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Un percorso di conquiste a favore della donna. Donne e mercato del lavoro. di Fabiola Rinaldi. STORIA DEL DIRITTO DI FAMIGLIA. Periodo precedente l’Unità d’Italia: Privilegio per il primogenito maschio Superiorità marito sulla moglie
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Un percorso di conquiste a favore della donna Donne e mercato del lavoro di Fabiola Rinaldi
STORIA DEL DIRITTO DI FAMIGLIA • Periodo precedente l’Unità d’Italia: • Privilegio per il primogenito maschio • Superiorità marito sulla moglie • Creazione del Regno Unito (1861), codici Pisanelli e Zanardelli: • Limitazione patria potestasnei confronti dei figli adulti • Parità di successione tra maschi e femmine • Maggiore autorità maritale
STORIA DEL DIRITTO DI FAMIGLIA: • Periodo fascista: • Misure di incoraggiamento alla fecondità • Misure di punizione dell’aborto • Misure che scoraggiavano il lavoro extra-domestico della donna • Obbligatorietà del matrimonio religioso, con la fissazione di due età minime: 16 anni per i ragazzi e 14 per le ragazze • Indissolubilità del vincolo matrimoniale
DOPO LA CADUTA DEL FASCISMO, CON LA NASCITA DELLA REPUBBLICA: • La moglie aveva l’obbligo di seguire il marito, a prescindere dalle sue priorità o esigenze personali e/o professionali, altrimenti rischiava di essere chiamata in giudizio per “abbandono del tetto coniugale” • L’adulterio era giudicato e punito differentemente: per il marito solo se di “pubblico scandalo”, per la moglie anche solo se vi fosse stato il sospetto la legislazione sul diritto di famiglia rimase invariata, nonostante le pressioni per nuove riforme,da parte dell’UDI:
Per la donna era impossibile legittimare i figli avuti da rapporto extramatrimoniale • Vigeva la legittimità del “delitto d’onore”: omicidi motivati dall’intenzione di difendere l’onore dell’individuo e della famiglia, offesi da comportamenti sessuali fuori dal matrimonio o da violenze sulla donna
Le riforme degli anni Settanta: • 1968: sentenza Corte di Cassazione sull’abrogazione della legge sull’ ”abbandono del tetto coniugale” • 1970: introduzione del divorzio: cambia la definizione di matrimonio da “istituzione” a “contratto matrimoniale revocabile” • in caso il matrimonio non fosse stato consumato;in caso di condanna per uno dei coniugi; a seguito di una separazione dei coniugi di almeno cinque anni (portata a tre anni nel 1987) • 1971:legge n. 1204, chiusura delle camere di allattamento • 1975: Riforma del diritto di famiglia • 1977: Legge n. 903, “legge di parità” • Parità salariale e di trattamento fra lavoratrici e lavoratori
LA RIFORMA DEL 1975 • Viene eliminata la figura legale del “capofamiglia” e dell’autorità del marito sulla moglie • Si introduce il regime della “comunione dei beni” tra i coniugi • Abolizione della “dote” • Riconoscimento dei figli adulterini e equiparazione della posizione dei figli naturali e dei figli legittimi • La dissoluzione del matrimonio non più in base alla “colpa”, ma all’impossibilità di continuare consensualmente la convivenza.
La riforma più recente: • Legge n. 53/2000, a favore delle donne lavoratrici: • Conciliazione tra responsabilità familiari e responsabilità lavorativa, • attraverso flessibilità di scelta d’orario lavorativo(ad es. part time); • attraverso possibilità di assentarsi per periodi dal lavoro, con congedi o assenza per malattia del figlio; • attraverso l’obbligo da parte degli enti locali del coordinamento dei “tempi delle città” • Riequilibrio delle responsabilità tra uomo e donna: • attraverso la possibilità di utilizzo da parte dei padri di periodi di congedo per cura dei figli