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SOSTEGNO & MOVIMENTO Parte I. APPARATO LOCOMOTORE. L’apparato locomotore è costituito da Componente ossea: ossa e articolazioni Componente muscolare costituita dalla muscolatura striata volontaria.
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SOSTEGNO & MOVIMENTO Parte I
APPARATO LOCOMOTORE • L’apparato locomotore è costituito da • Componente ossea: ossa e articolazioni • Componente muscolare costituita dalla muscolatura striata volontaria. • L’apparato locomotore risulta, quindi, costituito dalle ossa che si uniscono per formare lo scheletro, dalle articolazioni che connettono le ossa fra loro e dalla muscolatura scheletrica. • Nell’embrione lo scheletro è formato da circa 350 ossa di natura cartilaginea, molte delle quali si fondono nel corso dello sviluppo fetale tra loro; la natura cartilaginea dello scheletro resta circoscritta ad alcune zone di orecchio e naso, alla trachea ed ai bronchi, alla superficie anteriore delle coste ed alle superfici articolari.
FUNZIONI DELL’APPARATO SCHELETRICO • Sostegno: fornisce il sostegno del capo, del tronco e degli arti. • Protezione: protegge diversi organi e strutture interne • Movimento: i muscoli scheletrici, inserendosi sulle ossa tramite i tendini, consentono spostamenti dell’intero corpo o parti di esso: • Ossa: componente passiva dello scheletro • Muscoli: componente attiva • Riserva: le ossa sono un importante deposito di Sali minerali • Emopoiesi: alcune ossa contengono il midollo osseo, responsabile della produzione e sede dell’emopoiesi.
SCHELETRO ASSILE E APPENDICOLARE • La componente scheletrica viene a sua vota suddivisa in: • Scheletro assile: comprende le ossa del cranio del torace e della colonna vertebrale che insieme formano • l’asse longitudinale del corpo • Scheletro appendicolare: comprende le ossa degli arti superiori e inferiori ed i cingoli che li collegano al tronco
LO SCHELETRO ASSILE • Costituito da 80 ossa, il 40% delle ossa del corpo umano. • Comprende: • Il cranio (22 ossa) e le ossa associate (6x ossicini uditivi e l’osso ioide • La colonna vertebrale (24 vertebre+ il sacro ed il coccige) • La gabbia toracica (24 coste + lo sterno) • Lo scheletro assile crea una struttura che sostiene e protegge gli organi e fornisce la superficie di inserzione ai muscoli che: • Regolano la posizione di testa, collo e tronco • Eseguono movimenti respiratori • Stabilizzano o posizionano strutture dello scheletro appendicolare
COMPONENTE OSSEA • Le ossa vengono classificate per struttura o per forma. • In base alla struttura istologica vengono classificate in: • Ossa spugnose • Ossa compatte • La superficie delle ossa presenza sporgenze (apofisi, processi, tuberosità) o spine appuntite, solchi, fosse e docce che hanno funzioni articolari o permettono l’inserzione di tendini e legamenti.
I processi ossei sono, quindi, sporgenze di varia forma, contenute nell’osso che le ospita. Entrano a far parte delle articolazioni dando attacco a tendini, legamenti e muscoli. • Si riconoscono: • I condili, I tubercoli e le tuberosità: processi di forma tondeggiante • I trocanteri: processi ossei di forma varia • Le creste e Le spine: processi ossei sottili più o meno appuntiti
In base alla forma, e a seconda della prevalenza della lunghezza e della larghezza sullo spessore o della relativa equivalenza delle tre dimensioni, vengono classificate in: • Ossa lunghe: ossa dalla forma irregolarmente cilindrica in cui la lunghezza prevale sulla larghezza e sullo spessore. Presentano generalmente 3 regioni: • Un corpo allungato detto diafisi al cui interno è contenuto il canale midollare che ospita il midollo osseo. • Due estremità ingrossate dette epifisi (una prossimale ed una distale). • Ossa piatte: sono costituite da due lamine di osso compatto che racchiudono osso spugnoso • Ossa brevi: hanno le tre dimensioni sostanzialmente simili e sono costituite da tessuto osseo spugnoso, rivestito da tessuto osseo compatto.
TESSUTO OSSEO • Tessuto connettivo iperspecializzato. • La matrice è formata per 1/3 di fibre collagene e per 2/3 di sali di calcio, principalmente fosfato di calcio e carbonato di calcio che si legano alle fibre collagene e formano una struttura flessibile ma molto resistente alla frantumazione. • Le sue funzioni sono: • Sostegno per i muscoli • Protezione degli organi interni (cuore e polmoni, apparato riproduttivo) • Riserva di minerali principalmente il calcio (95%) • Produzione di cellule del sangue. • Garantisce, grazie alla sua formidabile struttura interna la massima resistenza con il minimo peso.
