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Sistemi politici e relazioni internazionali 2009-2010

Sistemi politici e relazioni internazionali 2009-2010. Prof. Marco Cilento. Germania/1. Importanza delle precedenti esperienze storiche: Repubblica di Weimar (1919-1933), nazismo. 1949: promulgazione della Costituzione della Repubblica Federale Tedesca

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Sistemi politici e relazioni internazionali 2009-2010

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  1. Sistemi politici e relazioni internazionali2009-2010 Prof. Marco Cilento

  2. Germania/1 • Importanza delle precedenti esperienze storiche: Repubblica di Weimar (1919-1933), nazismo. • 1949: promulgazione della Costituzione della Repubblica Federale Tedesca • Centralità del Parlamento, no a forme di dualismo • Riunificazione del 1990: estensione ad Est delle strutture politiche e legali della RFT • Dagli anni ’60 crescente partecipazione politica • Astensionismo e volatilità elettorale più elevati ad Est che non ad Ovest • Nelle prime 4 elezioni post-unitarie, i 3 partiti storici hanno ottenuto risultati considerevoli in termini di seggi al Bundestag: 96,2% (1990), 88,3% (1994), 87,5% (1998), 90,5% (2002) • Legge sui partiti del 1967: istituzionalizzazione della democrazia dei partiti • Due principali cleavage: socio-economico (Cdu/Csu e Fdp vs. Spd) e religioso (Spd e Fdp vs. Cdu/Csu) • Novità anni ’80 e ’90: Verdi e Pds (post-comunisti della ex-Ddr)

  3. Germania/2 • Sistema elettorale proporzionale, metà dei seggi in collegi uninominali • Soglia di sbarramento del 5% a livello nazionale o 3 seggi in collegi uninominali • Mandati aggiuntivi • Dal 1990 la soglia del 5% non più su scala nazionale ma separatamente nelle due aree (est-ovest) del paese • Tra il 1952 e il 1961 cambiamento del sistema partitico: dal pluralismo polarizzato al sistema “a due partiti e mezzo” • Fino al 1983 in Bundestag solo 3 partiti: Cdu/Csu, Spd e Fdp • Messa fuori legge del Partito nazista (!952) e comunista (1956) • Grosse Koalition (1966-1969) • Seconda metà ’90: Cdu/Csu+Fdp vs. Spd/Grünen • 1969-1998: Fdp ago della bilancia • Governo di tipo parlamentare

  4. Germania/3 • Sfiducia costruttiva • Competizione politica sempre più su logica maggioritaria • Dal 1949 al 1960: governi di coalizione a maggioranza eccedente; dal 1961: maggioranza minima vincente • Dal 1969 al 1982, governi di centro-sinistra Spd-Fdp • 1982: voto di sfiducia costruttiva, inizia l’era Kohl (1982-1998) • 1998: Kohl primo Cancelliere in carica sconfitto per via elettorale • Pds ancora non rientra nei giochi di coalizione federali • Democrazia del Cancelliere • Potere di scioglimento anticipato del Bundestag • Autonomia dei singoli ministri; responsabilità collettiva del governo; governi di coalizione • Disciplina di voto parlamentare • Notevole stabilità di governo • Presidente federale ad elezione indiretta, con funzioni notarili • Stato di emergenza legislativa: commissariamento temporaneo del Bundestag a favore del Bundesrat

  5. Germania/4 • Sistema bicamerale: Bundestag e Bundesrat • Solo il Bundestag dà o ritira la fiducia al Cancelliere • Potere di veto assoluto e qualificato del Bundesrat • Commissione di mediazione congiunta tra i due rami • Importanza delle commissioni parlamentari permanenti (23) • Struttura statale fortemente decentralizzata • Länder: propri organi legislativi ed esecutivi • Competenza legislativa esclusiva e concorrente • Il Bund tende ad estendere il controllo su gran parte della legislazione federale • Federalismo cooperativo, orizzontale più che verticale • Cooperazione plurilivello sui compiti comuni • Necessità di riforma dell’ordinamento federale, Commissione per la modernizzazione dell’ordinamento federale • Bundesrat di colore politico opposto: strumento politico dell’opposizione • Monopolio dell’iniziativa politica di Cancelliere e suo Gabinetto • Principio della collegialità

  6. Germania/5 • Elevati tassi di approvazione dei progetti di legge governativi • Azione congiunta governo/opposizione per le riforme costituzionali • Tra democrazia competitiva e democrazia consensuale • Forti convinzioni a favore dell’integrazione europea • Art.23 Cost.: maggiore possibilità di codecisione dei Länder rispetto alle disposizioni comunitarie • Il modello di indipendenza della Bundesbank esportato in Europa • Difficoltà di integrazione delle regioni orientali • Sostegno diffuso alla democrazia tedesca sia da parte della classe politica che della popolazione.

