1 / 26

L’EVASIONE FISCALE IN EUROPA

L’EVASIONE FISCALE IN EUROPA . Grecia 28,7 Italia 27,1 Portogallo 22,7 Spagna 22,7 Belgio 22,2 Svezia 19,2 Norvegia 19,1 Finlandia 18,1 Danimarca 18,0 Germania 16,0 Irlanda 15,9 Francia 15,2 Paesi Bassi 13,1 Regno Unito 12,7.

yetty
Download Presentation

L’EVASIONE FISCALE IN EUROPA

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. L’EVASIONE FISCALE IN EUROPA • Grecia 28,7 • Italia 27,1 • Portogallo 22,7 • Spagna 22,7 • Belgio 22,2 • Svezia 19,2 • Norvegia 19,1 • Finlandia 18,1 • Danimarca 18,0 • Germania 16,0 • Irlanda 15,9 • Francia 15,2 • Paesi Bassi 13,1 • Regno Unito 12,7 La tabella (diapositiva 1) ed il grafico n° 2 Documentano l’attuale percentuale di evasione fiscale sul PIL. La pressione fiscale potrà essere diminuita a condizione di combattere l’evasione attraverso gli studi di settore e l’elusione fiscale attraverso l’inasprimento delle norme e dei controlli. La classifica europea del lavoro sommerso (dati FMI)

  2. L’EVASIONE FISCALE IN EUROPA La classifica europea del lavoro sommerso (dati FMI) %

  3. Pressione Fiscale sul PIL Confronto tra Paesi Europei Anno 2001 % Fonte Rapporto Merryl L.

  4. Evoluzione della pressione fiscale sul PIL Confronto tra tre Paesi Europei Fonte Rapporto Merry l L. % I grafici 3 e 4 Descrivono (il 3) i livelli percentuali di pressione fiscale di numerosi stati europei nell’anno 2001, (il 4) andamenti della pressione fiscale a confronto di tre paesi europei. Da un minimo del 32,9% dell’Irlanda al 52,6% della Svezia mentre l’Italia si attesta al 42,7% livello quasi simili a Francia e Germania. E’ noto che i modelli di protezione sociale sono diversi, in Svezia universali, in Irlanda con maggiore livelli di sussidiarietà tra Stato e cittadini, l’Italia con un sistema di protezione sociale discreto che può essere migliorato. Il buon fine delle risorse dipende dal sistema dei controlli ma anche dalla educazione civica e fiscale dei cittadini.

  5. LE DIVERSE PROGRESSIVITA’ VISCO % delle aliquote TREMONTI Reddito in migliaia di € Il grafico n° 5 Pone le due e diverse impostazioni governative in merito al prelievo fiscale. L’adozione dell’una o dell’altra può comportare scenari diversi. A nostro parere se passerà l’impostazione dell’attuale governo le risorse da destinare alle prestazioni dello stato sociale si ridurranno a meno che il volume delle attuali risorse economiche siano recuperate attraverso l’imposizione regionale. Tale scelta accentuerà le differenze qualitative e quantitative dei servizi erogati in ogni singola Regione. Qualsiasi tetto rappresenta un limite virtuale al prelievo fiscale di cui la comunità si dota e che rappresenta di norma il concetto di equità rispetto alla contribuzione cui ogni cittadino è tenuto allo scopo di concorrere al cosiddetto bene comune.

  6. IL PATTO PER L’ITALIA ricrea l’equilibrio e riduce le tasse Aliquote deduzioni e detrazioni Il sesto grafico Dimostra come l’accordo per lo sviluppo e l’occupazione (Patto per l’Italia) sottoscritto dalla CISL e da altre organizzazioni ha contribuito a ridurre la forbice che si sarebbe creata. Per la CISL, come è evidente, l’interesse è stato orientato alla protezione dei redditi sino a 25.000 €. L’accordo trova applicazione all’interno della legge finanziaria per l’anno 2003 Reddito in migliaia di €

