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NORME EDITORIALI per la produzione di un elaborato scritto

NORME EDITORIALI per la produzione di un elaborato scritto. Perché usare le norme editoriali?. Produrre un elaborato d’esame o di laurea richiede tempo e precisione.

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NORME EDITORIALI per la produzione di un elaborato scritto

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Presentation Transcript


  1. NORME EDITORIALIper la produzione di un elaborato scritto

  2. Perché usare le norme editoriali? Produrre un elaborato d’esame o di laurea richiede tempo e precisione. Le regole servono a mantenere l’ordine e ad ottenere una certa qualità formale ed estetica, ma sono necessarie anche a livello di esposizione dei contenuti . Così, le norme editoriali qui esposte mirano ad un alto livello di qualità dell’elaborato scritto. Ma rappresentano anche un’opportunità significativa di formazione per lo studente. «Perdere un po’ di tempo per guadagnarne» Impegnarsi nella corretta stesura della tesi o dell’elaborato d’esame rappresenta per lo studente una sorta di “palestra”, che lo allenerà, non solo a scrivere bene quello specifico elaborato o quella specifica tesi di laurea, ma arricchirà il suo bagaglio culturale di uno strumento e di una capacità in più che lo accompagneranno per tutta la vita.

  3. Iniziamo dal “piano di lavoro”:Impostazione pagina • Margine superiore: 2,5 cm • Margine inferiore: 2,2 cm • Margine interno: 1,8 cm • Margine esterno: 2,7 cm • Spazio a destra per rilegatura: 0 cm. • Intestazione: 1,8 cm • Interlinea esatta, (13, 5 pt come già impostato dalla griglia • Margini giustificati • Ad ogni capoverso il rigo va rientrato di 0,5 cm. • Utilizzare la sillabazione: cliccare con il cursore su: “strumenti”, “lingua” e “sillabazione”.

  4. Carattere • Carattere testo: palatino Linotype corpo 11; • Carattere titolo capitolo: centrato, in tondo dim. 13; • Titolo paragrafo: allineato a sinistra, grassetto, corpo 11; • Titolo sottoparagrafo: rientrato (come già impostato, corsivo, corpo 11.

  5. Carattere Appendice: tondo, corpo 11 • Carattere Bibliografia: tondo, corpo 10 • Carattere Filmografia: tondo, corpo 11 • Carattere Sitografia: tondo, corpo 10 • Carattere Indice dei nomi: tondo, corpo 10 • Carattere Indice delle tematiche: tondo, corpo 10

  6. Numerazione pagine • Numero delle pagine: alto all’esterno; • La Premessa e l’Introduzione vanno indicate con numeri romani, (I, II, II, IV, ecc…); • Le note a piè di pagina vanno numerate con numerazione araba. In lavori molto lunghi, la numerazione delle note della seconda parte ricomincia da “1”. • Il corpo del testo e gli apparati, (Appendice, Bibliografia, Indice dei nomi ecc…), vanno indicati con numerazione araba, (1, 2, 3, 4, ecc…); • NON devono essere numerati: il frontespizio, ossia la prima pagina, e le pagine bianche, che comunque vanno contati;

  7. Cifre, numeri e date… • Si usano i numeri quando si indicano quantità specifiche, es. L’opera ha rastrellato 13 miliardi e 400 milioni; • Si usano le lettere quando si esprime un dato approssimato, es. L’opera ha rastrellato circa tredici miliardi; • I numeri vanno separati da un punto i gruppi delle migliaia. Questo non vale per le date, es. 145.454.678 abitanti, mentre per le date 1987. • Se si citano più pagine consequenziali, ma si vuole delimitarne la trattazione, se ne indicano i confini con un trattino, es. pp. 6-19.

  8. Attenzione! Ogni capitolo, parte o apparato DEVE iniziare nella pagina destra, anche se si è costretti a lasciare una pagina bianca. Questo NON vale però per i paragrafi e per i sottoparagrafi. Ad inizio capitolo, tra la scritta Capitolo primo ed il titolo dello stesso NON c’è spaziatura.

