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ADOLESCENZA E DISAGIO. A cura di Maria Anna Formisano Psicologo(Ordine degli Psicologi della Campania). Perfezionata in Psicologia dello sviluppo e disagio giovanile. Esperta in Psicologia Giuridica. Docente specialista per l’insegnamento a ragazzi con disabilità. ADOLESCENZA.
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ADOLESCENZA E DISAGIO A cura di Maria Anna Formisano Psicologo(Ordine degli Psicologi della Campania). Perfezionata in Psicologia dello sviluppo e disagio giovanile. Esperta in Psicologia Giuridica. Docente specialista per l’insegnamento a ragazzi con disabilità.
ADOLESCENZA • E’un periodo contrassegnato da una serie di modificazioni psicofisiche, essa non può che essere che un momento cruciale nella formazione dell’identità.
QUADRO NORMATIVO • L. 285/97 “Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia e l’adolescenza” • Predispone interventi concreti per la difesa e la promozione dei diritti degli infanti e degli adolescenti, incentivando in tale settore la libera iniziativa privata e predisponendo finanziamenti concreti per l’attivazione di progetti anche sperimentali che perseguano gli obiettivi indicati. In particolare: • Istituisce il Fondo nazionale per l'infanzia e l'adolescenza finalizzato alla realizzazione di interventi a livello nazionale, regionale e locale per favorire la promozione dei diritti, la qualità della vita, lo sviluppo, la realizzazione individuale e la socializzazione dell'infanzia e dell'adolescenza, privilegiando l'ambiente ad esse più confacente ovvero la famiglia naturale, adottiva o affidataria, in attuazione dei principi della Convenzione sui diritti del fanciullo. (art. 1)
Come periodo critico L'adolescenza Età a rischio
Differenze intergenerazionali Durante l'adolescenza Orologio sociale
Il disagio Il disagio è l’espressione, di una, "domanda”, non patologica (o non ancora patologica), inerente i problemi psicologica e affettivi, le difficoltà familiari e di relazione, le difficoltà scolastiche, il più generale malessere esistenziale connesso agli squilibri che il processo di costruzione dell’identità.
Il disagio Va inteso come "una radicale difficoltà a gestire la complessità e, all'interno di questa, a far fronte alle contraddizioni dei processi di socializzazione, di identificazione e di maturazione complessiva verso l'età adulta" (Milanesi, 1992).
Il disagio Il disagio è la manifestazione presso le nuove generazioni della difficoltà di assolvere ai compiti evolutivi che vengono loro richiesti dal contesto sociale.
Il disagio Ranci e De Ambrogio (1988), propongono di interpretare il disagio giovanile in una dimensione dinamica, non come uno stato, ma come un processo, un percorso, una serie combinata di difficoltà che deve essere gestita mettendo a frutto le proprie risorse e le opportunità offerte dall’ambiente.
Il disagio In queste indagini l'attenzione del ricercatore è localizzata sui cosiddetti "fattori-rischio", che possono determinare situazioni in cui il disagio tende a cronicizzarsi e a sfociare nel disadattamento.
I fattori di rischio Sono quelle situazioni individuali, familiari e sociali che possono concorrere al determinarsi di eventi o di fenomeni pericolosi per l’integrità fisica e/o psicologica dell’individuo.
I comportamenti a rischio Uso di sostanze psicoattive; Abuso di alcol; Guida Pericolosa; Comportamenti violenti; Relazioni inadeguate tra pari (isolamento, impopolarità, rifiuto); Insufficiente rendimento scolastico.
Il disagio scolastico Il disagio scolastico rappresenta uno dei casi più difficili che la scuola e la famiglia si trovano a dover affrontare. Il disagio scolastico, infatti, può provocare limitazioni o blocchi cognitivi, ma anche rinunce che possono influenzare considerevolmente la vita infantile.
L'eziologia del disagio L’eziologia del disagio non è univoca, ma racchiude una serie sconfinata di variabili dipendenti e indipendenti dal soggetto stesso.
I segnali dei ragazzi -I sintomi psicosomatici, -I disturbi borderline di personalità
Il modello ecologico come strumento di lettura del disagio adolescenziale • Il modello ecologico si concentra sull’adattamento tra adolescente e ambiente più che sui problemi interni,cercando di dare risposte specifiche a disagi specifici.
Bronfenbrenner (1986) • Il rapporto individuo ambiente è reciproco. • Anche contesti remoti producono modificazioni del comportamento.
Bronfenbrenner (1986) • Il comportamento umano è influenzato da strutture concentriche interdipendenti • Microlivello: sistemi di cui si ha esperienza diretta (famiglia, scuola, gruppo dei pari) • Mesolilvello: due o più microlivelli e i legami tra loro (rapporto tra famiglia e scuola)
Bronfenbrenner (1986) • Esolivello: sistemi di cui non si ha esperienza diretta ma che influenzano le persone con cui interagiamo (lavoro o amici dei genitori o del partner) • Macrolivello: sovrastrutture, istituzioni e contesto sociale allargato che influenza tutti i sistemi sottostanti (valori, ruoli sessuali, ideologie, criminalità)
INTERVENTI POSSIBILI • E’ opportuno,anzi fondamentale aprire il cofanetto dei sogni dei ragazzi, dando loro la capacità di realizzare se stessi in un continuo divenire. Considerando che la scuola deve preparare al mondo del lavoro,essa mediante i docenti deve dare ai ragazzi la possibilità di puntare sui propri punti di forza per promuoversi al meglio nella vita lavorativa,al fine di migliorare il loro stato di benessere psicofisico.
INTERVENTI POSSIBILI • E’ fondamentale incoraggiare i ragazzi ad aprire nuove e plurime possibilità,innanzitutto dentro di sé. Il che porta i ragazzi a scegliere e quindi a sentirsi responsabili e protagonista della propria vita.