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LA CIVILTÀ CRETESE E MICENEA. LA GRECIA CLASSICA. L’ARTE GRECA. LA GRECIA ELLENISTICA. L’IMPORTANZA DELLA CULTURA GRECA. Notizie utili di contesto. Nell’isola di creta la vita scorre, al limite del fiabesco.
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LA CIVILTÀ CRETESE E MICENEA LA GRECIA CLASSICA L’ARTE GRECA LA GRECIA ELLENISTICA L’IMPORTANZA DELLA CULTURA GRECA
Notizie utili di contesto Nell’isola di creta la vita scorre, al limite del fiabesco. Creta la più grande isola del mediterraneo orientale, dagli antichi era chiamata l’isola dei beati, per la sua posizione geografica e per la mitezza del clima. Grande nodo di traffici marittimi tra Egitto , Siria, Asia Minore, Penisola Ellenica, isole dell’Egeo e mediterraneo occidentale. Creta ha recepito da queste civiltà molteplici influssi culturali. La civiltà cretese è nota anche col nome di civiltà Minoica, da Minosse mitico re - sacerdote Un’isola dalla vita pacifica che primeggia sul mediterraneo orientale La civiltà Minoica fiorì per circa 1500 anni, fino al XIV secolo a.C.. Gli aspetti più originali della civiltà cretese erano il ruolo assegnato alla donna,e l’assenza di riferimenti alla guerra. Il carattere pacifico è testimoniato dal fatto che i suoi centri abitati non erano fortificati. Pur essendo pacifica poteva comunque contare sulla forza della sua flotta, i Cretesi imposero la Talassocrazia, cioè un vero e proprio predominio dei mari che esercitarono per alcuni secoli. Creta che era povera di materie prime importava da altri Paesi. Il primato di Crete è tramandato da un mito ateniese Il ricordo della supremazia di Creta rimase a lungo nella tradizione greca, dando luogo a racconti leggendari come quello del Minotauro, creatura fantastica dalla testa di toro e dal corpo di umano, chiuso in un labirinto della città di Cnosso. La leggenda si rifaceva alle conseguenze di una guerra che il re cretese Minosse aveva condotto contro gli ateniesi per vendicarsi dell’uccisione di un figlio. Come pegno i vinti ogni anno dovevano inviare a Creta sette fanciulli e sette fanciulle per essere divorate dal Minotauro.a interrompere questa serie di sacrifici fu l’eroe greco Teseo, che unitosi ai fanciulli riuscì ad uccidere il mostro.
LA CIVILTÀ CRETESE E MICENEA Nei poemi di Omero tra IX e l’IIV secolo a.C. aleggia il ricordo di una civiltà splendida e raffinata che fino a pochi decenni fa sembrava del tutto leggendaria. Fu un mercante tedesco < Enrico Schliemann> che nell’800 iniziò la ricerca del mondo cantato da Omero e solo all’inizio del XX secolo si ebbero le prime scoperte. La caratteristica principale che emerge dalla pittura, dall’architettura e dalla scultura è l’espressione del movimento. Infatti,analizzando in particolare i palazzi di Festo e di Cnosso, notiamo un succedersi di sale corridoi e stanze e in questi ambienti le porte i pilastri i colonnati si dispongono in modo disordinato. L’architettura cretese non è euritmica,ma asimmetrica Creta fu il primo vero centro di una fiorente civiltà. sulla civiltà cretese, che va dal 2000 al 1500 a.C non si è potuto stabilire se sia nata sull’isola o sia stata importata. Come documenti di questa civiltà ci restano i palazzi reali di Cnosso e Festo. EURITMICA:giusta misura ASIMMETRICA: SENZA PROPORZIONI
