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L’istituzione del processo educativo. Affetti in gioco.
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Affetti in gioco • Anche se si tratta “solo” di un incontro con una persona “nuova”, affettivamente, si può porre un’analogia tra l’esperienza dell’inizio e dell’esperienza della nascita, della separazione e dell’ingresso in un nuovo campo di esperienza e di relazioni. Si passa dauna situazione conosciuta e quindi rassicurante, a una ignota e potenzialmente minacciosa, che può incutere paura, disorientamento; • Le emozioni provate possono oscillare tra ansia, paura e curiosità in una situazione in cui la situazione di asimmetria tra educatore e educando può indurre una serie di fantasie di manipolazione, di trasformazione, di aggressione accanto a sentimenti di inadeguatezza; • Il livello d’ansia dipende dal gradiente di straniamento che la nuova situazione formativa porta con sé: a livello di spazio ambientale; di numero dei componenti di un gruppo sconosciuto; di consonanza o dissonanza culturale.
Cosa succede nell’incontro? • Ci si rende conto della presenza dell’altro e ci “si scopre d’un colpo nella relazione”; • L’incontro è un incontro tra corpi: “corpi-vivi” e “corpi-cosa”, in ogni caso “corpi differenti”; • L’incontro è l’incontro di un “volto” e di “gesti” che esprimono emozioni, sentimenti, stati d’animo relativi a una “loro” esperienza; (Boella L. (2006), Sentire l’altro, Cortina, Milano)
Tra empatia e interazione • Si profila la possibilità dell’esperienza della “differenza”, possibile a partire dalla “modificazione” del proprio “contesto di esperienza” e dell’abitare lo spazio del movimento tra l’altro e sé; • Si può leggere tutto questo anche come “interazione” nel momento in cui l’incontro sia visto come un’azione sociale di tipo comunicativo che si staglia nella condivisione di un medesimo “orizzonte di senso” e che quindi costruisce i significati dell’esperienza condivisa; Boella L. (2006), Sentire l’altro, Cortina, Milano Salomone I. (2005), Lezioni di pedagogia interazionale, Magma, Pesaro
Il trattamento: Istituire il contesto dell’interazione affettiva ed educativa La creazione di uno spazio fisico in grado di accogliere tutti gli stati d’animo connessi al momento dell’incontro con una persona “nuova”, alla separazione da una situazione nota e all’ingresso in una ignota, e che contenga tutte le emozioni suscitate dal fatto di sapere di essere immessi all’interno di un percorso che lascerà il suo segno, che produrrà nei soggetti stessi una trasformazione Mottana P. (1993), Formazione e affetti, Armando, Roma. P. 140
Istituire il contesto dell’interazione affettiva ed educativa • L’istituzione di un setting inteso come “area transizionale e potenziale”: area in cui l’identità consolidata possa essere messa tra parentesi e si possa giocare in un’esperienza che consenta “una nuova nascita”, un cambiamento; • L’istituzione di un setting inteso sia come struttura organizzativa che come struttura semantica, generatrice di significati e di regole di produzione di esperienze di interazione. Mottana P. (1993), Formazione e affetti, Armando, Roma. P. 140; Salomone I. (2005), Lezioni di pedagogia interazionale, Magma, Pesaro
Il trattamento: l’istituzione del setting “Il setting empiricamente si concretizza in una regolazione dell’ambiente, fisico e simbolico, sul piano dello spazio, del tempo, delle relazioni privilegiate”. Ciò significa: • Delimitare un luogo • Definire gli orari e garantirne il rispetto • Ri-conoscere i vincoli del setting (di azione, di tema, di ingaggio) • Consentire la continuità di una relazione/interazione all’interno del setting • Costruire un luogo in cui poter fare esperienza, poterla esprimere, poterla elaborare • Ovvero: istituire una scena educativa