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Gli strumenti per la pianificazione della revisione: l’analytical review. Il processo di revisione contabile. Le attività di pianificazione. Determinazione del numero di collaboratori necessario Valutazione del grado di indipendenza
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Gli strumenti per la pianificazione della revisione: l’analytical review
Le attività di pianificazione Determinazione del numero di collaboratori necessario Valutazione del grado di indipendenza Ottenimento di informazioni riguardanti l’azienda cliente e il settore in cui essa opera Stima della possibilità di errori, frodi ed azioni illegali Svolgimento di procedure di analyticalreview preliminari Stima del limite di materialità e del rischio di revisione; valutazione del rischio inerente Valutazione del livello preliminare di rischio di controllo Sviluppo di una strategia di revisione e predisposizione dei relativi programmi di lavoro Considerazione di servizi complementari a valore aggiunto
La stima della materialità (significatività) • Un’informazione è significativa se la sua omissione o il suo travisamento possono influenzare le decisioni economiche dei soggetti che si affidano alle informazioni contenute nel bilancio. • La significatività costituisce un valore soglia, un punto di cutoff, piuttosto che essere una caratteristica qualitativa primaria che un’informazione deve possedere perché sia utile.
Le fasi per la stima della significatività • Le fasi 1 e 2 caratterizzano normalmente i momenti iniziali dell’incarico, rientrando nell’ambito della pianificazione del lavoro. • Si passa alla fase 3 quando il revisore valuta l’evidenza al momento del completamento della revisione, per stabilire se essa supporta la correttezza della presentazione del bilancio e le considerazioni avanzate nella relazione finale di revisione.
Le fasi per la stima della significatività La significatività può essere considerata su diversi livelli: livello di significatività preliminare (planning materiality), importo che potrebbe modificare o influenzare il giudizio sul bilancio nella sua globalità; livello di significatività riferito al singolo conto o gruppo di conti (errore tollerabile), che permette di declinare per le singole voci il concetto di significatività; livello di significatività in sede di valutazione dei risultati.
Il rischio di revisione Il rischio di revisione è funzione di tre aspetti: • Rischio inerente • Rischio di controllo • Rischio di individuazione • Il rischio di revisione è il rischio che il revisore possa inconsapevolmente non tenere conto in modo adeguato, nella predisposizione del proprio parere su un bilancio, di errori significativi che lo inficiano.
Significatività e rischio di revisione • All’aumentare della significatività il rischio di revisione diminuisce • Se l’errore significativo corrisponde al totale di un saldo contabile il rischio di revisione è quasi nullo
Il rischio inerente Il rischio inerente (o rischio intrinseco) è costituito dall’attitudine intrinseca di un conto o di una categoria di operazioni a contenere errori significativi, a prescindere dall’efficacia del sistema dei controlli. Es.: fondi rischi ed oneri, fondi ammortamento, riserve di rivalutazione (IAS 16)
Il rischio di controllo • Il rischio di controllo è il rischio che gli errori significativi non siano evitati o scoperti tempestivamente dal sistema di controllo interno di un’impresa. • strategie di revisione con rischio di controllo massimo • strategie di revisione con rischio di controllo inferiore a quello massimo
Il rischio di individuazione Il rischio di individuazione è il rischio che le procedure sostanziali di revisione effettuate non rivelino un errore significativo contenuto in una voce di bilancio o in una categoria di operazioni. Esso è funzione dell’efficacia delle procedure di revisione e della loro applicazione da parte del revisore
Il rischio di revisione Verificare il rischio di impresa per il cliente Verificare il rischio di errore significativo dovuto ad errore o frode Fattori che influiscono sul rischio inerente Fattori che influiscono sul rischio di controllo Rischio di revisione Rischio inerente Rischio di controllo Rischio di individuazione = * * Rischio relativo all’impresa assoggettata a revisione
La determinazione del rischio di revisione: l’output principale della pianificazione Ar = audit risk (rischio di revisione) Ir = inherent risk (rischio inerente) Cr = Control risk (rischio di controllo) Dr = Detenction risk (rischio di individuazione) Dr = Ar / (Ir * Cr)
