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FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007. LAVORARE IN RETE. GIUSSANI ALESSANDRO. FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007. 1. UNA ICONA DI RIFERIMENTO: IL PESCATORE ANDREA E SUO FRATELLO .
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FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 LAVORARE IN RETE GIUSSANI ALESSANDRO
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 1. UNA ICONA DI RIFERIMENTO: IL PESCATORE ANDREA E SUO FRATELLO “Maestro, abbiamo lavorato tutta la notte e non abbiamo preso niente: tuttavia, sulla tua parola, getterò le reti” E, avendole gettate, presero una grande quantità di pesci… (…) Allora Gesù disse a Simone: “Non temere, d’ora in poi sarai pescatore di uomini!”.
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 2. LE CHIAVI DI LETTURA DELLO SVILUPPO LOCALE (M.Livia) • FAVORIRE la cooperazione territoriale di tipo sociale • COGLIERE le opportunità con la lente dei Cristiani • VALORIZZARE i giacimenti locali • COSTRUIRE un ambiente favorevole (comunitario non “politico”) • CREARE le condizioni interne • COSTRUIRE RETI NUOVE DI SVILUPPO LOCALE • ESSERE INNOVATIVI IN TERRITORI “INGABBIATI”
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 2. APOSTOLICAM ACTUOSITATEM (don G. Perego) • Nella BISACCIA DEL PELLEGRINO gli elementi per “stare”nel cammino della Chiesa: • LA SCELTA • LA PROFEZIA • LE VIRTU’ TEOLOGALI • LA DOMENICA • I SEGNI • LA RELAZIONE CON GLI ULTIMI • LA MUTUALITA’ E LA COOPERAZIONE • LA MEDIAZIONE E LA NON-VIOLENZA
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 3. AGIRE PER LO SVILUPPO LOCALE • Alcune parole-chiave…tra le altre • Legame sociale • Sussidiarietà • Capitale sociale • Appartenenza • Mutualismo • Imprese di comunità
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 3. AGIRE PER LO SVILUPPO LOCALE LEGAME SOCIALE “Scoprire la dimensione sociale, rappresentare questo noi, questa gruppalità, significa avere accesso al problema della creazione sociale dei significati e avere accesso alla dimensione normativa della società” Significa impegnarsi ad esplicare una funzione pubblica – istituzionale E’ possibile partendo dalla dimensione antorpologica della FRAGILITA’ che si narra l’una all’altra e non dalla fantasia di essere “figli di se stessi” sani e belli.
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 3. AGIRE PER LO SVILUPPO LOCALE SUSSIDIARIETA’ richiama funzione del “privato” (proprietà privata, talenti privati, patrimoni privati, impegni privati, organizzazioni economiche e sociali private) che, è quella di concorrere alla produzione di beni comuni, di partecipazione, di interdipendenza anche come antidoto ad una privatezza indipendente dalle altre persone e dal “valore-persona”. una sussidiarietà che supera il concetto ottocentesco di sussidio (di assistenza, di beneficienza o anche di mutualità corporativa) per assumere quello di costruzione di relazioni “non indipendentemente” dal valore della persona: la persona che sta vicino, le persone che fanno famiglia che insieme diventano associazioni, che costruiscono la città.
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 3. AGIRE PER LO SVILUPPO LOCALE • CAPITALE SOCIALE • Come dotazione individuale (di relazioni sociali significative; di cui posso disporre-scambiare per ottenere aiuti o risorse) • Come qualità delle relazioni sociali (il valore di una relazione sociale che ne configura la forma e che agisce soprattutto attraverso scambi di reciprocità) • Come asset di una geo-comunità più o meno ampia (tradizioni culturali collettive, culture civiche) • E quindi come bene competitivo di un territorio che rende vantaggioso starci, che stimola l’investimento dei cittadini, che attrae investimenti
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 3. AGIRE PER LO SVILUPPO LOCALE • APPARTENENZA • Termine chiave di ogni relazione, consiste in un sentimento di identificazione. • Come il territorio viene abitato ? • far parte di… (esperienza diffusa ?) • essere proprietà di… (paura diffusa ?) • Ma da sempre il contesto ci porta anche a pensarci come • parte attiva del territorio…traguardando i segni/servizi concreti • Intorno ai temi dell’agio/disagio costruiamo: condizioni economiche, sociali e politiche • Nella crisi del rapporto cittadino-istituzioni ritroviamo la motivazione ad essere istituzione che promuove la comunità educante.
