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Dall’orto di un convento boemo al trono dello Zar di tutte le Russie. L’emofilia Vita di Gregor Mendel Le leggi della Genetica La Regina Vittoria Lo zareviç Nicola La rivoluzione russa. Che cos’è l’emofilia.
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Dall’orto di un convento boemo al trono dello Zar di tutte le Russie L’emofilia Vita di Gregor Mendel Le leggi della Genetica La Regina Vittoria Lo zareviç Nicola La rivoluzione russa
Che cos’è l’emofilia L'emofilia è una malattia ereditaria dovuta ad un difetto della coagulazione del sangue. La coagulazione è il processo con cui, in caso di fuoriuscita dai vasi sanguigni, il sangue forma un "tappo" composto da piastrine, cellule del sangue e fibrina, un componente del plasma.
Che cos’è l’emofilia La coagulazione è un processo complesso, che comporta l'attivazione di numerose proteine del plasma in una specie di reazione a catena. Due di queste proteine, il fattore VIII ed il fattore IX - che vengono prodotte dal fegato - sono assenti o difettose nelle persone affette da emofilia.
Che cos’è l’emofilia Le diverse forme di Emofilia Esistono due forme diverse di emofilia:- emofilia A, causata da deficienza di fattore VIII- emofilia B, causata da deficienza del fattore IX. I sintomi delle due malattie sono praticamente identici e solo tramite gli esami di laboratorio, o conoscendo la storia familiare, il medico può differenziare questi due tipi di emofilia. Questa differenza è importantissima ai fini della terapia, perché determinerà quale dei fattori bisognerà eventualmente somministrare alla persona affetta.
Che cos’è l’emofilia Come si manifesta: Entrambe le emofilie colpiscono solo i maschi, mentre le femmine possono essere portatrici sane. Solo in rarissimi casi le femmine possono presentare i sintomi della malattia. Le persone affette subiscono facilmente emorragie esterne ed interne più o meno gravi.
Che cos’è l’emofilia Gravità della malattia Forma grave, in cui l'attività coagulativa è inferiore all'1% del normale. Le persone affette dalla forma grave rischiano di avere gravi emorragie in seguito ad estrazioni dentarie, operazioni chirurgiche o ferite. Un pericolo serio è la possibilità di emorragie interne apparentemente spontanee, anche dopo traumi talmente lievi da passare quasi inosservati. Microtraumi possono causare ripetute emorragie nelle articolazioni (chiamate emartri), causando dolori e rigidità articolare. Altri sintomi più rari sono la presenza di sangue nelle urine (ematuria) o emorragie intracraniche, che sono estremamente pericolose. La forma grave colpisce circa il 60-70 per cento delle persone affette da emofilia ed i primi sintomi si verificano in genere quando il bambino comincia a camminare.
Che cos’è l’emofilia Forma moderata o lieve, in cui le emorragie spontanee sono molto meno frequenti, così come i problemi articolari. Alcune persone hanno una forma talmente lieve di emofilia che può passare inosservata ed essere diagnosticata per caso in età adulta.
Che cos’è l’emofilia La diagnosi Il test di laboratorio più utilizzato è chiamato tempo di tromboplastina parziale (PTT). Nelle persone affette da emofilia questo valore risulta più lungo del normale. Altri valori, come il tempo di emorragia, il tempo di protrombina e la conta delle piastrine, sono normali. La conferma e la tipizzazione dell’emofilia (se di tipo A o B, se lieve, moderata o severa) viene poi avvalorata dal dosaggio delle proteine plasmatiche carenti (il fattore VIII o il fattore IX), metodica ora abbastanza diffusa nei laboratori analisi di molti ospedali del territorio nazionale.
Che cos’è l’emofilia Esiste una terapia: Il trattamento per l'emofilia consiste nella terapia sostitutiva, cioè nella somministrazione del fattore mancante (fattore VIII nell'emofilia A, fattore IX nella B). Fino a pochi anni fa questa era una pratica necessaria ma rischiosa, perché l'unico modo per ottenere questi fattori era quello di concentrarli partendo dal sangue di molti donatori, con un elevato rischio di contrarre virus come l'HIV o l'HCV (responsabile di epatite).
Che cos’è l’emofilia In anni passati, molti emofiliaci sono stati contagiati da questi virus presenti nel sangue dei donatori; oggi questa possibilità è improbabile, grazie ai maggiori controlli ed al trattamento del sangue dei donatori. Inoltre, oggi le tecniche di ingegneria genetica permettono di ottenere gli stessi fattori in grande quantità, senza la necessità di ricorrere a donatori, evitando così ogni pericolo di infezione: una parte sempre maggiore di questi fattori sostitutivi viene prodotta tramite ingegneria genetica
Che cos’è l’emofilia Le cause: I due tipi di emofilia A e B sono causati dall'alterazione di due geni diversi, situati entrambi sul cromosoma X. Si conoscono diverse alterazioni in questi geni, ma tutte portano alla produzione di fattore VIII o IX difettosi, oppure ne impediscono del tutto la produzione.