Caratteristiche del settore • Andamento economico del settore • Caratteristiche degli standard contabili • Altri requisiti normativi • Es.: settore finanziario al termine dell’esercizio 2008
Caratteristiche aziendali (1) • Andamento • Situazione economica negativa • Assenza di flussi di cassa • Forte ricorso al capitale di terzi • Raccolta di fondi attraverso il mercato • Operatività • Numerose e complesse operazioni infragruppo • Conti correnti in paradisi fiscali • Es.: Parmalat dal 96 all’anno del crack
Caratteristiche aziendali (2) • Probabilità di furti • Movimentazione di grandi importi in denaro contante • Merce di dimensioni ridotte e ad elevato valore aggiunto • Probabilità errori • Scostamenti emersi con le procedure di analytial review
Caratteristiche aziendali (3) • Efficacia del sistema dei controlli • Assenza di reportistica per le sedi distaccate • Mancanza di separazione delle mansioni • Scarsa protezione fisica delle giacenze di denaro e di prodotti • Assenza o scarsità di figure di controllo
Caratteristiche aziendali (4) • Il management • Motivazione al raggiungimento degli obiettivi di reddito • Elevato turnover di dirigenti amministrativi e membri del CdA • Rapporti conflittuali tra il revisore ed il management • Violazioni di normative effettuate negli anni precedenti
La strategia di non affidabilità • Il revisore decide di non fare affidamento sui controlli aziendali e di revisionare direttamente i relativi documenti e conti di bilancio. • Ciò può avvenire perché: • i controlli non sono pertinenti con le asserzioni; • i controlli sono stati giudicati inefficaci; • è inefficiente valutare l’efficacia dei controlli.
La strategia di affidabilità • La decisione del revisore di seguire una strategia di affidabilità e di stimare il rischio di controllo a un livello inferiore alla misura massima implica: • l’identificazione di controlli interni specifici inerenti a specifiche asserzioni, che con tutta probabilità sono in grado di prevenire o identificare errori materiali; • l’effettuazione di test sui controlli, per valutare la loro efficacia.
L’output della pianificazione: il Piano Generale di Revisione • Contenuti principali • Caratteristiche dell’impresa e del suo sistema di controllo • Rischi e significatività • Condizioni contrattuali • Natura, tempi e ampiezza delle procedure di revisione (successivamente dettagliate nei piani analitici – Vedi Tavola 7.2 del testo “Auditing”) • Risorse impiegate nel lavoro
Dac/rm 96003556 proposta standard Consob • Oggetto della proposta • Natura dell’incarico • possibilità di accedere alle scritture • riferimento ai principi di revisione adottati • responsabilità • ragionevole sicurezza • impegno a comunicare le irregolarità ai sindaci • Modalità di svolgimento dell’incarico • descrizione del piano di revisione • Personale, tempi e corrispettivi • Aggiornamento dei corrispettivi • Situazione di incompatibilità • Relazione di certificazione • Lettera di suggerimenti • Corrispettivi pattuiti per i lavori sulle partecipate
L’ANALYTICAL REVIEW Uno strumento per la redazione del piano di audit
Finalità e metodi • Pianificare la natura i tempi e l’ambito delle procedure di revisione • Test di sostanza per avere evidenza con riferimento a saldi specifici • Confronti tra dati di esercizi distinti • Confronti tra budget e consuntivo • Confronti e relazioni all’interno di uno stesso bilancio (es.: oneri finanziari) • Confronti tra consuntivo azienda e consuntivo di settore • Confronti e relazioni tra dati contabili ed extracontabili (es.: prezzo di acquisto, prezzo di vendita e rese)
L’analisi economico-finanziaria • L’analisi dello Stato Patrimoniale “finanziario” • L’analisi della liquidità • L’analisi della solidità patrimoniale • Il sistema integrato di misurazione a mezzo indici economico-finanziari • L’analisi della redditività • L’analisi dell’efficienza • L’analisi dell’indebitamento • La leva finanziaria
Analisi di Bilancio: concetti introduttivi Metodologie di analisi Le tecniche di analisi impiegate normalmente sono tre: • per margini: è sostanzialmente un’analisi di struttura in quanto tende ad accertare i rapporti esistenti tra varie classi di attività e passività, e di costi e ricavi. E’ la base logica delle successive analisi. • per indici: si basa su rapporti (ratios) che legano le varie voci di bilancio; trasforma le grandezze in rapporti al fine di ottenere dati di sintesi particolarmente significativi. • per flussi: integra le analisi precedenti e consente di spiegare i cambiamenti intervenuti e già indicati dalle due tipologie precedenti. In genere, le tre tipologie di analisi sono tra loro complementari.