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 3. AGIRE PER LO SVILUPPO LOCALE L’appartenenza è una logica di cui si parla spesso, parlando di sud Italia ed è un fondamento dell’agire sociale senza il quale si determina il caos e l’ingestibilità sociale [Fantozzi, 1995] Occorre dare una mentalità e oggetti nuovi a questa “appartenenza”: - dalla prevalenza della motivazione “espressiva” (stare con gli altri – membership) alla prevalenza di una motivazione “strumentale” (fare qualcosa con e per gli altri – groupship/gruppo di lavoro) per una alternativa, per un progetto di cambiamento - da una appartenenza familistica, ascrittiva (pur necessaria per vivere e riprodursi) degenerata nel clientelismo e nelle pratiche criminali...ad una appartenenza associativa, scelta, ecclesiale (ekklesìa/assemblea) - una appartenenza a beni/luoghi/tempi comuni “koinonìa”– cooperativa –vigilanza - samaritano piuttosto che a luoghi/tempi specialistici... collegati tra loro da “strade a veloce scorrimento”
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 3. AGIRE PER LO SVILUPPO LOCALE MUTUALISMO Mutualizzare i bisogni e responsabilizzare i desideri
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 3. AGIRE PER LO SVILUPPO LOCALE IMPRESE DI COMUNITA’ – SOSTARE IN “TERRE DI MEZZO” A servizio di una “società di mezzo” tra le relazioni (luogo del capitale sociale): tra impresa e sociale, tra dono e scambio, tra privato e pubblico, tra distribuzione e patrimonializzazione, tra progettazione di nuove risposte a nuovi bisogni e attenzione alla sostenibilità, tra bisogni da accogliere e responsabilità di auto-organizzazione da attivare, tra persona e mercato, tra locale e globale, tra generazioni diverse, tra culture e responsabilità diverse intorno al welfare comune. impegnata storicamente e quotidianamente a far cogliere gli uni agli altri le diverse ragioni, fino a “portarsi dentro” e gestirsi, laddove è riuscita a sperimentare una base sociale multistakeholder, le competizioni e i conflitti tra le diverse ragioni ed i diversi interessi. Tra la mia organizzazione e la rete Tra passato carico di storia e con significati condivisi e futuro orientato da prefigurazioni e nuovi significati da costruire
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 3. AGIRE PER LO SVILUPPO LOCALE 3.1. NESSUNA COMUNITA’ E’ UN “DESERTO” Avere un atteggiamento di ascolto e di ricerca rispetto alla cultura di una comunità, nella convinzione che ogni comunità ha qualcosa da dire, da insegnare e da mettere in campo in merito ai problemi che la attraversano. Occorre lasciarsi mettere in discussione dalle culture di prevenzione, integrazione, solidarietà, sicurezza sociale ecc. ecc ... che ogni comunità ha elaborato e che ne permettono la sopravvivenza come comunità... anche se non ci piacciono. Occorre contaminare e lasciarsi contaminare
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 3. AGIRE PER LO SVILUPPO LOCALE 3.2. FAVORIRE LA PARTECIPAZIONE A PARTIRE DAL COINVOLGIMENTO Così come non possiamo approcciare una comunità ritenendola un “deserto” non dobbiamo neanche illuderci che essa rappresenti un “soggetto collettivo competente” da subito. Da...«facciamo qualcosa per attirare le persone in modo che si sensibilizzino e partecipino» a ...« a quali condizioni quelle persone, quei gruppi, quei negozianti...possono e vogliono partecipare ?» Coinvolgere e lasciarsi coinvolgere.Nella convinzione che il potere di convolgimento non può che essere un potere diffuso
