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G. MASI. U.O.C. CHIRURGIA VASCOLARE OSPEDALE “ SANTA MARIA DELLE CROCI “ RAVENNA Direttore: dott. Elio Piccinini. FISTOLE AORTO-ENTERICHE SECONDARIE: RUOLO DEL TRATTAMENTO ENDOVASCOLARE NELLA NOSTRA ESPERIENZA MASI G, MILANI R, PASI L, BONANNO MG, ALTINI R, ARGNANI M, PICCININI E.
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U.O.C. CHIRURGIA VASCOLAREOSPEDALE “ SANTA MARIA DELLE CROCI “RAVENNADirettore: dott. Elio Piccinini FISTOLE AORTO-ENTERICHE SECONDARIE: RUOLO DEL TRATTAMENTO ENDOVASCOLARE NELLA NOSTRA ESPERIENZA MASI G, MILANI R, PASI L, BONANNO MG, ALTINI R, ARGNANI M, PICCININI E
CLASSIFICAZIONE Classificazione di Vollmar e Kogel: Ia – FAES con comunicazione diretta tra lume protesico e lume intestinale Ib – FAES nella quale la comunicazione avviene per interposizione di uno pseudo-aneurisma II –FAES in cui il lume intestinale è in comunicazione unicamente con la parete protesica
COMORBILITA’ • Definita come IMA o angina pregressi che hanno richiesto trattamento medico/di rivascolarizzazione • Per valori superiori a 2 mg/dl anamnestici o da precedenti ricoveri
STORIA CLINICA • Tempo trascorso tra la ricostruzione aortica e la diagnosi di FAES espresso in anni media 10 anni • Patologia primitiva
SINTOMATOLOGIA Il 62,5% dei casi da noi osservati ha manifestato più di un episodio di sanguinamento digestivo
CORRELAZIONE TRA COMPARSA DEI SINTOMI E RITARDO DIAGNOSTICO Nei 5 casi con herald bleeding il tempo medio per formulare la diagnosi è stato di 28.4 gg. La media complessiva invece è di 14.8 gg
ESAMI DIAGNOSTICI La TC è stata diagnostica nel 50%, suggestiva nel 37,5% e negativa nel 12,5%
POSSIBILE CORRELAZIONE TRA FAES E MANOVRE ENDOSCOPICHE La media di tempo intercorso tra la possibile contaminazione e la FAE è di 42 mesi
VARIABILI EVAR * 1 caso di endoleak di I tipo e 1 caso di erronea valutazione
CONSIDERAZIONI • 1) La patogenesi delle FAES può essere legata a manovre che producono anche solo batteriemia transitoria • 2) La diagnosi è spesso complessa, anche perché al di fuori di ambienti specialistici la patologia è poco conosciuta • 3) La TC è risultata la metodica di indagine più affidabile nella nostra esperienza
CONCLUSIONI • Il trattamento endovascolare di questa patologia ha numerosi limiti, concettuali e tecnici. Generalmente è accettata quale soluzione temporanea, in attesa di una stabilizzazione del quadro emorragico ed un primo approccio medico alla sepsi. Spesso però l’ età avanzata dei pazienti e le loro co-morbilità, fattori che influenzano negativamente l’ outcome del trattamento radicale, rendono l’ EVAR “ un ponte verso il nulla “.
CONCLUSIONI • in alcuni casi questa scelta si è rivelata una palliazione, concetto più vicino a chi pratica la chirurgia oncologica che quella vascolare; ma va anche considerato che al pari di una patologia neoplastica, le FAES in pazienti con le caratteristiche descritte possono porre gli stessi limiti di trattamento e di prognosi di neoplasie in fase avanzata.