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CREDO NELLO SPIRITO SANTO… SPUNTI PER UNA RIFLESSIONE. Monastero Benedettine S. Margherita Fabriano. Vieni Spirito Creatore, visita le nostre menti, riempi della tua grazia i cuori che hai creato. O dolce Consolatore, dono del Padre Altissimo, acqua viva, fuoco amore. Santo crisma dell’anima.
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CREDO NELLO SPIRITO SANTO… SPUNTI PER UNA RIFLESSIONE Monastero Benedettine S. Margherita Fabriano
Vieni Spirito Creatore, visita le nostre menti, riempi della tua grazia i cuori che hai creato. O dolce Consolatore, dono del Padre Altissimo, acqua viva, fuoco amore. Santo crisma dell’anima. Dito della mano di Dio, promesso dal Salvatore irradia i tuoi sette doni suscita in noi la parola. Sii luce all’intelletto, fiamma ardente nel cuore sana le nostre ferite col balsamo del tuo amore. Difendici dal nemico, reca in dono la pace, la tua guida invincibile ci preservi dal male. Luce d’eterna sapienza svelaci il mistero di Dio del Padre e del Figlio uniti in un solo Amore. Amen.
Nella nostra epoca, affermava il Papa Giovanni Paolo II, siamo chiamati dalla sempre antica e sempre nuova fede della Chiesa ad avvicinarci allo Spirito Santo come a Colui che dà la vita: “Colui che è Signore e dà la vita”. Quando professiamo la fede nello Spirito Santo, affermiamo di credere secondo l’insegnamento della Chiesa, nella terza Persona dello Spirito Santo, così come Gesù ce lo ha rivelato. Lo Spirito Santo, il Signore che dà la vita, ci viene presentato attraverso simboli e immagini, perché si tratta di una Persona invisibile, che non si può vedere ne toccare ma percepirne gli effetti: i doni e i frutti; il suo passaggio, la sua azione, la sua musica, la sua opera. Questa opera è un’opera divina che genera soprattutto vita, vita speciale, non biologica, ma santa, soprannaturale, spirituale. “La via della Chiesa passa attraverso il cuore dell’uomo perché è qui il luogo recondito dell’incontro salvifico con lo Spirito Santo, col Dio nascosto, e proprio qui lo Spirito Santo diventa “sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna”. Qui egli giunge come Spirito di verità e come Paraclito agendo come Consolatore, intercessore avvocato” (Dominum et Vivificantem).
La fonte della conoscenza dello Spirito Santo è la Rivelazione, la comunicazione di Dio agli uomini, attraverso l’Incarnazione di Gesù Cristo. Egli ci ci ha rivelato e comunicato lo Spirito Santo. Tutta la Storia sacra dall’Antico al Nuovo Testamento è attraversata dall’opera dello Spirito ma in Gesù questa opera raggiunge l’apice perché Egli compie il Disegno di Dio cioè il desiderio divino di donarsi totalmente alla sua creatura. L’essere umano è l’oggetto delle attenzioni del suo Creatore perché diventi il luogo della sua Presenza e della sua Gloria e viva nella piena comunione con Lui, nella felicità senza fine. Questo desiderio di Dio si è realizzato nella storia della salvezza, una volta per sempre con la missione di Gesù Cristo e si realizza in ogni tempo per ogni essere umano attraverso l’opera dello Spirito. La Pentecoste segna il momento del compimento dell’opera di Gesù Cristo con il dono alla Chiesa nascente dello Spirito Santo.
La Chiesa prega nel giorno di Pentecoste così: “O Dio, che oggi porti a compimenti il mistero pasquale del tuo Figlio effondi lo Spirito Santo sulla Chiesa, perché sia una Pentecoste vivente fino agli estremi confini della terra e tutte le genti giungano a credere, ad amare e a sperare”. Una delle letture bibliche del giorno di Pentecoste spiega il “COME” un cristiano che ha ricevuto il dono dello Spirito Santo deve vivere per raggiungere la felicità che ogni essere umano desidera.
Galati 5,16-25 Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne; la carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste. Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete più sotto la legge. Del resto le opere della carne sono ben note: fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose vi preavviso, come già ho detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio. Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c'è legge. Ora quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la loro carne con le sue passioni e i suoi desideri. Se pertanto viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito.