  7. La % della spesa sociale sul PIL in EUROPA E.U. 15 E.U. 12 ITALIA EEE Fonte Rapporto Merryl L. I grafici n° 7 ed 8 Il numero 7 mette in evidenza come in Italia la percentuale del PIL dedicato alla spesa sia di due punti inferiore alla media europea (1 punto di PIL è uguale a circa 12 miliardi di €) e quindi una riduzione della stessa non è ipotizzabile. Il numero 8 documenta il confronto tra Italia e Paesi europei in merito alla composizione dei fondi destinati ai singoli capitoli di spesa per la protezione sociale. L’aumento di due punti percentuali consentirebbe operazioni di riequilibrio tra i capitoli di spesa altrimenti la riduzione della spesa previdenziale (già ormai socialmente ridistribuita nelle famiglie) impoverirebbe chi percepisce redditi medio bassi.

  8. Spesa per lo stato sociale Confronto tra Italia e Paesi Europei Previdenza Fonte Rapporto Merryl L. Sanità e invalidità Disoccupazione Famiglia Esclusione sociale

  9. Addizionale IRPEF Regione Lombardia l'aumento per il 2002 è previsto per scaglioni di reddito: redditi da pensione sino 10.329,14 - 0,9 % redditi sino a 15.493,71 - 1,2 % da 15.493,71 a 30.987,41 - 1,3% oltre 30.987,42 - 1,4%

  10. Possibile incremento dei tributi per compensare i minori trasferimenti L’’EURISPES stima per la Regione Lombardia una riduzione dei trasferimenti dallo STATO pari ad € 115,14 milioni che potranno costringere la Regione Lombardia ad inasprire l’incremento dei tributi dell’uno per cento Il grafico n° 9 e la diapositiva 10 Documentanol’addizionale di pressione fiscale esercitata in regione Lombardia. E’ in evoluzione rapida non si rapporta alle fasce di reddito per cui colpisce in percentuale maggiormente i redditi medio bassi. Solo attraverso l’accordo dalla Regione con CISL – CGIL – UIL è stato introdotto il criterio della progressività per i percettori di reddito da pensione. La diapositiva 10 documenta il possibile incremento di imposizione fiscale in Lombardia

  11. Reddito disponibile pro capite I grafici n° 11 ed 12 e 13 e 14 Pongono a confronto i valori di reddito medio pro capite Bergamo verso Italia ed altre provincie italiane oltre a Bergamo verso le altre provincie lombarde. Leggendo in modo integrato i tre grafici si apprende che Bergamo è una provincia che produce un reddito medio alto, 5° posto in Lombardia, reddito leggermente superiore alla media italiana, ma l’indice dei prezzi al consumo – raffronto Bergamo verso Italia - dimostra un costo della vita decisamente più alto. Il 14 grafico descrive la variazione valore aggiunto 1999/1991 Italia=100 Fonte: Istituto G.Tagliacarne

  12. Reddito disponibile pro capite provincie lombarde Fonte: Istituto G.Tagliacarne

  13. Indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati Valore 1995 = 100 Bergamasco Il grafico evidenzia il differenziale di questo indice comparando quello indice all’indice bergamasco Italiano Fonte: Istituto G.Tagliacarne

  14. variazione valore aggiunto 1999/1991 Italia=100 Stime Eurispes

  15. IRPEF Addizionali comunali Il grafico n° 15 Documenta le decisioni comunali in merito alla decisione di acquisire risorse attraverso l’imposizione locale dell’addizionale IRPEF. Tra i 14 comuni censiti ve ne sono due che non hanno ancora imposto l’addizionale pur garantendo entrambi l’erogazione di 15 servizi socio assistenziali alla persona ed equilibrati e medi i costi dei servizi industriali. Gli altri 12 hanno già imposto l’addizionale e ne stanno annualmente innalzando l’aliquota. %

  16. ALIQUOTA ORDINARIA ICI VALORE MEDIO NEI 14 COMUNI CENSITI I grafici n° 16 - 17 - 18 Evidenziano le tendenze in atto in merito ad un’altra imposta locale l’ICI. Dal 1993 al 2002 mediamente è salita di un punto percentuale, 4 Comuni già applicano dal 2002 l’aliquota massima, tre l’aliquota del 5% gli altri tra il 6 ed il 7%. La detrazione più importante è applicata dai Comuni di Bergamo, Grumello e Dalmine. %

