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95° Congresso Nazionale SIOT XXVI Congresso SOCITRAS Roma, 21 novembre 2010

95° Congresso Nazionale SIOT XXVI Congresso SOCITRAS Roma, 21 novembre 2010. La riabilitazione dei traumi agli arti superiori e inferiori nei pedoni investiti da autoveicoli. G. CARUSO*, P.C. KUGLER**, D. SALVADORI**.

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95° Congresso Nazionale SIOT XXVI Congresso SOCITRAS Roma, 21 novembre 2010

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Presentation Transcript


  1. 95° Congresso Nazionale SIOTXXVI Congresso SOCITRASRoma, 21 novembre 2010 La riabilitazione dei traumi agli arti superiori e inferiori nei pedoni investiti da autoveicoli G. CARUSO*, P.C. KUGLER**, D. SALVADORI** * Spec. sta Fisiatria, Chirurgia della Mano, Medicina Termale, Medicina Aerospaziale ** Terapisti della Riabilitazione

  2. Introduzione I pedoni sono tra i soggetti più vulnerabili negli incidenti stradali. In questo lavoro si affrontano alcuni casi di traumi a carico degli arti superiori e inferiori trattati presso il nostro Presidio di Medicina Fisica e Riabilitativa a Pisa.

  3. Lesioni agli arti superiori • Causate dall’impatto con il mezzo investitore o con il suolo (con arto atteggiato in posizione di difesa). • Principali lesioni: • lussazioni (scapolo-omerale, acromion-claveare, gomito); • distorsioni (polso, gomito); • fratture (omero, clavicola, olecrano, radio).

  4. Lesioni agli arti inferiori • Causate dall’impatto diretto con il mezzo investitore. • Principali lesioni: • fratture biossee di gamba (tibia e perone) o del solo perone; fratture mono- o bi-malleolari; fratture del piede (traumi da schiacciamento); • distorsioni (caviglia, ginocchio); • più rare lesioni di femore, anca, bacino.

  5. Protocollo standard di visita • Valutazione esami strumentali (RX, RMN, TC, Ecografia, EMG/VDC forniti dal paziente o prescritti secondo le necessità del caso); • Valutazione esiti post-traumatici e post-intervento chirurgico: anamnesi, esame posturale, valutazione ROM, forza muscolare (scala MRC), sensibilità, dolore/dolorabilità (scala VAS), presenza mezzi di sintesi, fissatori esterni, tutori, ortesi, stato delle cicatrici; • Impostazione del programma di trattamento; • Definizione degli obiettivi: riduzione dolore, recupero ROM, trofismo e forza, recupero autonomia (deambulazione, attività della vita quotidiana, lavoro, sport).

  6. Trattamento personalizzato 1. Terapie fisiche (guarigione tissutale e riduzione del dolore) ·elettroterapia antalgica: TENS, ionoforesi; ·ultrasuoni (manuali o in acqua): riduzione degli edemi, facilitazione dei processi riparativi, micromassaggio profondo, effetto antalgico; (non su fratture recenti);

  7. Trattamento personalizzato ·laser (CO2 / IR): effetto trofico; ·magnetoterapia (a lettino mod. Varia): miglioramento dei processi di consolidamento e trofismo osseo;

  8. 2. Rinforzo muscolare ·elettrostimolazione sui principali muscoli ipotrofici e ipostenici; • esercizio attivo con attivazione di gruppi muscolari sinergici e antagonisti: esercizi a catena cinetica aperta e chiusa, con o senza resistenze (cavigliere, theraband, ecc.). 3. Stretching e massaggio decontratturante e rilassante ove necessario.

  9. 4. Rieducazione funzionale ·recupero della manualità (forza e coordinazione tra le dita); ·coordinazione nei movimenti dell’arto superiore; · tavolette e pedane propriocettive per la rieducazione dell’arto inferiore; · rieducazione del cammino: scalzo in piano, o su percorso propriocettivo (ad occhi aperti; ad occhi chiusi).

  10. Casistica specifica del nostro Presidio nel periodo di riferimento 2007-2009: Riportiamo 2 casi: 1 per l’arto superiore e 1 per l’arto inferiore.

  11. Paziente 1 - arto superiore Descrizione: maschio, 63 anni, frattura scomposta al terzo prossimale dell’omero dx, trattata con placca e viti. Presentazione: (presa in carico a 10 gg. dall’intervento) • ferita chirurgica anteriore; • dolore e dolorabilità alla palpazione e nei movimenti di intrarotazione e abduzione (VAS 8/10); • limitazione funzionale di spalla (flessione: 85°; estensione: 20°; abduzione: 80°; adduzione in flessione: 30°); • riduzione della forza dei flessori, estensori ed intrarotatori e degli intrarotatori.

