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PSICOLOGIA DELLA FOLLA. Dr. Marco Cannavicci psichiatra - criminologo. La psicologia collettiva. Studia le influenze che vengono esercitate su un individuo da parte delle altre persone, a lui estranee, che formano il gruppo a cui appartiene.
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PSICOLOGIADELLA FOLLA Dr. Marco Cannavicci psichiatra - criminologo
La psicologia collettiva Studia le influenze che vengono esercitate su un individuo da parte delle altre persone, a lui estranee, che formano il gruppo a cui appartiene. Ogni individuo, incorporato in un gruppo, subisce una modificazione radicale del proprio comportamento
Nel gruppo ogni individuo si spoglia delle caratteristiche individuali, per un fondo comune indifferenziato: l’anima della folla presenta aspetti che corrispondono alla vita psichica dei primitivi e dei bambini, con comportamenti analoghi a quelli manifestati nell’inconscio o nella vita onirica
La Folla è … • Impulsiva • Volubile • Accessibile alle immagini • Chiusa alle istanze critiche • Affascinata dalle parole • Priva del senso di realtà • Indifferente alla verità
Autoritaria • Intollerante • Convinta di onnipotenza • Conservatrice • Crudele • Brutale • Distruggitrice
È la stessa socializzazione, che nella crescita dell’individuo determina lo sviluppo delle istanze di controllo del Super-Io, a permettere il loro scioglimento nelle condotte collettive impulsive ed istintuali. Secondo Freud ciò accade solo per le folle “disorganizzate” e non per le collettività “organizzate”.
Il contagio mentale Nel gruppo ogni sentimento ed ogni atto tende a propagarsi e venire riprodotto da tutti i componenti dell’aggregato È l’effetto della “suggestionabilità”: ogni individuo è pronto a fare propri i sentimenti, le convinzioni e gli impulsi che in condizioni normali rifiuterebbe
Secondo gli studi di Freud, la folla “tipica” è quella che si costituisce attorno ad un “condottiero”, attraverso un investimento di natura libidica, formante una grande “famiglia”. Esempi: la chiesa cattolica l’esercito
Le folle tipiche si fondano sulla convinzione della presenza, visibile o invisibile, di un capo Il Capo ha cura in eguale modo ed ama ugualmente tutti i membri della collettività Se il gruppo non si sente “amato”, la formazione collettiva si disgrega Esempio: le disfatte degli eserciti dopo la morte, la cattura o la fuga del capo
Il Capo può essere sostituito da una IDEA o da un DESIDERIO COMUNE Capo, idea o desiderio possono essere anche negativi, come ad esempio l’odio per un popolo, una razza, una città, … Meno ci si lega ad un capo e maggiore è il grado di indipendenza ed originalità mantenuto dall’individuo
L’orda primitiva di Darwin L’origine della società umana è rappresentata dall’orda primitiva: una folla condotta da un maschio forte che ha imposto la sua volontà su tutti L’orda primitiva è stata la prima folla e tutte le folle occasionali manifestano una regressione alle condizioni presenti in quell’epoca primitiva
Il sentimento di giustizia Nessuna collettività sociale può mantenersi stabile se non viene soddisfatto il sentimento della giustizia I gregari chiedono una parità di trattamento che renda possibile una identificazione reciproca: “tutti eguali ed un solo capo al di sopra di tutti”
L’aggressività e la guerra Negli appartenenti al gruppo le istanze individuali ed aggressive sono proiettate all’esterno, verso gli esclusi, i diversi, gli altri Emerge la necessità di attaccare gli altri con guerre, conflitti e rivoluzioni, anche in assenza di motivazioni razionali La presenza dell’odio esclude infatti le motivazioni razionali a favore di motivazioni interiori
Nei conflitti e nelle guerre vengono mobilitati sentimenti aggressivi di norma repressi A mobilitarli non è la situazione di guerra, bensì quella del gruppo militare L’AUTORITA’ DELLO STATO RISERVA A SE’ LA LIBERTA’ DI COMPIERE CIO’ CHE VIETA AI SINGOLI
TUTTAVIA GLI UOMINI NON FANNO LA GUERRA PERCHE’ LO STATO GLIELO IMPONE GLI UOMINI FANNO LA GUERRA PERCHE’ LO STATO GLIELO PERMETTE
Socialità e sessualità Secondo Freud, c’è antitesi tra socialità e sessualità: - il legame amoroso riduce il desiderio di socialità e disgrega l’unità della collettività - per amore si rinnega la religione, la razza, la nazione, la classe sociale - l’amore è la più forte istanza antisociale
Il linguaggio della folla • La semplicità • La brevità e concisione • L’orecchiabilità • Quindi: slogan, aforismi, sentenze, motti di spirito
“La psicologia delle Folle” Nel 1895 Gustave Le Bon scrisse “psicologia delle Folle”: “nella folla la personalità cosciente svanisce, i sentimenti e le idee si orientano lungo una sola direzione, formando così una sorta di anima collettiva”
“l’anima della folla è formata da un substrato inconscio che accomuna tutti gli individui di una stessa razza o cultura, ma le loro individualità si annullano” “ la folla è sempre intellettualmente inferiore all’uomo isolato, ha la spontaneità, la violenza, la ferocia ed anche gli entusiasmi e gli eroismi degli esseri primitivi”
“le folle si possono accendere d’entusiasmo per la gloria e l’onore, si possono trascinare in guerra senza pane e senza armi” “l’individuo acquista un sentimento di potenza per il solo fatto del numero dei presenti, cedere ad istinti e compiere azioni che da solo non avrebbe mai compiuto”
“ essendo la folla anonima scompare anche il senso di responsabilità ed ogni atto diventa facilmente contagioso, tanto che l’individuo sacrifica il proprio interesse per quello comune” “l’assenza dell’aspetto cosciente priva le folle di capacità critica, spingendole ad accettare giudizi imposti e mai contestati, a farsi suggestionare dalle cose più inverosimili” “ la volontà personale si annulla e si ricerca d’istinto l’autorità di un capo, di un trascinatore”
“la folla antepone l’istintività al giudizio, all’educazione, alla timidezza, pertanto il capopopolo deve presentarsi ad essa con il linguaggio adeguato alla ricettività del destinatario”
I principi comunicativi (Le Bon) • Semplicità di lessico e sintassi • Affermazioni laconiche, concise, categoriche, pregnanti • La ripetizione • Le immagini • Il contagio (dissonanza cognitiva) SUGGESTIONE vs PERSUASIONE
La persuasione Significa indurre un mutamento nell’opinione altrui solo per mezzo di un trasferimento di idee, un passaggio di contenuti mentali “persuadere implica che la persona sia libera non solo di volere, di agire, ma anche di pensare, di credere, di decidere”
Testi di riferimento • Freud – “psicologia delle masse ed analisi dell’Io” – 1921 • Ortega Y Gasset – “la ribellione delle masse” – 1930 • W. Reich – “psicologia di massa del fascismo” – 1933 • N. Smelser – “Theory of collective behavior” - 1963
Le collettività - PERMANENTI - TRANSITORIE - CON ORGANIZZAZIONE GERARCHICA - AGGREGATI AMORFI
GRAZIE PERLA VOSTRA ATTENZIONE Dr. Marco Cannavicci