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Diffusione del Doping in adolescenti italiani: dimensioni del fenomeno e determinanti psicosociali ” . Prof. Fabio Lucidi. Introduzione.
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Diffusione del Doping in adolescenti italiani: dimensioni del fenomeno e determinanti psicosociali” Prof. Fabio Lucidi
Introduzione • Negli ultimi anni l’uso di sostanze dopanti risulta in crescita sia tra gli atleti professionisti che tra gli sportivi amatoriali (American Academy of Pediatrics, 1997; Irving et al., 2002; Stocker, 2000; Survey Research Center, 1999). • Diversi autori hanno suggerito che gli atleti professionisti assumono le sostanze dopanti principalmente per migliorare la propria prestazione mentre gli sportivi amatoriali per migliorare il proprio aspetto fisico (e.g DuRant et al., 1995; Kindlundh et al., 1999). • In Italia, dati recenti, riportano che circa il 3% degli adolescenti utilizza sostanze ad azione dopante (Lucidi et al. 2004). • Gli studi che forniscono stime sulla diffusione nell’uso di sostanze dopanti sono rilevanti per fini descrittivi e comparativi. D’altra parte da essi non derivano le informazioni necessarie per sviluppare programmi o interventi finalizzati alla prevenzione o alla riduzione dell’uso di tali sostanze. • Questi obiettivi possono essere invece perseguiti partendo da studi sui fattori di rischio e sui processi psicologici che influenzano le decisioni degli adolescenti in questo ambito
I fattori di rischio studiati in letteratura: Caratteristiche individuali. • Umore depresso, insoddisfazione per il proprio aspetto fisico, bassa autostima (Cicero and O’Connor, 1990; Lovstakken et al., 1999). • Poche preoccupazioni nei confronti della propria salute (Irving et al, 2002). • Elevate aspettative circa gli effetti delle sostanze ad azione dopante (e.g. Wright et al., 2000). Aspetti socio-ambientali. • Pressione delle norme sociali, per esempio l’influenza degli altri significativi (Kindlundh et al., 1999, Lucidi et al., 2004). • Rilevanza delle norme sociali sul “peso corporeo” (Irving et al., 2002). • Presenza di restrizioni legislative e/o prassi di controllo sul comportamento (Tricker and Connelly,1997). • Comportamenti correlati. • Uso di alcol e droghe (DuRant et al., 1994; DuRant et al., 1995; Kindlundh et al., 1999; Lovstakken et al., 1999; Middleman et al., 1995). • Comportamenti di controllo del peso e disturbi almentari (Irving et al, 2002) • Successo e prestazione scolastici scarsi (DuRant et al., 1995; Kindlundh et al., 1999)
Obiettivi dello studio: A)Fornire indicazioni aggiornate sulla diffusione delle diverse classi di sostanze dopanti e di integratori proteici in adolescenti caratterizzati da differenti livelli di coinvolgimento nello sport. B) Fornire dati utili ad una analisi complessiva delle disposizioni e dei comportamenti legati all'uso di sostanze dopanti in adolescenza. Questa analisi si propone di integrare le diverse chiavi di lettura che del fenomeno sono state fornite. C) Condurre lo studio nel contesto scolastico in modo tale da svolgere una indiretta operazione di sensibilizzazione rivolta ad insegnanti e studenti sui temi del doping e più in generale sull'abuso farmacologico..
Alcuni assunti di base: Abbiamo cercato di inquadrare le disposizioni individuali nei confronti dell'uso di sostanze dopanti all'interno di una cornice che renda conto delle differenti prospettive con cui il fenomeno può essere letto: • l'uso di sostanze ad azione dopante è un comportamento diretto a un obiettivo (estetico o prestazionale) che danneggia la salute di chi lo mette in atto; • l'uso di sostanze ad azione dopante è un comportamento di violazione di norme etiche e morali alla base della lealtà sportiva e sociale oltre che della normativa vigente in Italia; • l'uso di sostanze ad azione dopante è un comportamento che, in adolescenza, si associa spesso ad altri comportamenti antisociali e/o rischiosi per la salute.
Una Possibile Integrazione tra Modelli La teoria del Comportamento pianificato In accordo con la TCP, l'intenzione di eseguire un comportamento è l'antecedente più prossimo del comportamento in oggetto e il suo miglior predittore. Le intenzioni, a loro volta, sono determinate da tre predittori: atteggiamenti, norme soggettive e il controllo comportamentale percepito. La teoria social-cognitiva Adotta una prospettiva sull’auto-regolazione dell’agire personale di tipo ecologico e interattivo, rifiutando il dualismo tra influenze ambientali e l’agire individuale.. Secondo tale prospettiva il comportamento individuale è il risultato di un’ interazione dinamica tra influenze personali e ambientali, nella quale fattori socio-strutturali influenzano l’azione attraverso meccanismi autoregolativi.
