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Economia Industriale, 2012-2013 (3° anno Corso di Laurea in Economia Aziendale). Augusto Ninni (Modulo I). Lez 6, 7 Oligopolio collusivo. 1. Interdipendenza e oligopolio.
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Economia Industriale, 2012-2013(3° anno Corso di Laurea in Economia Aziendale) Augusto Ninni (Modulo I) Lez 6, 7 Oligopolio collusivo 1
Interdipendenza e oligopolio • Tra le imprese oligopolistiche esiste interdipendenza dal momento che ogni variazione nel prezzo/produzione di una di esse modifica i profitti di tutte le altre. • PA = f Comportamento (A,B,C…)
Interdipendenzastrategia • In oligopolio va quindi elaborata una strategia che tenga conto delle possibili reazioni dei concorrenti. • Una delle strategie storicamente più adottate è quella di cooperare con gli altri (oligopoli cooperativi) piuttosto che competere • Negli oligopoli cooperativi le (poche) imprese coordinano le proprie attività per massimizzare i profitti congiunti
Collusione e cartelli • Si può cooperare una tantum su un singolo progetto, oppure le imprese sono così piccole di fronte alla grandezza dell’industria che la loro cooperazione non ha effetti significativi sul livello dei prezzi • Ma quando questa cooperazione altera la concorrenza in quanto riguarda accordi fra imprese che si spartiscono i mercati o fissano i prezzi, si parla di collusione • Quando la collusione ha come obiettivo soprattutto la fissazione dei prezzi, si parla di cartelli
Oligopolio cooperativocollusionecartelli • Oggi i cartelli sono attività illegali in praticamente tutti i paesi • nel passato non è stato sempre così; nel 1890 veniva varato in USA lo ShermanAct, in Germania nello stesso anno un provvedimento che “assolveva”la tendenza verso i cartelli • In Italia la norma costitutiva dell’ Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato (AGCM) è del 1990
Cartellare e scartellare • La prima caratteristica di questa struttura di mercato è che vi è un oggettivo incentivo per le imprese ad accordarsi, perché così il profitto aumenta (a scapito dei consumatori) • La seconda caratteristica di questa struttura di mercato è che vi è un oggettivo incentivo per le imprese a “scartellare” dopo l’accordo, perché così il profitto aumenta ulteriormente (a scapito delle altre imprese)
Distruzione di un cartello: esogena o endogena • I cartelli sono illegali: quindi un primo pericolo alla loro formazione o sopravvivenza è dato dal timore della sanzione legale (deterrente) • D’altra parte, come vedremo, l’incentivo a “scartellare” esiste: se adottato da più imprese, il cartello si rompe indipendentemente dall’azione legale
Impresa e settore Supponiamo che esista una restrizione all’entrata per cui nel settore operano solo N imprese Settore Impresa rappresentativa P MC AC P Qi Qi Q=SNQi
Profitti dell’impresa rappresentativa Impresa e settore Settore Impresa rappresentativa P MC AC P Qi Qi Q=SNQi In equilibrio, se Qi = 10 e le imprese sono 10, l’output Q del settore è pari a 100 (Qi/Q = 1/10)
Agendo come un unico grande monopolistale quantità prodotte dalle N imprese diminuirebbero e il prezzo aumenterebbe Cartello di settore P Impresa rappresentativa Settore MC AC P’ P Qi Qi’ Qi’ Q’=SNQi’
Agendo come un unico grande monopolistai profitti di ciascuna impresa aumenterebbero Cartello di settore P Impresa rappresentativa Settore MC AC P’ P Qi Qi’ Qi’ Q’=SNQi’
Agendo come un unico grande monopolistai profitti di ciascuna impresa aumenterebbero Cartello di settore P Impresa rappresentativa Settore MC AC P’ P Qi Qi’ Qi’ Q’=SNQi’ 12
Apparente contraddizione: • Le singole imprese se restano in concorrenza non hanno convenienza a ridurre la produzione, perché ciascuna non riesce a influire sul prezzo • (se p è dato e Qi diminuisce, Ri=pQi diminuisce) • Prese nel loro aggregato, agendo come parti di un unico monopolio, le singole imprese hanno convenienza a ridurre la produzione, perché nel suo complesso porta ad un prezzo più elevato