I CRETESI E LE CITTÀ PALAZZO Convenzionalmente I base ai risultati delle ricerche archeologiche si è soliti dividere la storia dell’arte cretese in quattro periodi: Periodo prepalaziale; <2500 -2000 a.C.> Periodo protopalaziale <2000 – 1700 a. C> Periodo neopalaziale <1700- 1400 a.C.> Periodo postpalaziale < 1400 – 1100 a. C.> Questa cronologia mette in evidenza come il palazzo sia l’elemento simbolo della civiltà Cretese. Periodo neopalaziale: è il periodo più documentato, nascita del palazzo città che accoglieva non solo i regnanti, ma anche una vasta comunità. Periodo prepalaziale: i cretesi costruivano edifici con mattoni crudi e dipingevano gli intonaci dei vani interni. Essi davano importanza ai riti di sepoltura Postpalaziale: coincide con la fine della civiltà minoica. La definitiva conquista achea che portò alla totale distruzione dei palazzi. La produzione artistica non fu più creativa , le tecniche divennero più ripetitive, l’arte si trasformò in mero artigianato Periodo protopalaziale: in questo periodo vengono edificati i grandi palazzi fulcri delle città di Cnosso, Festo e Màllia
IL PALAZZO DI CNOSSO Un palazzo labirinto Il palazzo era il centro politico e religioso dell’isola, si presenta come un complesso vasto e articolato dall’aspetto lussuoso e scenografico. È privo di fortificazioni costruito intorno ad un’ampia corte centrale su cui danno la sala del trono e gli ambienti ufficiali. Le conoscenze sul palazzo di Cnosso derivano dagli scavi dell’archeologo inglese sir Arthur Evans <1851 – 1941> che portò alla luce i resti di un palazzo di 3000 mq. Gli scavi di Cnosso sono stati tra i primi a essere condotti con il metodo della stratigrafia cioè associare l’età di un reperto con lo strato del terreno. Grazie a ciò possiamo stabilire che sopra le rovine del palazzo di Cnosso, distrutto da un terremoto attorno al 1700 a.C. in epoca neopalaziale ne era stato costruito un altro.
Le colonne ed i pilastri in pietra sono a rastrematura inversa cioè verso il basso Il palazzo di Cnosso risponde ad un criterio organizzativo dello spazio orientato dall’esterno verso l’interno e il basso cioè verso la profondità della terra. Le sale più importanti sono situate in basso. L’idea costruttiva che risulta dalla pianta del palazzo di Cnosso è la cosiddetta struttura a germogli che prevede un’area centrale da cui germogliano le altre aree collegate. Sulla piazza centrale si affacciano la sala del trono, le stanze della regina, e l’area destinata al culto.
Su uno sfondo blu egiziano, al centro della scena, vi è un toro, dipinto in ocra rossastra, bianco e marrone . Il toro è sospeso nell'aria. Ai lati dell'immagine raffigurata del toro ci sono due donne, una delle quali tiene le corna e l'altra dalla parte opposta tiene le sue braccia sollevate, mentre l'uomo si trova sulla schiena del toro. Il gioco consistente nell'afferrare il toro per le corna, eseguire su di esso un doppio salto mortale, ricadere a terra restando in posizione verticale. La presenza contemporanea di atleti dei due sessi, testimonia di una cultura nella quale, la donna iniziava a godere di un certo prestigio sociale. Entrambi i sessi indossano lo stesso costume (probabilmente per il fatto che un vestiario più complesso avrebbe potuto aggrovigliarsi fra le corna del toro) diversificandosi per le differenze anatomiche e il colore della pelle (quella dell'uomo è rosso ocra, quella delle donne bianca). Il movimento dell'uomo è dinamico. LA PITTURA MINOICA La tecnica pittorica più diffusa presso i cretesi era l’affresco e quasi tutti gli ambienti del palazzo di Minosse a Cnosso erano stupendamente decorati con affreschi dai colori vivaci e dalle linee morbide. Gioco del toro: Autore sconosciuto Data 1500 a. C. Tecnica affresco Dimensioni 80 cm Ubicazione museo archeologico di Hiraklion
Gli affreschi del palazzo di Cnosso realizzati intorno al 1500 a. C. attualmente staccati e conservati presso il museo Archeologico di Hiraklion Méragon della regina Il principe dei gigli; figura in bassorilievo in stucco dipinto dall’elegante disegno lineare e dall’incedere sciolto e sicuro, che presenta secondo lo schema egizio, la testa e le gambe di profilo ed il busto frontale.
