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Irving Fisher. (1867-1947) teoria del capitale e dell’interesse teoria monetaria teoria dei numeri indici. 1867. nasce a Saugerties, vicino a New York. 1884, Il padre, pastore protestante, muore prematuramente lasciando la famiglia in condizioni economiche difficili.
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Irving Fisher (1867-1947) teoria del capitale e dell’interesse teoria monetaria teoria dei numeri indici
1884, Il padre, pastore protestante, muore prematuramente lasciando la famiglia in condizioni economiche difficili
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Tesi di dottorato in economia matematica, all’epoca una disciplina di frontiera La dissertazione finale, intitolata Indagini matematiche sulla teoria del valore e dei prezzi viene pubblicata nel 1892 e gli vale un immediato riconoscimento internazionale
1894-95. Lungo soggiorno di studio in Europa, in particolare presso le università di Berlino…
… e Parigi dove segue soprattutto corsi di matematica e di fisica Incontra Léon Walras, Vilfredo Pareto e altri economisti
1898. Cattedra a Yale Pubblica: 1906. The Nature of Capital and Income 1907. The Rate of Interest 1911. The Purchasing Power of Money
Anni venti. Accumula un considerevole patrimonio grazie alla commercializzazione di alcuni brevetti di sua invenzione e ad una serie di fortunate operazioni di borsa
1929: crollo dei mercati finanziari, Grande depressione bancarotta Rafforza la sua convinzione circa la necessità di politiche di stabilizzazione a livello macroeconomico
The Nature of Capital and Income (1906) • Introduce la distinzione tra grandezze stocke flusso: • capitale = stock di ricchezza esistente in un dato istante di tempo • reddito = flusso di servizi prodotti durante un certo periodo di tempo Valore del capitale: supponendo noti: a) il flusso di redditi futuri; b) il tasso di interesse; il valore di un determinato capitale, è costituito dal valore, espresso in termini di valore attuale, dell’insieme dei flussi di redditi futuri derivanti da esso
NB. nella determinazione del valore del capitale ciò che conta è il futuro; i costi sostenuti nel passato non hanno alcuna rilevanza (Analogia con gli Austriaci) Fisher si propone così di superare la circolarità delle teorie neoclassiche: il tasso di interesse non va considerato quale saggio di rendimento del capitale; al contrario, è il suo livello, insieme alla dimensione dei flussi di reddito, che consente di determinare il valore del capitale. Occorre elaborare una soddisfacente teoria dell’interesse
The Rate of Interest (1907) Il tasso di interesse rappresenta il “ponte” tra redditoe capitale È un premio, in termini percentuali, per la disponibilità di beni presenti Fisher studia le determinanti del tasso di interesse reale, nell’ipotesi che l’unità monetaria conservi un potere di acquisto immutato. Riprende Böhm-Bawerk, ma con maggiore rigore analitico. Riformula i primi due motivi böhm-bawerkiani e critica il terzo La teoria dell’interesse (1930)
Per Fisher il tasso di interesse è basato su due aspetti: • a) impazienza o preferenza temporale (aspetto psicologico o soggettivo); • b) opportunità di investimento (aspetto reale basato sulla produttività). • Eterno conflitto tra: • impulso a spendere (”impazienza” di ottenere benefici immediati) • impulso ad investire (opportunità di conseguire maggiori benefici futuri)
L’impazienza (o timepreference) varia a seconda degli individui • Dato un determinato individuo essa dipende da: • dimensione del flusso di reddito reale atteso: più poveri si è, più si è impazienti. • 2) sua distribuzione nel tempo: in previsione di un reddito abbondante nel futuro è razionale sacrificare una notevole somma futura in cambio di una somma inferiore ma disponibile nell’immediato (primo motivo di Böhm Bawerk). • 3) grado di incertezza.
Scelte di consumo intertemporali: Ipotesi: dotazione iniziale fissa in termini di valore attuale L’unica strategia degli agenti economici è quella di rinviare le proprie scelte di consumo nel futuro, percependo in cambio un interesse. Poiché i “gradi di impazienza” differiscono tra gli individui l’equilibrio si raggiunge attraverso un processo di contrattazione tra gli agenti che desiderano prendere a prestito e quelli disposti a dare a prestito.
diagramma del consumo intertemporale Consumo futuro (c2) (reddito fisso) Vincolo di bilancio: c1 + c2/1+r = m1 + m2/1+r (tasso d’interesse) La pendenza delle curve di indifferenza è data dal grado di impazienza Consumo presente (c1)
Il tasso di interesse di mercato è quel tasso che garantisce l’equilibrio tra le preferenze temporali degli individui Consumo futuro (c2) (pendenza c. indifferenza > vincolo di bilancio) D Il soggetto prende a prestito fino a quando il suo “grado di impazienza” è uguale alla pendenza del vincolo di bilancio [-(1+r)]. E Consumo presente (c1)
Caso opposto: Consumo futuro (c2) Il soggetto dà a prestito fino a quando il suo “grado di impazienza” è uguale alla pendenza del vincolo di bilancio [-(1+r)]. (pendenza c. indifferenza< vincolo di bilancio) E D Consumo presente (c1)
Seconda determinante del tasso di interesse: opportunitàdi investimento • Ipotesi: il possessore di una dotazione iniziale qualsiasi può scegliere tra vari usi di essa, ognuno dei quali determina flussi di reddito diversificati. • Questi possibili usi sono caratterizzati da un diverso andamento temporale. • Esempio: terreno suscettibile di tre usi: agricolo, forestale, minerario. • A. uso agricolo caratterizzato da un reddito costante; • F. uso forestale: bassi rendimenti nei primi anni e alti rendimenti nel futuro; • M. uso minerario: rendimenti alti nei primi anni e gradualmente decrescenti.
L’agente economico razionale sceglierà l’attività produttiva in grado di garantire il massimo valore attuale, calcolato sulla base di un dato tasso di interesse F A M
Se r è alto, converranno impieghi che diano rendimenti alti nell’immediato (M); Se r è basso, converranno impieghi che forniscano rendimenti elevati in futuro (F). F A M
L’opportunità di investimento è la possibilità di spostarsi da una opzione o tecnica produttiva ad un’altra, cioè da un flusso di reddito all’altro. Una determinata opzione è scelta se risulta conveniente in termini di valore attuale. Un investimento è effettuato se il suo reddito presenta “vantaggi” superiori agli “svantaggi”. costi (costi opportunità) = minori redditi ottenuti nell’immediato attuando una nuova tecnica rendimenti, = maggiori redditi ottenuti in futuro rispetto alla attuale opzione NB. Entrambi vanno calcolati al valore attuale
Se il tasso al quale scontare i redditi futuri è basso, conviene effettuare l’investimento. Quanto più esso è alto, tanto meno conviene. • Vi è un tasso in base al quale il valore attuale di due opzioni di investimento è uguale: il tasso di rendimento rispetto al costo(rate of return over cost). • L’agente sceglierà di effettuare l’investimento se il tasso di interesse di mercato (r) è minore di tale tasso . Es.: terreno che rende $ 50 vantaggio dell’investimento = $ 25 agg. perpetui costo dell’investimento = $100 Valore attuale di una rendita perpetua: R = rendita r = tasso di interesse di mercato
Poiché il tasso di rendimento rispetto al costo () è quello che eguaglia i costi rispetto ai vantaggi: È razionale investire fino a quando r è minore del tasso di rendimento rispetto al costo, ovvero, in questo caso, fino a quando rè inferiore al 25%. Ciò vale anche per successivi investimenti di $ 100 che rendano rendite perpetue di 20, 15, 10, 5 ecc. In ogni caso, si sceglierà di investire finchè r.
La teoria monetaria • The Purchasing Power of Money (1911) • Fisher definisce la famosa “equazione degli scambi”: • MV = PT • M = stock di moneta; • V = velocità di circolazione della moneta; • P = livello generale dei prezzi; • T = volume fisico delle transazioni in un determinato periodo di tempo. • Fisher distingue tra circolante e depositi: • M’V’ + M”V”= PT • È una identità contabile. Per passare alla teoria quantitativa occorre adottare ipotesi vincolanti sulle variabili.
Fisher distingue tra configurazioni di equilibrio e periodi di transizione. • Configurazione di equilibrio. Fisher ipotizza che: • V’ e V’’ siano determinati da fattori istituzionali e dalla consuetudine e siano indipendenti da altre grandezze della equazione; • T sia fisso (pieno impiego delle risorse); • rapporto tra M’ ed M’’ stabile (M’’ è un multiplo fisso di M’); • vi sia una relazione causale che va da M a P. • variazioni (esogene) di M hanno l’unico effetto di determinare variazioni esattamente proporzionali di P. • Il livello dell’attività economica non viene modificato dalle grandezze monetarie, che sono neutrali.
Periodi di transizione. 1) né V né T sono stabili; 2) il rapporto tra V e V’ tende a modificarsi; 3) un aumento di M può tradursi in un incremento sia di V che di T. La moneta non è neutrale ed esercita un’influenza sulle grandezze reali del sistema economico.
In base a quale meccanismo M modifica P (e, nel breve periodo, anche T)? Un aumento di M altera la relazione ottimale tra saldi monetari e spese dell’individuo. Gli operatori desiderano mantenere un certo potere di acquisto in termini reali (M/P). Se si M aumenta e si passa da M/P a 2M/P gli individui tendono a liberarsi delle scorte monetarie in eccesso, spendendole. Nei periodi di transizione, variazioni di M influenzano T. sono la principale causa dei cicli economici.
Da Il potere di acquisto della moneta: “I periodi di transizione sono la regola e quelli di equilibrio l’eccezione; il meccanismo dello scambio è dunque quasi sempre in una condizione dinamica piuttosto che statica”