1 / 20

I simboli cristiani

I simboli cristiani. Introduzione storica.

afia
Download Presentation

I simboli cristiani

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. I simboli cristiani

  2. Introduzione storica • Dopo l'operato a Roma da parte di S.Pietro, la comunità cristiana contava nella Città, nel II secolo, 35.000 fedeli. Pur essendo perseguitati da molti imperatori, trovarono modo di professare la loro fede nonostante tutto, in luoghi segreti come le catacombe o le “domus ecclesiae”; si sviluppò quindi l'iconografia cristiana, che sfrutta l'allegoria, e che abbiamo potuto approfondire durante la mostra “le grafie dell'anima” tenutasi nel chiostro della Cappella Sistina di Savona, a settembre 2011.

  3. Le prime comunità Cristiane vivono nella preghiera, nella celebrazione della Cena, nell’ascolto della parola trasmessa agli Apostoli e nella comunione dei beni. Ma la religione cristiana è ferocemente avversata dal potere dominante romano, per le idee di fratellanza e uguaglianza che predica in una società prevalentemente pagana e ostile. Durante la persecuzione di Nerone nel 64d.c. la religione dei cristiani fu considerata “una superstizione strana ed illegale”. I pagani diffidavano dei cristiani e li tenevano a distanza, li sospettavano e li accusavano dei peggiori delitti come il cannibalismo, l’incesto e l’alto tradimento, perseguitandoli imprigionandoli o condannandoli all’esilio. • Non potendo professare apertamente la fede, i cristiani si servivano di simboli, che dipingevano sulle pareti delle catacombe e, più spesso, incidevano sulle lastre di marmo che sigillavano le tombe. • Come gli antichi, i cristiani amavano molto il simbolismo. I simboli richiamavano visibilmente la loro fede, il termine "simbolo" indica un segno concreto o una figura, che, nell'intenzione dell'autore, richiama un'idea o una realtà spirituale.

  4. Orante Questa figura rappresentata con le braccia aperte è simbolo dell’anima che vive già nella pace divina. Questa figura rappresenta l'anima del defunto in preghiera, cioè "Orante". Il simbolismo delle braccia alzate esprime, inoltre, il desiderio del distacco, dell'elevazione a ciò che è "altro". Distacco da ciò che è terreno per innalzarsi con tutto l'essere verso il celeste. "Non sono più io che vivo ma è Cristo che vive in me" afferma S. Paolo. La preghiera allo Spirito e nello Spirito è una delle strade che conducono a questa trasfigurazione. La sacra ascensione dell'anima attraverso l'esperienza della morte (l'ascesi in quella spirituale) è necessaria per la risurrezione e la partecipazione alla vita mistica in Cristo.

  5. Pastore • Il buon pastore con una pecora sulle spalle rappresenta Cristo salvatore e l’anima che ha salvato. Questo simbolo è con frequenza presente negli affreschi, nei rilievi dei sarcofagi, nelle statue e si trova pure inciso sulle tombe. Gesù è il buon pastore dei suoi fedeli, come i pastori lo sono per il proprio bestiame. Un pastore custodisce il suo gregge giorno e notte, soprattutto di notte, radunandolo nell’ovile per proteggerlo. Poiché l’ovile è privo di porte egli è costretto a dormire sull’apertura, per difenderlo dal male. Essendo diverso dal semplice custode delle pecore, il Buon Pastore non scappa di fronte al pericolo, perché ama il suo gregge proteggendolo dalle intemperie, dai ladri e dagli animali feroci a costo della propria vita. Gesù rappresenta il protettore amorevole e il custode del suo gregge. Lo scopo di Gesù è quello di dare la vita per proteggerci dalla distruzione.

  6. Palma Il suo significato è quello della vittoria, dell'ascesa, della rinascita e dell'immortalità. Si collega anche alla fenice e ha la funzione di albero della vita. Questa simbologia è legata a un passo dei Salmi, dove si dice che come fiorirà la palma così farà il giusto: la palma infatti produce un'infiorescenza quando sembra ormai morta, così come i martiri hanno la loro ricompensa in paradiso.

