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Profilassi anti-tromboembolica ed antibiotica Dr. Sergio Longo UO Ortopedia e Traumatologia Ospedale S.Giovanni di Dio Direttore Dr. A. Petrini. Trombosi venosa profonda (TVP).
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Profilassi anti-tromboembolica ed antibioticaDr. Sergio LongoUO Ortopedia e Traumatologia Ospedale S.Giovanni di DioDirettore Dr. A. Petrini
Trombosi venosa profonda (TVP) Rappresenta l’occlusione trombotica parziale o completa (confermata da tecniche di imaging) del sistema venoso profondo degli arti inferiori, tale da indurre sintomatologia dolorosa o gonfiore
Incidenza trombosi venosa profonda (TVP) SENZA PROFILASSIProtesi totale d’anca 50 %Protesi totale di ginocchio 60-80 %
INQUADRAMENTO DEL RISCHIO(Linee guida Regione Toscana) • FATTORI DI RISCHIO: PUNTI 1Uso di estroprogestiniciAllettamento prolungato (> 3 giorni)Presenza di catetere venoso centraleInfezioni graviInsufficienza respiratoria o cardiacaObesità graveSindrome nefrosicaPresenza di varici arti inferioriMalattia cronica infiammatoria intestinale
INQUADRAMENTO DEL RISCHIO(Linee guida Regione Toscana) • FATTORI DI RISCHIO: PUNTI 2Tvp pregressaDiatesi trombofilica conosciutaGravidanzaParalisi di uno o più artiNeoplasie in fase attiva
Trombosi venosa profonda (TVP) SINTOMATOLOGIA CLINICADolore spontaneoGonfiore CianosiIperemia dell’arto inferiore interessato Nel 90-95 % dei casi le TVP postoperatorie sono asintomatiche
INDAGINI STRUMENTALI Ecocolordoppler FlebografiaScintigrafia con fibrinogeno marcato (I 125)Scintigrafia con piastrine autologhe marcate con TC 99
EMBOLIA POLMONARE (EP) SINTOMATOLOGIA CLINICA TachicardiaCianosiEmottisiDeliquio DispneaTosse Dolore toracico SincopeTachipnea (> 20 atti/minuto)
EMBOLIA POLMONARE (EP) QUADRI CLINICI Embolia polmonare massivaEmbolia polmonare sub-massivaEmbolia polmonare non massivaCuore polmonare acuto
EMBOLIA POLMONARE (EP) DIAGNOSI Valutazione clinicaEsami bio-chimici (emo-gas, D-dimero)Angiografia TC spiraleScintigrafia polmonareEcocolordoppler cardiacoEcocolordoppler venoso arti inferiori
PROFILASSI DELLA TVP Mezzi fisiciProfilassi farmacologica
MEZZI FISICI CPI (COMPRESSIONE PNEUMATICA INTERMITTENTE)CALZE ELASTICHE
Azioni della terapia compressiva Agisce sul sistema venoso superficiale e profondo diminuendo il calibro venoso, i reflussi patologici, il volume delle varici superficiali Diminuisce il volume ematico del 45% in clinostatismo e del 62% in ortostatismo Aumenta la pressione tissutale favorendo il riassorbimento dell’edema Aumenta la fibrinolisi distrettuale e diminuisce il fattore VII della coagulazione
Controindicazioni della terapia compressiva Arteriopatia obliterante perifericaAllettamento superiore alle 72 oreAffezioni cutaneeNeuropatia diabeticaInsufficienza cardiaca scompensataScarsa tollerabilità da parte dei pazienti
PROFILASSI FARMACOLOGICA ASAAnticoagulanti oraliEparina non frazionataEBPM (enoxaparina, dalteparina, nadroparina, revibaparina)FondaparinuxDabigatran
Acido acetilSAlicilico Poco usato per la mancanza di studi scientifici adeguati e minore efficacia
Anticoagulanti orali Poco usati in Italia per minore efficacia clinica e maggiori difficoltà di gestione per il monitoraggio dell’INR
Eparina non frazionata Poco usata perché offre una protezione inadeguata a basse dosi e presenta una minore maneggevolezza aggiustando le dosi