Credere nello Spirito Santo che è Signore, vuol dire per il cristiano l’impegno a vivere secondo il programma del Vangelo, resistendo al male, fissando lo sguardo alle cose di Dio, alle cose spirituali, coltivando desideri profondi che superano le pulsioni umane. Tutto questo è possibile partendo da una situazione ORANTE. Nella preghiera la Chiesa confessa la fede, chiede l’aiuto per vivere secondo il Simbolo della fede, realizza il disegno della chiamata ad essere “Figlio di Dio”, offrendogli il culto a Lui gradito, l’offerta di tutta la propria vita come sacrificio spirituale. Da una vita consegnata e affidata a Dio nello Spirito, scaturiscono opere visibili che manifestano i frutti di cui parla San Paolo: l’amore, la benevolenza, la pace, benevolenza, dominio di sé, fedeltà, ecc. La fede nell’azione dello Spirito Santo, spinge il credente a chiedere costantemente questo Dono a Dio, perchè la sua vita diventi “santa” cioè porti “frutto”.
Nella Professione di Fede che i credenti in Gesù Cristo fanno a partire dal Battesimo, primo sacramento della Fede, e che rinnovano ogni anno durante la Veglia Pasquale, è contenuto l’oggetto della Fede cristiana, che è Dio Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, con tutte le realtà connesse a queste. Il segno più semplice che riassume la Professione della Fede cristiana, e che i credenti adoperano in continuazione, in ogni occasione, prima della preghiera, al risveglio mattutino, prima dei pasti, prima di iniziare qualsiasi lavoro, ecc. è il segno della Croce: Nel Nome del Padre, del Figlio, e dello Spirito Santo. Diversi modi di confessare la fede nello Spirito Santo
Il Nome nella Bibbia indica la Persona. I credenti confessano un Dio Unico in Tre distinte Persone. Nel nome di questo Dio si riceve il Battesimo, il primo sacramento della Fede, nel nome di questo Dio si fa la professione di Fede. Nel Credo, vengono specificate le Persone Divine in cui si crede, con i propri attributi e la propria missione. Quando i credenti affermano di credere nello SPIRITO SANTO, dicono “che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato e ha parlato per mezzo dei profeti.” Dicono che Egli è una Persona. La Persona dello Spirito Santo
In questa espressione si dicono molte cose dello Spirito Santo ma poche in confronto al Padre e al Figlio. Dello Spirito si dice che è una Persona divina come le altre Persone, della stessa sostanza, una Persona invisibile con una missione specifica: comunicare la vita, essere adorato e glorificato e mediare una relazione. Conosciamo lo Spirito dalla missione
La Chiesa ci aiuta a cogliere la dimensione della fede nello Spirito Santo che può essere utile ai credenti attingendo dalla Rivelazione, da quello che Gesù ci ha detto dello Spirito Santo. Gesù ha utilizzato delle immagini e degli appellativi per rivelarci lo Spirito Santo, ha parlato del fuoco, dell’acqua e del vento, di realtà che esprimono calore, vita, movimento e che non hanno consistenza materiale, non si possono toccare e trattenere. La rivelazione dello Spirito Santo attraverso i simboli
Lo Spirito è una realtà divina invisibile della quale si può sentire la presenza, vedere gli effetti, avvertire l’esigenza e il bisogno, constatare i frutti e i doni che porta con sé, senza però poter definire un Volto come per il Figlio nel quale è possibile vedere anche il Padre. Viene chiamato da Gesù “sorgente di acqua che zampilla” nel dialogo con la Samaritana; “fiumi di acqua viva” nel discorso alla festa dei Tabernacoli, (Vangelo di Giovanni); “fuoco” che desidera fosse acceso sulla terra nel Vangelo di Luca. Lo Spirito Santo: realtà divina invisibile
Gli appellativi con cui lo Spirito viene chiamato sono: “Paraclito” tradotto come Consolatore e Avvocato, Colui che si fa vicino, “Spirito di Verità” “Spirito Santo”. Altri simboli provenienti dalla tradizione biblica cristiana per parlare dello Spirito Santo sono: l’olio(crisma), la nube e la luce, il sigillo, la mano, il dito, la colomba. Il simbolo dell’acqua esprime l’azione che lo Spirito Santo fa nel sacramento del Battesimo: dona al credente la possibilità di rinascere a nuova vita, una vita spirituale, divina, con uno specifico programma che produce la partecipazione alla Vita di Dio. Il vento esprime il soffio creatore dello Spirito come quando aleggiava sulle acque nella creazione, la sua presenza invisibile. Appellativi e immagini dello Spirito Santo nella tradizione cristiana