  7. Francia/1 • I Repubblica (1792-1799); II Repubblica (1848-1851); III Repubblica (1870-1940); IV Repubblica (1946-1958); V Repubblica (1958-) • Giugno 1958: l’ultimo parlamento della IV Repubblica votava de Gaulle presidente del Consiglio con pieni poteri di revisione costituzionale • Cost. 1958 compromesso tra le visioni del processo costituente • Art. 16: poteri del Presidente in caso di crisi; art. 5: potere di arbitrato del Presidente; art. 12: potere di scioglimento del Parlamento da parte del Presidente • Scontro acceso sui rapporti tra Presidente ed esecutivo • De Gaulle: referendum per rafforzare il ruolo presidenziale • Razionalizzazione del parlamentarismo (Debrè) • Referendum 1962: elezione popolare diretta del Presidente • Presidenza de Gaulle: prevalenza lettura presidenzialistica; rapporto diretto tra Presidente e popolo con referendum • Coabitazioni: Mitterand/Chirac (1986-88); Mitterand/Balladur (1993-95); Chirac/Jospin (1997-2002)

  8. Francia/2 • In coabitazione funzionamento più di tipo parlamentare: il Presidente perde il suo ruolo di capo della maggioranza e guida del governo (art. 20) • 3 cleavages rilevanti: destra/sinistra, Stato/Chiesa, centro/periferia • Anni ’80. nuove issues: Fronte Nazionale, Verdi • Partiti francesi con struttura debole • Fine anni ’70: quadriglia bipolare • Fronte gollista: Rpf, poi dal 1958 Unr, poi dal 1968 Udr, poi dal 1976 (Chirac) Rpr • 1978: Udf, forze moderate della destra non gollista (Giscard d’Estaing) • 2002: Chirac dà vita al nuovo partito gollista Ump • Sinistra: 1969 nasce il Ps, Mitterand nel 1971 Segretario; 1978 sorpasso sul Pcf • 1997-2002: governo Jospin della gauche plurielle, con il Pcf • Declino graduale del Pcf, cambiamenti nel Congresso del 1996

  9. Francia/3 • Maggioranza presidenziale, maggioranza parlamentare • Il governo procede dal Presidente: maggioranza presidenziale sovraordinata • Dal 1958 al 1981, presidenti della Repubblica e maggioranze parlamentari di centrodestra • 1981, prima alternanza presidenziale (Mitterand) • Scioglimento anticipato dell’assemblea, vittoria dei socialisti con maggioranza assoluta. Governo con i comunisti fino al 1984 • 1986: vittoria del centrodestra alle politiche, prima coabitazione (Mitterand/Chirac) • 1988, rieletto Mitterand: nuovo scioglimento dell’assemblea, governi socialisti di minoranza fino al 1993 • 1993-1995, seconda coabitazione (Mitterand/Balladur). Governo gollista con amplissima maggioranza • 1995: Chirac Presidente • 1997: scioglimento azzardato dell’assemblea, terza coabitazione con gauche plurielle (socialisti, comunisti, verdi e movimento dei cittadini), Jospin Primo Ministro

  10. Francia/4 • 2002, Chirac di nuovo Presidente con maggioranza assoluta parlamentare dell’Ump • 2007, Sarkozy Presidente con maggioranza assoluta dell’Ump più centristi • Alleanze prima delle elezioni legislative (le 110 proposizioni di Mitterand) • Ad eccezione delle coabitazioni, il Presidente sceglie discrezionalmente il Primo Ministro; ha potere di vita e di morte (quest’ultimo non previsto dalla Costituzione) sul PM • Lo stesso avviene per nomina e revoca dei ministri, con eccezione di coabitazione • Solidarietà ministeriale: decisioni del Consiglio su accordo di tutti i ministri • Il Presidente presiede il Consiglio dei Ministri • PM capo di stato maggiore dell’esecutivo e dell’amministrazione, funzione di arbitro nei conflitti tra ministri • Comitati interministeriali e comitati ristretti • Processo di progressivo ridimensionamento del ruolo decisionale del Parlamento • Voto bloccato (art. 44.1 Cost.): no a diritto di emendamento del Parlamento

