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vi accompagnano a visitare…. Gli alunni della classe quarta A. CASALOTTI UN MIX DI NATURA E STORIA. SCUOLA PRIMARIA “A. BAJOCCO” VIA CASALOTTI, 259 ANNO SCOLASTICO 2008-2009. CASALOTTI UN MIX DI NATURA E STORIA. I SUOI MONUMENTI. LA SUA STORIA NATURALE.
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vi accompagnano a visitare… Gli alunni della classe quarta A CASALOTTI UN MIX DI NATURAESTORIA SCUOLA PRIMARIA “A. BAJOCCO” VIA CASALOTTI, 259 ANNO SCOLASTICO 2008-2009
CASALOTTI UN MIX DI NATURA E STORIA I SUOI MONUMENTI LA SUA STORIA NATURALE “Casalotti… Roma in miniatura”. Questa guida ti sarà utile. Consultala: vi troverai per ogni luogo le prime informazioni. “Vieni a Casalotti e… conosci Roma”. Se vuoi conoscere la città puoi iniziare dal nostro quartiere. IL SUO PARCO
PARCO DELLA CELLULOSA Il Parco della Cellulosa si sviluppa in un’area di 90 ettari nell’agro romano ed è sopravvissuto all’intensa cementificazione prodotta negli anni ’60 nella Borgata Casalotti, grazie al fatto di trovarsi all’interno delle proprietà dell’ex-Ente Nazionale della Cellulosa e della Carta (ENCC) L’intera area è pubblica e potrebbe diventare risorsa disponibile per la cittadinanza di Roma e, in particolare, per gli abitanti di Casalotti e delle aree limitrofe che hanno assoluto bisogno di verde FOTO STORIA INFO Comitato promotore Parco della Cellulosa Via Morsasco 9, - 00166 ROMA - C.F.97382840581 – tel. 06.615.66.278 – 348.65.37.717 email:parcodellacellulosa@tiscali.itwww.parcodellacellulosa.it
INFORMAZIONI Come arrivare: Linee ATAC 905 – 027 In automobile da: via Boccea via Aurelia G.R.A. • Iniziative già realizzate • e realizzabili: • laboratori di vario tipo • rievocazioni storiche • pulizie ambientali • mostre • concerti • rappresentazioni teatrali • feste di compleanno • Per l’organizzazione di eventi, contattare ilComitatoPromotore Il Parco offre un percorso natura e un percorso ginnico immersi nel verde. Attualmente non è liberamente accessibile, ed è possibile utilizzare solo una piccola parte del Parco (3 ha), all’altezza del casaletto di Via della Cellulosa (civico 132). Il sabato e la domenica è disponibile il parcheggio, situato di fronte al casaletto. Per le iniziative è di grande facilitazione la presenza del casale, che offre i servizi essenziali: servizi igienici, cucina.
STORIA DELL’AREA DEL MONUMENTO NATURALE PARCO DELLA CELLULOSA L’area di circa 90 ettari del Monumento Naturale Parco della Cellulosa apparteneva all’Ente Nazionale per la Cellulosa e per la Carta (ENCC), fondato nel 1952, Ente scientifico di grande rilevanza nel campo della ricerca agricolo-forestale per la produzione e l’impiego di materie prime nazionali per la cellulosa. Dall’11 maggio 2006 tutta l’area ricade all’interno del Monumento Naturale Parco della cellulosa istituito con Decreto Legge Regionale n°165. Oltre all’importanza ecologica come “polmone verde” all’interno di un’area densamente abitata, è verosimile ritenere che il materiale studiato e conservato negli impianti sperimentali, sia il più vasto e completo tra quelli presenti sul territorio nazionale ed è forse secondo soltanto, tra i paesi dell’area mediterranea, alle collezioni francesi.
LA POLLEDRARA DI CECANIBBIO La Polledrara di Cecanibbio rappresenta il più ricco e meglio conservato deposito del Pleistocene medio superiore ad Elephas (Palaeoloxodon) antiquus d'Europa. La copertura museale, con una estensione di 900 mq, protegge un vasto settore del giacimento, di cui è ancora in corso lo scavo archeologico. Una struttura museale di 900 mq protegge un vasto settore del giacimento. All’interno il visitatore, attraverso una passerella sospesa, può visitare lo scavo che comprende sia un tratto dell’antico alveo fluviale sia l’area ad ambiente palustre, in cui si sono conservati numerosi reperti faunistici. L’alveo del corso d’acqua misura circa 35-40 m in larghezza e 1,5 in profondità. Il sito è ubicato sulle pendici periferiche dell'apparato vulcanico Sabatino, a circa 20 km a nord ovest da Roma, tra la via di Boccea e la via Aurelia, ed alla quota di 83 m sul livello del mare. FOTO STORIA INFO
La foto con vicino una persona ci fa capire quanto poteva essere enorme la testa di questo elefante e, ovviamente, l'elefante stesso.