  9. Indice • PREMESSA: ha carattere autobiografico e informale, dunque può essere scritta in prima persona; • INTRODUZIONE: ha carattere tecnico e formale. Va scritta tenendo presente l’intero elaborato e l’indice delle tematiche; • CAPITOLI, (primo, secondo, terzo ecc…), paragrafi, (1., 2., 3. ecc…), eventuali sottoparagrafi, (1.1., 1.1.1., 1.1.2. ecc…); • Eventuali PARTI, (Parte prima, seconda, terza, ecc…); • CONCLUSIONI: riassumono i punti principali della tesi; • APPENDICE: serve per inserire un capitolo o un argomento che, per motivi di spazio, non è stato introdotto nella tesi;

  10. BIBLIOGRAFIA: si elencano in ordine alfabetico sia i nomi degli autori con le rispettive opere effettivamente citati nella tesi, sia le opere consultabili per un approfondimento, come segue: Cognome e Nome autore in maiuscoletto, titolo del volume in corsivo, Città di edizione, editore e anno, in tondo, corpo 10. Esempio: Siciliani de Cumis Nicola, Filologia, politica e didattica del buon senso, Torino, Loescher, 1980, pp. 87 sgg., 137 sgg. NON va messo lo spazio fra un titolo e l’altro. • SITOGRAFIA: si elencano in ordine alfabetico tutti i siti effettivamente consultati. • FILMOGRAFIA: si elencano in ordine alfabetico tutti i film citati come segue: Cognome e Nome del regista in maiuscoletto, titolo del film in corsivo, Casa e anno di produzione ed eventualmente la sequenza, in tondo, corpo 10. Esempio:Amelio Gianni, La fine del gioco, Tommaso Dazzi per Dazzi & Sagliocco Film s.r.l. / RAI TV, Italia, 1970, drammatico, 60 min.

  11. EMEROGRAFIA: si elencano le riviste ed i giornali consultati, come segue: Cognome e Nome autore dell’articolo in maiuscoletto, Nome della rivista tra virgolette basse (o caporali),«», Titolo dell’articolo citato, in corsivo, data di pubblicazione, e indicazione pagine, in tondo, corpo 11. Esempio:Siciliani de Cumis Nicola, Con la Calabria nell’animo, «il Quotidiano della Calabria», 8 settembre 1998. • INDICE DELLE TEMATICHE RICORRENTI: si elencano in ordine alfabetico le tematiche principali della tesi, le quali permettono la comprensione dell’argomento della tesi anche a chi legge per la prima volta il lavoro. Inoltre serve per la redazione dell’indice. Ogni tematica deve essere seguita dal numero di pagina, (p.) o di pagine (pp.), in cui compare. • INDICE DEI NOMI: si elencano in ordine alfabetico tutti i nomi citati nella tesi, compresi la premessa, l’introduzione e gli apparati, come segue: Cognome e nome in maiuscoletto, numero di pagina o di pagine in cui compare, in corpo 10. Esempio:Antonioni Michelangelo, 17, 28, 35, 46, 50, 53, 58, 72, 77

  12. Da ricordare • Nell’indice delle tematiche e nell’indice dei nomi separare con un doppio spazio i nomi e le tematiche che iniziano con una lettera diversa. Esempio 1: Differenza, 85, 69 Diverso, XX, 7, 20, 34, 66, 69, 81, 85, 88, 110, 112, 133. Educativo, XV, 27, 37, 39, 41, 44, 51, 57, 65, 87, 127. Esempio 2: Rossi Carlo p. 20 Samà Antonio, p.34 • Nell’indice delle tematiche e nella bibliografia ogni tematica e ogni indicazione bibliografica va seguita SEMPRE dal punto. Questo NON vale per l’indice dei nomi.

  13. Dopo l’Indice generale… • La dedica: non obbligatoria: in carattere 10 o 11, in corsivo; • L’esergo: allineato a destra, in tondo, in corpo 10, con il nome dell’autore in corsivo.

  14. Intestazione PER I CAPITOLI • Pagina di sinistra: vanno indicati il numero della Parte ed il numero del capitolo di riferimento, in tondo, es. Parte prima -Capitolo primo. • Pagina di destra: va indicato il titolo specifico del capitolo in corsivo, es. Il mestiere del critico. PER LA PREMESSA, L’INTRODUZIONE, L’APPENDICE, LA BIBLIOGRAFIA, L’INDICE DELLE TEMATICHE e L’INDICE DEI NOMI • intestazione in tondo sia per la pagina destra sia per la sinistra; • Se le Appendici hanno un titolo, allora si segue la regola valida per i capitoli.

