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Mercati

Mercati. Rosaria Minio. Un po’ di storia.

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Presentation Transcript


  1. Mercati Rosaria Minio

  2. Un po’ di storia La nascita del mercato rappresentò un capitolo significativo nella storia del commercio del cibo. Le fiere nacquero dall’aggregazione di venditori ambulanti che, a scadenze prefissate del calendario civile o religioso, si riunivano per offrire i loro prodotti. Nell’antica Roma il mercato era un vero e proprio specchio della potenza economica dell’Urbe. Durante l’alto Medioevo, con l’economia feudale l’istituzione sembrò temporaneamente tramontare, per rinascere intorno al XIII sec. per il rifiorire dei nuclei cittadini. Nelle città del Rinascimento e fino all’inizio del XIX sec. il mercato svolse un ruolo significativo nell’affermarsi di costumi alimentari locali.

  3. Dalla seconda metà del ‘500 e per tutto il ‘600 le scene di mercato si affacciarono con frequenza nelle opere pittoriche, dall’Italia alle Fiandre. Esse celebravano l’abbondanza derivata dalla crescente fiducia nel commercio, fonte primaria di ricchezza per le nuove classi emergenti. Nel ‘700, questo genere di soggetti, andarono ad identificare il nuovo senso illuministico della sicurezza economica, che si traduceva nella sensazione di avere sconfitto per sempre la fame. Poi, negli ultimi decenni dell’800, arrivò diffusamente l'innovazione della formula del mercato coperto, che venne evidenziata artisticamente con la presenza delle insegne commerciali, poste sull’esterno degli edifici per catturare l’attenzione dei compratori. Per quando riguarda l’arte, le prime rappresentazioni di scene di mercato risalgo a Pieter Aertsen e al nipote Joachim de Beuckelaer.

  4. Mercante di vegetali Pieter Aertsen, 1567, Staatliche Museen, Berlino

  5. Mercato ortofrutticolo Joachim Beuckelaer, 1567, museo di Capodimonte

  6. Mercante con frutta, verdura e pollame Joachim Beuckelaer, 1564, Olio su tela , 118 x 171 cmStaatliche Museen, Kassel

  7. Questo quadro rappresenta una scena di mercato, nella quale una ragazza esibisce un ricchissimo assortimento di alimenti. L’assortimento è così ricco che la superficie del quadro è quasi totalmente occupata dalla merce, che riempiendo tutta la base, si innalza verso il centro a formare una specie di piramide. L’idea di un mercato all’aperto viene appena percepita da due squarci sul fondo, in cui si intravedono alcuni alberi. La figura umana, al contrasto con i cesti e i vasi sovrabbondanti di ogni varietà di frutti e verdure, più che protagonista, sembra un elemento accessorio del dipinto. L’intendo principale dell’artista sembra quello di impressionare l’osservatore, esibendo gli straorinari risultati quantitativi e qualitativi resi possibili dalle nuove tecnologie agricole. Se ci si sofferma a guardarli non solo si nota un’impressionante varietà di frutta e ortaggi, ma anche una notevole diversificazione di prodotti appartenenti alla stessa famiglia vegetale. Tale diversità non solo testimonia l’uso di fertilizzanti, ma ostentano orgogliosamente i risultati di ibridazioni e incroci

  8. In Italia il primo a rappresentare scene di mercato fu Vincenzo Campi con “la fruttivendola” e “Scena di mercato con vendita di selvaggina”.

  9. La fruttivendola Vincenzo Campi, 1580, Milano, Pinacoteca di Brera , Milano

  10. Scena di mercato con vendita di selvaggina Vincenzo Campi, olio su tela, cm 105x152, Pinacoteca di Brera , Milano

  11. In primo piano possiamo notare la natura morta messa a fuoco con un gusto dell'osservazione diretta tipicamente fiammingo. In questo caso si tratta di polli, conigli e fagiani che, per effetto di prospettiva ribaltata, sembrano fuoriuscire dai canestri per rovesciarsi sullo spettatore. Dietro stanno i venditori, figure di popolani che sembrano con i loro sguardi ed atteggiamenti vivaci voler richiamare l'attenzione di chi guarda, quasi si trattasse si declamare le qualità della merce al banco di vendita di un mercato. Oltre lo spazio angusto della bottega ove uomini e cose sono veduti con lo stesso sguardo, arguto e vivace, si apre un pittoresco scorcio di gusto nordico con case sulle rive di un corso d'acqua attraversato da un ponticello.

  12. A Vincenzo Campi fecero seguito Renato Gattuso con “La Vucciria” e Pasquarelli con “Amici per la pelle”

  13. La Vucciria Renato Gattuso, 1974, olio su tela, 300x300, Palazzo Steri, Palermo

  14. La parola “vucciria” nel dialetto siciliano significa confusione. Guardando l’opera si è immediatamente rapiti dal brulicare della confusione, i passanti camminano tra le bancarelle districandosi in un contatto fisico a cui sembrano essere abituati, tanto è vero che nessuno si distoglie dal proprio pensiero per fare spazio all’altro. L’unico pezzetto di strada visibile, si libera ai piedi della donna che risale di schiena il mercato, con i sacchetti della spesa. Lo spazio, più che da rigorose regole prospettiche, è scandito ritmicamente, dalla disposizione delle cassette di frutta e verdura, dalle lastre di marmo su cui si adagia il pesce fresco delle coste siciliane, dagli ortaggi con i cesti delle uova, dal vano a destra dedicato alla macelleria, che salta agli occhi per la sua realistica crudezza e ancora il banco con le olive al di là del setto divisorio e la splendida esposizione di insaccati e formaggi in prossimità del centro. Se da un lato il pittore ammassa la merce, per meglio rendere lo spirito “vanniatore” di questo mercato, dall’altro, valorizza ogni singolo frutto, ogni singolo pezzo, come un autentico venditore del posto, mostrando, per esempio, il taglio roseo del pesce spada che il pescivendolo regge con mano vigorosa in attesa di affettarlo per il cliente giusto. Nel sito http://www.youtube.com/watch?v=nW8bOtjSqkQ è disposibile un video che mostra i dettagli di questo quadro

  15. Amici per la pelle R. Pasquarelli, collezione privata

  16. Fonti • www.foodnews.ch/.../Aersten_Marktfrau_Gem.htm (12/03/2010) • waterbutterwine.wordpress.com/ (12/03/2010) • www.artinvest2000.com/vucciria.htm(12/03/2010) • “Storia dell’arte” di Francesco Negri Arnoldi • http://www.youtube.com/watch?v=nW8bOtjSqkQ (14/03/2010)

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