Analisi di bilancio: concetti introduttivi Costruzione degli indici: premessa Gli indici si dividono in: • Indici di Composizione (o di struttura): • semplici: tra un valore (o classe di valori) economico o finanziario ed il corrispondente totale • composti: tra due valori (o classi di valori) appartenenti al Conto Economico od alla medesima sezione di Stato Patrimoniale • Indici di Correlazione (o di sincronizzazione): • tra due valori (o classi di valori) appartenenti alle opposte sezioni di Stato Patrimoniale • tra due valori (o classi di valori) appartenenti ai due diversi documenti di bilancio • Indici dinamici (o di andamento o di sviluppo): • tra valori appartenenti a bilanci di esercizi diversi (es. crescita % delle vendite)
L’Analisi dello Stato Patrimoniale Lo Stato Patrimoniale finanziario (richiamo) AF Attivo Fisso PN Patrimonio Netto PC Passività Consolidate RD Rimanenze - Disponibilità TI Totale Impieghi o CI Capitale Investito (caratteristico) TF Totale Fonti LD Liquidità Differite AC Attivo Circolante PB Passività a breve Elemento temporale di separazione: convenzionalmente1 anno LI Liquidità Immediate
L’Analisi dello Stato Patrimoniale L’analisi per margini dello Stato patrimoniale Finanziario AF Attività Fisse PN Patrimonio Netto PC Passività Consolidate MS (-) RD Rimanenze - Disponibilità CCN (+) MT (+) LD Liquidità Differite PB Passività a Breve LI Liquidità Immediate
L’analisi dello Stato Patrimoniale L’analisi per margini: concetti di base • (Attenzione al concetto di CI e CIC) • L’attività aziendale è “sostenuta” dalle fonti (gestione, fonti di capitale e di terzi, durevoli e non durevoli): pertanto, le fonti di finanziamento devono ragionevolmente corrispondere, per durata, agli impieghi. • L’analisi per margini accerta la corrispondenza tra la qualità e la compatibilità delle diverse tipologie di fonti ed impieghi.
L’Analisi dello Stato Patrimoniale Il Capitale Circolante Netto E’ rappresentato dalla differenza tra le attività correnti e le passività a breve termine CCN = AC – PB cioè CCN = ( RD + LD + LI ) - PB Altra lettura: CCN = ( CN + PL ) – AF • Rappresenta la parte delle attività correnti finanziata da fonti durevoli. • Dovrebbe essere sempre positivo; altrimenti significa che l’azienda sta finanziando attività immobilizzate con fonti a breve esponendosi a gravi rischi di natura finanziaria. • Altre configurazioni: operativo (esclude valori numerari e di finanziamento); commerciale (solo magazzino e crediti/debiti commerciali)
L’Analisi dello Stato Patrimoniale Il Margine di tesoreria E’ rappresentato dalla differenza tra liquidità (immediate e differite) e passività a breve termine MT = ( LI + LD ) – PB oppure MT = CCN - RD Altra lettura: MT = ( CN + PL ) – ( AF + RD ) • Tale margine dovrebbe essere positivo, se è negativo significa che l’azienda non è in grado di far fronte ad una immediata richiesta di rimborso dei propri debiti (mancanza di mezzi monetari)
L’Analisi dello Stato Patrimoniale Il Margine di struttura E’ rappresentato dalla differenza tra il patrimonio netto ed il valore netto delle immobilizzazioni MS = CN - AF Altra lettura: MS = CCN – (PL + PB) • Indica se i mezzi propri sono in grado di coprire il fabbisogno durevole rappresentato dalla attività immobilizzate. • Nella realtà italiana è considerato normale un margine (non accentuatamente) negativo, occorre verificare che tipo di debiti coprono il fabbisogno aziendale durevole. • Margine di struttura secondario: MS = (CN + PB) - AF