Come per la cartilagine, anche le cellule dell’osso, gli osteociti, sono accolte in lacune all’interno della matrice. • A differenza della cartilagine, l’osso è un tessuto vascolarizzato e innervato e le lacune che accolgono gli osteociti, sono disposte circolarmente intorno ai vasi sanguigni accolti nella matrice. • Data l’alta percentuale di sali di calcio che non permettono gli scambi di sostanza tra le cellule e i vasi, gli osteociti sono messi in comunicazione con l’ambiente esterno tramite estensioni citoplasmatiche dette canalicoli. • Anche l’osso, come la cartilagine, è avvolta da uno strato di tessuto connettivo detto periostio, incompleto solo a livello delle articolazioni e delle zone di inserzione di tendini e legamenti.
LE CELLULE DELL’OSSO • L’osso presenta 3 citotipi: • Cellule osteoprogenitrici: cellule che derivano dallo strato mesenchimale. • Sono presenti nel periostio • Possono differenziarsi in osteoblasti (frattura). • Osteoblasti: di origine mesenchimale. • Secernono la matrice (osteone) • Sono responsabili della sua mineralizzazione • Sintetizzano nuovo osso. • 2. Osteociti: cellule dell’osso maturo. • Sono coinvolti nel rimodellamento dell’osso • Insieme agli osteoblasti depongono i sali nella matrice. • Sono accolti in piccoli spazi detti lacune immersi in strati di matrice calcificata (lamelle). Comunicano attraverso prolungamenti detti canalicoli • Osteoclasti: nascono nel midollo osseo ed hanno gli stessi progenitori dei macrofagi e dei monociti. • Sono cellule giganti multinucleate originate per fusione degli osteociti • Hanno proprietà fagocitarie. • Secernono lisosomi le cui sostanze distruggono la matrice ossea, provocando il rilascio del fosfato e del calcio contenuti all’interno (osteolisi).
OSTEOBLASTI VS OSTEOCLASTI • Gli osteoblasti sono di derivazione mesenchimale, secernono l’osteone e sono responsabili insieme agli osteociti della sua mineralizzazione nonché del processo di osteogenesi. • Gli osteoclasti secernono lisosomi (???) in grado di degradare la matrice e rilasciare i minerali, aumentandone così la concentrazione plasmatica. Erodendo e riassorbendo l’osso (???), sono i responsabili dell’osteolisi, (osteoporosi).
STRUTTURA DELL’OSSO • Esistono due tipi di osso che con le dovute eccezioni sono presenti nella composizione generale di tutte le ossa: • Osso compatto o lamellare la cui unità morfofunzionale è l’osteone. • Osso spugnoso che ha un aspetto alveolare in cui le lamelle si organizzano a formare una rete tridimensionale che accoglie il midollo osseo.
OSSO COMPATTO O LAMELLARE • L’osteone è formato da un canale centrale, il canale di Havers, al cui interno scorrono i vasi che nutrono l’osso; questo è circondato dalle lamelle di matrice calcificata disposte su file parallele al cui interno ci sono le lacune contenenti gli osteociti. • I canali di Havers formano anastomosi con i canali di Volkmann o canali perforanti, una seconda serie di canali che decorrono parallelamente al canale centrale nutrendo gli osteoni più profondi e la cavità midollare interna.
Il midollo osseo è un tessuto molle che occupa il canale midollare e i canali di Havers delle ossa lunghe e gli spazi intertrabecolari delle epifisi e delle ossa piatte (tessuto osseo spugnoso) e costituisce il più importante organo emopoietico essendo la sede principale dove sono presenti tutti gli elementi maturi e immaturi della serie eritrocitica, granulocitica e megacariocitica. • La sua costituzione varia con l’età variando da rosso a giallo nel procedere dall’infanzia all’età adulta. • Il midollo rosso, particolarmente ricco di elementi ematopoietici, è proprio del periodo fetale e dell’infanzia mentre nel corso della vita viene gradualmente sostituito da midollo osseo giallo ricco in tessuto adiposo. • Permane nell’adulto nei corpi vertebrali, nello sterno nelle coste e nelle epifisi prossimali di omero e femore.
PERIOSTIO ED ENDOSTIO • Periostio: strato di tessuto connettivo altamente vascolarizzato che riveste la superficie esterna delle ossa. Manca a livello delle articolazioni. • Endostio: sottile strato di tessuto connettivo che riveste internamente l’osso spugnoso, quando presente, e la cavità midollare; si continua con i canali vascolari dell’osso. • Periostio ed endostio hanno importanti capacità osteogeniche, sono cioè, in grado di formare osso nuovo.
