli europei - Germania (1) • Patria del credito cooperativo. • Il primo caso (Anhausen 1840): spazio circoscritto, responsabilità illimitata, clienti solo soci. • Il modello Raiffesen si diffonde con caratteri moderni (1876: viene fondato l’istituto centrale).
Modelli europei - Germania (2) • Il modello Hesse: ispirazione laica e liberale, dava più spazio alla concorrenza e meno all’imtervento statale. • Le banche popolari: il credito cooperativo nelle città. Modello aperto, società per azioni. • Un ruolo minoritario per la cooperazione di consumo.
Modelli europei - Danimarca • Un nuovo tipo di cooperativa: la latteria sociale. • La valorizzazione del capitale umano. • Altre forme.
Il caso Italia (origini) • Dopo l’Unità. Frattura tra società “mazziniane” e società “moderate”. • Le società come fenomeno urbano. • Il ritardo del Sud.
Il caso Italia (pionieri) • Matrice mazziniana: libera associazione tra produttori, alleanza capitale-lavoro. • Viganò, La fratellanza umana (1873). • Luzzati e la cooperazione di credito. 1864: Banca Popolare di Lodi. • Rabbeno: dalla cooperazione come sistema all’impresa cooperativa.
Rinascita e sviluppo • Dalle ceneri di ENFC risorsero CCI (Confedera-zione Coperativa italiana, ispirazione cattolica) e poi LNCM (Lega di ispirazione socialista) . • Dentro la Lega il crescente collateralismo col PCI portò nel 1952 alla fuoriuscita della componente laica e riformista (repubblicani e socialdemocratici) a costituire AGCI. • Molto più tardi (1975) nacque la quarta centrale UNC (Unione nazionale delle cooperative).
Le visioni di sistema (Lega) • L’economia nazionale come modello tripartito. • Allo Stato materie prime, energia, infrastrutture; al privato manifattura; alla cooperazione agricoltura e agroindustria, edilizia, GDO. • In questo quadro scelta verso la competizione e verso la gestione manageriale, grande imprese.
Le visioni di sistema (CCI) • Modello difensivo. Ricorso allo Stato. • Il consolidamento delle piccole imprese (agricole, artigiane…). • La valorizzazione del risparmio (banche popolari e cassa rurali).
Il ruolo delle centrali • Rappresentanza. • Assistenza tecnica. • Controllo della associate. • Promozione e coordinamento.
Legge Basevi (1947) • L’art. 45 della Costituzione. • 1947 nuova legge. Una testa e un voto; limiti su controllo quote; inclusione obbligatoria; cessione quote solo autorizzata; variabilità del capitale. • Requisiti: contenimento dividendo all’interesse legale sul capitale effettivo, riserve indivisibili. • Vantaggi: esenzione fiscale da reddito e da imposte locali.
Il problema del finanziamento • Collegata alla legge l’istituzione di Coopercredito (in BNL) per finanziare l’intero sistema coop. • Poi le centrali sviluppano prprie iniziative. Lega fonda Fincooper (1969), poi BANEC (1987) e FINEC. • CCI prima contava sulla retre interna, poi Fondosviluppo (1992). • AGCI prima Fincopra e dal 2007 Banca AGCI.
Ulteriori interventi legislativi e legge del 1992 • Divaricazione tra banche popolari e casse rurali e artigiane. Le prime escono dal sistema coop. • Legge 1971: promozione dell’impresa coop con incentivi fiscali (interventi ad hoc su edilizia e consumo). • Legge Marcora (1985): il caso CFI (centrali e sindacati).
Ulteriori interventi legislativi e legge del 1992 • Imprenditoria giovanile (1985). • 1991: cooperative sociali. • Legge del 1992: soci sovventori, azioni al portatore.
La cooperazione nell’economia italiana del Secondo dopoguerra • Andamento ciclico e anticiclico. Negli anni ’70 diffusione al Sud. • La cooperazione organizzata (60% sul totale). • Commento a Tab. 6-3.
Cooperazione agricola • Riforma agraria. • Contratti di conduzione, allevamento cooperativo, servizi al settore. • Trasformazione dei prodotti agricoli (vino, olio, latte, carni, grano. • I consorzi: ANCA e AICA 1947 (Lega). • Iniziative di settore UNIBON (carni), GIV (vino), CONERPO (ortofrutta). • Settore della pesca.
Distribuzione • Forma tradizionale e forma avanzata. • GDO nella Lega: Coop Italia, CONAD. • GDO in CCI.
Credito e assicurazioni • Fino al 2000 continuità con il passato. Riorganizzazione delle banche popolari. • Casse rurali: elemento fondante. • Assicurazioni: piccole imprese nella CCI, UNIPOL in Lega.
Produzione e lavoro • Imprese manifatturiere: grande sviluppo dopo Legge Marcora (1983). • Coop di costruzione. Colossi. • Coop culturali e dei servizi.
Cooperazione abitativa • Proprietà divisibile e indivisibile. • Nel dopoguerra forte spinta. • Quadro frammentario.
Cooperazione sociale • Innovazione degli anni ’80. (nuove esigenze e nuovo ideale del welfare). • Legge 1991 (prestatori, fruitori, volontari). • Nuovo modello di cooperazione.
La cooperazione La cooperazione italiana
La cooperazione nella storia d’Italia • Le origini ideali (seconda metà del XIX secolo). • Le cooperative laiche e liberali (ispirazione mazziniana). • Le cooperative d’ispirazione socialista. • La cooperative di ispirazione cattolica.
Le forme organizzative • Distribuzione territoriale. • Le organizzazioni di coordinamento (locali, di settore, nazionali). • Nel lungo periodo i caratteri originari sopravvivono.
Tra fascismo e ricostruzione • ENFC (1926) si occupa soprattutto di cooperazione agricola. • Dopo la Liberazione rinascono le tre centrali “storiche”: Legacoop, Confcooperative 1945, poi AGCI 1952, molto più tardi UNCI (1975). • Art. 45.
Profilo di una crescita • La crescita del secondo dopoguerra deriva da: - aumento nel settore terziario; - aumento degli occupati per impresa; - la geografia della crescita premia i territori tradizionali (Emilia, Trentino) ma anche le nuove aree (Puglia, Sardegna).
Le grandi imprese cooperative • Tra 1971 e 2001 le imprese con almeno 500 addetti passano da 28 a 121. • Tabella 7. • Tabella 8. • Tabella 9.
Un caso di studio. Modelli di crescita (Legacoop) • Il trend a partire dagli anni ’70. • Dualismo dimensionale. • Anni ’80: crescita della singola impresa, • Fine secolo: crescita dei network di imprese.
Il successo nel large retail • Modernizzazione, (supermercati e ipermercati). • La concorrenza col privato. • Il mdello organizzativo.
Altri settori trainanti • Le costruzioni. • Servizi. • Agroindustria. • Credito.
Il modello di governance • Tabella 10. • Il successo deriva anche dal quadro normativo: da Giolitti a fine secolo XX.