L’olio esprime l’azione della santificazione dello Spirito Santo e la sua forza di “mandare” “inviare” per compiere un progetto. Gesù è l’unto, l’inviato, e in Lui i credenti vengono unti, crismati, inviati, consacrati, ricevono cioè uno stato di vita, un mandato per una missione come Lui. Il fuoco simboleggia l’energia trasformante delle azioni dello Spirito Santo. La nube e la luce, esprimono la trascendenza e il mistero della Presenza della Persona dello Spirito Santo, il suo essere un Dio nascosto e presente e salvatore. Il sigillo indica l’effetto indelebile dello Spirito che invia e consacra il credente per una missione. L’olio, il fuoco, la nube, la luce e il sigillo
La mano esprime il gesto attraverso il quale passa lo Spirito Santo “l’imposizione delle mani”, il gesto che invoca, accoglie e trasmette lo Spirito. Il dito come la mano esprime il mezzo di comunicazione dello Spirito, con le dita come con le mani si lavora, si scrive, si scaccia il male. La colomba è un segno iconografico conosciuto dalla tradizione cristiana, per esprimere la presenza dello Spirito Santo che porta un messaggio salvifico. La mano, il dito e la colomba
Lo Spirito Santo appare come il “dono” promesso da Gesù ai suoi discepoli, dopo la sua morte, il dono-Persona con dei compiti specifici, di guidare, consolare, sostenere, convincere, vivificare, …Infatti nel Credo diciamo : “che è Signore e dà la vita…” Il dono promesso da Gesù
Nella Preghiera Eucaristica IV lo Spirito Santo viene chiamato come “primo dono ai credenti” con il compito di “perfezionare l’opera di Gesù Cristo nel mondo e compiere ogni santificazione”. Il Catechismo della Chiesa Cattolica, afferma che lo Spirito Santo, a partire dal Battesimo, suscita la fede, in questo modo Egli comincia ad essere la “sorgente di acqua che zampilla” nel cuore dei credenti. Lo Spirito ha il compito di comunicare la Vita, che consiste nel conoscere il Padre e Colui che ha mandato Gesù Cristo. In questo modo è Signore e da la vita. Il “primo” dono ai credenti
Lo Spirito mette i credenti a contatto con l’opera redentiva compiuta da Gesù Cristo, altrimenti tale opera resterebbe inutilizzata. E’ lo Spirito che attira i credenti verso Gesù Cristo. In questo modo Egli guida i credenti alla verità tutta intera. Lo Spirito unifica, feconda, attira, guida, guarisce, santifica. Tutto questo avviene nei segni sacramentali dove lo Spirito è presente per attualizzare l’opera della salvezza. Lo Spirito convince i cuori degli uomini del peccato di cui sono responsabili. In questo modo Egli guarisce e libera e vivifica. L’azione dello Spirito nella Chiesa
I Padri della Chiesa parlando della Trinità definiscono lo Spirito come una “relazione” che diventa concreta, che si personifica, e si chiama AMORE. Essi dicono che all’interno della Trinità il Padre è l’Amante, il Figlio è l’Amato, lo Spirito Santo è l’Amore. Lo Spirito Santo sarebbe la relazione d’amore tra il Padre e il Figlio e tra il Figlio e il Padre, che diventa Persona. In questo modo i credenti vengono a contatto con l’Amore divino, essendo lo Spirito “relazione”, “legame personale”, è Lui che lega i cuori a Gesù Cristo, che mette in comunicazione con Lui. E’ Lui che offre la possibilità di amare e di ricevere l’Amore di Dio, quando si fa “ospite del cuore umano”. Lo Spirito come AMORE
Dio è Amore ci dice la Scrittura. Dio è Trinità. “I segreti di Dio nessuno li ha mai potuti conoscere se non lo Spirito di Dio”. E’ lo Spirito che ci svela le profondità di Dio facendoci conoscere Gesù Cristo, il segreto di Dio, il Mistero nascosto nei secoli. La Rivelazione è il contenuto del messaggio dello Spirito che ha parlato per mezzo dei Profeti. L’amore come dice il Papa Benedetto XVI non è un sentimento, ma una realtà molto più consistente, una realtà divina e vitale. Lo Spirito svela le profondità di Dio