L’Analisi dello Stato Patrimoniale Alcune possibili combinazioni tra i margini MS (+) CCN (+) MT (+)
L’analisi dello Stato Patrimoniale Alcune possibili combinazioni tra i margini (#3) MS (-) CCN (+) MT (+)
L’Analisi dello Stato Patrimoniale Alcune possibili combinazioni tra i margini (#2) MS (+) CCN (+) MT (-)
L’Analisi dello Stato Patrimoniale Alcune possibili combinazioni tra i margini (#4) MS (-) CCN (+) MT (-)
L’Analisi dello Stato Patrimoniale Alcune possibili combinazioni tra i margini (#5) MS (-) CCN (-) MT (-)
La rigidità degli Impieghi: AF / TI AF / TI * TI / AC = AF / AC L’elasticità degli Impieghi: AC / TI AC / TI * TI / AF = AC / AF L’autonomia: MP / TI MP / TI * TI / CT = MP / CT L’indebitamento: Totale o Dipendenza da Terzi ( PL + PB ) / TI Permanente ( PN + PL ) / TI a Lungo PL / TI a Breve PB / TI in senso proprio CT / MP L’Analisi dello Stato Patrimoniale L’analisi di struttura finanziaria è svolta mediante indici di composizione (semplici o composti), che esprimono:
L’Analisi dello Stato Patrimoniale STATO PATRIMONIALE Materiali Immateriali Finanziarie (al netto dei fondi ammort.to) Attivo fisso (3.000) Capitale sociale + Utili - Perdite Patrimonio netto (2.000) Mutui Debiti a l/termine Passività consolidate (1.500) Magazzino (400) Crediti vs clienti Crediti diversi Liquidità differite (850) Passività correnti (1.000) Liquidità immediate (250) Banca c/c Debiti vs fornitori Debiti tributari Cassa Banca c/c
Indici di composizione Capitale investito (K o Ci) Capitale acquisito (K o Ci) Attivo circolante N/K o Mp/Ci = 44% AUTONOMIA FINANZIARIA (P cons. + P. corr.)/K o (Pml + Pb)/Ci = 56% INDEBITAMENTO TOTALE (N+P cons)/K o (Mp +Pml)/Ci=77% SOLIDITA’ O INDEB. PERMANENTE Imm/K o Af/Ci = 67% RIGIDITA’ Cap. circolante/K o Ac/Ci = 33% ELASTICITA’
Primo livello: Indice di “Struttura corrente” o di Disponibilità (assieme al CCN) RD + LD + LI / PB Secondo livello: Indice di “Liquidità secca” o “Acid Test” ratio (assieme al MT) LD + LI / PB capacità dell’azienda di rimborsare “istante per istante” le passività in scadenza senza compromettere le condizioni di equilibrio patrimoniale ed economico; affidamenti bancari (pre-Basilea II) L’Analisi dello Stato Patrimoniale L’analisi di correlazione patrimoniale è svolta mediante margini ed indici semplici (o come indici di struttura composti), che esprimono il grado di elasticità/rigidità degli impieghi rispetto alle fonti, in termini di liquidità:
INDICI di COMPOSIZIONE e di CORRELAZIONE: visione d’assieme Liquidità differite (850) Passività correnti (1.000) Liquidità immediate (250) Margine di tesoreria = 1.100 - 1.000 = + 100 Indice di liquidità secca = 1.100/1000 = 1,1
Indice di Autocopertura (assieme al MS primario) CN / AF Indice di “Copertura delle Immobilizzazioni” (assieme al MS secondario) (CN + PL) / AF più in generale, ogni valore di Impiego deve trovare la propria copertura nel corrispondente valore di Fonte: “Copertura delle Immobilizzazioni Tecniche” CN / IT “Copertura del Magazzino” (CN + PL) – AF / RD “Copertura del CCN commerciale” DB / CC + M – DC “sincronizzazione” tra fonti e impieghi; affidamenti bancari (post-Basilea II) L’Analisi dello Stato Patrimoniale L’analisi di correlazione patrimoniale è svolta mediante margini ed indici semplici (o come indici di struttura composti), che esprimono il grado di elasticità/rigidità degli impieghi rispetto alle fonti, in termini di solidità: