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CIMABUE E LE SUE OPERE

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martinadf
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Presentation Transcript


  1. CIMABUE E LE SUE OPERE

  2. CIMABUE Il vero nome di Cimabue era Cenni di Pepo e fu un celebre pittore fiorentino del Duecento, vissuto dal 1240 circa al 1302. Secondo la tradizione fu il maestro di Giotto da Bondone (1267 ca. - 1337). Cimabue, con il suo stile personale, superò i dettami formali del suo tempo. Abbandonò progressivamente le figure idealizzate dell’icona bizantina andando verso soggetti sempre più dotati di umanità e di emozioni. Nel corso Duecento la pittura europea iniziava distaccarsi dagli stilemi bizantineggianti. Tuttavia il contesto italiano fu quello più rivoluzionario, proprio grazie all’apporto di Cimabue. Non a caso, egli fu considerato nel Rinascimento uno dei padri della pittura italiana.

  3. IL CROCIFISSO DI AREZZO Il Crocifisso di Cimabue riprende l'iconografia tradizionale del Cristo sofferenze, cioè del Cristo con gli occhi chiusi e col capo reclinato, come se fosse abbandonato al suo dolore. La croce dipinta è sagomata e ai lati del braccio orizzontale i capicroce sono dipinti con le immagini della Vergine a sinistra e di San Giovanni a destra. I due personaggi sacri, dolenti, piangono Cristo. Sono rappresentati a mezzo busto e con il capo inclinato e poggiato su una mano. Gli abiti sono decorati e impreziositi utilizzando la tecnica dell’agemina. Si tratta di applicazione di sottili striature dorate che illuminano il tessuto.

  4. IL CROCIFISSO DI SANTACROCE Il Crocifisso di Santa Croce ha datazione incerta (1272-1280) ma da cui traspare uno stile più personale con un maggiore distacco rispetto ai motivi bizantini. Purtroppo ad oggi ha subìto danni disastrosi per l’alluvione di Firenze del novembre 1966. Con quest’opera Cimabue superò alcuni elementi bizantini: la separazione netta tra i muscoli, la resa del morbido panneggio, il colore pieno di sfumature piuttosto che pennellate nette e dure.

  5. LA MAESTA’ DEL LOUVRE La tavola raffigurante la Madonna in trono con bambino è datata attorno al 1280 e arrivò al Louvre a seguito delle spoliazioni Napoleoniche. Fu esposta nel museo parigino fin dal 1814. Il trono è disegnato nella prospettiva inversa tipica delle icone (che “vanno verso” lo spettatore, non lo “attirano a sé”). Gli angeli nonostante fossero più piccoli non rendono ancora la prospettiva della profondità: sembrano essere uno sull’altro, piuttosto che uno dietro l’altro. Benché i lineamenti fossero ancora spigolosi, Cimabue riuscì a rendere i volti  e gli abiti realistici — per quegli anni — grazie alla sua straordinaria qualità nel chiaroscuro, e le sue figure dotate di un reale volume fisico.

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