Il luogo della conoscenza di questa realtà è la Parola di Dio; la Tradizione di cui i Padri della Chiesa sono i testimoni sempre attuali; il Magistero della Chiesa, la Liturgia sacramentale, i carismi e i ministeri che edificano la Chiesa, la testimonianza e la vita dei Santi che manifesta in concreto i frutti e i doni dello Spirito Santo Amore. Il luogo infatti in cui abita, lo Spirito Santo è il cuore dei credenti, la persona dei battezzati. Lo Spirito Santo come “dono” si riceve nei sacramenti e nella preghiera. La preghiera è la situazione che permette di sperimentare la Presenza dello Spirito Santo, dopo averlo confessato come il Signore che vivifica, come Consolatore, come Avvocato. Attraverso la preghiera questo grande “dono di Dio”, lo Spirito può essere effuso sull’intera creazione che con gemiti inesprimibili attende la salvezza. I luoghi della conoscenza dello Spirito
Il Papa Giovanni Paolo II nel documento sullo Spirito Santo (Dominum et Vivificantem) conclude dicendo che la via della Chiesa passa attraverso il cuore dell’uomo, perché è qui il luogo recondito dell’incontro salvifico con lo Spirito Santo, col Dio nascosto, e “proprio qui lo Spirito Santo diventa «sorgente di acqua, che zampilla per la vita eterna». Qui egli giunge come Spirito di verità e come Paraclito, quale è stato promesso da Cristo. Di qui egli agisce come consolatore, intercessore, avvocato - specialmente quando l'uomo, o l'umanità, si trova davanti al giudizio di condanna di quell'«accusatore», del quale l'Apocalisse dice che «accusa i nostri fratelli davanti al nostro Dio giorno e notte». Dalla Dominum et Vivificantem : il luogo nascosto dello Spirito
Lo Spirito Santo non cessa di essere il custode della speranza nel cuore dell'uomo: della speranza di tutte le creature umane e, specialmente, di quelle che «possiedono le primizie dello Spirito» ed «aspettano la redenzione del loro corpo». Lo Spirito Santo, nel suo misterioso legame di divina comunione col Redentore dell'uomo, è il realizzatore della continuità della sua opera: egli prende da Cristo e trasmette a tutti, entrando incessantemente nella storia del mondo attraverso il cuore dell'uomo. Qui egli diventa - come proclama la Sequenza liturgica della solennità di Pentecoste - vero «padre dei poveri, datore dei doni luce dei cuori»; diventa «dolce ospite dell'anima», che la Chiesa saluta incessantemente sulla soglia dell'intimità di ogni uomo. Egli, infatti, porta «riposo e riparo» in mezzo alle fatiche, al lavoro delle braccia e delle menti umane; porta «riposo» e «sollievo» in mezzo alla calura del giorno, in mezzo alle inquietudini, alle lotte e ai pericoli di ogni epoca; porta, infine, la «consolazione», quando il cuore umano piange ed è tentato dalla disperazione. Le azioni dello Spirito nel cuore umano e nel cuore della Chiesa
Per questo, la stessa Sequenza esclama: «Senza la tua forza nulla è nell'uomo, nulla è senza colpa». Solo lo Spirito Santo, infatti, «convince del peccato», del male, allo scopo di instaurare il bene nell'uomo e nel mondo umano: per «rinnovare la faccia della terra». Perciò, egli opera la purificazione da tutto ciò che «deturpa» l'uomo, da «ciò che è sordido»; cura le ferite anche più profonde dell'umana esistenza; cambia l'interiore aridità delle anime, trasformandole in fertili campi di grazia e di santità. Quello che è «rigido - lo piega», quello che è «gelido - lo riscalda», quello che è «sviato - lo raddrizza» lungo le vie della salvezza. Pregando così, la Chiesa incessantemente professa la sua fede: c'è nel nostro mondo creato uno Spirito che è un dono increato. La Chiesa professa la fede nello Spirito Santo PREGANDO
È questi lo Spirito del Padre e del Figlio: come il Padre e il Figlio, è increato, immenso, eterno, onnipotente, Dio, Signore. Questo Spirito di Dio «riempie l'universo», e tutto ciò che è creato in lui riconosce la fonte della propria identità, in lui trova la propria trascendente espressione, a lui si volge e lo attende, lo invoca col suo stesso essere. A lui, come a Paraclito, a Spirito di verità e di amore, si rivolge l'uomo che vive di verità e di amore e che senza la fonte della verità e dell'amore non può vivere. Lo Spirito Santo, Spirito del Padre e del Figlio riempie l’universo
A lui si rivolge la Chiesa, che è il cuore dell'umanità, per invocare per tutti ed a tutti dispensare quei doni dell'amore, che per mezzo suo «è stato riversato nei nostri cuori». A lui si rivolge la Chiesa lungo le intricate vie del pellegrinaggio dell'uomo sulla terra: e chiede, incessantemente chiede la rettitudine degli atti umani come opera sua; chiede la gioia e la consolazione, che solo lui, il vero consolatore, può portare scendendo nell'intimo dei cuori umani; chiede la grazia delle virtù, che meritano la gloria celeste; chiede la salvezza eterna, nella piena comunicazione della vita divina, a cui il Padre ha eternamente «predestinato» gli uomini, creati per amore ad immagine e somiglianza della Santissima Trinità. La Chiesa invoca lo Spirito Santo per tutti
La Chiesa col suo cuore, che in sé comprende tutti i cuori umani, chiede allo Spirito Santo la felicità, che solo in Dio ha la sua completa attuazione: la gioia «che nessuno potrà togliere», la gioia che è frutto dell'amore e, dunque, di Dio che è amore; chiede «la giustizia, la pace e la gioia nello Spirito Santo», in cui, secondo san Paolo, consiste il Regno di Dio. Anche la pace è frutto dell'amore: quella pace interiore, che l'uomo affaticato cerca nell'intimo del suo essere. quella pace chiesta dall'umanità, dalla famiglia umana dai popoli, dalle nazioni, dai continenti, con una trepida speranza di ottenerla nella prospettiva del passaggio dal secondo al terzo Millennio cristiano La Chiesa chiede allo Spirito Santo la felicità
Poiché la via della pace passa in definitiva attraverso l'amore e tende a creare la civiltà dell'amore, la Chiesa fissa lo sguardo in colui che è l'amore del Padre e del Figlio e, nonostante le crescenti minacce, non cessa di aver fiducia, non cessa di invocare e di servire la pace dell'uomo sulla terra. La sua fiducia si fonda su colui che, essendo lo Spirito-amore, è anche lo Spirito della pace e non cessa di esser presente nel nostro mondo umano, sull'orizzonte delle coscienze e dei cuori, per «riempire l'universo» di amore e di pace “. La fede della Chiesa in Colui che è l’Amore
In conclusione, la Professione di fede nello Spirito Santo, per il cristiano diventa testimonianza, attesa, fiducia e speranza, di entrare nella danza della vita Trinitaria, dove “lo Spirito Santo da sempre seduce e attrae ogni uomo e donna a percepire il fascino” della chiamata di Dio a seguire il Figlio, via che conduce al Padre, il solo che può riempire le profondità del cuore umano, fatto per la felicità. Conclusione
La viridità: l’energia universale dello Spirito Nella tradizione monastica femminile, c’è un termine che può essere avvicinato allo Spirito Santo, alla sua azione e missione, per esprimere l’ Energia spirituale che trasforma e produce vita, una parola adoperata da una monaca benedettina del Medioevo, Santa Ildegarda di Bingen, la quale ha quasi creato questo termine, per esprimere la vivacità della vita sotto lo sguardo silente e amoroso dell’Onnipotente, la vitalità delle creature, la fecondità dello stato verginale. Il vigore della vita espressa nella natura, dal colore verde, il colore della Speranza viene detto con il termine: Viriditas Viriditas ha la stessa etimologia di vir, vis, virgo, viridis; è l’energia universale che muove il mondo, la forza virile ma anche l’amore materno di Dio, la musica del cosmo, la rinascita della primavera…il carisma dello stato verginale e del colore verde.
“…E’ la viridità da cui tutto discende. In principio, prima del diluvio, tutte le creature verdeggiarono; la forza vegetale della terra fu tanto grande da produrre fiori e frutti spontaneamente…Dopo il diluvio, prima della venuta del Figlio di Dio, i fiori e i frutti fiorirono come prima ma per mezzo del lavoro umano…E come i fiori e i frutti si moltiplicarono così la sapienza umana accesa dallo Spirito Santo progredì finchè non giunse la stella nuova che mostrava il re dei Re…Il Verbo di Dio si incarnò, lo splendore della fiamma sello Spirito Santo è il suono del Verbo che, ha creato tutte le cose. Il Signore ha profuso in ogni cosa una grande forza e disposto che l’intero creato assista gli esseri umani in tutto per tutto”. (Claudia Salvatori, Ildegarda di Bingen, Ed. Mondadori 2004)
Vieni Santo Spirito Vieni, Santo Spirito manda a noi dal cielo un raggio della tua luce. Vieni, Padre dei poveri, Vieni datore dei doni, vieni, luce dei cuori. Consolatore perfetto; ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo. Nella fatica, riposo, nella calura, riparo, nel pianto, conforto. O luce beatissima, invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli. Senza la tua forza nulla è nell’uomo, nulla senza colpa, Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina. Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato. Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidano i tuoi santi doni. Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna.