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DISTURBO DA DEFICIT DELL’ATTENZIONE E IPERATTIVITÀ. S.C. di NPI – ASL CN 1- Savigliano Fossano Saluzzo D.ssa Francesca Ragazzo. DDAI (Disturbo da Deficit dell’Attenzione/Iperattività) = ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder). DIFFICOLTA’:
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DISTURBO DA DEFICIT DELL’ATTENZIONEE IPERATTIVITÀ S.C. di NPI – ASL CN 1- Savigliano Fossano Saluzzo D.ssa Francesca Ragazzo
DDAI (Disturbo da Deficit dell’Attenzione/Iperattività)=ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder)
DIFFICOLTA’: deviazione dal normale livello di sviluppo con conseguenti anomalie nell’espressione del comportamento DISTURBO: disordine dello sviluppo neuropsichico del bambino e dell’adolescente che presenta un correlato neurobiologico
Di chi parliamo….. • Soggetti che: Hanno comportamenti problematici,sono irrequieti Hanno disturbi del sonno e/o dell’alimentazione Passano da una attività all’altra senza portarla a termine Hanno reazioni imprevedibili ai richiami,litigano con i compagni Fanno i “bulli”,…..quando vogliono qualcosa non riescono ad aspettare e ….non si arrendono, Non ricordano quello che diciamo loro , sono disordinati,perdono tutto, Hanno difficoltà scolastiche,fanno errori Hanno comportamenti pericolosi………. Sono spesso puniti e diciamo loro ” fai attenzione” frequentemente
Un po’ di storia • Still (1900) bambini con deficit nel controllo morale bambini con deficit nell’inibizione della volontà condizione fisica non lesionale,ma anormale disturbo specifico dello sviluppo Disordine di Condotta su base costituzionale Inefficacia delle punizioni
Caratteristiche del DDAI • DISATTENZIONE: incapacità nel mantenere per un periodo sufficientemente prolungato l’attenzione su un compito • IPERATTIVITA’: eccessivo ed inadeguato livello di attività motoria • IMPULSIVITA’: incapacità ad aspettare o ad inibire comportamenti che in un dato momento risultano inadeguati
Spesso ha difficoltà a organizzarsi nei compiti e nelle attività; • Spesso evita, prova avversione, o è riluttante ad impegnarsi in compiti che richiedono sforzo mentale protratto (come i compiti a scuola o a casa); • Spesso perde gli oggetti necessari per i compiti o le attività (per esempio, giocattoli, compiti di scuola, matite, libri o strumenti); • Spesso è facilmente distratto da stimoli estranei; • Spesso è sbadato nelle attività quotidiane.
Spesso ha difficoltà a giocare o a dedicarsi a divertimenti in modo tranquilla; • E’ spesso “sotto pressione” o agisce come se fosse “motorizzato”; • Spesso parla troppo.
Considerazioni • Tutti i bambini possono occasionalmente e in vari contesti presentare i sintomi descritti • I bambini ADHD li presentano in modo Prevasivo e Persistente in tutti i contesti
DDAI approccio dimensionale DDAI… …non è come il diabete, l’epilessia o la malaria (categoriale) …è piuttosto come l’ipertensione o l’essere sovrappeso (dimensionale) Si può esserne affetti in misura maggiore o minore; i confini sono indistinti; ma la sua classificazione (ICD-10, DSM IV) è di tipo categoriale
L’ ADHD è un disturbo neuro-comportamentale a: • eziologia complessa • base neurobiologica • marcata componente genetica • colpisce milioni di individui d’ambo i sessi • persiste durante l’adolescenza e l’età adulta in una elevata percentuale di casi • può condizionare impatti negativi su molteplici aree di funzionamento
Dimensioni sintomatologichecardine dell’ADHD Deficit di attenzione Impulsività Iperattività DISORGANIZZAZIONE
Disturbo da Deficit dell’Attenzione/Iperattività Disturbo evolutivo dell’ autocontrollo di origine neurobiologicache interferisce con il normale svolgimento delle comuni attività quotidiane: andare a scuola, giocare con i coetanei, convivere serenamente con i genitori e, in generale, inserirsi normalmente nella società
Autocontrollo/Autoregolazione Capacità • Ad impegnarsi in attività senza distrarsi • A ricordare gli obiettivi delle proprie azioni • A compiere i passi necessari per raggiungerli • Si acquisisce con la crescita (nella 1°infanzia funzione svolta dall’ambiente esterno)