  11. Francia/5 • Art. 49.3 Cost.: responsabilità del governo su di un testo, con maggioranze politicamente eterogenee • Art. 49.2 Cost.: mozione di censura richiesta da almeno un decimo dei membri dell’assemblea • Dal 1966 con Pompidou Presidente il governo decide se chiedere o meno la fiducia davanti all’Assemblea Nazionale (voto previsto dall’art. 49.1 Cost.) • Autonomia e separatezza dei governi dai partiti: scarsa sovrapposizione tra membership del governo e membership della direzione del partito • Ruolo predominante del governo sia nell’iniziativa che nell’elaborazione delle politiche • Forte sovrapposizione tra l’élite burocratica francese e la classe politica • Ministri funzionari e funzionari-ministri • Bicameralismo asimmetrico e disomogeneo: in caso di disaccordo, prevale l’Assemblea Nazionale; il Senato eletto attraverso un collegio di grandi elettori scelti tra gli amministratori locali

  12. Francia/6 • Controllo dell’ordine del giorno delle due Camere da parte del governo (art. 48 Cost.) • Modello parlamentare avversariale, limitato margine di manovra e di controllo da parte delle opposizioni • Centralizzazione politica e amministrativa • Cumulo dei mandati elettivi locali e nazionali • Legge 2 marzo 1982: decentramento. Rafforzamento di comuni, regioni e dipartimenti • Legge 7 gennaio 1983: la regione collettività territoriale a pieno titolo, potere esecutivo sottratto al prefetto ed attribuito al presidente del consiglio regionale eletto a suffragio universale • Il vertice delle politiche pubbliche: Presidente, PM, Ministro delle Finanze • I vertici delle amministrazioni di settore intervengono quando il loro ambito è coinvolto • Concertazione con i gruppi d’interesse attraverso le commissioni governative dominate dall’esecutivo (sindacati, organizzazioni professionali e patronali, associazioni, imprese pubbliche e private)

  13. Francia/7 • Carattere accentrato e tecnocratico delle istituzioni di governo: modello protestatario • Influenza determinante nella definizione delle istituzioni e delle politiche UE ma ha anche subito un condizionamento sulle proprie istituzioni e politiche • Il caso della PAC nel 1962 • Adattamento prima delle strutture dell’esecutivo e poi di quelle parlamentari per incidere nel policy-making europeo • 2000. con referendum il mandato presidenziale ridotto da 7 a 5 anni per evitare coabitazioni

  14. Gran Bretagna/1 • Potere limitato, stato di diritto, continuità politico-istituzionale • Senza Costituzione scritta, flessibilità istituzionale • Monarchia parlamentare: sovranità della corona in parlamento • Alcuni poteri formali rimasti alla corona (Royal Prerogative) sono passati all’esecutivo • Democrazia maggioritaria: dal dopoguerra sempre governi monopartitici • Dal welfare state del governo Labour (1945-1951) all’iperliberismo negli anni Thatcher-Major (1979-1997):grandi contrapposizioni ideologiche • Dagli anni ’60 si attenua il cleavage socio-economico a vantaggio di quello territoriale (partiti nazionalisti nord-irlandesi, scozzesi e gallesi) • Dagli anni ’90 cleavage europeo, posizioni euroscettiche nel Partito conservatore • Antica tradizione del Partito conservatore, nasce come frazione parlamentare nel 1830; diventa catch-all party. Dopo i successi dell’era Thatcher, crisi dal 1997: cambiamenti organizzativi nel 1998 (Fresh Future) con maggiore coinvolgimento della base

  15. Gran Bretagna/2 • Labour Party: fondato nel 1900, acquisisce tale nome nel 1906 come braccio elettorale del movimento sindacale; prima iscritti indiretti; scarsa incidenza della matrice marxista. Dagli anni ’90 si indebolisce la componente sindacale a vantaggio di quella parlamentare (Neil Kinnock) • Liberal Party, terzo partito. Fino al 1918 principale forza di opposizione ai conservatori; nel 1974 crescono; nel 1983 formano con la fazione moderata dei Labour una coalizione socialdemocratica; nel 1987 partito liberaldemocratico (Lib Dems), si sono molto avvicinati al Labour • Dal 1945 al 1970, bipartitismo indotto dal sistema elettorale; dal 1974 inizia ad incrinarsi, anche se i primi due partiti hanno continuato ad avere il 93-94% dei seggi con circa il 75% dei voti • Crollo del voto Labour nel 1979 come fine della politica di classe; solo con programma centrista il Labour tornò alla vittoria nel 1997 • Voto apolitico su valence issues; analisi territoriale del voto • Declino del voto bipartitico più chiaro nelle elezioni locali ed europee senza sistema maggioritario