Resti di ossa di elephas antiquus, bos primigenius, Cervus elaphus, Canis lupus
INFORMAZIONI Orario di apertura: Visitabile solo su prenotazione dal lunedì al sabato dalle 9.00 alle 13.30 e dalle 14.30-17.00. € Biglietti: Il pagamento va effettuato almeno un mese prima della data della visita, a mezzo bonifico sul conto intestato a: Pierreci Soc.Coop. a.r.l. (contattare per i dettagli della procedura) Informazioni e prenotazioni: Call Center della Soprintendenza Archeologica di Roma – Pierreci – tel. 06.39967700 Come arrivare: 1)al km 11 della Via di Boccea, dopo un bar-tabacchi sulla destra, svoltare a sinistra in Via Francesco Ercole, percorsi circa 200 m, dopo il casale, svoltare a destra e proseguire per circa 2 km fino a raggiungere il museo. 2)al km 22 della via Aurelia, al bivio Fregene-Anguillara, svoltare a destra e prendere la strada con direzione Anguillara, dopo circa 5 km svoltare a destra e prendere Via Cecanibbio per circa 1,5 km fino a raggiungere il museo. Indirizzo: Via di Cecanibbio - Roma
STORIA DELA POLLEDRARA DI CECANIBBIO Il giacimento de La Polledrara, identificato nel 1984, rappresenta uno dei più ricchi depositi paleontologici esistenti. Il giacimento venne individuato, lungo il pendio di una collina dove le arature moderne avevano rimesso in luce abbondante fauna fossile. Lo scavo iniziato nel 1985 e tuttora in corso, ha rimesso in luce, un’estensione di oltre 850 mq. Dalla passerella sospesa, è possibile seguire le varie fasi dello scavo archeologico che proseguirà ancora per alcuni anni. Si potrà pertanto seguire dal vivo l'intero processo di formazione del museo, dallo scavo dei reperti paleontologici ed il loro restauro, fino alla definitiva esposizione al pubblico. La scoperta di numerosi resti fossili attribuibili per la maggior parte all’Elefante antico ed al Bue primigenio ha permesso di ipotizzare un’intensa presenza umana ed animale nell'ambiente palustre. In particolare, è stato portato alla luce lo scheletro di un elefante rimasto intrappolato nel fango, tra le cui vertebre è stato rinvenuto il cranio di un lupo. Associati ai reperti faunistici sono stati raccolti oltre 500 manufatti litici costituiti da piccoli ciottoli di selce e di calcare siliceo, non appartenenti all'ambiente fluvio-palustre del giacimento e quindi certamente trasportati dall'uomo.
VILLA ROMANA DI CASALOTTI La villa romana di Casalotti è indubbiamente la più nota e documentata della zona. Inizialmente è stata evidenziata mettendo in relazione vari rinvenimenti avvenuti nel corso degli anni e attraverso una foto aerea. Risulta divisa e tagliata dalla strada di via di Casalotti. La villa romana è costituita da una pars rustica e da un settore residenziale con complesso termale. Si sono rinvenute fistulae plumbee con iscrizione che riporta il nome di Calpurnia Caeia M(arcellina) forse proprietaria del fondo. Il sito è ubicato all’interno di un parco pubblico sito tra via di Casalotti e via Borgo Ticino. FOTO STORIA INFO
Ambiente termale riutilizzato, in età tardoantica, con funzione artigianale per la lavorazione del vetro.
Pavimentazione di un ambiente della villa da cui è stato asportato un mosaio
INFORMAZIONI • Orario di apertura: Gli scavi si trovano all’interno di un parco aperto al pubblico. Non sono accessibili ma sono sempre visibili dal parco stesso. • Informazioni: Associazione Amici del Parco presso il Centro Giovani Casalotti via Vicoforte, 25 /b • 06 61562105 Fax 06 61562105 Cell 3314733218 www.giovanicasalotti.it giovanicasalotti@libero.it • Come arrivare: • Come arrivarci • Linee ATAC 146- 905 – 025 – • 027- 028 - 031 • In automobile da: • via Boccea • via Aurelia • G.R.A. Indirizzo: Via Borgo Ticino, - Roma
STORIA DELLA VILLA ROMANA DI CASALOTTI • La Villa Romana di via di Casalotti è stata rinvenuta casualmente nel 1930 durante dei lavori agricoli. • I successivi scavi della Sovrintendenza hanno messo in luce un deposito di dolia e un ambiente termale. Gli scavi sono stati ripresi poi nel periodo 1983-85 e nel 2000. La costruzione della villa risale al II sec. d.C. e risulta utilizzata fino al IV sec. d.C. Nel 1930, era stato segnalato un mosaico raffigurante Nereidi relativo ad una zona termale. Gli scavi condotti dalla Soprintendenza nel 1984-85, hanno messo in luce un settore produttivo di una villa rustica di piena età imperiale. Le indagini condotte nel 2000, con i fondi per il Giubileo, hanno messo inoltre in luce una cospicua parte della villa con un settore riutilizzato, in età tardoantica. con funzione artigianale.