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PSICOLOGIA DELL’ ADOLESCENZA

PSICOLOGIA DELL’ ADOLESCENZA. Prof.ssa Marinella Majorano Dipartimento di Psicologia marinella.majorano@unipr.it. Modulo IV I pari e gli altri significativi. Pietropolli Charmet , G. (2005). Adolescenza istruzioni per l’uso. Milano: Fabbri Editori. Cap 4.

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PSICOLOGIA DELL’ ADOLESCENZA

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Presentation Transcript


  1. PSICOLOGIA DELL’ ADOLESCENZA Prof.ssa Marinella Majorano Dipartimento di Psicologia marinella.majorano@unipr.it

  2. Modulo IVI pari e gli altri significativi • PietropolliCharmet, G. (2005). Adolescenza istruzioni per l’uso. Milano: Fabbri Editori. Cap 4. • Maggiolini, A., PietropolliCharmet, G. (2004). Manuale di psicologia dell’adolescenza: compiti e conflitti. Milano: Francoangeli. (Cap 6 Parte seconda) • Palmonari, A. (2001). Gli adolescenti: Il Mulino. Cap. 6. • Palmonari, A. (1993). Psicologia dell’adolescenza. Bologna: Il Mulino. Cap. 8. • PietropolliCharmet, G. (2000). I nuovi adolescenti. Milano: Cortina Editore. Cap 5.

  3. Il gruppo dei pari e gli altri significativi

  4. Prospettiva psicosociale

  5. Prospettive classiche di studio delle relazioni sociali • Prospettiva Piagetiana: lo sviluppo sociale deriva dallo sviluppo cognitivo • Prospettiva psicodinamica: le relazioni tra pari ripropongono i pattern delle relazioni con i genitori • Prospettiva comportamentista: relazione come contesto di apprendimento • Prospettiva psicosociale: interesse per le dinamiche di gruppo. Relazione con altri bambini come occasione di sviluppo cognitivo, evolutivo e sociale. Esigenze sociali. • Prospettiva socio-costruzionista: analisi delle dinamiche relazionali attraverso cui si costruisce al competenza sociale. Analisi degli scambi e della costruzione reciproca di significati condivisi.

  6. Relazioni tra pari come fattori di socializzazione • Prime relazioni: non solo casuali ma regolate da precisi meccanismi relazionali, non solo scontri ma precoce imitazione • Dai 2-3 anni: funzione positiva. Gioco simbolico e linguaggio • Studi sulle relazioni di tipo diadico e studi sulle relazioni gruppali.

  7. Dimensione interattiva (interazione: azione reciproca, mutua tra due individui, i quali grazie ad essa si influenzano reciprocamente) • Dimensione simbolica (relazione: legame, condizione meno precaria che dura nel tempo) • Influenza reciproca: è l’insieme e le caratteristiche delle interazioni a definire la relazione

  8. Tipi di relazioni • Relazioni orizzontali: relazioni tra pari, i due partner hanno il medesimo status, scambi di tipo reciproco • Relazioni verticali: adulto-bambino, scambi di tipo complementare • Bombi (2005): relazioni reciproche e relazioni negoziate. Coesistenza di dominanza e sottomissione • Ampiezza e complessità numerica della relazione

  9. Anna Freud: bambini scampati alla morte in un campo di concentramento stabiliscono legami con i coetanei più forti • Judy Dunn. Ruolo della relazione tra fratelli per lo sviluppo socio-emotivo • Doise e Mugny (1981): conflitto socio-cognitivo, il progresso cognitivo si realizza attraverso le la compresenza di relazioni di verticalità e orizzontalità

  10. Strayer: studi su gruppi di bambini (passaggio alla triade): relazioni di varia complessità con diverse tipologie di condotte: • Condotte di tipo affiliativo • Condotte di tipo aggressivo • Condotte di tipo altruistico • In infanzia appaiono omogenee per sesso e per reputazione sociale e per età (bambini molto sensibile alla variabile età)

  11. Significato delle relazioni triadiche • Comportamento altruistico: per consolidare la relazione diadica, sciogliendo il terzetto • Tani (2005): occorre valutare alcune variabili per capire l’effettivo significato della relazione: frequenza, impatto, varietà delle attività condivise, durata nel tempo dell’influenza reciproca • Cultura dei pari (Corsaro, 1985): metodo etnografico: interpretazione e riproduzione della cultura degli adulti. Si costruisce in base alle attività condivise, ai linguaggi utilizzati

  12. Prospettiva evolutiva • Prima relazione con l’adulto come precursore dell’acquisizione di abilità sociali • Età prescolare: relazioni come confronto con altri, basate sulla condivisione di attività, teoria della mente • Prima infanzia: gioco cooperativo

  13. Caratteristica della relazione di amicizia • Prossimità • Condivisione • Reciprocità in situazioni di conflitto

  14. Funzioni dell’amicizia • Occasione per l’apprendimento di abilità sociali • Facilita il confronto tra pari • Soddisfa il bisogno di appartenenza ad un gruppo