“Il senso di autoefficacia corrisponde alle convinzioni circa le proprie capacità di organizzare ed eseguire le sequenze di azioni necessarie per produrre specifici risultati” (Bandura, 2000 p.23). Tali convinzioni, parzialmente derivati dalle precedenti esperienze, mantengono la condotta in linea con le proprie capacità e gli standard personali. • Si è dimostrato un costrutto capace di predire l’effettivo controllo su comportamenti dannosi per la salute (Bandura, 1997). L’autoefficacia percepita:
Il disimpegno morale • L’uso/abuso di sostanze ad azione dopante implica un qualche tipo di ragionamento morale oltre che una valutazione della possibilità di incorrere in sanzioni esterne. • Secondo la teoria social-cognitiva, “il ragionamento morale è tradotto in azioni grazie a meccanismi di autoregolazione attraverso i quali si esercita la moral agency, cioè la capacità di agire moralmente” (Bandura, 1991, cit. in Caprara, 1997). • L’attivazione selettiva dei criteri morali interni e il disimpegno del controllo personale consentono, però, a persone che hanno gli stessi principi morali di comportarsi anche diversamente l’uno dall’altro.
Giustificazione morale Confronto vantaggioso Etichettamento eufemistico Condotta riprovevole Effetti nocivi Vittima I meccanismi di disimpegno morale secondo la teoria social- cognitiva Minimizzazione, non considerazione o distorsione delle conseguenze Deumanizzazione Attribuzione di biasimo Spostamento delle responsabilità Diffusione delle responsabilità
Partecipanti e procedura: • 1030 giovani di età compresa tra i 14 e i 19 anni (media=15,95 anni; DS = 1,54 anni) contattati in 10 scuole differenti d’Italia. I maschi (50,59% del campione) hanno un’età media di 15,87 anni (DS=1,58), le femmine un’età media di 16,06 anni (DS=1,50).
Caratteristiche socio-demografiche. Pratica sportiva etipo di sport praticato. Atteggiamenti nei confronti dell’utilizzo di sostanze dopanti. Percezione delle pressioni sociali esterne verso l'uso di tali sostanze. Percezione di controllo sul comportamento Doping Moral Disengagement. Doping Self-Regulatory Efficacy. Tendenza alla magrezza Tendenza alla muscolosità Strumenti :
Assunzione di entrambi i tipi di sostanze negli ultimi 3 mesi Doping 1,1%
Atteggiamento .45 Pressioni Sociali Percepite .42 .39 -.16 Controllo percepito sul comportamento R2 =.07 R2 =.48 .26 Uso_Doping Intenzione .26 Uso_Integratori R2 =.06 Ҳ2(20) =71.406, p< 0.001 CFI=0.95 TLI= 0.96 RMSEA = 0.050 WRMR = 0.999 Estimator :WLS-MV
Atteggiamento .45 Pressioni Sociali Percepite .33 .36 -.19 Controllo percepito sul comportamento R2 =.07 R2 =.51 .27 Uso_Doping Intenzione .16 -.15 -.46 -.24 Auoefficacia Autoregolativa -.51 .10 .24 Uso_Integratori .36 -.17 Disimpegno Morale .41 R2 =.06 Ҳ2(36) =247.645, p< 0.001 CFI=0.870 TLI= 0.94 RMSEA = 0.076 WRMR = 1.429 Estimator :WLS-MV
Atteggiamento .44 Pressioni Sociali Percepite .32 .36 -.21 Controllo percepito sul comportamento R2 =.07 R2 =.55 .29 Uso_Doping Intenzione .16 -.10 -.46 -.24 Auoefficacia Autoregolativa -.51 .7 .24 Uso_Integratori Disimpegno Morale .39 .36 -.18 .15 R2 =.06 Tendenza alla magrezza -.16 .10 .18 -.11 Ҳ2(66) =358.905, p< 0.001 CFI=0.860 TLI= 0.940 RMSEA = 0.066 WRMR = 1.421 .31 .15 -.27 .29 Tendenza alla muscolosità Estimator :WLS-MV
MASCHI (n=511) Tendenza alla magrezza R2 =.18 .24 Intenzione .40 Tendenza alla muscolosità Tendenza alla magrezza .18 R2 =.10 .16 Intenzione .23 Tendenza alla muscolosità FEMMINE (n=499) Ҳ2(48) =138.361, p< 0.001 CFI=0.98 TLI= 0.97 RMSEA = 0.061 SRMR = 0.048
Riassumendo… Lo studio fornisce stime dell’uso di sostanze dopanti e di integratori in linea con la letteratura internazionale. Rispetto a precedenti studi eseguiti in Italia (Lucidi et al., 2004) si rileva una diminuzione dell’uso di sostanze dopanti ed un aumento dell’uso di integratori proteici • L’integrazione di diverse prospettive (TPB, Teoria social cognitiva) applicate allo studio delle disposizioni individuali legate al doping ha permesso di spiegare una rilevante quota (circa il 50%) della disponibilità dei giovani a considerare l’uso di sostanze dopanti. Alcune disposizioni individuali forniscono un contributo aggiuntivo significativo alla spiegazione del fenomeno. • Questi dato si configurano come un punto di partenza rilevante laddove si vogliano impostare programmi di intervento. Infatti, • Laddove gli interventi mirati alla trasmissione di informazioni sul doping hanno una scarsa efficacia (Nilsson et al., 2004) appare chiaro il bisogno di implementare programmi di intervento mirati e specifici.
Lo sfondo è stato realizzato dal Liceo Artistico Statale di Lecce www.primaedoping.it GRAZIE PER L’ATTENZIONE!!! fabio.lucidi@uniroma1.it