  17. Aliquota Ordinaria ICI 2002 %

  18. Detrazioni Anno 2002 in migliaia di Lire Migliaia di lire

  19. imposte locali e Servizi Socio Assistenziali erogati La tabella (diapositiva 19) E’ riassuntiva e consente al lettore di osservare i rapporti esistenti tra imposizione fiscale locale e servizi socio assistenziali erogati.

  20. Servizi Socio Assistenziali alla persona erogati nei 14 Comuni censiti I grafici n° 20 - 21 Documentano il numero di servizi socio assistenziali alla persona ed il rapporto tra il numero totale e quello relativo ai sei servizi obbligatori determinati dalla legge n° 328/2000. Come è evidente tra gli obbligatori quasi i tutti i Comuni ne erogano attualmente tre mentre è evidente la carenza negli ulteriori tre servizi. Fonte:elaborazione CISL

  21. I sei servizi obbligatori Fonte:elaborazione CISL

  22. Costo dei servizi industriali: acqua gas rifiuti Il grafico n° 22 Pone a confronto il costo di tre servizi industriali . Motivi di rappresentazione dei costi ci hanno indotto a considerare la tariffa media per una famiglia di 4 persone dell’acqua ( 300 mc anno) gas metano (250 mc mese) e TARSU annua ( rapportata a 100 mq di abitazione). E’ evidente che il Comune di Bergamo impone i costi maggiori per tutti e tre i servizi mentre gli altri Comuni seguono una politica di distribuzione del carico più equilibrata. Fonte:elaborazione CISL

  23. Prezzo dell’ora di S.A.D. in 7 dei 14 Comuni censiti minimo ad € 4.500 medio ad € 9.000 e massimo ad € 18.000 Fonte:elaborazione CISL

  24. Effetti sul reddito del costo di 6 ORE settimanali di SAD in 7 dei 14 Comuni censiti Il grafico n° 23 e la tabella (diapositiva 24)Tra i servizi erogati dai Comuni che richiedono la partecipazione del cittadino alla spesa abbiamo scelto di rapportare i costi di due servizi perché sono tra i più indicativi e diffusi: il SAD ( servizio di assistenza domiciliare) ed Asilo Nido.Per quanto attiene al SAD sono illustrati i valori minimo, medio e massimo del costo di un’ora di SAD nei sette Comuni che ci hanno fornito l’informazione. E’ evidente che in alcuni Comuni sino a 4.500 € il cittadino non contribuisce mentre altri richiedono una quota medio alta (10 € l’ora) con picchi di 12 € . La successiva tabella dimostra come il valore di reddito medio di 9.000 € di un pensionato mediante l’acquisto di prestazioni SAD si impoverisca in modo diverso da Comune a Comune passando dagli 8.129 € di Treviglio ai 5.777 € di Grumello. Da questo reddito vanno ancora ed ulteriormente sottratti i costi sostenuti dalla famiglia per l’acquisto dei servizi industriali.

  25. Retta asilo nido in 7 dei 14 Comuni censiti minimo ad € 4.500 medio ad € 9.000 e massimo ad € 18.000 Fonte:elaborazione CISL

  26. Effetti sul reddito con retta asilo nido sommato alle tariffe delle tre utenze censite Il grafico n° 25 e la tabella (diapositiva 26) Per quanto attiene all’Asilo Nido sono illustrati i valori minimo, medio e massimo del costo di un’ora della retta mensile nei sette Comuni che ne dispongono . Le differenze sono evidenti e si colgono osservando il grafico. La successiva tabella dimostra come il valore di reddito medio di 18.000 € di una famiglia di 4 persone attraverso la retta pagata per l’asilo nido unita ai costi sostenuti per l’acquisto dei servizi industriali si riduca in modo diverso nei tre Comuni posti a confronto

More Related