  16. Gran Bretagna/3 • Marketing politico-elettorale: prima la Thatcher, poi Blair. Crescenti costi, finanziamenti privati • Accentramento del potere nell’esecutivo, nella persona del PM • Cabinet Government, presidenzializzazione • Alcuni poteri predemocratici del monarca trasferiti al PM senza coinvolgere il Parlamento • Il personale ministeriale del governo proviene dal parlamento, fusione di legislativo ed esecutivo • Importanza della coesione della maggioranza parlamentare: i casi di Blair dal 1997 al 2005 e della Thatcher del 1990 • Dal 1945 al 2005 solo due volte senza maggioranza sufficiente per governare: 1974 con il laburista Wilson; 1977-78 con il Labour che governò con appoggio esterno dei liberali • Dal punto i vista formale, importanza del monarca nella formazione del governo • Importanza dello shadow Cabinet • Il monarca legge alla Camera dei Comuni il programma del governo (Queen’s/King’s Speech)

  17. Gran Bretagna/4 • PM può essere dimesso con un semplice voto di sfiducia, importanza della disciplina di voto dei gruppi parlamentari • Ruolo dei Whips (fustigatori) • Responsabilità collettiva dell’esecutivo, solo formale • La forza del PM dipende dalla sua gestione del rapporto con il gruppo parlamentare • Carattere non democratico della Camera dei Lord: dal 1999 i Lord ereditari non hanno diritto di voto • Importanza delle Commissioni della Camera dei Comuni • Iniziativa legislativa nelle mani dell’esecutivo • Fino al 1997 paese fortemente centralizzato, poi devolution in Scozia e Galles • 1999: Greater London Authority Act. Il caso di Ken Livingstone • Sistemi proporzionali nelle regioni e governi di coalizione • L’Irlanda del Nord: prima devolution nel 1921; accordo del “Venerdì Santo” nel 1998, consociativismo tra unionisti e nazionalisti • Sovranità del parlamento e prerogative dell’esecutivo: contrappesi

  18. Gran Bretagna/5 • Formali: istituzioni dello stato. Informali: apparato amministrativo e organizzazioni sociali • Monarca: in epoca democratica non interferisce nelle decisioni politiche • Camera dei Lord: potere di ritardare la promulgazione delle leggi, non è politicamente neutrale, pro-conservatori • Potere giudiziario: in assenza di costituzione scritta, no a giurisdizione di costituzionalità delle leggi. Judicial review: esame giudiziario delle decisioni del governo e delle leggi secondarie da parte dell’Alta Corte • Contrappesi informali: dal modello Westminster alla governance. Gruppi di pressione, funzionari di agenzie governative semiautonome, esperti • Riforma del sistema burocratico-amministrativo (Next Steps): più frammentazione ed indipendenza dai ministeri • La concertazione governativa con le parti sociali è marginale nell’odierno policy-making • Influenza politica dei media: reti pubbliche televisive indipendenti (BBC); stampa politicamente schierata

  19. Gran Bretagna/6 • 1975: adesione alla UE con referendum. Contrasti all’interno dei due maggiori partiti. Forte euroscetticismo all’interno dei Conservatori. • Dal 1997 con Blair si attenua l’euroscetticismo

  20. Spagna/1 • Democrazia giovane, Costituzione del 1978 • Del precedente regime permane solo la frattura centro/periferia • Monarchia parlamentare, il Re non ha poteri effettivi di governo • Notevole partecipazione elettorale nelle tornate di svolta • Scarsa partecipazione associativa in partiti e gruppi di interesse • Partiti nazionali (Pae), sinistra: PCE (poi Izquierda Unida); PSOE • PCE, nasce nel 1920, clandestino poi, 1977, di nuovo legale • Anni ’70, eurocomunismo; partito di massa • 1986: Izquierda Unida, scarsi risultati elettorali • PSOE, nel 1982 primo partito del paese; svolta moderata • 14 anni di leadership di Felipe Gonzales • Centro: Union de Centro Democratico (UCD), Centro Democratico y Social (Cds) • Prime elezioni del 1977, UCD maggioranza relativa; 1982 inizia il crollo dell’UCD, analogo destino del Cds