  12. Paziente 1 - arto superiore

  13. Paziente 1 - arto superiore Trattamento: 15 sedute intensive – durata 90’. Prima fase: riduzione del dolore (TENS), rilassamento dei gruppi muscolari (stretching), recupero di una corretta postura, mobilizzazione passiva ed autopassiva (con l’aiuto dell’arto controlaterale o con bastone). Seconda fase: esercizi assistiti ed attivi per il recupero del ROM; esercizi isometrici ed isotonici per il rinforzo muscolare (evitando l’abduzione e le rotazioni). Successivamente esercizi con resistenze leggere (theraband).

  14. Paziente 1 - arto superiore Terza fase: • elettrostimolazione (deltoide e cuffia dei rotatori); • esercizi di rinforzo muscolare e di miglioramento della cinematica e del sistema neuromuscolare con ripetizioni di rotazioni interne ed esterne con gomito addotto (successivamente con progressiva abduzione fino a 90°); • esercizi con elastici a resistenza maggiore e su traiettorie funzionali (adduzione-intrarotazione; abduzione-extrarotazione); • esercizi con manubri per il rinforzo globale e selettivo; • tecniche di rieducazione posturale; • esercizi propriocettivi.

  15. ROM (spalla) Forza (MRC) inizio inizio 10° g. 10° g. 15° g. 15° g. Paziente 1 - arto superiore Flex. 85° 145° 160° Flex. spalla 3 4 5 Ext. 20° 38° 45° Ext. spalla 3 4 5 Abduz. 80° 135° 150° Deltoide 3 4 5 Adduz. 30° 38° 40° Intrarotat. 3 3 4 Extrarotat. 2 3 4 Risultati ed esiti Il paziente dopo il trattamento non riferiva dolore né dolorabilità a riposo; permane-va lieve dolore (VAS 2/10) nei movimenti estremi di abduzione ed intrarotazione. Le variazioni di ROM e forza (scala MRC) sono state le seguenti:

  16. Paziente 2 - arto inferiore Descrizione: femmina, 28 anni; frattura di tibia e perone: frattura diafisaria tibia dx. al terzo distale e perone dx. al terzo medio; trattate con riduzione ed osteosintesi con chiodo endomidollare (tibia) e filo di K. (perone). Presentazione: (presa in carico a 20 gg. dalla dimissione) • deambulazione con bastoni antibrachiali e senza carico; • appoggia l’arto a terra a riposo; • ferite chirurgiche suturate, punti rimossi; • limitazione funzionale modesta in mobilizzazione attiva della tibio-tarsica (dorsiflessione: 0°; flessione plantare: 10°; pronazione: 0°; supinazione: 5°), moderato dolore (VAS 4/10); • ipomiotrofia muscoli della coscia (forza: 4 scala MRC).

  17. Paziente 2 - arto inferiore

  18. Paziente 2 - arto inferiore Trattamento: 10 sedute intensive - durata 90’. Prima fase: elettroanalgesia: TENS e ionoforesi; laserterapia CO2 / I.R., mobilizzazione passiva e coaudiuvata. Seconda fase: esercizio attivo con reclutamento gruppi muscolari sinergici e antagonisti: contrazione isometrica muscoli della gamba e coscia; moderata mobilizzazione attiva tibio-tarsica; flesso-estensione ginocchio e anca senza carico.

  19. Terza fase: • tavolette propriocettive in posizione seduta: flesso- estensione e prono-supinazione della caviglia; • bilanciamento del peso su 2 bilance pesa-persone; • pedane propriocettive in posizione eretta bipodalica: coordinazione della flesso-estensione delle 3 articolazioni di entrambi gli arti; recupero equilibrio e coordinazione motoria; • rieducazione del passo: in piano, scalzo e su percorso propriocettivo: riadatta-mento al cammino su percorso acciden-tato, ad occhi aperti, poi ad occhi chiusi.

  20. Risultati ed esiti La paziente ha ottenuto una buona guarigione e la remissione del dolore alla palpazione e al movimento (da un punteggio VAS iniziale di 4/10 si è passati a 0-1/10). Il tono-trofismo muscolare è stato mantenuto o ripristinato in modo adeguato. La forza muscolare del quadricipite femorale, del tibiale anteriore e del tricipite surale, inizialmente ridotti sono ritornati a valori normali dopo FKT.

  21. CONCLUSIONI • A seguito dei trattamenti eseguiti con programmi personalizzati e sotto monitoraggio di personale specializzato (fisiatra e fisioterapisti), i pazienti hanno ripreso sufficiente autonomia nelle attività della vita quotidiana (ADL) nell’arco di 15-20 sedute intensive (4-6 settimane). • L’impiego di diverse terapie fisiche e di kinesiterapia (passiva, assistita ed attiva) nell’ambito delle stesse sedute intensive di FKT ha consentito di ottimizzare i tempi di guarigione, affiancando la terapia del dolore, la riduzione dell’ipostenia e il recupero della forza muscolare mediante esercizio fisico, il recupero del ROM e degli schemi motori il più possibile conformi alle condizioni del paziente pre-trauma.

  22. GRAZIE Col. John Paul Stapp AMBULATORIO FISIOTERAPICO CARUSO DIAGNOSTICA E SPECIALISTICA www.carusofisioterapia.it www.medicinariabilitativa.it

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