Si impara a: • Mantenere lo sforzo necessario per raggiungere un obiettivo • Modulare le risorse attentive necessarie al controllo della propria azione • Tenere a bada gli impulsi che allontanano dall’obiettivo • Accettare una gratificazione che non arriva subito
Difficoltà di autoregolazione (I) Comportamento motorio: • Difficoltà a star seduto,composto ,fermo • E’ goffo,riesce poco nelle attività motorie coordinate • Comportamento motorio avventato o pericoloso
Difficoltà di autoregolazione (II) Comportamento con gli altri: • Scarsa abilità collaborativa • Non rispetto delle regole nei giochi e nelle consegne • Interpretazioni negativa di interazione neutre o positive
Difficoltà di autoregolazione (III) Pianificazione e soluzione dei problemi: • difficoltà a individuare un percorso solutivo,a cambiarlo ad attuarlo • non riconoscono il materiale utile allo scopo
Difficoltà di Autoregolazione (IV) Organizzazione e controllo dei processi cognitivi: • problemi nel controllo della memoria di lavoro • difficoltà nel metodo di studio • scarso uso di strategie
Difficoltà di autoregolazione (V) Concentrazione ed attenzione sostenuta • difficoltà nella selezione delle informazioni rilevanti di un testo,nel rispetto delle consegne,nel mantenimento prolungato dell’attenzione,nel completamento del lavoro
Difficoltà di autoregolazione (VI) Motivazione e fiducia nello sforzo e nell’impegno: • Scarso impegno • Poca motivazione a scuola • Non sa allocare le energie necessarie
Difficoltà di autoregolazione (VII) Impulsività • Precipitoso • Fatica ad aspettare per parlare • Non pianifica prima di parlare o scrivere • Disordinato nell’esposizione e nel foglio
Gestione delle emozioni: Scoppi di rabbia Fatica a tollerare il “no” e l’attesa Fatica a tollerare i richiami Difficoltà di autoregolazione (VIII)
Difficoltà di autoregolazione (IX) Autostima: • Autostima poco modulata • Senso di sé come cattivo bambino/studente • Ruolo di bullo come gratificante
Eziologia DDAI “Evidenze genetiche e neuro-radiologiche : disturbo neurobiologico che coinvolge circuiti cerebrali che collegano la corteccia prefrontale, i nuclei della base, il sistema mesolimbico, il cervelletto e che si manifesta come alterazione dell’elaborazione delle risposte agli stimoli ambientali”
Eziologia DDAI “come per altri disturbi è presumibile che i fattori genetici determinino la predisposizione per il disturbo, mentre l’attivazione di tale predisposizione sia modulata anche da fattori ambientali” I FATTORI AMBIENTALI INFLUENZANO L’ESPRESSIONE E L’ESPRESSIVITA’ DEL DISTURBO!! COMPONENTE INNATA • Genetica • Neuroanatomia • Neurochimica • Neurofisiologia • Neuropsicologia COMPONENTE APPRESA • No regole o routine domestiche • Ambiente caotico • Atteggiamento frettoloso e impulsivo • Mancato insegnamento del saper aspettare • Esperienze negative per aver atteso • Gratificazione della frettolosità
Epidemiologia Dal 3% al 10 % della popolazione pediatrica Secondo i diversi studi e metodologie
EPIDEMIOLOGIAIndici di prevalenza • Gli indici di prevalenza dipendono da differenze relative a • Selezione del campione • Fonti di informazione • Strumenti applicati • Le stime di prevalenza si abbassano se si prende in considerazione il criterio del deficit funzionale La stima migliore basata sugli attuali criteri DSM-IV dà una prevalenza del 2-5%
Presunto incremento della prevalenza del DDAI nel corso degli anni • Importanza della scolarizzazione quale fattore di interferenza funzionale, e quindi di possibile diagnosi clinica di forme nel passato definite sotto-soglia • Importanza delle richieste sociali (richiesta di maggiore successo prestazionale, ritmi più incalzanti…..) • Alcune considerazione sul DDAI • E più frequente nei maschi che nelle femmine con una rapporto di 3:1. • L’età di insorgenza è molto precoce. Si fa diagnosi dai 6 anni in poi, ma si possono avere evidenze della presenza del disturbo già dai 3 anni.