  15. Prima infanzia: conduce a provare sicurezza in assenza dell’adultoEtà prescolare: favorisce al’acquisizione della prospettiva altruiPrima fanciullezza: aiuta a costruire significati e norme condivisePreadolescenza: consente di accedere a forme nuove di identità individuale e sociale

  16. Popolarità nei bambini Bambini popolari Bambini rifiutati Bambini ignorati (Dodge) I popolari sono quelli che hanno una buona competenza sociale: capacità di dare aiuto, interazioni positive, rispetto delle regole, maggiore cooperazione, competenza emotiva, bassa aggressività Ruolo delle interazioni famigliari e ruolo del contesto

  17. Passaggio dalla preadolescenza alla adolescenza • Infanzia: relazione come condivisione di attività comuni generalmente gestite dagli adulti • Preadolescenza: i coetanei diventano il polo centrale di interesse per l’adolescente. Debutto sociale. • Amico del cuore • Piccolo gruppo di amici • Relazioni di coppia

  18. Lo spostamento da un centraggio sulle relazioni famigliari ad un centraggio sulle relazioni amicale è alla base del processo di separazione-individuazione proprio dell’adolescenza

  19. L’amico del cuore • E’ la prima formazione sociale volontaria • Generalmente persone dello stesso sesso • Si svolge anche all’interno di gruppi organizzati • Relazione intensa e simbiotica, caratterizzata da fedeltà ed esclusività • Risponde ai principi del tutto o niente ed è quindi destinato a mutare o a finire nel tempo • Risponde a particolari bisogni:

  20. Bisogno di conservare o ritrovare un senso di sicurezza • Bisogno di confidarsi in condizioni di parità • Bisogno di trovare un modello concreto a cui ispirarsi • Realizzare il processo di separazione dall’infanzia • Preparare alla relazione sentimentale

  21. Gruppi formali: emanazione più o meno diretta di istituzioni o movimenti o di organizzazioni culturali o politiche. Valori, impegno, presenza adulto, obiettivi dichiarati • Gruppi informali: spontanei, funzionano al di fuori di contesti istituzionali, no presenza adulto. Spesso ragazze con maggiore funzione aggregante in classi medio-alte , obiettivi non dichiarati

  22. IL gruppo dei pari informale (preadolescenza) • Gruppi a formazioni volontaria (spontanei): banda o club • Bisogno di fare esperienze nuove in condizione dei marginalità psicologica • Bisogno di avere uno specchio, un feed-back rispetto alle proprie abilità

  23. Differenze legate al genere • Gruppo maschile: fornire strumento di coalizione nei confronti della dipendenza dai genitori; aiutano a indirizzare nuove energie fisiche e mentali. Supporto evolutivo grazie al progetto condiviso che accomuna i partecipanti • Gruppo femminile: più distinte negli anni passate le attività oggi più simili. Più precoce, organizzazione meno strutturata e meno gerarchica, aiuta a definire i valori della femminilità nascente anche lontano dalla figura materna, maggiore condivisione, aiuta nel rapporto con i maschi, aiuta a definire un’immagine corporea e culturale di sè

  24. Grande gruppo misto • Elevato bisogno di solidarietà che si esprime con un’alta attività comunicativa • Buona identificazione del singolo con il gruppo • Riorganizza il sistema del sé • Permette di conoscere sé e gli altri • Permetta l’apprendimento di comportamenti ed atteggiamenti (laboratorio sociale) • Favorisce al costruzione di legami sentimentali

  25. Laboratorio sociale per sperimentare scelte e comportamenti autonomi • Coetanei come oggetto di confronto per la costruzione dell’identità • Offre l’opportunità di conoscere le strategie che gli altri usano per far fronte ai problemi • Sostegno strumentale ed emotivo per costruzione della propria reputazione sociale • E’ frequentato dal 90% dei giovani circa • Alta omogeneità interna al gruppo • Il gruppo è restio all’ammissione di nuovi membri e non accetta la fluttuazione del singolo tra diversi gruppi • Rifiutano i leader dichiarati ma esistono ruoli differenziati

  26. Si costruisce sulla condivisione di piccole esperienze quotidiane • La frequenza diventa prerogativa necessaria all’essere dentro

  27. Gruppo spontaneo e costruzione dell’identità • In-group percepiti come simili a sé e contemporaneamente out-group percepiti come diversi • Definiscono l’in-group aperto al mondo ed impegnato, e l’out-group insoddisfatto e disimpegnato • Tale processo è alla base dell’identificazione e dipende dalla relazione positiva tra sé e proprio gruppo • Chi ha una buona identificazione con il gruppo si sente più efficiente e meno solo nella risoluzione dei problemi • Dipende dalla contemporanea identificazione con più realtà sociali

  28. Si costituiscono in base alla scelta reciproca dei membri • Sono costituiti da meno di 20 persone • Lo scambio e le interazioni sono basate più su caratteristiche personali che su posizioni di ruolo • E’ formato da adolescenti del medesimo ambiente • E’ misto ma le ragazze sono meno “visibili” • Omogeneità di provenienza ed esperienza • Ha regole non scritte e norme di comportamento

