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I riceventi degli oggetti culturali

I riceventi degli oggetti culturali. La differenziazione del gusto. I riceventi degli oggetti culturali si differenziano tra loro sulla base di diversi gusti e diverse pratiche di consumo culturale. Tratto da http://en.wikipedia.org/. Tratto da http://www.ivg.it/.

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I riceventi degli oggetti culturali

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Presentation Transcript


  1. I riceventi degli oggetti culturali

  2. La differenziazione del gusto • I riceventi degli oggetti culturali si differenziano tra loro sulla base di diversi gusti e diverse pratiche di consumo culturale

  3. Tratto da http://en.wikipedia.org/

  4. Tratto da http://www.ivg.it/

  5. Tratto da http://theguineapigsgraveyard.splinder.com/archive/2006-07

  6. Tratto da www.gonews.it

  7. Alcuni esempi di differenze sociali nei consumi culturali/1 Dati Multiscopo Istat 2007

  8. Alcuni esempi di differenze sociali nei consumi culturali/2 Dati Multiscopo Istat 2007

  9. Alcuni esempi di differenze sociali nei consumi culturali/3 Dati Multiscopo Istat 2007

  10. Le pratiche di consumo culturale sono costruzioni sociali. Qual è allora il rapporto tra consumi culturali e struttura sociale?

  11. Tre argomenti sul rapporto tra struttura sociale e consumi culturali CULTURE DI GUSTO Gans, 1974 La cultura del gusto è l’insieme dei ricevitori, del pubblico di un oggetto culturale. La cultura di gusto non ci permette di desumere nulla delle caratteristiche socio-demografiche degli individui che vi appartengono. DISTINZIONE ONNIVORI/UNIVORI Peterson, 1992 Al posto di una stratificazione culturale che combacia perfettamente con la stratificazione sociale, i consumi culturali degli strati sociali più elevati sarebbero semplicemente maggiori e più estesi come generi di consumo. CONSUMI CULTURALI RIFLESSO DELLA STRUTTURA Bourdieu, 1979 Gli individui appartenenti ai segmenti privilegiati in termini economico-culturali consumano cultura alta o d’èlite mentre chi sta negli strati più bassi consuma cultura popolare o di massa.

  12. La distinzione (Bourdieu, 1979)

  13. La distinzione (Bourdieu, 1979) • Chi fa parte di una classe sociale, e di una frazione di classe al suo interno, ha una certa visione del mondo, certi comportamenti, gusti, idee, giudizi, costumi, insieme che viene definito habitus.  Il gusto è socialmente costruito e non un fatto innato! • Distingue capitale economico e capitale culturale. Tramite questi le classi possono essere divise in livelli interni (frazioni di classe). Per esempio, l’èlite avrà un sottogruppo con grande capitale economico (borghesia), ma anche un sottogruppo con alto capitale culturale e basso capitale economico (per esempio gli intellettuali). • La novità rispetto alla teoria di Marx è che le classi sociali non di definiscono soltanto attraverso i rapporti economici, ma anche sulla base dei gusti culturali, dell’estetica e della morale  i conflitti di gusto sono conflitti di classe.

  14. Abbiamo visto che le persone mettono in atto consumi culturali differenziati. Un ulteriore elemento di differenziazione è, tuttavia, l’interpretazione diversa che le persone possono dare degli stessi prodotti culturali.

  15. Jauss (1987), Orizzonti di aspettative Un contenuto viene collocato in un orizzonte di aspettative plasmato dalla precedente esperienza culturale e sociale. Il concetto di orizzonte di aspettative è utile per spiegare le differenze nei processi di interpretazione e fruizione di un prodotto culturale da parte di diversi pubblici. Es. nella società israeliana, la soap opera Dallas può essere letta diversamente da differenti segmenti sociali: come un’opera sulla difficoltà delle relazioni familiari (ebrei marocchini), come una critica al capitalismo (ebrei di origine russa), come mero intrattenimento (nati in Israele) (Liebes e Katz, 1990).

  16. Quanta libertà hanno i ricevitori di interpretare i prodotti culturali? Nelle scienze sociali ci sono due principali scuole di pensiero: • la teoria della cultura di massa: oggetti culturali forti/ricevitori deboli • la teoria della cultura popolare: oggetti culturali deboli/ricevitori forti

  17. 1. La teoria della cultura di massa Nel modello della cultura di massa, gli oggetti culturali impongono i loro significati sui pubblici. L’industria culturale produce intrattenimento di massa, basato su un minimo denominatore di gusto (contenuti violenti, sensazionali, scioccanti) enfatizzando l’aspetto di spettacolo su quello intellettuale e morale. Il consumatore è un ricettore passivo la cui capacità critica è intorpidita. Conseguentemente la vita democratica perde vitalità.  Le critiche della teoria della cultura di massa arrivano da sinistra (es. Scuola di Francoforte) ma anche dal pensiero conservatore.

  18. 2. La teoria della cultura popolare Nel modello della cultura popolare, i pubblici creano i propri significati. La cultura popolare è il sistema dei significati a disposizione della gente comune. Il consumatore è un soggetto attivoche interpreta e talvolta anche si oppone ai significati veicolati dagli oggetti culturali, costruendo nuovi significati. Fiske (1989) La cultura di massa è un supermarket della cultura. Gli individui possono acquistare al supermarket gli elementi della cultura di massa, ma poi quando cucinano li mescolano con altri ingredienti già posseduti in casa ed elaborano significati sorprendenti.

  19. Definizioni sintetiche • Cultura alta: prodotta da intellettuali e artisti per un pubblico selezionato • Cultura di massa: prodotta dalle industrie culturali con un fine di profitto, politico, religioso o di pubblica utilità • Cultura popolare: prodotta spontaneamente dalle persone e dai gruppi sociali nel corso delle loro interazioni ordinarie (es. tradizioni culinarie, modi di fare o dire, proverbi). Attenzione: nonostante i nomi possano confondere, la teoria della cultura di massa e la teoria della cultura popolare rappresentano modi diversi di interpretare la libertà del ricevente nel campo dell’industria culturale, quindi entrambe sono in fin dei conti una lettura della “cultura di massa”.

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