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I Re di Abomey. GANGNIHESSOU Regnò dal 1600 al 1620 ed ha per emblema un uccello e un tam tam. Significato: "così come nessuno può impedire all'uccello di cantare, non si può impedire al tam tam di suonare".
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I Re di Abomey GANGNIHESSOU Regnò dal 1600 al 1620 ed ha per emblema un uccello e un tam tam. Significato: "così come nessuno può impedire all'uccello di cantare, non si può impedire al tam tam di suonare". Spiegazione: figlio primogenito di Do Aklin, l’emigrante che aveva condotto la sua gente da Allada verso Abomey avrebbe dovuto ereditare dal padre il regno di Hwawè, la città dove questi si era stabilito a pochi Km da Abomey. Ma, approfittando di una sua visita ad Allada per domandare la protezione degli dei prima di accedere al trono, il fratello Dako Donou si impadronì della corona. Ritornato, Gangnihessou non volle creare contese e si ritirò scegliendo come proprio emblema quello rappresentato. Per la sua saggezza egli fu considerato comunque come un RE. DAKODONOU Regnò dal 1620 al 1645 è rappresentato da una giara di indaco e da un accendisigari. Motto: “la selce non deve restare senza custodia”. Questi due oggetti ricordano un episodio militare accaduto quando il re si trovava ancora a Allada: dopo aver ucciso il suo nemico, Aïzonou Donou, il cuore del vinto fu messo in una giara che Dako fece rotolare al suolo. Dako Donou riuscì a affermare solidamente il dominio delle sue genti venute da Allada sull'altopiano di Abomey. . 2/1
I Re di Abomey HOUEGBADJA Regnò dal 1645 al 1685. Egli è a volte rappresentato da un elefante e ha per emblema il pesce e la nassa. Significato: "il pesce che scappa dalla rete non vi fa ritorno". Spiegazione: "io non ricadrò più nella trappola tesa dai nemici". Egli è il vero fondatore del regno del Danhomè che organizzerà su basi legali. Il suo motto, "costruire un Danhomè sempre più grande" fu adottato dai suoi successori. Houégbadja costruì la sua casa "Agbomé", palazzo circondato da più mura, il cui nome divenne il nome della capitale del regno. AKABA Regnò dal 1685 al 1708 è rappresentato dal camaleonte in cima ad un bombax. Motto: il cinghiale che guarda il cielo viene strangolato. Spiegazione: forte della mia esperienza (dovuta all'età avanzata al momento della sua ascesa al trono) costruirò lentamente ma saldamente la grandezza del Danhomè. Egli espanderà il regno ad est sino al fiume Ouémé. . 2/2
I Re di Abomey AGADJA Regnò dal 1708 al 1740si paragonava ad un legno verde caduto su se stesso che non bisogna gettare al fuoco. Soprannominato "il conquistatore di navi" o "il re vincitore", condusse una serie di campagne militari per espandere il regno. Malgrado il suo insuccesso con gli Yoruba di Oyo, egli consolidò l'armata del Danhomè e utilizzò regolarmente le amazzoni (donne guerriere) per i combattimenti. La presa del regno di Allada (1724) e di Savi (1727) diede al Danhomè l'opportunità di intraprendere direttamente scambi commerciali con gli europei. Fonda il porto di Ouidha che sarà il principale approdo del regno. TEGBESSOU Regnò dal 1740 al 1774. Viene rappresentato sia da un bufalo vestito che nessuno può svestire sia da una piccola pianta che cresce nonostante le foglie sparse sul suolo. Questi simboli celebrano il coraggio e la resistenza del sovrano regnante malgrado le bramosie e le avversità. Tégbéssou organizzò il commercio degli schiavi e designò un dignitario (Yovogan) a Ouidah incaricato delle relazioni con i Bianchi. 2/3
I Re di Abomey KPENGLA Regnò dal 1774 al 1789. Il suo nome significa "il sasso non sente freddo dentro l'acqua". Motto: “l’uccello provocato colpisce gli altri uccelli”. Spiegazione: il re è capace di far fronte vittoriosamente a tutti i pericoli. Il suo emblema è un passero. Kpengla proseguì l'opera di Tégbéssou e condusse numerose campagne militari. AGONGLO Regnò dal 1789 al 1797. È rappresentato da un ananas (Agon, che designa anche il frutto del borasso): il fulmine colpisce la palma ma, malgrado la sua altezza, il borasso vi scappa". Allusione diretta alla capacità del re di schivare le trappole e sormontare le difficoltà del regnare. Divenne popolare grazie ad una serie di riforme sociali. 2/4
I Re di Abomey GUEZO Regnò dal 1818 al 1858, è rappresentato da un bufalo nudo. Motto: “il bufalo potente non incontra ostacoli”. Significato: il bufalo, divenuto potente attraversa la città senza incontrare ostacoli. Spiegazione: i nemici del re non possono niente contro di lui. Egli riorganizzò l'esercito che includeva anche le amazzoni e soldati ben addestrati. Il suo regno, segnato da numerose guerre, permise al Danhomè di affrancarsi dalla dominazione politica di Oyo. Guèzo incoraggiò le coltivazioni della palma da olio, della manioca, del mais del banano e delle arachidi. Ha condotto 40 guerre in 40 anni di regno. GLELE Regnò dal 1858 al 1889. Ha per emblema il leone che semina il terrore nella savana. Motto: “il leoncino divenuto potente è il terrore dei nemici”. Il suo nome, derivato dalla frase allegorica: "nessuno sa come sollevare un campo arato", sottintende il potere del re. Come i suoi predecessori, Glèlè condusse numerose campagne militari. Allo stesso modo, egli permette ai francesi di installarsi a Koutonou (la futura Cotonou) per trattare i loro commerci. 2/5
I Re di Abomey GBEHANZIN Regnò dal 1889 al 1894. Prende il suo nome dal detto: "il mondo mantiene l'uovo che la terra desidera”, “lo squalo feroce porta scompiglio nel mare”. Di fatto, è rappresentato da un uovo o da uno squalo feroce capace di divorare i Bianchi che vogliono conquistare le sue terre. Geloso dell'indipendenza e dell'integrità territoriale del Danhomè, Gbêhanzin lottò con fierezza contro gli invasori francesi. Viene considerato come uno dei più strenui oppositori africani del colonialismo. AGOLI-AGBO Regnò dal 1894 al 1900. Era stato generale dell'esercito di Gbêhanzin. Ha per emblema una gamba e una pietra, un arco e una scopa. Il suo nome deriva dal detto: "Attezione Agbomè! Allada ha barcollato ma non è caduta grazie al sostegno francese". L'ultimo re del Danhomè espresse così la sua riconoscenza alla Francia. Il trattato di Protettorato che firma con il Generale Dodds limitò considerevolmente il suo potere e lo relegò al ruolo di capo tradizionale. Fu presto deportato e il Danhomè integrato nella colonia del Dahomey. 2/6