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Stress ed Emozione. Luigi Frezza. Argomenti della lezione. Definizione di stress Riferimenti teorici Strategie di coping Specificità e aspecificità delle reazioni individuali Stress e adattamento Stress e malattia Stress e ansia Stress, emozione, autoregolazione e attaccamento
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Stress ed Emozione Luigi Frezza
Argomenti della lezione • Definizione di stress • Riferimenti teorici • Strategie di coping • Specificità e aspecificità delle reazioni individuali • Stress e adattamento • Stress e malattia • Stress e ansia • Stress, emozione, autoregolazione e attaccamento • Stress in età evolutiva • Stress e ADHD
Le definizioni riportate sul vocabolario descrivono lo stress come uno stato di tensione emotiva, fisica o mentale, oppure una condizione o una sensazione esperita quando una persona percepisce che la richiesta è superiore alle risorse personali e sociali a sua disposizioneNon è facile fornire una definizione psicologica di stress, data la natura estremamente soggettiva delle esperienze associate a questo termine
Riferimenti teorici TEORIA FIGHT OR FLIGHT(Cannon, 1932) OMEOSTASI L’organismo tende a mantenere un equilibrio dinamico tra il suo interno e il mondo esterno Se l’equilibrio omeostatico viene meno, la reazione dell’organismo è finalizzata a ripristinarlo
Riferimenti teorici TEORIA FIGHT OR FLIGHT(Cannon, 1932) La teoria riguarda le reazioni fisiologiche allo stress, ma riconosce anche il ruolo dell’emozione
Riferimenti teorici SINDROME GENERALEDI ADATTAMENTO(Selye, 1936) H. Selye conia il termine STRESS inteso come una risposta non specifica dell’organismo ad ogni richiesta effettuata su di esso
Riferimenti teorici SINDROME GENERALEDI ADATTAMENTO(Selye, 1936) • Stressor :una situazione-stimolo qualsiasi, sia essa positiva o negativa • Stress:risposta generica del nostro organismo allo stimolo stressante
Riferimenti teorici SINDROME GENERALEDI ADATTAMENTO(Selye, 1936) La somma di tutte le reazioni che si manifestano nell’organismo in seguito alla prolungata esposizione ad uno stress viene definita da Selye Sindrome Generale di Adattamento (GAS = General Adaptation Syndrome)
Riferimenti teorici SINDROME GENERALEDI ADATTAMENTO(Selye, 1936) 3 fasi della GAS: • Allarme • Resistenza • Esaurimento
Riferimenti teorici SINDROME GENERALEDI ADATTAMENTO(Selye, 1936) Allarme Uno sforzo improvviso (fisico e psichico) attiva il Sistema Nervoso Autonomo e precisamente la componente del Simpatico (asse ipotalamo-ipofisi-surrene) L'organismo si allerta e si attiva per fronteggiarlo
Riferimenti teorici SINDROME GENERALEDI ADATTAMENTO(Selye, 1936) Resistenza Se lo sforzo prosegue nel tempo, l’organismo cerca di adattarsi, ma questo può portare alla formazione di ulcere gastrointestinali e all’ingrossamento delle ghiandole surrenali
Riferimenti teorici SINDROME GENERALEDI ADATTAMENTO(Selye, 1936) Esaurimento Quando l’esposizione all’evento stressante si protrae in modo abnorme, l’organismo, se non può mantenere oltre lo stato di resistenza, esaurisce le energie impiegate nell’adattamento, e rischia danni irreversibili, se non addirittura la morte
Riferimenti teorici SINDROME GENERALEDI ADATTAMENTO(Selye, 1936) La GAS è dovuta non solo a sforzi fisici intensi e a fattori avversi come il freddo, il caldo, la fame o glieccessi alimentari, ma anche a fattori psicosociali, tratti di personalità, aspettative proprie ed altrui, acuta competitività, incapacità a fronteggiare piccoli e grandi problemi della vita quotidiana, oltre che abitudini, stili di vita, credenze
Riferimenti teorici SINDROME GENERALEDI ADATTAMENTO(Selye, 1936) Tipologie di stress: Distress Stress nocivo perché può portare l’individuo alla terza fase della GAS. È sostanzialmente sinonimo di ciò che nel linguaggio comune viene definito “stress” Eustress Esperienza di cambiamento positiva (es. l’atto sessuale, il superamento di un esame)
Riferimenti teorici SINDROME GENERALEDI ADATTAMENTO(Selye, 1936) Un aumento dello stress può avere come risultato un aumento della produttività, ma fino ad un certo punto. Questo “certo punto” varia per ognuno di noi Tra il livello di attivazione e quello di prestazione esiste una relazione ad U rovesciato
Riferimenti teorici SINDROME GENERALEDI ADATTAMENTO(Selye, 1936) L’importanza della teoria di Selye è dovuta al fatto che per la prima volta viene stabilita l’esistenza di una relazione tra stimoli esterni e reazione interna dell’organismo Viene stabilito che la reazione di stress è uguale di fronte a stimoli di diverso tipo e che il suo significato è di adattamento e difesa dell’organismo che però, in determinati casi, può dare origine a patologie