Eparine a basso peso molecolare Farmaco di scelta è l’enoxaparina 4000 u.i./die iniziando la sera prima dell’intervento
FONDAPARINUX Inibitore del fattore XProblema sanguinamentoLa prima dose deve essere somministrata almeno 6 ore dopo lafine Inibitore dell’intervento
DABIGATRAN Inibitore diretto della trombinaSomministrazione oraleLa prima dose (110 mg) deve esseresomministrata 1-4 ore dopo lafine dell’interventoDal secondo giorno 220 mg per 4-5settimane
RACCOMANDAZIONI FINALI Enoxaparina, fondaparinux, dabigatran fino alla completa mobilizzazione del paziente (non meno di 4-5 settimane dall’operazione)
PROFILASSI ANTIBIOTICA In Italia 141000 protesi/anno (pta 65%-ptg 31%)
PTA Infezioni1,5-2%dei casi PTG Infezioni 2,5-5% dei casi
FATTORI DI RISCHIO • Generali • Locali • Legati all’intervento
FATTORI DI RISCHIO GENERALI Sede dell’interventoDiabetePsoriasiARFumoObesitàEtàInfezioni
FATTORI LOCALI • Vasculopatie Periferiche • Focolai Settici - Dentari - Cutanei - Urinari
FATTORI DI RISCHIO LEGATI ALL’INTERVENTO • Presenza di drenaggi • Accuratezza dei lavaggi • Necrosi tissutale • Durata dell’intervento
DIAGNOSI • Esame obiettivo (tumefazione, febbre, dolore, arrossamento, deiscenza della ferita, secrezioni, tramiti fistolosi) • Esami strumentali ( RX, Scintigrafia, PET) • Esami bioumorali (Leucociti, Ves ,Pcr, Fibrinogeno) • Esami colturali (tamponi, es. liquido articolari)
CLASSIFICAZIONE • Tempo (precoci, ritardate, tardive) • Contagio (contaminazione intraopeatoria, diretta postoperatoria, ematogena) • Germe
PREVENZIONE • Preparazione del Paziente • Tecnica chirurgica • Gestione postoperatoria della ferita • Profilassi antibiotica
PROFILASSI ANTIBIOTICA • Scelta del farmaco • Tempi di somministrazione • Durata della somministrazione
Scelta del farmaco L’antibiotico ideale dovrebbe avere: • Un’eccellente attività in vitro • Un’efficace penetrazione nei tessuti • Un’emivita sierica relativamente lunga • Scarsa tossicità • Basso costo
STAPHILOCOCCUS AUREUS ED EPIDERMIDIS
Amoxicillina/A.Clavulanico 2,2 gr 3 dosi (una ogni 8 ore) • Ampicillina/Sulbactam 3 gr 3 dosi (una ogni 8 ore) • Cefazolina 1gr 3 dosi (una ogni 8 ore) • Cefuroxime 2 gr 3 dosi (una ogni 8 ore) • Vancomicina 1 gr • Teicoplanina 400-800 mg • Gentamicina 80 mg
Tempi di somministrazione • Prima somministrazione:via endovenosa entro i 60 minuti che precedono l’inizio dell’intervento • Dosi successive:in base alla farmacocinetica dell’antibiotico sceltoP
Durata della profilassi Non esiste attualmente evidenza scientifica secondo la quale il prolungamento della terapia antibiotica porta ad una riduzione della percentuale d’infezioni
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE • Lo scopo della profilassi antibiotica in chirurgia è quello di ottenere dei valori sierici e tissutali di antibiotico,al momento dell’incisione e per tutta la durata dell’intervento,idonei ad inibire/uccidere i batteri che possono contaminare il campo operatorio. • Non esistono evidenze scientifiche per protrarre la profilassi antibiotica oltre le 24 ore. • Continuare a lungo la profilassi non riduce l’incidenza di infezione e,nel caso che questa si verifichi,sarà provocata con maggiore probabilità da un microorganismo resistente.Inoltre è una pratica irragionevolmente costosa.