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 3. AGIRE PER LO SVILUPPO LOCALE 3.3. FAR SPERIMENTARE I “VANTAGGI” – COGLIERE LE OPPORTUNITA’ - AGIRE IN UN’OTTICA DI “SCAMBIO” Ogni processo di sensibilizzazione e di coinvolgimento, perchè non sia fondato su pietismo o puro assistenzialismo (rendendo molto precarie e temporanee le poche azioni di solidarietà) deve prevedere uno “scambio”. Il coinvolgimento deve avere ben individuato e reso chiaro il “valore aggiunto” che si genera anche per chi si rende disponibile al coinvolgimento. Far sperimentare a tutti i soggetti conivolti il “successo”, il “vantaggio” del cooperare, del collaborare
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 3. AGIRE PER LO SVILUPPO LOCALE 3.4. NON SOLO I POVERI.... NON SOLO I “MIEI” POVERI... Se aumento le “relazioni fiduciarie” in una comunità aumento la densità della rete, la rendo più solida, capace Recupero qualche risorsa ma impoverisco e frammento la comunità “Raschiare il barile”
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 3. AGIRE PER LO SVILUPPO LOCALE 3.5. ANDANDO “OLTRE” I SEGNI E I SERVIZI...UN NUOVO RUOLO SOCIALE, POLITICO, ECONOMICO DEL TERZO SETTORE. Sviluppatori di comunità Mediatori sociali Soggetti Istituzionali Soggetti politici Soggetti della economia civile Soggetti di reciprocità
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 3. AGIRE PER LO SVILUPPO LOCALE “tenere insieme, seppure a fatica, i diversi cocci della composizione sociale e le diverse anime del welfare” (Bonomi) questa mediazione richiede l’assunzione di una operativa responsabilità di rifornire di senso questi avvicinamenti, questi incollamenti, questi coordinamenti: “non si possono non approfondire, qualificare, attualizzare e quindi comunicare e riflettere (su altri e con altri) temi come la giustizia, la libertà, la verità, il bene …. cosa ci insegnano le nostre esperienze di prossimità, le vite che incontriamo ? cosa cerchiamo insieme ? con quale etica approcciamo altre culture ed altri popoli ? offire proposte prima ancora che risposte…” (Dotti J.)
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 3. AGIRE PER LO SVILUPPO LOCALE “Tangram, in particolare per gli operatori di sviluppo ma anche per la cooperazione sociale, ha messo e tuttora mette in prova tre attitudini per niente “naturali”: la prima è l’attitudine verso il dono, verso, nel senso che non è un rapporto ragionieristico di scambio ma bensì una relazione, un movimento (appunto verso), che tende a non rendere chiaro chi ci guadagna di più nella relazione; la seconda attitudine è la riconoscenza che non corrisponde alla quantità del dono ricevuto da un terzo, spesso amico, che non si misura sulla base del ricevuto, ma stupisce perché sa dialogare con il tempo e con gli uomini in libertà (più che riconoscere azioni/aiuti, riconosce persone e le riconosce, nel rispetto della loro originalità, come “altro da se’”). La terza attitudine è appunto la libertà che nell’esercizio dei rapporti di reciprocità e scambio significa aspettarsi molto dagli altri senza pregiudicare la loro libertà. E’ una libertà che “slega” dal potere e lo mette su un piano armonico anche se costa molto arrivarci.” (Flavio Valli – op. sviluppo INECOOP)
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 3. AGIRE PER LO SVILUPPO LOCALE 3.6. PRODURRE CAPITALE SOCIALE: COSTRUIRE RELAZIONI FIDUCIARIE – COSTRUIRE NUOVE APPARTENENZE Da una logica di scambio ad una logica di dono e fiducia
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 4. LA COSTRUZIONE DI UNA RETE • ALCUNE PREMESSE • GLI SCOPI DELLA RETE • AMBIGUITA’ E RESISTENZE • ELEMENTI COSTITUTIVI • PROPRIETA’ E ATTENZIONI OPERATIVE
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 4.1. ALCUNE PREMESSE Il TERRITORIO può essere letto come un CORPO SOCIALE in grado di guarirsi con le proprie risorse. La sfida è andare a cercare queste risorse.Concetto di AUTOPOIESI analogo alla metafora del corpo umano che sa attivare i propri anticorpi per guarire da sé scompensi derivanti da agenti esterni.