OSTEOGENESI • Esistono due meccanismi di ossificazione: • Membranosa o intramembranosa - Interessa le ossa piatte della volta per cranio (frontale, temporale parietale e parte della mandibola) - Simile allo sviluppo per apposizione della cartilagine. • L’osso si sviluppa dal mesenchima o dal tessuto connettivo fibroso. 2. Condrale o endocondrale - Interessa la base del cranio, colonna vertebrale, bacino, arti) - Si sviluppa un modello cartilagineo che viene sostituito in tutto o in parte da tessuto osseo
FASI DELL’OSSIFICAZIONE INTRAMEMBRANOSA • Simile allacrescita per apposizionedellacartilagine: • Differenziazionedegliosteoblastidalle cellule mesenchimali e osteoprogenitrici. • Gruppettidiosteoblasticheiniziano a secernere le componentiorganichedellamatrice. • La matrice (sostanzaosteoide) vaincontro a mineralizzazione. 4. Con il procedere della deposizione di osteoide si forma un’impalcatura tridimensionale di nuovo osso; alcuni osteoblasti rimangono intrappolati nella matrice e si trasformano in cellule quiescenti dette osteociti; gli osteoblasti vengono rimpiazzati dal differenziamento di ulteriori cellule mesenchimali i preosteoblasti del mesenchima si trasformano in… osteoblasti, che iniziano a deporre… osteoide, la matrice extracellulare dell’osso
OSSIFICAZIONE ENDOCONDRALE • Tipica delle ossa degli arti (femore e omero) • Inizia con un abbozzo di osso cartilagineo, generatosi per apposizione dal pericondrio e per successiva crescita interstiziale. • I condrociti al centro della diafisi si accrescono, la matrice comincia a calcificare, isolando i condrociti che muoiono, lasciando libera la cavità interna della diafisi. Il pericondrio si differenzia in periostio. • Il periostio forma uno strato di tessuto osseo intorno alla diafisi (colletto osseo) • L’osso in formazione necessita di nutrienti apportati dai vasi sanguinei con la vascolarizzazione del colletto osseo. Gli osteoblasti producono osso spugnoso creando un centro di ossificazione primario. • Man mano che l’osso si accresce, gli osteoclasti cominciano ad erodere l’osso spugnoso , creando la cavità midollare. • Gli osteoblasti si spostano dal centro di ossificazione primario verso l’epifisi.
CRESCITA DELL’OSSO IN LUNGHEZZA • Gli osteoblasti migrano dal centro di ossificazione primario verso le epifisi, sostituendo la cartilagine metafisaria con osso. • Contemporaneamente le epifisi continuano a crescere per deposizione di cartilagine. • Ad un certo momento che varia da osso a osso e da individuo a individuo, gli osteoblasti riescono a raggiungere l’epifisi determinando la formazione di un centro di ossificazione secondario. • Il centro di ossificazione secondario comincia a crescere e a deporre osso sostiuendosi alla cartilagine epifisaria, tranne che a livello delle articolazioni (cartilagine articolare) e nella zona di transizione tra epifisi e diafisi (cartilagine epifisaria).
