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POLITICHE INDUSTRIALI PER LO SVILUPPO. Augusto Ninni Università di Parma a.a. 2008-2009. Aspetti storici della Politica Industriale in Italia. La pratica della politica industriale fu poco toccata dall’approccio teorico, salvo alcuni casi:
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POLITICHE INDUSTRIALI PER LO SVILUPPO Augusto Ninni Università di Parma a.a. 2008-2009
La pratica della politica industriale fu poco toccata dall’approccio teorico, salvo alcuni casi: • Politica per la concorrenza: l’Antitrust si forma nel 1890 negli USA, ma nel 1955 in Gran Bretagna, nel 57 in Germania, nel 58 nella Cee … nel 1990 in Italia • In Italia: ruolo antitrust svolto dall’impresa pubblica (Partecipazioni Statali)
Politiche di regolamentazione: in Europa ruolo fondamentale per la regolamentazione nei casi di monopolio naturale svolto dall’impresa pubblica (in USA imprese private regolamentate, in Europa imprese pubbliche non regolamentate) • l’Italia si adegua alle Direttive europee di metà anni Novanta e liberalizza i settori delle telecomunicazioni, dell’elettricità, del gas (trasporti, poste, acqua) • Liberalizzazione privatizzazione !
In Italia • Politica Industriale come Politica per lo Sviluppo • Problema del Mezzogiorno: Cassa del Mezzogiorno, Partecipazioni Statali, localizzazione (poca de-localizzazione) via incentivi • Programmazione • La “sfida americana” campioni nazionali pubblici (ENI /Agip, Snam, Nuovo Pignone ecc., IRI/Finmeccanica, Ansaldo, Alitalia, Telettra ) e privati (Fiat, Montedison) → concentrazioni e fusioni
Politiche di salvataggio (EFIM, REL ecc.): costituire consorzi, farle acquistare dalle PP.SS. • Legge-Prodi (grandi imprese in crisi) • Politiche di ristrutturazione e di riconversione: L. 675/77 (politiche settoriali)
“Dalla politica per settori alla politica per fattori” → politiche orizzontali • Prime privatizzazioni (SME, Alfa Romeo) • Politiche regionali • “Il costo della non-Europa”, 1987 • PI italiana ← PI europea (definisce il quadro di riferimento)
LA PI italiana negli ultimi anni: flussi e informazioni sugli aiuti • Dati sui flussi di aiuti: assenza linea evolutiva univoca; finalità prioritarie risentono di oscillazioni di dotazioni per strumenti; incertezza finanziaria e dipendenza da bilancio pubblico • Prevalenza di strumenti nazionali rispetto a regionali • Cifre assolute altalenanti, ma in leggero calo
Priorità (2001-2005, rapporti MET): • Ampliamento produzione e crescita (60-50 %) • Innovazione e ricerca (10-20 %) • Crescita competitività impresa locale (Patti territoriali) (5-7 %) • Start-up (9-5%) • Altri (crisi aziendali, servizi & ambiente, internazionalizzazione…)
Privatizzazioni anni Novanta (da fine liceità aiuti di Stato) e liberalizzazioni (“lenzuolate Bersani”) • Industria 2015 (programma Bersani, 2006): approccio per filiera, individuazione 5 aree prioritarie (eff. energetica, mobilità sostenibile, made in Italy, nuove tecnologie per la vita, tecnologie innovative per i beni culturali), responsabili di area, convogliamento strumenti: manca valutazione ex-post