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IL MERCATO DEI PRODOTTI COMPOSTATI. compostaggio. Nello scenario di gestione integrata dei rifiuti prefigurati dal DL.vo 22/97, il conseguimento di obiettivi operativi che prevedono elevate percentuali di raccolta differenziata e recupero di materiali comporta un sostanziale aumento delle
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compostaggio • Nello scenario di gestione integrata dei rifiuti prefigurati dal DL.vo 22/97, il conseguimento di obiettivi operativi che • prevedono elevate percentuali di raccolta • differenziata e recupero di materiali • comporta un sostanziale aumento delle • capacità di intercettazione, trattamento e valorizzazione delle frazioni organiche di • scarto mediante compostaggio.
Tale settore non costituisce una novità assoluta nello scenario italiano, né dal punto di vista dell’organizzazione dei sistemi di raccolta, né da quello della progettazione e gestione degli impianti, né per la commercializzazione dei prodotti. Ma è l’entità dell’incremento previsto nella sua crescita che comporta una opportuna riflessione su quelle che sono la realtà e le dinamiche del mercato dei prodotti compostati e quindi delle prospettive che possono essere prefigurate.
Le differenti vocazioni d’uso deiprodotti compostati • Tradizionalmente ai materiali organici è stata assegnata, in ambito agronomico, la funzione di miglioratore del suolo(“ammendante”): la loro applicazione è infatti intesa generalmente alla conservazione sul lungo periodo della “fertilità integrale” del suolo - ossia il complesso delle caratteristiche favorevoli alla fisiologia vegetale -
E la conservazione dello “stato strutturale” del suolo, grazie alla aggregazione delle particelle minerali che i complessi organici sono in grado di promuovere; lo stato strutturale garantisce a sua volta la porosità del terreno (permeabilità all’aria, all’acqua ed alle radici) un equilibrato rapporto tra matrici solide, liquide e gassose del suolo (e dunque la promozione delle attività biologiche nel terreno), la buona lavorabilità dello stesso, ecc.;
la capacità di assorbire e rilasciare acqua, garantendo dunque quelle funzioni di idrofilia reversibiletanto importanti per una equilibrata crescita vegetale
la capacità di trattenere gli elementi nutritivi in forma facilmente assimilabileda parte della pianta, evitando sia il loro dilavamento in falda (ad es. per l’azoto) che la trasformazione in forme difficilmente o per niente assimilabili (ad es. per precipitazione del fosforo od assorbimento del potassio sui minerali argillosi)
la promozione in senso lato di tutte le attività • biologiche del suolo, e tra esse • La azotofissazione, • la nitrificazione, • La mineralizzazione della sostanza organica, • la degradazione dei principi attivi dei • fitofarmaci, ecc.; ciò grazie allo sviluppo - favorito dal metabolismo a carico proprio della sostanza organica - di una popolazione articolata di microorganismi preposti alle diverse attività.
In agricoltura in pieno campola funzione ammendante è stata tradizionalmente assegnata al riutilizzo delle deiezioni zootecniche, e principalmente del letame (miscuglio delle deiezioni con paglia e/o altri materiali usati come “lettiera”, ossia come materiale assorbente posto sul pavimento delle stalle); nell’organizzazione tradizionale dell’azienda agricola, spesso la presenza di bestiame era considerata come necessaria proprio in relazione all’obiettivo di disporre di letame da impiegare per la fertilizzazione del terreno.
La successiva specializzazione degli ordinamenti colturali, con la tendenziale separazione delle attività zootecniche da quelle di coltivazione dei prodotti vegetali ad uso alimentare ha comportato per le aziende zootecniche diffuso ricorso alla intensivizzazionedegli allevamenti, con abbandono generalizzato della stabulazione a lettiera permanente (che generava letame) per le aziende con produzione vegetale (orticole, frutticole, bieticole, ecc.) una diffusa carenza di sostanza organica, con ricorso crescente a concimazione chimica Produzione liquami difficilmente trasportabili Pre-desertificazione
Considerazione 1 • L’evoluzione della struttura del comparto agricolo tende dunque a creare le condizioni per il ricorso ad ammendanti - e dunque a prodotti compostati - alternativi al letame, soprattutto in diversi comprensori a forte vocazione (ad es.) frutticola, viticola, orticola.
Considerazione 2 • Ecco il perché del crescente interesse del mondo accademico (a livello scientifico) delle stazioni sperimentali e dei centri di ricerca agricoli (a livello tecnico-applicativo), delle stesse organizzazioni agricole (a livello operativo), per le disponibilità di ammendanti innovativi, e tra questi dei prodotti compostati derivanti da biomasse di scarto urbano, oltre che agroindustriale.
Considerazione 3 • Non va poi dimenticato un particolare ambito di potenziale impiego dei materiali compostati di qualità, nell’agricoltura biologicache in Italia sta assumendo una precisa identità tecnica, operativa ed economica anche grazie ai Regolamenti CEE in materia
tali sistemi colturali vengono anche definiti con voce ingleseorganic farming” per il fondamentale ricorsoalla fertilizzazione organica
Calcolo della domanda • Il punto di partenza è l’estensione della superficie interessata: • la superficie agraria nazionale è pari a circa 16 milioni di ha.
