460 likes | 583 Views
Lezione 9 Diffusione dell’industrializzazione. II. Newcomers e industria fuori d’Europa. Un second comer un po’ speciale: la Svizzera.
E N D
Lezione 9 Diffusione dell’industrializzazione. II. Newcomers e industria fuori d’Europa
Un second comer un po’ speciale: la Svizzera • un paese con poche delle precondizioni classiche dell’industrializzazione: piccolo, con pochi terreni, senza materie prime, senza sbocchi al mare, senza grandi città • ma anche: livello di istruzione elevato, capitali, necessità di esportare beni manifatturati, un settore tessile vivace e solido • il risultato: industrializzazione precoce, sin dai primi dell’Ottocento non solo nel tessile ma anche in settori di nicchia ad elevato contenuto tecnologico: orologi, cioccolata • ma anche notevolissimi investimenti diretti esteri da parte di un paese così piccolo, che ha avuto enorme fortuna nei due secoli seguenti (pil procapite, multinazionali di peso globale)
Unione doganale e unità nazionale • il primo passo: abolizione delle dogane interne prussiane, nel 1818. • 1833: nascita dell’Unione doganale (lo Zollverein) che comprende ben 17 stati con con 26 milioni di abitanti e 2/3 della superficie tedesca. • direzione prussiana, in antagonismo con l’impero austro-ungarico • il bivio del rinnovo (1842): • una politica di libero scambio desiderata dai grandi agrari • o • una politica protezionista, desiderata invece dagli industriali e sostenuta dall’economista Friedrich List,
Produzione di ferro di Gran Bretagna, Francia e Germania 1850-1913 (1850=100)
I fattori del successo tedesco • ricchezza del sottosuolo. • presenza di tecnici e capitali stranieri • ruolo dell’industria pesante • pragmatismo dell’azione di governo • un’attività bancaria originale ed efficace • politiche commerciali aggressive • un sistema formativo d’avanguardia >>>
E proposito di investimenti in formazione: un sistema formativo d’avanguardia
Usa, un grande mercato presto protetto • nel 1870 il mercato interno degli Stati Uniti è più grande di quello francese, di quello inglese e di quello inglese • già a partire dagli anni 1780 - subito dopo la conquista dell’indipendenza dalla Gran Bretagna – questo mercato è oggetto di consapevoli e attive politiche di modernizzazione in grado di rendere autonoma l’economia del nuovo paese • e in particolare di politiche protezionistiche, una costante della storia economica statunitense fino al 1945: • il “maestro” del protezionismo fu il primo segretario al tesoro degli Stati Uniti, Alexander Hamilton • il maestro del protezionismo europeo, Friedrich List, apprese negli Stati Uniti i principi della dottrina e della pratica • la terribile guerra civile che si svolgerà negli anni 1860-65 sarà sostanzialmente tra un Nord industriale e protezionista e un sud agrario e liberista
Una crescita molto rapida • la rapida e concomitante crescita di agricoltura e industria comporta una altrettanto rapida crescita dell’economia americana nel suo complesso. • Guardiamo al prodotto nazionale lordo tra 1830 e 1913: • EuropaUsaPaesi sviluppati • Popolazione x 2,0 x 7,5 x 2,3 • Pnl x abitante x2,3 x 4,2 x 2,8 • Pnl totale x4,6 x 31,3 x 6,3 • cosicchè: • già forse verso il 1875-80 gli Usa sono il paese con il livello di vita più elevato del mondo • nel 1913 il pnl procapite è del 33% circa superiore a quello britannico • nel 1900 la produzione complessiva supera quella della Cina - fino ad allora prima al mondo - ma in presenza di un tenore di vita superiore di 23 volte rispetto a quello cinese
Una modernizzazione dall’alto • i quattro fattori chiave della modernizzazione Meiji: • volontà di avviare uno sviluppo economico di tipo moderno • struttura economica scarsamente perturbata • assenza di colonizzazione • ampia serie di misure amministrative ed economiche • queste misure possono essere ricondotte a quattro filoni: • riforme agrarie, con abolizione della feudalità • avvio dall’alto e poi sostegno attivo all’industrializzazione • creazione di un apparato di formazione e ricerca all’occidentale • modernizzazione dell’apparato amministrativo e delle infrastrutture
Russia, gigante europeo arretrato • un caso importante: • un newcomer occidentale ma un po’ decentrato e a metà 800 molto arretrato • una delle maggiori potenze mondiali per estensione e popolazione • ruolo dello stato è decisivo nell’avviare la modernizzazione del paese • importanza dalle sue successive vicende novecentesche • alla fine dell’Ottocento, insomma, una grande potenza europea, dotata di enormi risorse naturali ma contraddistinta da un’industrializzazione ritardata, faticosa e molto parziale, cui non si accompagnarono adeguati fenomeni di modernizzazione della struttura sociale e della mentalità. • le caratteristiche di maggior rilievo del paese alla metà del secolo erano • le dimensioni geografiche e demografiche • il ritardo dell’abolizione della servitù della gleba (1861) • abolizione della servitù per permettere la mobilità della manodopera verso un’industria che il governo aveva intenzione di sviluppare dopo lo shock costituito dalla sconfitta subita nella guerra di Crimea, che rese evidente ai gruppi dirigenti russi il pericolo costituito da un’economia arretrata, ancora sostanzialmente agraria e feudale • una riforma agraria - comunque - riuscita solo parzialmente
L’intervento dall’alto • sforzi di modernizzazazione 1823-1911 portati avanti da una serie di uomini politici: • Kankrin 1823-1844: protezionismo per sviluppare la manifattura • Witte (1893-1903): molto attivo in una fase di forte crescita del settore manifatturiero • Stolypin (1906-1911): abolizione della comunità di villaggio (l’obscina) e creazione di una classe di piccoli contadini che, assieme al riarmo, fu il principale stimolo alla ripresa dell’industrializzazione, che andava a rilento da qualche anno.
Limiti strutturali • alla vigilia della Prima guerra mondiale, una parte del ritardo economico recuperato ma in un contesto sociale e istituzionale arretrato: • mortalità infantile era del 250‰ contro il 125‰ dell’Europa occidentale. • 70% della popolazione era analfabeta contro il 5% di quella dell’Europa occidentale, nonostante i miglioramenti nel campo dell’istruzione superiore • una struttura socio-politica con un enorme potere concentrato nelle mani dell’aristocrazia fondiaria e dello zar e con una borghesia estremamente fragile e poco influente