  21. Spagna/2 • Destra: Alianza Popular (AP), poi Partido Popular (PP) • Fondato nel 1976, legami con regime franchista; 1982 secondo partito del paese • 1989, IX Congresso, cambiamento di nome: PP • Leadership di José Maria Aznar; moderazione e modernizzazione • 1996: il PP sorpassa il PSOE; 2000: maggioranza assoluta dei seggi • 2004: nuovo sorpasso del PSOE • I PANE: secondari in Andalusia e Aragona; rilevanti in Navarra, Galizia e Canarie; determinanti in Catalogna e Paese Basco. • Catalogna: dominante il Convergéncia i Uniò (CIU) • Paese Basco: Partido Nacionalista Vasco (PNV), progressiva radicalizzazione; Herri Batasuna (HB) estremisti vicini all’ETA, illegale dal 2003 • Ultimo ventennio: verso una dinamica bipartitica • 3 fasi: 1. frammentazione e aggregazione del centro (1977-1979); 2. sistema a partito predominante (1982-1993); 3. dinamica bipartitica (1996-2008)

  22. Spagna/3 • Basso livello di frammentazione partitica • Pragmatismo degli elettori; elevata volatilità elettorale; elettorato molto conservatore • Sistema elettorale, circoscrizioni in media di 7 seggi; metodo d’Hondt senza recupero dei resti; soglia di esclusione del 3% a livello circoscrizionale; sfavoriti i partiti minori; liste bloccate • Sistema proporzionale con forte effetto maggioritario • Governo parlamentare; chiara preminenza di governo e primo ministro • Il Re (art. 99 Cost.) propone un candidato a Presidente del governo, il leader del partito che ha avuto più seggi, investitura quasi diretta • Doppia modalità di fiducia; passati 2 mesi si torna a elezioni • Designazione del Re investe il singolo candidato; presidente ha potere di nominare e revocare i ministri (art. 100 Cost.) e di scioglimento anticipato delle camere (art. 115 Cost.) • Configurazione monocratica dell’esecutivo

  23. Spagna/4 • Sfiducia costruttiva (artt. 112 e 113 Cost.): 5 giorni di tempo; solo due tentativi falliti • Sempre governi monopartitici; i due governi Zapatero di minoranza che negoziano il sostegno dei partiti regionali • Regime di leadership di partito • Il “felipismo”, diversi rimpasti di governo • Elezioni del 1993, cruciali: iniziano i governi di minoranza e con appoggio esterno • 1996: primo governo Aznar, centrismo riformista • Elezioni 2004: attentato Madrid, guerra Iraq, vittoria di Zapatero • Governo organizzato su 3 livelli: sfera strettamente politica; burocrazia politica; quadri direttivi della PA • “Libera designazione” • UCD: centralità del parlamento; PSOE: centralità dell’esecutivo • Bicameralismo imperfetto: Congresso dei Deputati e Senato • Senato è camera di rappresentanza territoriale: senatori provinciali e autonomici

  24. Spagna/5 • Congresso dei Deputati conferisce la fiducia al governo • Senato può opporre veti a maggioranza assoluta e proporre emendamenti, sempre raggirabili dal Congresso • Monopolio quasi esclusivo di iniziativa legislativa del governo • Importanza delle commissioni parlamentari permanenti • “Federalismo asimmetrico”; Comunità autonome divise in 2 gruppi: 3 nazionalità storiche (Catalogna, Paese Basco e Galizia) e 4 regioni (Andalusia, Navarra, Valencia e Canarie), rapida e ampia autonomia, procedimento speciale; procedimento ordinario, più lento, inferiore grado di autonomia • Paese Basco e Navarra piena autonomia fiscale • 1992: patto autonomico tra socialisti e popolari per ridurre l’asimmetria tra comunità di livello ordinarie con quelle di livello superiore • Radicalizzazione delle richieste da parte di PNV e CIU; progressiva federalizzazione del modello spagnolo

  25. Spagna/6 • Cost. prevede per le comunità speciali la stessa forma di governo del livello centrale • Altri 2 livelli di governo: provinciale e municipale • Transizione democratica pactada: governo consensuale tra attori istituzionali e parti sociali • Neo-corporativismo eredità del franchismo • Egemonia socialista (1982-1993): party government maggioritario; stile di policy conflittuale e pro-attivo • Basso livello di istituzionalizzazione dei gruppi di interesse • Cooperazione orizzontale tra le comunità piuttosto limitata • Dall’1 gennaio 1986 in Comunità Europea • Forte europeismo • Forti resistenze all’adesione del PP al gruppo parlamentare del PPE

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