Considerando la presenza di superficie forestale, i prati, pascoli e cereali autunnovernini (frumento, orzo, segale, ecc.) che generalmente non si avvalgono dell’applicazione di fertilizzanti organici, si può in prima istanza, e prudenzialmente, computare nel solo 30% (ca. 5 milioni di ha) della stessa superficie la quota interessata, all’applicazione di ammendanti compostati in concorrenza tecnica ed economica con ammendanti tradizionali (quali i letami).
Ipotizzando l’applicazione di ammendanti in ragione di 10 t/ha di sostanza secca (equivalente ad una letamazione di 40-50 t/ha), la potenziale dimensione della recettività in pieno campo potrebbe essere di circa 50 milioni di tonnellate di sostanza secca, ossia circa 80-90 milioni di tonnellate di prodotti compostati al 35-40% di umidità
La valutazione, per quanto approssimativa, è oltremodo confortante, se comparata con gli 8-9 milioni di tonnellate di scarti organici che corrisponderebbero al 30% ca. dei RU; scarti organici che si ridurrebbero, a causa delle perdite di processo e raffinazione, a circa 3,5- 4 milioni di tonnellate di prodotti compostati.
Rinvio • Standard di qualità per i diversi impieghi • E UN TEMA INTERESSANTE LO RINVIAMO NELL’AFFRONTARE IL TEMA “ IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO”
Lo stato dell’arte del mercato dei prodotti compostati
Il compostaggio di biomasse selezionate offre una grande opportunità di reperimento e valorizzazione di materiali alternativi o complementari agli ammendanti organici tradizionali, ed in particolare ai costituenti torbosi dei terricci per la vivaistica; rispetto ai materiali torbosi, i prodotti compostati sono caratterizzati: la non esauribilità la possibilità di reperimento e valorizzazione sul territorio nazionale, con gli ovvi vantaggi a livello macro e microeconomico
la riproducibilità, in condizioni di standardizzazione delle matrici e delle tecnologie di processo l’opportunità, dunque, del pieno controllo, tecnico ed economico, dell’intera filiera produttiva in ambito nazionale la possibilità di ripagare gran parte dei costi di approvvigionamento e trasformazione con l'applicazione di tariffe per il “servizio di smaltimento”
Tale compost è fornito a terricciatori italiani che confezionano il compost in miscela con torbe ed altri materiali in sacchi da 10-20-50 litri e collocano il prodotto presso la grande distribuzione (supermercati, garden center, ecc.).
Il movimento di materiale collocato nel settore dei terricci per l’hobbistica è stato valutato in ca. 300.000 mc di compost, verosimilmente pari a 150.000 t (considerando un peso specifico medio del prodotto - in realtà fortemente dipendente dalla sua umidità - pari a 0,5 t/mc); ciò sarebbe equivalente, computando una resa media del processo del 40% (al netto delle perdite di processo e dello scarto di raffinazione) a circa 375.000 t di materiali organici avviati a compostaggio.
prezzi • Il prezzo di compravendita rilevato su diverse piazze italiane nel comparto florovivaistico era situato a metà degli anni ’90 attorno alle 20-25.000 lire/mc; • nella campagna più recenti si è invece attestato tra le 7 e 11 euro mc
Perché tale decremento? l’incremento dell’offerta di compost con l’attivazione di un maggior numero di impianti, che ha saturato la recettività sul breve termine la polverizzazione dell’offerta, ovvero presenza di tante piccole partite messe sul mercato da parte dei compostatori con la conseguente diminuzione del potere contrattuale da parte del singolo compostatore. la diminuzione del prezzo attuale del principale materiale concorrente, ossia le torbe, sul mercato nazionale (dai 25- 27 euro/mc, rilevato solo alcuni anni fa, fino alle 18-20 euro/mc per alcune torbe dell’Est Europa).
Il mercato tedesco • In controtendenza aumenta il prezzo Enorme quantità 7 milioni t/a genera aumento della domanda anche di piccole partite ( hobbistico) la riconoscibilità del prodotto compostato grazie a diversi marchi (es. sigilli di Consorzi per il controllo qualità)
considerazioni conclusive • i compost presentano caratteristiche analoghe, ma non identiche, sia nei confronti dei letami (minor contenuto in elementi fitonutritivi) che dei terricci torbosi (pH e salinità più elevati) per tali ragioni i compost che residuano da impianti di trattamento di biomasse di scarto andrebbero, al fine di aumentare il loro valore aggiunto, “trasformati” in prodotti specifici appetibili come “pronti all’uso” per il settore specifico d’impiego
Prospettive • vendita di compost sfuso; • vendita di un prodotto valorizzato per impieghi specifici mediante: • - arricchimenti di elementi nutritivi; • - correzioni (per es. del pH); • - condizionamento merceologico (compost pellettato e compost granulato)