  29. Motivazioni che spingono allo stare in gruppo (1990) • Stare insieme ai coetanei • Parlare con persone che hanno gli stessi problemi • Avere qualcuno con cui confidarsi • Fare cose interessanti • Fare liberamente ciò che piace • Condividere dei valori • Affrontare insieme le difficoltà

  30. Al gruppo non si rinuncia… • Non posso pensare di perdere il gruppo • Al gruppo non potrei rinunciare • Il gruppo ti dà qualcosa che nessuno ti può dare • Il gruppo vuol dire avere qualcuno con cui confidarsi • Nel gruppo puoi fare quello che vuoi • Ognuno può affermare la propria identità • Ti tira su di morale • Permette di identificarti con gli altri • …di scambiarti esperienze • Serve per fronteggiare la solitudine la noia i pericoli

  31. Una volta costituiti producono molte forme di partecipazione alla vita collettiva: • Nome del gruppo • Soprannomi dei membri • Modo di vestrirsi • Regole di condotta

  32. Regole non scritte dei gruppi • Non tradire la fiducia di un amico • Non compiere atti riprovevoli • Non fare uso di droghe pesanti • Rispettare gli impegni presi • Non interferire nelle scelte altrui • Mantenere i segreti • Non giudicare gli altri • Non frequentare altri gruppi

  33. La coppia sentimentale • La formazione della coppia è ciò che genera maggiori cambiamenti nella rete sociale dell’adolescente (in particolare gruppo informale e relazione con i genitori) • Assolve ad alcuni bisogni: • Bisogni di natura sessuale • Bisogni di natura affettiva • Bisogni di tipo maturativo • Bisogno di fare progetti per il futuro Ha alcune funzioni • Promuovere l’autonomia • Incrementa la consapevolezza dell’identità sessuale • Sviluppa la capacità di tenere insieme elementi di tenerezza e di sensualità

  34. Differenze legate al genere • Diversità individuali • Diversità culturali

  35. Prospettiva psicodinamica

  36. Gruppo come contenitore psichico collettivo: permette lo sviluppo di un senso di identità soggettiva , che si completa grazie alla percezione che di noi hanno gli altri. • E’ garante del riconoscimento di sè • Permette l’incontro dialettico tra sé soggettivo e sé sociale

  37. Funzioni • Permette l’iniziazione sociale: oggi non è più gestita dalla famiglia ma dal gruppo • Attualmente rende pensabile il travaglio della crescita , sostenendo la trasformazione del sé e del mondo percepito • Gli adolescenti si impegnano molto nel mantenere la vita psichica del gruppo grazie a lealtà affetto ed identificazione • L’agire del gruppo è finalizzato al mantenimento del gruppo stesso come entità psichica viva • Effetto antidepressivo rispetto all’abbanodno delle identificazioni infantili

  38. Permette l’elaborazione dei lutti infantili • Consente di introiettare gli ideali • Gruppo come oggetto sostitutivo e al tempo stesso differente • Riti iniziatici sul corpo • Fornisce sicurezza emotiva • Permette la formazione della reputazione sociale grazie alla dimensione della popolarità

  39. La classe come gruppo istituzionale • Gruppo di lavoro • Obiettivo condiviso e regolamenti espliciti • Obbligatorietà dell’impegno, regolazioni e sanzioni • Si acquisiscono le abilità cognitive e si tramanda la tradizione culturale • Vissuti di condivisione e solidarietà • Leadership e gerarchie • In Italia forte potenza emotiva e funzione di identificazione e rispecchiamento • Meno omogeneità dei gruppi spontanei quindi più potenziali possibilità di identificazione

  40. Differenze di genere • Maschi: maggiore dimensione gruppale, esplorazione ambiente, centrati sul fare • Femmine: piccoli gruppi o sottogruppi, esplorazione spazio psichico, centrati sul parlare

  41. La banda come gruppo patologico • Avviene se gli individui on sono stati in grado di superare il lutto della perdita dell’oggetto e sono alla continua ricerca della fusione per assenza di identificazione con la figura paterna • Gruppo erede di esigenze fusionali, valori ideologici, difensivi e stereotipati • L’angoscia della perdita e delle passività dovuta alla posizione fusionale viene superata grazie agli atteggiamenti devianti • Assenza di colpa e di paura dovuta alla continua negazione della dipendenza affettiva considerata come troppo pericolosa per l’identità

  42. Gli altri adulti significativi

  43. Attualmente funzione ambivalente: sostegno alle difficoltà della crescita ma anche limite ed impedimento • Percepito positivamente se amplia le sue possibilità psichiche e fisiche e se lo valorizza nelle sue potenzialità

  44. Gli insegnanti • Il 90% degli intervistati dice di aver trovato comprensione e coinvolgimento a 14 anni e il 60& a 19 anni • Scuola vista come entità non utile per la preparazione verso il futuro a 19 anni (no a 14) • L’insegnate deve essere: ricco di fantasia e di stimoli, affidabile e cordiale, attento all’educazione e alla formazione dei ragazzi, avere uno stile democratico ed incoraggiante • Il disagio scolastico deriva da problemi relazionali: lamentano mancanza di dialogo (fam affetti, difficile regole)

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