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PROGETTO “REALTA’ MUSEALI” IL MESTIERE DELL’ARCHEOLOGO:. SCAVO E RESTAURO. Lunedì 7 maggio, noi alunni di classe IV e V della Scuola Primaria di Trivento-Montagna, ci siamo recati a Campobasso, nuovamente al Museo Sannitico, per svolgere le attività di scavo e restauro.
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PROGETTO “REALTA’ MUSEALI”IL MESTIERE DELL’ARCHEOLOGO: SCAVO E RESTAURO
Lunedì 7 maggio, noi alunni di classe IV e V della Scuola Primaria di Trivento-Montagna, ci siamo recati a Campobasso, nuovamente al Museo Sannitico, per svolgere le attività di scavo e restauro. Appena arrivati , insieme a due archeologhe siamo entrati in una stanza dove c'era una grande vasca riempita di terra e una di loro ci ha illustrato, per prima cosa, come si sarebbe svolta la mattinata e poi ci ha mostrato gli strumenti che l'archeologo usa durante le sue attività.
Gli attrezzi utili all'archeologo per lo scavo sono: il traul, un secchio, una piccola scopa e una paletta; per lo spolvero delicato dei reperti usa uno spazzolino e per disincrostare un coltellino appuntito o un cacciavite. Per proteggere la testa usa il casco , i guanti di cuoio o di cotone per le mani e le scarpe antinfortunistiche per i piedi. In seguito ci ha spiegato come si svolge l’attività di scavo: innanzitutto, il suolo viene ripartito in aree di ugual misura e si lavora su un quadrato alla volta, senza mischiare tutto il terreno, perché così si può controllare l’unità stratigrafica. Si inserisce, poi, una lavagnetta con la data e l'indicazione degli strati che si stanno scavando e la si posiziona sul terreno, prima di fotografare il tutto.
Durante lo scavo il terreno viene catalogato: si parte dall'humus, che non viene numerato e poi si susseguono i vari strati che si differenziano l’uno dall’altro per le gradazioni di colore del terriccio appena percettibili. Il I strato, ad esempio, prende il nome di U.S.1(unità stratigrafica I) e così via, anche fino a cento. Il terreno, durante lo scavo, viene raccolto con paletta e scopa e versato in un secchio che, una volta riempito, viene svuotato in una cassetta grande.
Successivamente, con molta cura, si effettua la flottazione (passare il terreno al setaccio) per il recupero dei reperti più piccoli. Una volta ripulito tutto lo strato si fotografano i reperti che vengono contemporaneamente disegnati su carta millimetrata; tutte le operazioni di scavo vengono registrate, invece, sul diario. I reperti, lavati con uno spruzzino e fatti ben asciugare, verranno chiusi,poi, in bustine bucate e depositati in cassette basse.
L'attività di scavo viene definita “operazione gambero”, perché si procede all'indietro. Nel corso delle attività le nostre classi sono state divise in tre gruppi: a rotazione due gruppi disegnavano i reperti, mentre l'altro gruppo si dedicava allo scavo. Durante questa operazione, quattro bambini scavavano, uno disegnava e due scrivevano il “diario di scavo”.
Questa giornata è stata molto interessante, perché ci ha dato modo di compiere esperienze diverse dal solito e, in particolare, ci ha permesso di sperimentare nel piccolo “Il mestiere dell'archeologo”.
GLI ALUNNI DELLE CLASSI IV E V DEL PLESSO DI TRIVENTO “MONTAGNA” ANNO SCOLASTICO 2006-2007