CRESCITA DELL’OSSO IN LARGHEZZA • Crescita per apposizioneditessutoosseodalperiostio dove le cellule osteoprogeninitricidellostratointerno, sidifferenziano in osteoblasti
LE ARTICOLAZIONI • Le articolazioni sono dispositivi giunzionali che mettono in relazione due o più ossa, consentendo fra esse movimenti più o meno ampi. • Un’articolazione è quindi ogni punto dello spazio in cui due o più ossa sono a contatto, indipendentemente dal grado di movimento loro concesso. • Il nome delle articolazioni deriva tipicamente dal nome delle ossa in essa coinvolte. • In base al grado di movimento vengono classificate in: • Articolazioni mobili (diartrosi) • Articolazioni semimobili (sinfisi) • Articolazioni immobili (suture)
In base al grado di movimento che consentono, le articolazioni vengono classificate in 3 grandi gruppi: • Articolazioni mobili o diartrosi • Articolazioni scarsamente mobili sinfisi, sincondrosi e sindesmosi • Articolazioni immobili o suture
SINARTROSI • Vengono definite sinartrosi le articolazioni scarsamente mobili. • Si classificano in funzione della tipologia di tessuto che è interposto fra i capi articolari; in particolare abbiamo: • Articolazioni fibrose: suture e sindesmosi • Articolazioni cartilaginee: sinfisi e sincondrosi • Le sinfisi, in cui il tessuto interposto è costituito da cartilagine fibrosa • Le sincontrosi se il tessuto interposto fra i capi articolari è cartilagine ialina • Le sindesmosi se il tessuto interposto è costituito da connettivo fibroso • Le suture sono articolazioni immobili che si stabiliscono tra le ossa piatte del cranio
ARTICOLAZIONI FIBROSE • Vengono definite articolazioni fibrose o sinartrosi quelle articolazioni in cui due ossa entrano in contatto tramite fibre collagene. • Si distinguono in: • Suture → ossa del cranio, movimento minimo o nullo. • Gonfosi → articolazioni tipiche dei denti: si instaurano, infatti tra le radici del dente e il processo alveolare dell’osso mascellare a mezzo del legamento periodontale. Permettono un movimento minimo o nullo. • Sindesmosi→ un’ articolazione fibrosa in cui le due ossa prendono contatto tramite fibre di collagene relativamente lunghe che consentono un maggiore movimento rispetto alle suture (membrana interossea radio-ulna opp tibia-fibula)
SUTURE • Le suture sono articolazioni fibrose immobili o leggermente mobili che legano fra loro le ossa del cranio. • Possono essere classificate come: • Dentate (sutura coronale) • Squamose (sutura squamosa) • Piane (Processi palatini del mascellare)
LE DIARTROSI • Sono formate da: • I capi articolari delle ossa che entrano a far parte delle articolazioni. Questi risultano costituiti da singole superfici dette condili rivestita da cartilagine ialina. • Capsula articolare, tipica delle articolazioni mobili o diartrosi, è un manicotto di tessuto connettivo fibroso che si inserisce da entrambe le parti ai margini delle cartilagini articolari e continua nei periosti. E’, inoltre, rivestita internamente da una membrana sinoviale, capace di filtrare da sangue il liquido sinoviale; quest’ultimo ha funzione trofica per le cartilagini articolari e riduce l’attrito tra le superfici articolari. • Legamenti: fasci di tessuto connettivo che stabilizzano e rinforzano le articolazioni. Si distinguono: • Legamenti intrinseci: entrano a far parte della capsula articolare stabilizzandola • Legamenti estrinseci e/o Legamenti accessori: legamenti esterni alla capsula articolare
In base ai tipi di movimento che consentono e della forma dei condili articolari che coinvolgono, le diartrosi vengono classificate in 5 sotto categorie: • Artrodie • Enantrosi • Condiloartrosi • Articolazioni a sella • Ginglimi
ARTRODIE • I capi articolari hanno forma pianeggiante e possono solo scivolare tra loro
ENANTROSI • Nelle enantrosi le superfici articolari contrapposte di una emisfera cava e di una emisfera piena • Permettono movimenti su tutti i piani
CONDILARTROSI • Nelle condilartrosi le superfici articolari hanno la forma di un elissoide pieno e cavo.
ARTICOLAZIONE A SELLA • Nelle articolazioni a sella, le superfici articolari sono biassiali ossia convesse in una direzione e concave in quella ortogonale.
GINGLIMI • Nei ginglimi i capi articolari hanno la forma di due cilindri, uno cavo e l’altro pieno. • Si distingue in: • Ginglimo laterale se gli assi dei capi articolari sono paralleli all’asse longitudinale dell’osso • Ginglimo angolare se perpendicolari
PRINCIPI GENERALI DI MOVIMENTO • Tutti i movimenti, sia quelli semplici come il camminare che quelli complessi come i movimenti che si compiono durante l’attività motoria o fini come lo scrivere, sono in realtà combinazioni complesse di schemi motori semplici. • Ogni movimento è determinato dalla sinergia di diversi componenti: • Le diartrosi che caratterizzano il tipo di movimento • I muscoli, l’innervazione e le modalità di inserzione sono, invece, gli elementi caratterizzanti la forza e la destrezza del movimento. • I tipi di movimento consentiti alle articolazioni mobili o diartrosi sono essenzialmente 4: • Scivolamento • Movimento angolare • Rotazione • Circomduzione
LE LEVE • Una leva è una macchina semplice, un dispositivo costruito dall'uomo per vincere mediante una forza, detta motrice, un'altra forza detta resistente. • E’ costituita da: • Il fulcro ossia il punto attorno al quale ruota la leva • Il braccio della forza definita come la porzione di leva compresa tra il fulcro ed il punto di applicazione della forza • Il braccio del carico definita come la porzione di leva compresa tra il fulcro ed il punto di applicazione del carico. • Si riconoscono leve di prima, di seconda e di terza classe