Che cos’è l’emofilia Come si trasmette: La trasmissione della malattia è legata al genere: colpisce solo i maschi, mentre le femmine sono portatrici sane. Fu Mendel che scoprì con i suoi esperimenti sui piselli le leggi con cui statisticamente si può prevedere la distribuzione di una malattia genetica ai discendenti . Una madre portatrice sana avrà ad ogni gravidanza 1 probabilità su 2 di concepire un figlio maschio malato, e 1 su 2 di avere una figlia portatrice. Non esistono maschi portatori sani. I figli (maschi) di uomini malati sono sani (se la madre non è portatrice) mentre le figlie saranno tutte portatrici.
Che cos’è l’emofilia Nelle famiglie in cui siano presenti casi di emofilia è possibile sottoporre le femmine all'analisi del DNA, che si effettua a partire da un normale prelievo di sangue, per stabilire se siano portatrici. E' anche possibile effettuare la diagnosi prenatale nelle gravidanze a rischio. Alcune donne portatrici hanno un'attività coagulativa più bassa del normale e possono presentare alcuni lievi sintomi, come ad esempio la tendenza a perdere molto sangue durante le mestruazioni.
Checos’è l’emofilia In circa 1 caso su 3 di emofilia A, possono nascere figli emofilici da genitori sani. Si tratta di un’alterazione genica che si è verificata al momento della formazione degli spermatozoi o degli ovuli. Se gli esami indicano chiaramente che nessuno dei genitori è portatore, le possibilità di avere un altro figlio ammalato è bassa. Le coppie che temono di poter trasmettere l'emofilia ai propri figli possono rivolgersi ad un centro di consulenza genetica.
tratto da: Telethon con la consulenza scientifica del prof. M. Morfini, (Dipartimento di Ematologia e Centro Emofilia, Azienda Ospedaliera Careggi, Firenze) e del dottor W. Passeri, (Servizio di Recupero e Rieducazione Funzionale Casa di Cura "Domus Salutis", Brescia)
Le leggi di Mendel Johann Mendel nacque in una famiglia di lingua tedesca, in Repubblica Ceca ma allora parte dell'Impero austriaco. Durante la sua infanzia lavorò come giardiniere, e frequentò l'Istituto Filosofico di Olmütz (oggi Olomouc). Nel 1843 entrò nell'abazia agostiniana di San Tommaso a Brünn, ed assunse il nome Gregor al suo ingresso nella vita monastica.
Gregor Mendel Nel 1851 fu inviato all'Università di Vienna per studiare, e tornò nell'abazia come professore, principalmente di fisica, nel 1853. Nel 1854 egli diede inizio ad una serie di esperimenti di incrocio tra piante di Pisum sativum (pisello comune), nel tentativo di chiarire i meccanismi alla base dell’ereditarietà. Egli utilizzò il modello di studio più semplice, analizzando un solo carattere alla volta per provare la sua ipotesi.
I sette caratteri studiati da Mendel Forma del seme Colore del seme Altezza della pianta Colore del fiore Tipo di baccello Posizione del fiore Colore del baccello
Albero genealogico dei Windsor In Inghilterra, agli inizi dell’800, regna re Giorgio IV, attorno al quale si innesta una spirale di trame per la successione. Infatti egli (figlio primogenito di Giorgio III) non ha figli. Alla sua morte sale al trono il fratello Guglielmo IV. Il problema si ripresenta perché nemmeno Guglielmo IV ha figli e la sua morte potrebbe segnare la fine dalla dinastia dei Windsor sul trono d’Inghilterra. Il terzo figlio maschio, Edoardo, viene convinto a sposare la sorella del re del Belgio Leopoldo, Vittoria Maria Luisa. La regina Vittoria
Finalmente nel 1818 Vittoria Maria Luisa annuncia di aspettare un figlio, il futuro re d’Inghilterra. Ma quando, il 24 maggio 1819, avviene la tanto attesa nascita, si scopre che l’erede è una bambina. La bimba nasce con una malattia genetica, cioè è portatrice sana dell’emofilia, evenienza che si può presentare in 1 caso su 3. Secondo le leggi di Mendel, la Regina Vittoria metterà al mondo infatti una parte dei suoi 9 figli emofiliaci o portatrici sani di emofilia. Famoso ritratto della Regina Vittoria
In questa tabella viene presentato l’albero genealogico della Regina Vittoria, con l’indicazione del genotipo relativo all’emofilia
I discendenti della Regina Vittoria Alice Maud Maria Sassonia-Coburgo-Gotha (25 aprile 1843– 14 dicembre 1878) era la terza figlia di Vittoria e andò sposa al principe Luigi di Assia-Darmstadt. La coppia ebbe sette figli: 1-Vittoria d'Assia (5 Aprile 1863-24 Settembre 1950), sposò Luigi di Battenberg; 2-Elisabetta d'Assia (1 Novembre 1864-17 luglio 1918), sposò Sergio di Russia, figlio di Alessandro II di Russia; 3-Irene di Assia (11 luglio 1866-11 Novembre 1953), sposò suo cugino Enrico di Prussia, figlio di Federico III di Germania e di sua zia Vittoria di Sassonia-Coburgo-Gotha. Fu portatrice sana dell'emofilia, che trasmise ai figli Waldemar ed Enrico di Prussia; 4-Ernesto Luigi, granduca d'Assia e del Reno (25 Novembre 1868-9 Ottobre 1937).; 5-Federico di Hesse (7 ottobre 1870 - 29 maggio 1873), morì di emofilia; 6-Alix d'Assia, in seguito alla conversione ortodossa si chiamò Alessandra. Sposò Nicola II di Russia e fu assassinata dai rivoluzionari. Anch'ella trasmise l'emofilia al figlio Alessio; 7-Maria d'Assia (24 maggio 1874-16 Novembre 1878), morì di difterite.
La vicenda russa: la zarina Alexandra Alice d’Assia sposò lo Zar Nicola II. Per rendersi bene accetta nella nuova famiglia, si convertì alla religione ortodossa, prendendo il nome di Alexandra. Ritratto dello Zar Nicola II
Nicola II e AleksandraFëdorovna ebbero quattro figlie: le granduchesse Olga, Tatjana, Marjia ed Anastasia. Solo nel 1904 nacque l'erede maschio, lo zarevič Aleksej, purtroppo affetto da una forma grave di emofilia.
Attenzione ... Entra la Storia Le particolari attenzioni della famiglia per il piccolo zarevič erano giustificate dalla sua malattia , che lo esponeva al pericolo di forte emorragia interna in seguito ad ogni minimo trauma. La malattia fu tenuta nascosta, e l'erede costretto ad una continua sorveglianza. L'arrivo di Rasputin Aleksandra Fëdorovna chiese allora aiuto ad un contadino e starec siberiano sopraggiunto a San Pietroburgo con doti di guaritore, Grigorij Rasputin.
Grigorij Rasputin Malgrado gli sforzi dei medici per capire come riuscisse a calmare le più acute crisi dello zarevič (causate anche da piccoli ematomi), Rasputin riuscì più di una volta a salvare l'erede da gravi emorragie. La zarina, di indole mistica e attirata dalla retorica primitiva e schietta del siberiano, accordò subito a Rasputin la più completa fiducia. Nicola II solo in un primo tempo lo fece.
Attenzione ... Entra la Storia Mentre la zarina fu da quel momento totalmente plagiata dal siberiano, lo zar subì poi un graduale distacco dalla figura di Rasputin. Quest'ultimo nel tempo cominciò a uscire frequentemente dal suo ruolo di consigliere spirituale, prodigandosi in giudizi su politici e ministri. AleksandraFëdorovna si dimostrò sempre più succube, fino a condividere il parere dello starec siberiano e diventare completamente dipendente dalla sua opinione.
L’influenza di Rasputin Allo scoppio della prima guerra mondiale, Rasputin si oppose alacremente all'entrata in guerra della Russia, profetizzando che sarebbe stata una catastrofe sia per i contadini che per i sovrani. Con la partenza di Nicola II per il Quartier Generale, la Zarina, sotto l'influenza di Rasputin, mantenne il controllo politico nella capitale, inimicandosi gran parte della classe politica e aristocratica. Inoltre nelle grandi città le dicerie sul rapporto di Rasputin con la coppia imperiale si diffondevano, aumentando il malcontento e alimentando il discredito dei sovrani di fronte alla crisi portata dalla guerra.
Scoppia la Rivoluzione Il 23 febbraio 1917 a Pietrogrado il popolo insorse per la mancanza di rifornimenti alimentari, e la polizia zarista si schierò questa volta dalla sua parte. Isolato dagli eventi in seguito al blocco di gran parte delle ferrovie e dei telegrafi, lo zar fu informato che la Duma aveva preso il potere nella capitale e decise di abdicare. Il 15 marzo, nel vagone privato dello zar e in presenza di due deputati della Duma, venne redatto l'atto di abdicazione. Le intenzioni iniziali di Nicola II erano di trasmettere il trono al figlio Aleksej. Tuttavia, prima di firmare chiese di cambiare il successore al trono nella persona di suo fratello Mikhail; questo perché temeva che il figlio malato avrebbe potuto essere separato dalla famiglia.
Per approfondire • La Russia nel XIX secolo • La Rivoluzione russa • La 1° Guerra mondiale • Il primo dopoguerra • La 2° guerra Mondiale • L’equilibrio dei due blocchi. La guerra fredda
Per sapere come va a finire .... Bisogna studiare la Rivoluzione Russa!
... Ma anche ... • L’Inghilterra vittoriana • Vita nell’Inghilterra vittoriana: Darwin nel suo tempo • L’impero britannico • Il colonialismo • La decolonizzazione
La doppia elica del DNA • Watson e Crick • Com’è fatto il DNA • Il progetto Genoma • Quanti sono i nostri geni • Come si analizza il DNA • Ingegneria genetica e farmaci • Organismi geneticamente modificati • Il principio di precauzione