La ceramica costituisce una parte importante della produzione figurativa cretese. Le testimonianze di questa produzione artistica sono conservate nei musei di Candia e Atene. La ceramica minoica Della ceramica Minoica ricordiamo: I Vasi del periodo prepalaziale; La Ceramica dello stile di Kamares Le Ceramiche dallo stile nuovo o naturalistico Le Ceramiche dallo stile del palazzo Lo stile di Kamares è caratterizzato da una vivace policromia su sfondo nero e da un repertorio ricchissimo che affianca alla spirale tipica temi vegetali e temi marini. In generale il motivo è incentrato sull'elemento geometrico Le decorazioni dei vasi cretesi erano quasi sempre ispirate alla natura: motivi come foglie, steli, fiori, animali si adattavano, nella disposizione o nella forma a quella del vaso, originando motivi ornamentali. Distinguiamo tre fasi principali nello stile decorativo: • Tra il 2000 e il 1700 a.C. si affermò la decorazione in stile detto di Kamàres. Le forme erano stilizzate in motivi geometrici, con prevalenza di spirali. I colori, in prevalenza il rosso, il giallo e il bianco, spiccano su omogenei sfondi scuri. • Nel XVI secolo a.C. si sviluppò lo stile detto naturalistico, in cui soggetti tratti dal mondo marino si dispongono liberamente sulla superficie del vaso. Appartiene a questo stile la Brocchetta di Gurnià. • A partire dalla fine del XV secolo, in corrispondenza al progressivo assorbimento di Creta nella civiltà micenea, le figurazioni divennero più rigide e schematiche, caratterizzando il cosiddetto stile di palazzo.
È un vaso di ceramica creato quasi 4000 anni fa. In questo vaso le decorazioni sono cerchi, spirali, linee ondulate, quadratini... C'è anche qualche oggetto naturale, molto semplificato (piante, fiori e foglie).I colori usati sono soprattutto il giallo, il bianco e il rosso, messi in contrasto con il fondo scuro. Gli studiosi dell'arte chiamano i vasi cretesi che sono stati creati tra il 2000 e il 1700 a.C. in stile Kamàres, dal nome della grotta dove sono stati ritrovati. Sopra: Brocca in stile di Kamàres, 1800 a.C. circa. stile di palazzo. Ceramica dipinta, altezza cm. 26. Hiràklion, Museo Archeologico.
Un vaso minoico: La Brocchetta di Gurnià Le dimensioni sono piuttosto contenute: la brocchetta è alta appena 20 cm. L’animale è disposto liberamente sulla superficie e la vegetazione marina è posta tra i tentacoli, esprimendo vitalità e unità tra gli elementi del mare. è riprodotta la figura di un polpo in modo dettagliato: riconosciamo le varie parti del corpo, come gli occhi e i tentacoli. Il vaso è conservato al Museo Archeologico della città cretese di Hiràklion, che ospita opere molto importanti della civiltà minoica. A differenza dei vasi in stile di Kamàres, le figure sono scure su sfondo chiaro. Brocca decorata con motivi marini 1500 a.C Iraklion (Creta) Museo Archeologico
scultura Mancano a Creta esempi di scultura monumentale, mentre sono stati rinvenute diverse statuette e piccoli rilievi in avorio e bronzo La dea dei serpenti è spesso vista come la Dea Madre cretese, divinità femminile legata alla fertilità. è una statuetta di ceramica smaltata, molto colorata, che la raffigura la dea con un leone sul copricapo e due serpenti tra le mani. In questa statuetta vediamo un corpo ben proporzionato e soprattutto una grande ricchezza di particolari. Ha il tipico abito a falde ricadenti bloccato sui fianchi da un elemento a selle che sembrerebbe realizzato in stoffa più pesante. Uno stretto corpetto, che comprime e lascia scoperti i seni, cinge anche la parte superiore delle braccia. dea dei serpenti. Periodo neopalaziale (c. 1600 a.C.) dal Palazzo di Cnosso. Hiraklio, museo archeologico.