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Il sistema dei controlli sui fondi pensione: un quadro generale (versione preliminare) Ambrogio Rinaldi COVIP Università

Il sistema dei controlli sui fondi pensione: un quadro generale (versione preliminare) Ambrogio Rinaldi COVIP Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Istituto Italiano degli Attuari Giornata di studio – 4 maggio 2004. INDICE elementi costitutivi del sistema dei controlli

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Il sistema dei controlli sui fondi pensione: un quadro generale (versione preliminare) Ambrogio Rinaldi COVIP Università

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  1. Il sistema dei controlli sui fondi pensione: un quadro generale (versione preliminare) Ambrogio Rinaldi COVIP Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Istituto Italiano degli Attuari Giornata di studio – 4 maggio 2004

  2. INDICE • elementi costitutivi del sistema dei controlli • i controlli di competenza COVIP: obiettivi, tipologie, strumenti • evoluzione della strategia COVIP di vigilanza • -lo spostamento di enfasi dalle autorizzazioni ai controlli sull'attività • -analisi comparata internazionale • -risk-based • -i rischi negli schemi a contribuzione definita

  3. SISTEMA DEI CONTROLLI • ELEMENTI COSTITUTIVI • Obiettivi • Regole • Autorità di vigilanza … e loro pratiche operative • Operatori … e loro comportamenti -Fonti istitutive -Fondi pensione -Gestori, professionisti, ecc • Associazioni di categoria e ordini professionali • Aderenti, beneficiari …e flussi informativi tra i diversi attori

  4. SISTEMA DEI CONTROLLI • I CONTROLLORI • Autorità di vigilanza • Fonti istitutive (pariteticità) • Cda e direzione generale • Collegio sindacale • Funzione di controllo interno • Banca depositaria • Revisori contabili • Attuari • Fondi aperti • Responsabile del fondo • Rappresentanza degli iscritti tramite adesioni collettive

  5. TIPOLOGIE DI CONTROLLI • controlli di vigilanza • controlli di gestione • -sulla gestione finanziaria • -sulla gestione amministrativa • controlli di compliance (di conformità) • -a norme primarie e secondarie • -a norme interne • -a standard di qualità • controlli contabili • controlli tecnico-attuariali

  6. SISTEMA DEI CONTROLLI/“SPAZIO REGOLATORIO” • Non c'è un monopolio della regolazione del sistema • Principio generale: i controlli dovrebbero essere esercitati dal soggetto che si trova nella migliore posizione rispetto agli altri per esercitarli con efficacia/efficienza • Tra modelli estremi (autoregolamentazione pura / controllo solo accentrato), c'è un continuum di soluzioni • "decentramento" controlli comporta maggiore eterogeneità, con pro e contro • L'Autorità di vigilanza ha interesse ad assecondare modello di controllo "decentrato", soprattutto se ha forti vincoli di risorse

  7. OBIETTIVI DEI CONTROLLI DI VIGILANZA (OBIETTIVI DELLA VIGILANZA) art.16 co.2 d.lgs.124/93: "è istituita la COVIP con la scopo di perseguire la corretta e trasparente amministrazione e gestione dei fondi per la funzionalità del sistema di previdenza complementare"  art.1 d.lgs.124/93: "Il presente d.lgs. disciplina le forme di previdenza per l'erogazione di trattamenti pensionistici complementari del sistema pubblico, al fine di assicurare più elevati livelli di copertura previdenziale"   -trattasi di norme programmatiche (come le norme TUB o TUIF: sana e prudente gestione…) -obiettivi di vigilanza e norme di comportamento per FP -danno flessibilità e discrezionalità all' A.V. -evitano il rischio di interpretare ruolo A.V. in modo meccanico, come "check- list" dell'ottemperanza a singole norme (cfr. dibattito su OPRA e NKR) -…ma problema di coerenza se le norme di dettaglio sono troppe e/o troppo rigide (ad es. perché definite a livello di legge

  8. TIPOLOGIE DI CONTROLLI SVOLTI DALLA COVIP • controlli all'entrata / autorizzazioni a esercitare l'attività • controlli strutturali (statuti, regolamenti) • controlli sull'attività

  9. CONTROLLI ALL’ENTRATA FP Preesistenti nessuna autorizzazione, ma rigido controllo su area destinatari FP Negoziali controlli formali (requisiti amministratori e sindaci, rispondenza statuto a normativa) controlli sostanziali (piano di attività e budget triennale) controlli sull'informazione

  10. CONTROLLI ALL’ENTRATA • FP Aperti • schema-tipo: da esigenza pratica a intervento strutturale (ruolo autoregolamentazione) • -comparabilità (costi) • -semplificazione e omogeneizzazione prodotti • verso una maggiore eterogeneità: • -schemi aperti/schemi dedicati/adesioni individuali/collettive • -splitting posizione su più comparti • PIP • autorizz. preventiva vietata da direttive, monitoraggio Covip • per avere benefici fiscali, stesse regole di FP • grande eterogeneità, difficile confrontabilità • principale aspetto problematico: preconto: limita concorrenza successiva a all'accesso (portabilità)

  11. CONTROLLI SULL’ATTIVITA’ • Su cosa: • "esercita il controllo sulla gestione tecnica, finanziaria, patrimoniale, contabile" • "verifica il rispetto dei criteri di individuazione e ripartizione dei rischio…" • "autorizza preventivamente le convenzioni di gestione" • "valuta l'attuazione dei principi di trasparenza nei rapporti con i partecipanti…" • Come: (strumenti informativi) • incontri • segnalazioni periodiche • ogni altro dato o documento • ispezioni • segnalazioni di squilibrio ( e segnalazioni coll. sind.) • esposti