Massimizzazione del profitto derivante dal cartello: come ripartirlo? • In base alla capacità produttiva • In base alle quote storiche • Q = 80, ogni impresa produce 8 • I consumatori subiscono una riduzione del benessere
Fattori che facilitano la formazione di un cartello • 1) Capacità di aumentare il prezzo dell’industria senza attrarre nuovi concorrenti (elevate barriere all’entrata) • 2) Punizioni attese basse (rispetto a guadagni attesi) • 3) Bassi costi di transazione 4) Problema della “collusione tacita”
1) Capacità di aumentare il prezzo dell’industria: la curva di domanda fronteggiata dal cartello dev’essere anelastica (le imprese possono aumentare il prezzo temendo solo ridotte riduzioni della domanda, quindi aumentando i ricavi) • Il cartello deve quindi interessare la massima parte del mercato rilevante(devono esserci pochi sostituti stretti) e deve riuscire a bloccare l’entrata
P La curva di domanda 1 (nera; anelastica) favorisce la formazione di un cartello più della domanda 2 (verde; elastica), perché il prezzo che si può ottenere è più alto e quindi, a parità di costo, il profitto è più alto D1 P1 P2 D2 0 q Q1 Q2 17
2) Punizioni attese basse: dipende dal funzionamento dell’Antitrust e dal monitoraggio degli altri partecipanti al cartello • L’impresa attua una operazione costi-benefici • Nel caso dell’Antitrust, punizione = importo della sanzione * probabilità di essere scoperto • Nel caso dell’Antitrust, accordi tra imprese sempre illegali (a meno che non si dimostri che sono necessari ai fini di introdurre una innovazione)
3) Bassi costi di transazione per formazione e attuazione accordo: • poche imprese • Alta concentrazione • Omogeneità del bene • Ruolo egemone dell’associazione di categoria
Costi e benefici del cartello • In situazioni normali (cartello grande, domanda anelastica, offerta extra-cartello anelastica) vi è un’oggettiva convenienza per l’impresa a partecipare a un cartello • Non è così ovviamente per i consumatori, il cui benessere diminuisce in presenza di un cartello • Un cartello in genere è in grado di costituire una barriera all’entrata per potenziali partecipanti, quindi danneggia anche la concorrenza potenziale
sanzioni • L’impresa che opera in un cartello deve temere due sanzioni: • quella legale (cartelli sanzionati da tutte le legislazioni antitrust) • quella degli altri membri del cartello (peer monitoring), se un’impresa tenta di “scartellare”
scartellare Come deviare: • Producendo (un poco) di più di quanto concordato, agli stessi prezzi • Praticando sconti sui prezzi • In ogni caso, guadagnando quote di mercato • L’impresa che vuole scartellare deve confrontare profitti di monopolio una tantum, o sommatoria profitti da concorrenza sempre
Agendo in modo opportunistico la singola impresa può accrescere i profitti Un’impresa scartella P Impresa rappresentativa Settore MC AC P’ Qi’ Qi’’ Qi’ Q’=SNQi’ Ma se lo fanno tutti?
Incentivi per il singolo partecipante a deviare dal cartello Curva dei costi marginali che cresce lentamente costa poco per la singola impresa aumentare l’offerta Bassa incidenza dei costi fissi o economie di scala Capacità produttiva inutilizzata (es. Arabia Saudita in Opec)
Problemi di attuazione del monitoraggio: • come accorgersidel tentativo di deviazione dall’accordo: • -Basso numero di imprese • -Variazione di prezzi non imputabile a fattori esterni • -Prezzi e acquisizioni di mercati come conoscenza comune (la trasparenza dell’appalto come fattore “migliorativo” della funzionalità dell’accordo)
Metodi usati in sede di fissazione del cartello per prevenire deviazioni dei partecipanti: • •Identificare mercati geografici • •Identificare quote fisse di mercato • •Stabilire prezzi e clausole di intervento
Cartelli proibiti in UE, ma : • In recessione: concorrenza distruttiva (guerre dei prezzi) e “cartelli di crisi” coreani (possibilità che i cartelli abbiano effetti benefici)?