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Storia dello sviluppo locale. Il distretto ceramico di Sassuolo. Il distretto ceramico di Sassuolo. Tra 8 e 900: inizia la produzione di piastrelle. Tra le due guerre mondiali: le radici del DI. Prima fase sviluppo: seconda metà anni ’50: tecnologia e capitali.
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Storia dello sviluppo locale Il distretto ceramico di Sassuolo
Il distretto ceramico di Sassuolo • Tra 8 e 900: inizia la produzione di piastrelle. • Tra le due guerre mondiali: le radici del DI. • Prima fase sviluppo: seconda metà anni ’50: tecnologia e capitali. • Imprese: cominciano a strutturarsi in DI. • Domanda di innovazione: sviluppo imprese meccanico-ceramiche. • Anni ’60: boom di produzione (mercato interno + export) e altre innovazioni.
Il distretto ceramico di Sassuolo • Primi problemi di congestione. • Anni ’70: modificazione degli equilibri DI. • Diversificazione dei mercati e nuove scelte di competitività. • Anni ’80: automazione e riduzione occupati. • Si definisce un sistema di imprese sempre più articolato e sfaccettato. • Anni ’90: ulteriore aumento della quota di mercato ma comparsa di nuovi concorrenti.
Sassuolo: la formazione professionale • Prime esperienze: anni ’50 del Novecento. • ACAL: forte integrazione tra insegnamento teorico e attività pratiche. • La nascita dell’IPSIA “Corni”: ruolo importante delle IL. • Scuole professionali: garanzia di occupazione. • Solidi rapporti tra scuola e imprese.
Sassuolo: l’associazionismo imprenditoriale • Assopiastrelle: il perno della cooperazione. • Promozione, studio, ricerca e assistenza. • Il ruolo dell’associazionismo nella soluzione dei problemi infrastrutturali. • Assopiastrelle: un caso emblematico = da associazione di servizio e promozione a incubatore di idee e strategie.
Sassuolo: il credito locale • Scarso ricorso al credito nella fase costitutiva del DI (autofinanziamento). • Banche: hanno un ruolo importante nelle fasi di crescita delle imprese DI. • Banco San Geminiano e San Prospero e Banca Popolare dell’Emilia-Romagna: radicamento territoriale e fiducia.
Sassuolo: le istituzioni locali • Anni ’30: politiche territoriali senza previsioni per il futuro sviluppo. • Anni ’60: continua il laissez-faire urbanistico. • Insorgenza dei primi sintomi di congestione. • Fine anni ’70: inizia un processo di razionalizzazione nell’uso dei suoli. • Fine millennio: la risorsa territoriale è esaurita = non sono più disponibili aree per nuove imprese.