  7. Albero • Il simbolismo dell'albero si articola intorno ai due poli offerti dall'albero della vita e dall'albero della conoscenza del giardino dell'Eden (Gn. 2, 8-10). Il primo, spesso con l'aspetto di una vite o di una palma, si lega ai temi del rinnovamento, della vita eterna e simbolizza il cosmo, l'uomo, il Cristo, la croce, il paradiso. Il secondo, spesso un fico, un melo, o un albero secco, connota la sterilità, la morte. Presi insieme, i due alberi servono a esprimere valori contraddittori, virtù e vizi. Il valore positivo tuttavia prevalse sulla connotazione negativa e tese a riversarsi sull'albero della conoscenza, così che spesso è difficile distinguerlo dall'albero della vita.

  8. Simboleggia Cristo che dona il proprio corpo come cibo e il proprio sangue come bevanda durante l’ultima cena. La ragione è legata ad una antica leggenda secondo la quale questo uccello nutriva i suoi piccoli con la propria carne ed il proprio sangue. Pellicano • In effetti è curioso come questo uccello marino trattiene il cibo pescato in una sacca che ha sotto il becco e giunto al nido nutre i piccoli con esso curvando il becco verso il petto per estrarne i pesciolini. Gli antichi, erroneamente, pensarono che l’animale si lacerasse le carni per farne uscire il sangue con cui nutrire i piccoli pellicani affamati. Per questo, il pellicano è divenuto, durante il Medio Evo, il simbolo dell’abnegazione con cui si amano i figli e ne ha fatto l’allegoria del supremo sacrificio di Cristo, salito sulla Croce e trafitto al costato da cui sgorgarono il sangue e l’acqua, fonte di vita per la salvezza degli uomini. Ecco perché esso compare spesso scolpito in molti altari e ricamato o dipinto nelle casule dei sacerdoti ancora oggi.

  9. Colomba • Nella Bibbia la colomba è il simbolo delle fine del diluvio universale, essa porta a Noè un rametto d’olivo nell’Arca. Al battesimo di Gesù nel fiume Giordano una colomba scende sul suo capo. Infatti lo Spirito Santo viene quasi sempre rappresentato sotto forma di colomba, come nell’Annunciazione, nelle raffigurazioni della Trinità e in altre scene d’ispirazione religiosa. I sette doni dello Spirito Santo (saggezza, ragione, buon consiglio, devozione, forza, sapienza e timor di Dio), vengono rappresentati con 7 colombe, che indicano anche i neobattezzati. • Nel simbolismo tombale la colomba è l’uccello dell’anima, che si libra verso il paradiso dove siede sull’albero della vita, oppure beve l’acqua della vita eterna, essa alcune volte esce dalla bocca dei martiri morenti o porta nel becco la corona dei martiri. Cristo è la nostra “colomba spirituale”, l’uccellino che con il suo messaggio di pace ha fatto risuonare “tutto ciò che c’è sotto il cielo”.

  10. Pavone Simbolo della resurrezione e della vita eterna, la sua fama risale al mondo classico ed era tale da farlo comparire persino in alcune monete d’oro e d’argento dell'antica Grecia. Per i Greci rappresentava infatti lo splendore del firmamento ed era inoltre legato ad Era, la madre di tutti gli dei. Per la sua bellezza è stato raffigurato in molti preziosi mosaici rinvenuti nelle dimore dei patrizi romani, per i quali simboleggiava l'incorruttibilità.Si riteneva che le sue carni, in particolari condizioni, non sarebbero mai andate in putrefazione. Per questo era considerato anche come un simbolo di immortalità.La straordinarietà di questo uccello non finiva qui. Il fatto che nella stagione invernale perdesse le piume e ne acquistasse di nuove ed addirittura più belle a primavera, fece si che il mondo cristiano dei primi secoli lo adottasse come simbolo di resurrezione. Questa è la ragione per cui le sue raffigurazioni sono state ritrovate numerose nelle catacombe di Roma.