Diagnosi • DISATTENZIONE: incapacità nel mantenere per un periodo sufficientemente prolungato l’attenzione su un compito • IPERATTIVITA’: eccessivo ed inadeguato livello di attività motoria • IMPULSIVITA’: incapacità ad aspettare o ad inibire comportamenti che in un dato momento risultano inadeguati
Diagnosi Durata i sintomi devono durare da almeno 6 mesi Età dell’esordioalcuni sintomi devono essere comparsi prima dei 6-7 anni di età Deficit funzionalii sintomi devono causare una significativa compromissione (sociale, scolastica, lavorativa)
Diagnosi Pervasivitàil conseguente deficit funzionale deve essere presente in diversi contesti, almeno due (es. scuola, lavoro, casa) Discrepanzai sintomi sono più intensi rispetto a quanto atteso in bambini della stessa età o QI Esclusionei sintomi non devono essere attribuibili esclusivamente ad altri disturbi mentali
Diagnosi differenziale • Vivacità fisiologica • Problemi situazionali, ambientali, famigliari. • Inadeguato supporto scolastico (lieve ritardo o, viceversa, particolare vivacità intellettiva per programmi scolastici “standard” ) • Alterato supporto ambientale, sociale, familiare (ambiente caotico, relazioni intrafamiliari disturbate, abbandono, abuso)
Osservazione comportamentale L’ADHD può non evidenziarsi L’ADHD peggiora • In situazioni non strutturate • Durante attività ripetitive • In situazioni noiose • In presenza di molte distrazioni • Con sorveglianza minima • Quando si richiede attenzione sostenuta o sforzo mentale • Durante attività al proprio ritmo • In situazioni altamente strutturate • In situazioni nuove • Quando il paziente è impegnato in attività interessanti • Quando il paziente viene seguito individualmente • In un contesto controllato e sorvegliat • Quando vengono elargite frequenti ricompense
DDAI Va differenziato ma può associarsi a: • Disturbo specifico di apprendimento • Disturbo oppositivo-provocatorio • Disturbo d’ansia • Disturbo della condotta • Sintomatologia ticcosa • Disturbo dell’umore
disturbo oppositivo provocatorio (ODD) ADHD 34% 40% tic 14% 11% umore disturbi condotta ansia 4% Comorbidità MTA Cooperative Group: Arch Gen Psychiatry, 1999
DECORSO DEL DISTURBOPsicopatologia dello sviluppo NEONATI/ BAMBINI 1-3 anni Variazioni temperamentali, disturbi della regolazione e limitato adattamento sociale in associazione con l'interazione genitore/bambino Possibile predittore del DDAI
DECORSO DEL DISTURBO Psicopatologia dello sviluppo BAMBINI IN ETÀ PRESCOLARE (3-6 anni) Ridotta intensità e durata del gioco Irrequietezza motoria Problemi associati ed implicazioni Disturbi dello sviluppo Oppositività-provocatorietà Problemi di adattamento sociale Aggressività
DDAI IN ETÀ PRESCOLARE (3-6 anni)Sintomi e problemi da comorbidità • Bambini difficili da gestire • Crisi di collera • Disturbo oppositivo-provocatorio (DOP) • Disturbi specifici dello sviluppo • linguistico • motorio • Disturbi dell’attaccamento • Genitori esausti • Ritardata acquisizione dei prerequisiti scolastici
DDAI IN ETÀ PRESCOLARE (3-6 anni) Problemi specifici nella diagnosi/diagnosi differenziale • La diagnosi è più difficile poiché • alcuni criteri diagnostici sono meno applicabili • la richiesta di compiti attentivi è inferiore in età prescolare • i sintomi possono essere mascherati da un comportamento oppositivo o da problemi di interazione genitori-bambino • È particolarmente utile l’osservazione comportamentale
DECORSO DEL DISTURBO Psicopatologia dello sviluppo BAMBINI DI SCUOLA ELEMENTARE (6-12 anni) Distraibilità Irrequietezza Comportamento impulsivo e dirompente Problemi associati ed implicazioni Disturbi specifici di apprendimento Comportamento aggressivo Bassa autostima Ripetizione di classi Rifiuto da parte dei compagni/coetanei Rapporti familiari difficili
DECORSO DEL DISTURBO Psicopatologia dello sviluppo ADOLESCENTI (13-17 anni) Difficoltà nella pianificazione e organizzazione Inattenzione persistente Riduzione dell'irrequietezza motoria Problemi associati Comportamento aggressivo, antisociale e delinquenziale Abuso di alcool e droghe Problemi emotivi