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 4.1. ALCUNE PREMESSE Con la crisi dello stato sociale degli anni 60 , che aveva promesso il superamento del disagio attraverso una più capillare presenza degli specialisti , ci si è resi conto che il lavoro va fatto su tutto e con tutto il territorio e non solo nei confronti di chi esprime disagio.Lo star bene della persona è legato alla socialità , alla capacità di sviluppare e mantenere relazioni e legami sociali.
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 4.1. ALCUNE PREMESSE Differenti concezioni della relazione di aiuto. Relazione di aiuto approccio approccio deterministico relazionale utente utente (esperto) esperto (utente) esperto
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 4.1. ALCUNE PREMESSE E’ proprio con gli anni 70 che si comincia a parlare del Lavoro Di Rete.Nasce così la Comunity Care, ovvero la comunità che si prende cura: si sviluppano i primi gruppi di auto-aiuto e di incontro. Vedi le esperienze sorte intorno al problema dell’alcool-dipendenza, tossicodipendenza , malattie diffuse. In tempi più recenti sono nati i gruppi di genitori affidatari, adottivi, le reti genitoriali o gruppi di genitori che lavorano intorno al tema della genitorialità diffusa .
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 4.1. ALCUNE PREMESSE Il rischio è quello di credere esaustivi queste tipologie d’intervento. Lo sviluppo di questo modello sta oggi comportando alcuni problemi , per mancanza di risorse , quali il rischio di una crescente soppressione di servizi che svolgono un ruolo fondamentale ed integrativo nei compiti di cura. Il lavoro sociale di rete enfatizza il ruolo della solidarietà naturale della comunitàed un migliore utilizzo delle competenze presenti ( principio della sussidiarietà e non della delega/sostituzione…nella logica della gratuità…)
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 4.1. ALCUNE PREMESSE - DEFINIZIONI IL LAVORO DI RETE è un processo finalizzato , tendente a legare tra loro 2 o 3 persone o agenzie, tramite connessioni significative di relazioni interpersonali , attraverso modalità di collaborazione e coordinamento per una realizzazione comune.L’organizzazione a rete è un modello stabile di transazioni cooperative tra attori individuali o collettivi che costituisce un nuovo attore collettivo(Pichierri, 1999)
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 4.1. ALCUNE PREMESSE - DEFINIZIONI Insieme di relazioni relativamente stabili, di natura non gerarchica e interdipendente, fra una serie di attori collettivi, ovvero di organizzazioni di carattere pubblico e privato che hanno in comune interessi e/o norme rispetto ad una politica e che si impegnano in processi di scambio per perseguire tali interessi comuni riconoscendo che la cooperazione costituisce il miglior modo per realizzare i loro obiettivi (Boerzel, 1998) NELL’AMBITO DEL LAVORO SOCIALE LA RETE indica una pluralità di soggetti che concorrono in maniera integrata a realizzare obiettivi condivisi, all’interno di ambiti e problemi riconosciuti in quanto comuni e reciprocamente coinvolgenti.
