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Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia. DALLA CRISI FINANZIARIA ALLA RECESSIONE GLOBALE. Prof. Carluccio Bianchi. IL PROCESSO DI CRESCITA NEL G6 NEGLI ULTIMI 20 ANNI. 08. La dinamica del PIL mondiale per aree.
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Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia DALLA CRISI FINANZIARIA ALLA RECESSIONE GLOBALE Prof. Carluccio Bianchi
La dinamica del PIL mondiale per aree L’attuale fase congiunturale appare caratterizzata da una sincronia ciclica inusuale in tutte le aree del mondo, con i paesi industrializzati in decrescita e quelli emergenti in dedelerazione: per la prima volta dal dopoguerra l’FMI prevede una caduta del PIL mondiale compresa tra lo 0,5 e l’1,5%.
I canali di trasmissione della crisi finanziaria all’economia reale • Credit crunch (apparentemente paradossale in una situazione in cui i tassi di interessi sono bassissimi e la base monetaria abbondante) • Effetti ricchezza (immobiliare e mobiliare): effetti su C, ma anche su volume attività edilizia • Effetto aspettative di imprese e famiglie (Scorte I C ) • Avversione al rischio e > preferenza per la liquidità • Ciclo delle scorte • Moltiplicatore del reddito Y C N C • Interdipendenze commerciali Y M X Y (commercio mondiale in caduta per la prima volta dal 1982)
Peculiarità della crisi attuale • Persistenti effetti di debolezza strutturale del sistema bancario (carenza liquidità, cautela prestiti - credit crunch nonostante PM espansiva) • Effetti ricchezza immobiliare e mobiliare insieme (riflessi anche su prospettive redditi da pensione e accesso al credito) • Elevata avversione al rischio con conseguenti elevati premi su tassi corporate e Stati sovrani con finanze pubbliche fragili • Simultaneità della recessione in tutte le aree mondiali (vs. sfasamenti altre esperienze cicliche) • Rapidità e intensità dell’avvitamento congiunturale nel IV trimestre 2008 • Vincoli fiscali a politiche discrezionali in Europa (PSC) e mancato coordinamento europeo – scarsi effetti di misure unilaterali in economie aperte
Possibili elementi stabilizzatori nella crisi attuale • Riduzione dell’inflazione e conseguente aumento del potere d’acquisto delle famiglie • Miglioramento delle ragioni di scambio (ma perdita di reddito per paesi OPEC e paesi produttori di commodities) • Operare degli stabilizzatori automatici fiscali • Politiche monetarie e fiscali discrezionali in atto, soprattutto negli USA • Tenuta dei paesi emergenti del Sud-Est asiatico (in decelerazione, ma con tassi di crescita reale ancora elevati) • Ripresa del ciclo delle scorte • Stabilizzazione quotazioni di Borsa?
Rischi nella crisi attuale • L’entità delle perdite del sistema bancario e finanziario è tuttora ignota (perdite effettive per 3.000 miliardi di $? ) • La politica monetaria si trova in una classica situazione di “trappola della liquidità” e dovrà sperimentare modalità operative nuove: credito diretto a imprese, influenza sulle aspettative di inflazione • Instaurazione di una possibile situazione di deflazione (inflazione negativa) con conseguenti tassi reali elevati e crisi da debito delle imprese • Crescita generalizzata di deficit e debiti pubblici, con tassi di interesse a lungo termine in ascesa, timori di insostenibilità finanziaria e attese di futuri inasprimenti fiscali • Volontà dei paesi del Sud-Est asiatico a continuare ad acquistare titoli americani per sostenere il dollaro e le loro valute • Protezionismo
La politica monetaria: dinamica dei tassi di interesse di riferimento
Il nuovo Piano Obama (FSP: circa 1.000 miliardi di $; con leva doppia?) • CAP (assistenza al capitale bancario): ricapitalizzazione delle banche subordinata a test di stress sui loro bilanci • PPIF (fondo pubblico-privato di investimento): fondo destinato all’acquisto di toxic assets per ridurre perdite bancarie e rilanciare attività di prestito e ridurre credit crunch – valutazione asset tossici affidata al mercato • TALF (finanziamento acquisto da parte di privati di ABS garantiti da prestiti AAA): intervento volto a sostenere acquisti di beni durevoli da parte dei consumatori e a rilanciare il mercato dei prodotti cartolarizzati • Trasparenza, accountability e monitoraggio dei fondi: evitare che fondi erogati vadano in bonus a manager o siano trattenuti nei bilanci bancari; devono essere destinati a nuovi prestiti • Evitare i pignoramenti: Tesoro e Fed acquisteranno obbligazioni GSE per prevenire pignoramenti e foreclosures
La politica fiscale USA: dimensione effettiva del piano anti-crisi
La politica fiscale: dimensione effettiva dei piani anti-crisi
La politica fiscale italiana: dimensione effettiva del piano anti-crisi
Che prospettive per l’Italia? • Il nostro paese, pur senza adottare di fatto misure discrezionali, si avvia a realizzare un deficit pubblico quest’anno dell’ordine del 4% e più del PIL. Il debito pubblico ha ripreso a salire e con esso il premio per il rischio: il differenziale tra titoli italiani e tedeschi a 10 anni ha raggiunto 140 punti base (30 un anno fa). • Il razionamento del credito persiste, nonostante le banche italiane siano meno esposte alla presenza di toxic assets. Recentemente però le partecipazioni in banche dell’Est Europa in difficoltà hanno aggiunto nuovi problemi di capitalizzazione e liquidità • Forte rischio di un abbassamento strutturale del tasso di crescita reale, già ridotto (mediamente -1% rispetto all’UME). Il nostro paese sarà comunque l’unico a registrare tre anni consecutivi di riduzione del PIL tra 2008 e 2010. • Si riducono i margini per politiche fiscali anticicliche ed il nostro paese potrà trovarsi nella situazione di adottare politiche restrittive non appena la ripresa si materializzerà (per ridurre il deficit e stabilizzare il debito).
La sostenibilità a medio termine della futura ripresa • I piani di aiuto predisposti dai Governi implicano dilatazioni consistenti dei disavanzi pubblici: a titolo di esempio i Piani Paulson e Obama potrebbero portare ad un deficit federale dell’ordine del 10% del PIL, e anche più. Occorrerà quindi prima o poi operare misure di rientro da deficit eccessivi. Inoltre i debiti pubblici sono ovunque in netta ascesa, ponendo un problema della loro sostenibilità. I tassi di interesse a lungo termine sono destinati a salire ( premio per il rischio e minore risparmio mondiale) • La politica monetaria eccessivamente espansiva è giustificata oggi dalla crisi del sistema finanziario e dall’aumentata domanda di moneta; ma che accadrà quando quest’ultima si assesterà? Le condizioni monetarie si faranno restrittive; con quali conseguenze sulla ripresa? • Persistono gli squilibri di bilancia dei pagamenti USA vs. Asia: il riequilibrio richiede riduzione della domanda interna USA ed espansione di quella asiatica, con svalutazione del dollaro; con quali conseguenze sul sistema mondiale?