  15. Se la citazione NON supera tre righe di testo, (citazione breve) Inserire la citazione tra virgolette basse, «»; Se è presente una citazione nella citazione usare le virgolette alte, “”; Se la citazione supera tre righe di testo Eliminare le virgolette basse; Lasciare un doppio spazio tra il testo e la citazione; Ridurre il carattere in corpo 10. Se è presente una citazione nella citazione usare le virgolette basse. Citazioni

  16. Da ricordare Se spezziamo la citazione o vogliamo eliminare una parola o una parte della citazione usare il simbolo […] nello spazio dove manca il termine o il periodo. La citazione non prevede la spaziatura al capoverso se comincia con la lettera minuscola Ogni citazione deve essere seguita dalla nota a piè di pagina, segnalata dalla nota in apice. NB: la nota in apice segue sempre la punteggiatura.

  17. Note a piè di pagina • Le note a piè di pagina riportano per esteso le informazioni circa i testi, i film, i siti internet e le persone citati. • Le informazioni per le citazioni in nota vanno recuperate dal frontespizio interno (o quarta di copertina) del libro; • Le note terminano sempre con il punto, tranne nel caso in cui si citi un sito internet;

  18. Struttura note Struttura generale: N. Cognome autore (maiuscoletto), titolo dell’opera (corsivo), città di edizione, Editore, anno, numeri pagine citate (tondo); Se un libro è scritto da tre autori: Separare i nomi dei vari autori con un trattino, -. Esempio: D. Scalzo – N. Siciliani de Cumis – A. Sanzo, (in maiuscoletto); Se un libro è scritto da più autori: Si cita il primo autore che compare e poi si scrive et alii oppure et al. Solo il cognome degli autori va citato per esteso, mentre il nome va puntato. La prima volta che si nomina un autore NEL TESTO si deve riportare il nome per esteso, es. Agnoletti Enzo Enriques.

  19. Ibidem, (in corsivo): si usa per indicare una nota identica in tutte le sue informazioni a quella precedente; Esempio: Gruppi N. (a cura di), Le ballate di Robin Hood, Torino, Einaudi 1991, pp. 140. Ibidem. • ID., (in maiuscoletto): si usa quando si cita in successione uno stesso autore, ma titoli di opere diverse. Esempio: Gruppi N. (a cura di), Le ballate di Robin Hood, Torino, Einaudi, 1991. ID., Emily Brontё. Ipotesi per un ritratto a colori, Archinto, 2001. • Ivi, (in tondo): si usa per indicare Autore e Opera o libro già citato nella nota precedente, ma in una pagina diversa. Esempio: Gruppi N. (a cura di), Le ballate di Robin Hood, Torino, Einaudi, 1991, pp. 140. Ivi, p. 90

  20. Op. cit.( in corsivo): si usa se nel testo citiamo una sola opera dello stesso autore; • Cit. (in tondo): si usa in caso di citazioni successive di opera, fonte o articolo già citati per esteso. In tal caso procedere con forme abbreviate. • Cfr. (“confronta”, in tondo): si usa quando si cita un brano che ben rappresenta quanto stiamo esponendo nel testo oppure quando si espone un ragionamento già affrontato da un altro autore e si vuole fare un rimando. • Vd., vd.(“vedi” in tondo): si usa per rinvii alle fonti delle citazioni o ai testi che specificano l’argomento trattato. • Sgg., (“seguenti”, in tondo): si usa per citare più pagine consequenzali.

  21. N.B. citazioni QUANDO MANCANO INFORMAZIONI SI USA: s. l. = senza luogo di edizione; s. d. = senza data di edizione; CITAZIONI DA ATTI DI CONVEGNI O DA CATALOGHI DI MOSTRE: EVITARE la sigla AA. VV. Eventualmente si possono riportare i primi due o tre nomi degli autori o dei curatori e segnalare gli eventuali restanti con et alii, o et al.

  22. Segni di interpunzione • [ ] si usano quando interveniamo nel testo per: • eliminare parole o parti di una citazione, […]; • Evidenziare errori presenti nella citazione, [sic]; • Se l’errore ci indigna, [!?!]; • L’apostrofo si usa per le parole “tronche”, es. un po’ (poco) d’acqua. • Le virgolette alte, “ ”, si usano per evidenziare un termine specifico o per segnalare una citazione nella citazione breve. • Le virgolette basse, «», si usano per le citazioni brevi, (che non superano le tre righe), per le citazioni nelle citazioni che superano le tre righe, (corpo 10), e per citare riviste e/o giornali.