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 4.1. ALCUNE PREMESSE – DEFINIZIONI – IN SINTESI • E’ UNA MODALITA’ (processo, modello, insieme) • DI UNA PLURALITA’ DI SOGGETTI (individuali-collettivi; pubblici-privati) • IN RELAZIONE STABILE • CON LEGAMI NON GERARCHICI MA SIGNIFICATIVI (ma...interpersonali, coordinati, cooperanti) • ACCUMUNATI DA FATTORI DI SENSO (interessi, norme, obiettivi, ambiti, problemi riconosciuti comuni, condivisi, reciprocamente coinvolgenti) • CHE ACCETTANO DI ESSERE INTEGRATI-INTERDIPENDENTI (costituisce un nuovo attore collettivo) • PER CONSEGUIRE RISULTATI IMPORTANTI E NON CONSEGUIBILI DA SOLI
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 4.2. GLI SCOPI DELLA RETE LA RETE si attiva in genere per UN BISOGNOA) un problema da individuare meglio e risolvere (efficacia)B) prendere coscienza dei bisogni/risorse per risolvere meglio o con minori conflitti problemi già conosciuti (efficienza)
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 4.2. GLI SCOPI DELLA RETE Il lavoro di rete deve essere una esperienza di EFFICACIA(rispetto al problema)di EFFICIENZA(rispetto alle energie richieste)di SUCCESSO (rispetto alla promozione umana e di comunità)
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 4.2. GLI SCOPI DELLA RETE Il lavoro di rete ha per lo più lo scopo di:- individuare/affrontare/risolvere un problema nuovo e comune(coinvolgendo le risorse dei vari punti-rete verso progetti di risoluzione comune e quindi di dimensione sovra-individuale, non specialistica)- aumentare la consapevolezzanei membri di una rete delle potenzialità/risorse e dei problemi/ bisogni - rinforzare i singoli punti rete(sviluppo di fiducia, sostegno di identità)
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 4.2. GLI SCOPI DELLA RETE Il lavoro di rete ha per lo più lo scopo di:- collegare i singoli punti rete(coordinamento, consolidamento, informazioni, servizi comuni, diffusione di conoscenze e riflessioni,...) - passaggio dall’ etero-aiuto (dipendenza) a promuovere processi di auto-aiuto- da disagio conclamato/devianza a comunità ricca di “normalità”- “attrarre” bisogni(il disagio “sussurrato”) e risorse(l’apparente disinteresse)
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 4.3. AMBIGUITA’ E RESISTENZE Rete telefonica – rete telematica : comunicazione, condivisione Rete di sicurezza : sostegno, protezione Rete per catturare: inganno, intralcio (restare impigliati nella rete) La rete è ingannevole… …mettersi in rete significa esporsi, al rischio di essere manipolati, invasi, derubati, catturati…
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 4.3. AMBIGUITA’ E RESISTENZE PROBLEMI DI APPARTENENZA
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 4.3. AMBIGUITA’ E RESISTENZE PROBLEMI DI IDENTITA’ IMPAZIENZA – INUTILITA’
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 4.3. AMBIGUITA’ E RESISTENZE – alcuni antidoti registrare e documentare sistematicamente (attraverso verbali, relazioni, diari..) il lavoro svolto dal Gruppo seguire con attenzione l’evolversi del “ciclo vitale” di un Gruppo siffatto l’identità forte (personale e di gruppo) Il tempo: non si costruisce una vera rete se non ci si dà tempo chiarezza del contratto e chiarezza dei ruoli
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 LA RETE E’ UNA COSTRUZIONE ASSOLUTAMENTE “ARTIFICIALE”
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 4.4. ELEMENTI COSTITUTIVI: IL PATTO IL PRIMO E PIU’ CRITICO ELEMENTO COSTITUTIVO: IL PATTO che disegna i CONFINI della rete. I CONFINI: come vincoli di senso Il PATTO: come vincoli di ingaggio e di azione - le finalità di questo accordo - chi ne fa parte (gli attori) - gli impegni reciproci (compiti della rete e ruoli di ciascun attore) - i contenuti (le azioni previste) - la durata dell’accordo ….