  11. GalloTartaruga Aula teodoriana nord della Basilica di Aquileia Mosaico pavimentale del IV sec. d.C. Il gallo e la tartaruga L’interpretazione cristiana vede simboleggiata in questa lotta l’eterna contesa tra il Bene ed il Male. Nella simbologia cristiana il gallo è legato a san Pietro che per tre volte rinnegò Gesù e significa la vigilanza necessaria per non cadere in tentazione, cosa di cui Pietro non fu capace. Il gallo simboleggia la vigilanza in senso stretto; è una sentinella perché è il primo ad annunciare col suo canto la nascita di un nuovo giorno. Ciò significa che è il guardiano, il messaggero che proclama la vittoria della luce sulle tenebre, della vita sulla morte: è il simbolo della Risurrezione. La tartaruga, animale mite e silenzioso, veniva considerato un simbolo del male. Il suo nome infatti deriva dal greco “tartarouchos”, da cui il latino “tartaruchum”: “abitante del Tartaro”, abitante degli Inferi, delle tenebre e quindi essere demoniaco. Le abitudini dell’animale d’altra parte favorirono questa connotazione negativa in quanto l’animale vive in letargo durante i mesi freddi e, quando ha paura, si ritrae nel suo carapace.

  12. Grifone Il Grifone è un animale fantastico con becco e ali di aquila e corpo di leone. Negli emblemi medievali ha la doppia natura del leone e dell'aquila, con spiccata simbologia solare. È simbolo di Cristo in quanto partecipa del dominio della terra e del cielo ed evoca la doppia natura, quella umana e divina del Salvatore. Più recentemente è però diventato anche un simbolo negativo, di pericolo e di crudeltà e nella liturgia è addirittura sinonimo di Satana il diavolo.

  13. Pesce Il pesce in greco si dice IXTHYC (ichtùs). Disposte verticalmente, le lettere di questa parola formano un acrostico: Iesùs Christòs Theòu Uiòs Sotèr = Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore. il pesce, essendo un animale che vive sott'acqua senza annegare, simboleggiava il Cristo, che può entrare nella morte restando vivo. Quando erano minacciati dai Romani, nei primi secoli dopo Cristo, i Cristiani marcavano posti di riunioni e tombe con il classico segno del pesce e lo usavano anche per distinguere gli amici dai nemici. Secondo una storia antica, quando un cristiano incontrava uno straniero per la strada, il Cristiano tracciava un arco per terra e se lo straniero completava il disegno con un arco opposto, si identificava anche lui come Cristiano.

  14. Delfino • Questo pesce ha avuto una certa importanza nelle narrazioni dell'antichità greco-romana. Poiché gli accade di seguire le navi, gli sono state attribuite intenzioni benevole, e una certa tradizione marittima ne ha fatto un essere che compie salvataggi, riportando in superficie i naufraghi. Così divenne simbolo della salvezza e comparve su pietre tombali e in scene che rappresentano l'arrivo degli eletti ai Campi Elisi. • I cristiani utilizzarono questo simbolo a partire dal III secolo per raffigurare Gesù Salvatore, spesso unito al tridente o all'ancora, ma la sua origine pagana troppo conosciuta e la natura marinaresca ne hanno impedito la divulgazione. • Oggi è un simbolo completamente dimenticato.

  15. Barca Faro • I popoli marittimi hanno spontaneamente paragonato la vita umana a un viaggio per mare; la nascita equivaleva a montare sulla barca, la morte all'arrivo in porto. • I cristiani si sono impadroniti di questa immagine per affermare che fino a quando il Cristo, divino pilota, non fosse montato a bordo, la barca della vita non avrebbe potuto riparare in un porto sicuro. Ma il Cristo-pilota assomigliava troppo a Caronte, nocchiero infernale; e sembrava d'altronde voler dire che il cristiano, una volta battezzato, non doveva prendere più alcuna decisione in merito all'orientamento della propria vita, perché il Signore provvedeva a dirigere tutto. I cristiani si appropriarono quindi dell'immagine del faro: una luce che si vede da lontano, verso la quale ci si dirige e che permette di superare le difficoltà prima di giungere in porto. Il faro divenne simbolo di speranza, una realtà visibile non ancora conquistata e in più di una occasione simbolo di Cristo. • A partire dal II secolo se ne trovano rappresentazioni su pietre funerarie e sarcofagi, per affermare la certezza che il defunto era arrivato al porto dell'eterna felicità.

