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L'ipotalamo produce una serie di fattori di rilascio (releasing factors) che modulano
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1. Il controllo cerebrale del sistema endocrinoGli assi neuroendocrini Sistema endocrino
Parte II
2. L’ipotalamo produce una serie di fattori di rilascio (releasing factors) che modulano – sia in senso attivante che inibente – la secrezione degli ormoni da parte dell’adenoipofisiIn più, attraverso gli assoni di un gruppo di neuroni, l’ ipotalamo forma la neuroipofisi, riversandovi ossitocina e vasopressinaVia via che venivano scoperti, ci si rese conto che esisteva un fattore di rilascio per ogni ormone secreto dall’ipofisi e si giunse a concepire questa regolazione nei termini di un’interazione sequenziale che individuava una serie di assi neuroendocrini Ogni asse descrive la cascata di segnali che arrivano all’ipofisi e poi alle altre ghiandole, fino agli organi bersaglio
9. Contemporaneamente a questo andamento che procede dall’ipotalamo, all’ipofisi, agli organi bersaglio esiste una risposta retroattiva, prevalentemente di tipo inibitorio, dagli organi bersaglio all’ipotalamo o all’ipofisi: quando la concentrazione degli ormoni raggiunge una soglia limite, gli organi bersaglio mandano segnali di interruzione della secrezione ? feedback negativiL’asse gonadico, in particolare, si autoregola con un doppio feedback negativo: uno svolto dalla concentrazione degli ormoni sessuali, l’altro dalla secrezione dell’inibinaAbbiamo già visto gli effetti negativi dello stress sul comportamento sessuale maschile (impotenza, eiaculazione precoce) e femminile (amenorrea da stress)
10. Recentemente, si è scoperto che i fattori di rilascio ipotalamici, oltre ad avere un doppio effetto, potenziante o inibitente, sull’ipofisi sono essi stessi influenzati da neurotrasmettitori e ormoniEsempi:•a livello dell’asse corticosurrenalico, la secrezione del CRH è influenzata dalla serotonina (+) dal GABA (-) • a livello dell’asse tiroideo, la produzione del TSH ipofisario è stimolata, oltre che dal TRH, anche dalla dopammina,che contrasta l’azione del fattore di rilascio ipotalamicoNB – Sugli assi possono infine esserci inserimenti laterali tra assi neuroendocrini diversiQuesto meccanismo è stato denominato feedsidewardLa regolazione neuroendocrina può dunque essere meglio resa passando da una visione sequenziale ad una visione di funzionamento a rete
11. D’altra parte, lo stesso CRH può agire su altre aree del cervello, svolgendo importanti azioni a livello mentale
12. Cronobiologia
Studia la ritmicità di tutta la materia vivente, biogicamente determinata, ereditaria e caratteristica di ogni specie, ma con la necessità dell’influenza ambientale per la sua sincronizzazione
I ritmi con una frequenza giornaliera (tra 24 e 28 ore) sono detti circadiani
La ritmicità si manifesta sia nella fisiologia normale che nelle malattie
13. Fisiologia normale•Pressione arteriosa: decresce dal mattino, fino a raggiungere i valori più bassi durante la notteE’ recente la scoperta che anche le cellule e alcuni organi hanno una propria ritmicità circadianaEsempi:• le cellule della cute si dividono ogni 24 ore, con un picco tra le 18 e le 24• le cellule maligne si dividono prevalentemente di mattina• il cuore ha un ritmo, che ne determina la vulnerabilità, con un picco di attività che si registra tra le 9 e le 11 del mattino Questo spiega il picco di eventi cardiaci alle 10 del mattino
14. Cronopatologie Molte malattie hanno una ritmicità circadiana o stagionale
Esempi:
• L’asma produce gli attacchi più violenti tra le 3 e le 5 del mattino
• Le persone che soffrono di depressione endogena hanno livelli di catecolammine al di sotto della norma di mattina che poi risalgono di sera
Lo stesso andamento ha anche la temperatura corporea, con ipotermia mattutina
Risulta alterato anche il ritmo del cortisolo - normalmente, ha un picco al mattino, per poi raggiungere il minimo di notte – che sposta il picco nel tardo pomeriggio o di sera, con conseguenti problemi a livello di pressione arteriosa, sonno e sistema immunitario
15. Gli orologi dell’organismo
16. L’orologio centrale è quindi responsabile del ritmo impresso all’organismoTuttavia, per evitare che si sfasi, ha bisogno di fattori ambientali esterni ? sincronizzatori esterniprimari: ciclo luce-buio; cicli stagionali; cicli lunarisecondari: derivano dall’organizzazione della nostra vita: ritmi lavorativi; orario dei pasti