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 4.4. ELEMENTI COSTITUTIVI/ORGANIZZATIVI I della rete Le della rete La creata da reti e conness. Le NODI CONNESSIONI STRUTTURA PROPRIETA’ OPERATIVE
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 4.4. ELEMENTI COSTITUTIVI/ORGANIZZATIVI I della rete I nodi o sistemi sono le parti costitutive di una rete organizzativa: sono entità grandi o piccole orientate ai risultati, relativamente autoregolate, capaci di cooperare con gli altri e di “interpretare” gli eventi esterni. (F. Butera) NODI
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 4.4. ELEMENTI COSTITUTIVI/ORGANIZZATIVI • Le della rete • Tali connessioni sono diverse, di varia natura, sono coesistenti, e in molti casi sinergiche più che opposte. • Esempi di connessioni sono: • Le connessioni burocratiche • Le regole e le pratiche della cooperazione lavorativa • Le transazioni economiche • Le informazioni formalizzate • Le comunicazioni scritte, verbali e non verbali • (F. Butera) CONNESSIONI
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 4.4. ELEMENTI COSTITUTIVI/ORGANIZZATIVI Le della rete La configurazione dei nodi e delle connessioni dà luogo a strutture tipiche. Nella rete convivono strutture diverse ed eterogenee. La rete è un “pacco” di strutture dissimili ma compatibili. È caratteristica della rete la convivenza di strutture “dure” e strutture “morbide” (F. Butera) STRUTTURE
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 4.4. ELEMENTI COSTITUTIVI/ORGANIZZATIVI • Esempi di strutture conviventi nel sistema sono: • una struttura gerarchica • Una struttura operativa • Una struttura informativa • Un mercato • Un sistema politico • (F. Butera)
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 4.4. ELEMENTI COSTITUTIVI/ORGANIZZATIVI Le Una rete per funzionare ha bisogno di cultura e di sistemi operativi e di sistemi di gestione ossia “REGOLE”. (F. Butera) PROPRIETA’ OPERATYIVE
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 4.4. ELEMENTI COSTITUTIVI/ORGANIZZATIVI • Esempi di proprietà operative sono: • Il linguaggio • I valori • Le procedure di progettazione pianificazione e controllo • Collocazione e ruolo/responsabilità dei vari attori • Modalità di incontro e strumenti di comunicazione • Procedure per decidere e per eseguire • La creazione e manutenzione dei servizi • (F. Butera)
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 4.5. ATTENZIONI OPERATIVE Il lavoro di rete funziona meglio se...:
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 4.5. ATTENZIONI OPERATIVE - è definita per confini e per prodotto/interessi in gioco - i nodi sono “sistemi vitali autoregolati” - si accettano fatiche e dubbi (è in gioco, tra l’altro, il rapporto tra IDENTITA’ ed INTERDIPENDENZA) - ha una sua riconosciuta (sia da parte dei suoi “nodi” che partecipano con rappresentati adeguatamente delegati, che da parte dell’ambiente “rilevante” che ne riconosce l’identità) legittimità come sistema
FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 4.5. ATTENZIONI OPERATIVE - il potere è diffuso e paritetico - ha potere di rappresentanza su oggetti definiti (si collabora meglio laddove c’è un progetto definito e comune) - esiste una funzione di controllo (es. controllo dell’accesso alla rete: chi sta dentro e chi fuori) - vi è cura, simmetria e trasparenza nelle comunicazioni e vi è una proprietà diffusa della conoscenza - vi sono significati condivisi
FORMAZIONE FORMAZIONE NAZIONALE ANIMATORI DI COMUNITA’ Roma – 28 novembre / 1 dicembre 2007 4.5. ATTENZIONI OPERATIVE - tutti vi scorgono una utilità (se su un primo e magari urgente bisogno si sperimentano situazioni di successo è probabile che questo “confermi” la rete a sperimentarsi su progetti contenenti valori più alti o bisogni più globali della comunità) - opera per piccoli passi successivi (un interessante ciclo potrebbe essere: 1° vivere buone relazioni; 2° sviluppare motivazioni; 3° esplicitare/condividere interessi; 4° agire con volontà;....) - rispetta i vincoli di ognuno - valorizza le potenzialità di ogni nodo ... ma i nodi più “ricchi” devono investire (spesso “a perdere”) nell’avviamento