  16. Ancora • L’àncora assicura stabilità e sicurezza alla nave, quindi indica la saldezza della fede e la speranza della salvezza. Cristo è per i cristiani il «porto sicuro», «l’àncora della salvezza». La sbarra trasversale posta sotto l’anello per fissare la gomena ricorda la forma della croce; per questo l’àncora, unita spesso al pesce, veniva utilizzata come contrassegno nelle tombe cristiane dei primi secoli, simbolo della fede in Cristo che sostiene i fedeli.

  17. Monogramma • E' formato da due lettere dell’alfabeto greco, la x (chi) e la P (ro), intrecciate insieme. Questo monogramma posto su una tomba, indicava che il defunto era cristiano. Queste due lettere sono le iniziali della parola 'Χριστός (Khristòs), l’appellativo di Gesù, che in greco significa “unto”. Ai lati di queste due lettere, se ne trovano molto spesso altre due: una 'α‘ (alpha) ed un 'ω‘ (omega), alfa ed omega, prima ed ultima lettera dell'alfabeto greco, usate come simbolo del principio e della fine. Le due lettere, quindi, alludono alla divinità di Gesù Cristo. Talvolta sotto la gamba della P si trova una S, ultima lettera del nome 'Χριστός'. Attorno al monogramma viene inoltre disegnata una corona d'alloro, segno di vittoria. In questa forma il simbolo si presta a interpretazioni più complesse: se la lettera S è vista come un serpente trafitto dalla gamba della P, il simbolo commemora la vittoria di Cristo sul male. Il simbolo ha origine nella parte orientale dell'Impero romano, nella quale la lingua usata, e quindi l'alfabeto, era quella greca. Il monogramma di Cristo non compare sui primi monumenti cristiani, e inizia a trovarsi a partire dal III secolo in contesti di uso privato, soprattutto su sarcofagi cristiani.

  18. SoleMesiStagioni • La raffigurazione che esprime l’assimilazione del sole a Cristo risale al sec. II e si trova nella necropoli Vaticana. Cristo è rappresentato come Apollo su un carro tirato da cavalli con la testa circonfusa da raggi splendenti. Il sole, nell’arte cristiana, è simbolo dell’eterna presenza della Luce Creatrice irradiata dal “Sole di giustizia”, il Verbo di Dio nel quale tutto è stato creato(Gv.1) Nei primi secoli un tipo di letteratura sviluppa il simbolismo solare cristianizzato. Il Cristo che ha detto “Io sono la luce del mondo”(Gv 8,12) è giorno eterno e senza fine, egli ha al suo servizio le 12 ore e i 12 mesi che sono gli apostoli e i profeti. Per Cipriano le 12 ore e i 12 mesi rappresentano i 12 apostoli. Le 4 stagioni gli evangelisti. Ippolito dice chiaramente “Egli è il sole elevatosi dal cielo e dalla terra; ha mostrato i 12 apostoli come 12 ore. E’ il giorno che ha fatto il Signore. I 12 apostoli come i 12 mesi hanno annunciato l’anno perfetto, il Cristo”. Il motivo iconografico del sole diffuso nei primi secoli, venne poi ripreso frequentemente alla fine del ‘400, primo ‘500.

  19. Clessidra

  20. Lavoro eseguito dalla 3°A: • Bassi Bianca • Corti Simona • Fiore Boagno Elena • Lori Lucrezia • Ruaro Alessio • Scotto Andrea • Anno scolastico 2012/2013

More Related