Riferimenti teorici TEORIA DELLA REAZIONE EMOZIONALE(Mason, 1952) La produzione di ormoni da parte della ghiandola surrenale a seguito della stimolazione dell’ipofisi (attivazione dell’asse ipofiso-corticosurrene), caratteristica dello stress, non è dovuta alla semplice esposizione all’evento stressante, ma è specificamente innescata dalla reazione emozionale indotta dagli stimoli stessi
Riferimenti teorici TEORIA DELLA REAZIONE EMOZIONALE(Mason, 1952) STIMOLO REAZIONE EMOZIONALE PRODUZIONE ORMONALE
Riferimenti teorici TEORIA DELLA REAZIONE EMOZIONALE(Mason, 1952) A livello fisiologico lo stress è una risposta multi-ormonale il cui significato sostanziale è quello di permettere un migliore adattamento dell’organismo in condizioni particolari di richiesta ambientale, e quindi favorire la sopravvivenza dell’organismo stesso
Riferimenti teorici TEORIA DELLA REAZIONE EMOZIONALE(Mason, 1952) Non esiste una definizione univoca di emozione in quanto è un’esperienza che coinvolge l’intero organismo a livello • Psicofisiologico • Cognitivo • Comportamentale
Riferimenti teorici TEORIA DELLA REAZIONE EMOZIONALE(Mason, 1952) DEFINIZIONE OPERATIVA DI EMOZIONE L’emozione è una reazione soggettiva a un evento saliente, caratterizzata da modificazioni fisiologiche, esperienziali e a livello di comportamento esplicito (Sroufe, 1995)
Riferimenti teorici TEORIA DELLA REAZIONE EMOZIONALE(Mason, 1952) Ciascuna emozione agisce a tre livelli: • Fisiologico • Esperienziale • Comportamentale
Riferimenti teorici TEORIA DELLA REAZIONE EMOZIONALE(Mason, 1952) Differenza tra emozioni PRIMARIE emozioni basilari, individuabili in praticamente tutte le popolazioni umane e già a partire dai primissimi mesi di vita SECONDARIE manifestazioni affettive più complesse, culturalmente determinate, e spesso caratterizzate da una grande variabilità tra un individuo e un altro
Riferimenti teorici TEORIA DELLA REAZIONE EMOZIONALE(Mason, 1952) Classificazione delle emozioni primarie di Ekman et al. (1972) • Paura • Disgusto • Rabbia • Gioia • Sorpresa • Tristezza
Riferimenti teorici TEORIA DELLA REAZIONE EMOZIONALE(Mason, 1952) Dato il valore adattivo e organizzante delle emozioni primarie, si può presumere che esse abbiano un significato in termini evolutivi: studiare lo sviluppo emotivo di base vuol dire studiare lo sviluppo dell’individuo nella sua totalità, processo quest’ultimo che consiste in una continua integrazione tra aspetti emotivi, cognitivi e neurofisiologici
Riferimenti teorici TEORIA DELLA REAZIONE EMOZIONALE(Mason, 1952) • Ciascuna specifica emozione di base evolve in accordo con i principi generali dello sviluppo • Esistono sorprendenti parallelismi tra i sistemi delle emozioni di base, in accordo con l’assunto che i processi dello sviluppo sono ripetitivi
Riferimenti teorici TEORIA DELLA REAZIONE EMOZIONALE(Mason, 1952) • Lo sviluppo della capacità di esprimere le emozioni di base dipende dallo sviluppo della capacità di gestire la tensione • Una risposta emotiva di base può essere positiva o negativa a seconda della capacità dell’individuo di modulare la tensione e dal contesto nel quale la tensione è generata
Riferimenti teorici TEORIA DELLA REAZIONE EMOZIONALE(Mason, 1952) • Lo sviluppo consiste nella capacità di gestire la tensione, anche in base alla valutazione del contesto • Lo sviluppo porta a differenze individuali nella capacità di gestire la tensione e di valutare il contesto
Riferimenti teorici TEORIA DELLA REAZIONE EMOZIONALE(Mason, 1952) • La relazione di attaccamento assume un ruolo critico ai fini dello sviluppo in quanto fornisce le procedure primarie di gestione della tensione e rappresenta il contesto primario su cui fare una valutazione
Riferimenti teorici MODELLO TRANSAZIONALE(Lazarus, 1976; Lazarus & Folkman, 1984) Lo stress è definito come la condizione derivante dall’interazione (transazione) di variabili ambientali e individuali, che vengono mediate da variabili di tipo cognitivo
Riferimenti teorici MODELLO TRANSAZIONALE(Lazarus, 1976; Lazarus & Folkman, 1984) Compare per la prima volta il concetto di STRESS PSICOLOGICO
Riferimenti teorici MODELLO TRANSAZIONALE(Lazarus, 1976; Lazarus & Folkman, 1984) Si sottolinea la componente soggettiva dell’evento stressante, ovvero che l’elemento fondamentale che determina l’entità della reazione emozionale-fisiologica è la valutazione cognitiva dell’individuo sul suddetto evento stressante
Riferimenti teorici MODELLO TRANSAZIONALE(Lazarus, 1976; Lazarus & Folkman, 1984) Già negli anni ’60 alcuni studi hanno evidenziato che individui diversi reagiscono allo stesso stimolo stressante con risposte assai diverse Prima d’indurre l’attivazione emozionale e la successiva reazione di stress, lo stimolo viene elaborato dal SNC e, attraverso i processi di elaborazione, acquisisce una sua specifica coloritura emozionale