  12. POTERI DI INTERVENTO • da rafforzare sulla base della direttiva (art. 14 co.2): • "le autorità competenti hanno facoltà di adottare le misure che ritengono adeguate …per evitare o sanare eventuali irregolarità che possano ledere gli interessi degli aderenti e dei beneficiari"

  13. LA STRATEGIA DI VIGILANZA • L’EVOLUZIONE IN COVIP • Semplificazione attività autorizzazione e approvazione preventiva • -responsabilizzazione amministratori • -risparmio risorse • Spostamento attenzione su fattori che possono mettere a rischio obiettivi finali • -valutazione bisogni previdenziali • -organizzazione e controlli interni • -informazione a iscritti e supporto per loro decisioni

  14. DIVERSI APPROCCI DI VIGILANZA: • ANALISI COMPARATA • Anticipazioni da lavoro in corso in ambito OCSE, WP on Private Pensions • Strumenti della vigilanza: • -Controlli all'entrata • -Monitoraggio regolare (segnalazioni vigilanza) • -Esposti, segnalazioni di irregolarità • -Analisi • -Interventi • -Comunicazione • Diversi Mix degli strumenti in diversi contesti • Evoluzione dell'approccio di vigilanza in alcuni Paesi

  15. MIX OF SUPERVISORY ELEMENTS

  16. MIX OF SUPERVISORY ELEMENTS

  17. MIX OF SUPERVISORY ELEMENTS

  18. MIX OF SUPERVISORY ELEMENTS

  19. MIX OF SUPERVISORY ELEMENTS

  20. MIX OF SUPERVISORY ELEMENTS

  21. VIGILANZA RISK-BASED Concetto rilevante sotto due aspetti allocazione d. risorse / priorità base per regole prudenziali e metodi di controllo rischio come criterio base per allocazione delle risorse / priorità -particolarmente importante per autorità di vigilanza che esercitano controlli su intermediari molto numerosi e eterogenei (es FSA) -ma anche in settori più omogenei, controllare tutto allo stesso modo non è possibile (esp. OPRA) -comunque molto importante in presenza di risorse scarse rischio come criterio base per regole prudenziali e metodi di controllo -Basilea, regole comuni per coefficienti patrimoniali (rischi in conto proprio) -approccio "building blocks", orizzonte di breve termine -rischio operativo, attività in c/terzi?

  22. VIGILANZA RISK-BASED ALLOCAZIONE RISORSE / PRIORITA’ intensità della vigilanza da modulare diversamente (es. approccio proattivo / reattivo) -per categorie di intermediari / attività -per singoli intermediari in funzione di: -rischio intrinseco -impatto su obiettivi di vigilanza -capacità di gestione del rischio diversi approcci possibili più formalizzato / più qualitativo-judgmental Canada: -per ogni intermediario vigilato, un profilo di rischio -rischio intrinseco / capacità di gestione del rischio / rischio netto -intensità della vigilanza in funzione rischio netto Regno Unito (FSA, in corso in sede OPRA): -rischio definito in funzione obiettivi di vigilanza -analisi diverse fonti di rischio -probabilità X impatto = priorità -scelta diverse intensità della vigilanza per categorie e singoli intermediari

  23. VIGILANZA RISK-BASED SUI FP ITALIANI ALLOCAZIONE RISORSE / PRIORITA’ In continuità rispetto a esperienza Piani di attività per i FP preesistenti (art 18, co. 6-bis): dimensioni segnali di irregolarità estr. casuale controlli su statuti estesi a tutti fondi Ci si muove verso: Superamento distinzione netta fondi "assoggettati a vigilanza"/ fondi non assoggettati, intensità della vigilanza da modulare con più continuità tra i diversi fondi Profili di rischio trasversali da trattare per tutti i fondi Spostamento di enfasi dei controlli a favore dei fattori che possono mettere a rischio obiettivi finali -valutazione bisogni previdenziali -organizzazione e controlli interni -informazione a iscritti e supporto per loro decisioni

  24. VIGILANZA RISK-BASED SUI FP ITALIANI REGOLE PRUDENZIALI / METODI DI CONTROLLO il problema: definire regole e metodi risk-based in un contesto di FP a CD (contribuzione definita) con adesione volontaria e scelte di investimento a carico degli aderenti schemi di controllo del rischio finanziario validi percontrolli da parte del fondo sui gestori (cfr. Micocci) tuttavia, contesto diverso rispetto a schema Basilea / coefficienti patrimoniali (binomio stabilità/ trasparenza non applicabile) -per tutti i fondi nuovi, rischi a carico aderenti -natura non-profit dei FP negoziali

  25. RISCHI PER GLI ADERENTI AI FP ITALIANI rischio di non aderire o aderire a età troppo avanzata rischio di non effettuare versamenti sufficienti / non controllare versamenti da parte datoriale rischio di scegliere schemi previdenziali /prodotti non adatti costi troppo elevati / vincoli a portabilità profili di rischio non coerenti con propri gusti / esigenze èessenziale favorire scelte consapevoli da parte aderenti informazione anche su primo pilastro prodotti comprensibili (semplificazione) supporto alle decisioni scelte di default ben definite educazione finanziaria / previdenziale

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