  23. Spaziatura • NON va lasciato alcuno spazio: • tra l’apertura di una parentesi e la parola che la segue e tra la chiusura di una parentesi e la parola che la precede; • tra l’apertura delle virgolette e la parola che la segue e tra la chiusura delle virgolette e la parola che la precede; • tra il segno di punteggiatura, (, . ; : ! ?) e la parola che lo precede; • tra l’articolo, l’apostrofo e la parola apostrofata; • tra una indicazione bibliografica e l’altra.

  24. Va lasciato UNO spazio: • dopo ogni segno di punteggiatura, fatta eccezione per le virgole e per i punti dei decimali e delle migliaia nei numeri e per le abbreviazioni del doppio nome, es. 123.987; A. M. Mori. • tra l’apertura di una parentesi e la parola che precede e tra la chiusura di una parentesi e la parola che segue; • tra l’apertura delle virgolette e la parola che precede e tra la chiusura delle virgolette e la parola che segue; • tra il trattino che introduce un inciso, (-), ed il carattere precedente e tra il trattino che chiude un inciso e il carattere seguente.

  25. Accento grave della copula L’accento grave ha la parte alta verso sinistra, es. è, cioè, caffè ecc… La È copula va inserita cliccando su “inserisci”, “simbolo”. Le vocali vogliono SEMPRE l’accento grave, es. lì, là, dà ecc… Accento Acuto L’accento acuto ha la parte alta verso destra; Si usa: per le parole come perché, benché, affinché ecc…, nei composti di –tre come trentatré, nelle forme come: per sé, né… né, e nella terza persona del passato remoto, fatta eccezione per il verbo “diè”. Accenti

  26. Attenzione! DISTINGUERE: Da: preposizione Dà: terza persona del verbo “dare” Da’: seconda persona dell’imperativo del verbo “dare” Le parole francesi che iniziano con “è” NON vanno accentate SE maiuscole, es. ècole = Ecole.

  27. Lettere maiuscole eminuscole • Vanno SEMPRE in maiuscolo: • la prima lettera della prima parola che indica movimenti e partiti; • il termine che qualifica i ministeri e i nomi geografici; • i decenni ed i secoli, (scritti per esteso), quando si riferiscono al periodo in generale; • i nomi di persona, i cognomi, i patronimici e i soprannomi; • il nome di Dio e delle divinità in generale;

  28. I nomi dei partiti e delle associazioni; • I nomi storici; • I nomi dei corpi celesti, delle costellazioni e dei segni zodiacali; • I toponimi, i nomi di strade, vie e monumenti; • I nomi dei punti cardinali quando indicano una regione; • I nomi comuni usati in senso assoluto o con significato particolare; • con gli aggettivi Santo/a SOLO quando fanno parte di un toponimo o indicano una festività.

  29. Vanno SEMPRE in minuscolo • i nomi comuni di cosa; • gli aggettivi santo/a che non fanno parte di un toponimo o che non indica festività; • le qualifiche relative a cariche sociali, politiche e religiose; • i nomi dei giorni e dei mesi; • i nomi delle suddivisioni amministrative intesi nel senso generico del territorio.

  30. Sigle ed abbreviazioni • a. = anno; • A., AA. = autore, autori; • a.C. = avanti Cristo; • an. = anonimo; • anast. = anastatico; • app. = appendice; • art., artt. = articolo, articoli; • Cfr. cfr. = Confronta, confronta; • cit., citt. = citato, citati; • cm, m, km = centimetro, metro e chilometro…; • cod., codd. = codice, codici; • col., coll. = collana, collane; • d. C. = dopo Cristo

  31. ecc. = eccetera; • ed. = edizione; • es. = esempio; • f., ff. = foglio, fogli; • fasc. = fascicolo; • fig., figg. = figura, figure; • loc. cit. = luogo citato; • misc. = miscellanea; • ms., mss = manoscritto, manoscritti; • n.n. = non numerato; • ns. = nuova serie; • op. = opera; • op. cit. = opera citata; • p., pp. = pagina, pagine; • passim = quando la citazione ricorre frequentemente nell’opera citata; • r = recto;

  32. s. = serie; • s.a. = senza anno di stampa; • s.d. = senza data; • s.e. = senza indicazione editore; • s.l. = senza luogo; • S., ss. oppure sg., sgg. = seguente, seguenti; • trad. = traduzione; • v = verso, (per la numerazione delle carte dei manoscritti); • Vd., vd. = Vedi, vedi; • vol., voll. = volume, volumi.

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