Riferimenti teorici MODELLO TRANSAZIONALE(Lazarus, 1976; Lazarus & Folkman, 1984) Nessun evento esistenziale significativo può essere considerato aprioristicamente patogenetico Allo stesso tempo, ogni evento suscettibile di produrre una reazione emozionale potrebbe essere definito come avvenimento stressante. Gli eventi sono stressanti nella misura in cui sono percepiti come stressanti
Riferimenti teorici MODELLO TRANSAZIONALE(Lazarus, 1976; Lazarus & Folkman, 1984) L’entità dello stress è definita anche dalle caratteristiche oggettive dello stimolo La portata stressogena di un evento è determinata anche dalla qualità e dalla quantità dello stimolo
Riferimenti teorici MODELLO TRANSAZIONALE(Lazarus, 1976; Lazarus & Folkman, 1984) L’individuo attua 2 tipi di valutazione: Primaria (valutazione cognitiva e percezione emotiva dello stimolo) Secondaria (valutazione delle risorse e capacità a disposizione per far fronte allo stimolo stressante, in altre parole, valutazione delle capacità di coping)
Coping DEFINIZIONE Insieme degli sforzi cognitivi e comportamentali attuati per controllare specifiche richieste interne e/o esterne che vengono valutate come eccedenti le risorse della persona
Coping • Modalità che definisce il processo di adattamento ad una situazione stressante • Non garantisce il successo: se è funzionale alla situazione, può mitigare e ridurre la portata stressogena se è disfunzionale, la può anche amplificarla
Coping • Processo dinamico, in quanto è costituito da una serie di risposte reciproche, attraverso le quali ambiente e individuo si influenzano a vicenda • Insieme di azioni intenzionali, sia cognitive che comportamentali, finalizzate a controllare l’impatto negativo dell’evento stressante
Coping 2 tipi di coping (Lazarus & Folkman, 1984): • CENTRATO SULL’EMOZIONE regolazione delle reazioni emotive negative conseguenti alla situazione stressante • CENTRATO SUL PROBLEMA tentativo di modificare o risolvere la situazione che sta minacciando o danneggiando l’individuo
Coping 8 strategie di coping (Lazarus & Folkman, 1988): • Confronto (mantengo la mia posizione) • Presa di distanza (rifiuto di pensare al problema)
Coping 8 strategie di coping (Lazarus & Folkman, 1988): • Autocontrollo (cerco di non far trasparire i miei sentimenti) • Ricerca del sostegno sociale (accetto la comprensione altrui)
Coping 8 strategie di coping (Lazarus & Folkman, 1988): • Responsabilità (critico me stesso) • Fuga-evitamento (desidero che lo stress passi in qualche modo)
Coping 8 strategie di coping (Lazarus & Folkman, 1988): • Pianificazione (Faccio un piano d’azione e lo seguo) • Rivalutazione positiva (ritrovo la fiducia)
Coping 3 tipi di coping (Endler & Parker, 1990) • COPINGCENTRATO SUL COMPITO tendenza ad affrontare il problema in maniera diretta, ricercando soluzioni per fronteggiare la crisi • COPING CENTRATO SULLE EMOZIONI abilità specifiche di regolazione affettiva, che consentono di mantenere una prospettiva positiva di speranza e controllo delle proprie emozioni in una condizione di disagio, oppure di abbandono alle emozioni, come la tendenza a sfogarsi o, ancora, la rassegnazione • COPING CENTRATO SULL’EVITAMENTO tentativo di ignorare la minaccia dell’evento stressante o attraverso la ricerca del supporto sociale o impegnandosi in attività che distolgono l’attenzione dal problema
Coping e dolore cronico 2 tipi di strategie per fronteggiare il dolore cronico (Brown & Nicassio, 1987) • Strategie attive (RISORSE INTERNE) • tentativo del paziente di controllare in qualche modo il proprio dolore • tentativo di mantenere un buon livello funzionale, nonostante il permanere del dolore stesso • Strategie passive (RISORSE ESTERNE) il paziente lascia il controllo del proprio dolore ad altri o permette che altre aree significative di vita vengano influenzate negativamente dal dolore
Specificità e aspecificità Risposta aspecifica (risposta di stress simile in un certo gruppo di individui) Risposta specifica (risposta di stress variabile a seconda dello stimolo e dell’individuo)
Stress e adattamento Considerando lo stress come processo di adattamento, possiamo individuare 3 tipi di stress: • Individuale • Riproduttivo • Da attaccamento e perdita
Stress e adattamento Stress individuale • È strettamente associato alla sopravvivenza dell’individuo • È sostanzialmente l’equivalente del concetto di stress di Selye • È quello più largamente conosciuto poiché è quello a cui più spesso si fa riferimento negli studi sullo stress